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Autore: walking disaster    20/09/2011    2 recensioni
Gwen è la figlia di uno dei generali delle armate di Telmar, succube della volontà del padre che l'ha cresciuta come fosse un maschio per renderla il migliore dei soldati del regno. Marion invece, la più astuta e temibile delle spie, è giunta a Telamr portando con se l'ombra del nuovo sovrano del Castello di Ghiaccio. I cammini delle due si incrociano con quelli degli storici sovrani di Narnia; in particolar modo Edmund avrà un ascendente particolare sulle due ragazze. Mentre la corte di Telmar si prepara ad accogliere il primo erede di Caspian X e Susan la Gentile le pedine di questo nuovo capitolo si muovono.
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Edmund Pevensie, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Le Cronache di Narnia, L'Aquila ed il Serpente

Questa è stata la prima ff che ho scritto in assoluto, tempo fa l'avevo eliminata perchè senza spunti per concluderla, ora spero di poter finire questa piccola opera alla quale sono affezionata in modo particolare. E' come il primo dente che ci cade, che conserviamo come prova della nostra crescita, il primo diario di scuola e la prima lettere d'amore che scriviamo.

Buona lettura.


Capitolo I L'Aquila

La perfezione di uno sguardo non può essere assoluta, eppure ogni volta che Gwendaline si abbandonava al sonno l'unica cosa che riusciva a rammentare erano due magnifiche iridi color pece. Ignorarle sembrava difficile quasi quanto dimenticarle; non vi era alcun sentimento particolare riflesso in esse, la osservavano, semplicemente. Eppure lei impazziva per quel ricordo, che custodiva gelosamente, assieme alle sensazioni che ogni volta ricordare le provocava.
Gwen non era mai stata innamorata veramente, nonostante la sua età, 17 anni, alla quale molte delle sue coetanee già si ritrovavano madri, lei non aveva mai pensato agli uomini. Forse perchè la sua educazione non gliene aveva mai concesso tempo o possibilità; infatti in quanto figlia di un generale delle armate di Telmar ed orfana di madre poco aveva di femminile, a meno che non si guardasse l'aspetto fisico.
Gwendaline era l'unica ragazza ad essere stata ammessa nell'esercito, grazie al re Caspian X il quale la richiese personalmente come guardia del corpo della consorte Susan. Nel tempo, tra duri allenamenti ed esperienza nei combattimenti aveva sviluppato un fisico tonico e snello che emanava grazia ad ogni movenza. Dal padre sicuramente non aveva preso i capelli, visto che l'uomo li portava di un acceso color oro mentre quelli della giovane erano rossi rame.
La ragazza quindi non aveva mai desiderato la compagnia di un uomo, eccezione fatta per gli avversari con i quali duellava quotidianamente per allenarsi. Eppure da giorni l'intenso sguardo di un uomo non voleva smettere di tormentarla, quasi a farsi beffa di lei.
Tutto era accaduto quattro giorni prima, durante una cavalcata solitaria nei boschi di Narnia, tra gli alberi che danzavano e le neridi che intonavano canti ai cieli. La distrazione della giovane era venuta meno e poco le ci volle a cadere dal destriero. Svenne per la caduta, ma nello stato di trance in cui era piombata distinse solo qualche voce confusa e naturalmente quelle iridi. Quando si risvegliò era nell'infermeria del Castello ed il suo cavallo, Azel, si trovava nelle stalle.
L'unica cosa che tra tutto le era rimasto impresso era il fiero sguardo di quel giovane, che probabilmente l'aveva riportata al castello di Caspian.
-Gwendaline!!-
Un trillo la riscosse dalle sue fantasie sul misterioso ragazzo dagli occhi corvini ed uno sguardo fuori dalla finestra le basto a capire che era in ritardo, terribilmente il ritardo, il sole già solcava il profilo dei tetti delle case della cittadina, il che significava che il suo allenamento sarebbe dovuto essere cominciato già da un pezzo.
-Arrivo signore-
Prima di essere una ragazza si considerava un soldato, quindi non chiamava il padre per nome, come ogni buona recluta che si rispetti. Questo era il suo primo ritardo, solitamente tendeva ad essere precisa in tutto, così che gli altri soldati, all'inizio titubanti all'idea di avere una donna tra le loro fila, la potessero apprezzare. Lesta come non mai si infilò l'armatura in un battibaleno e armata di spada e scudo si preparò a raggiungere il cortile dove la attendevano.
Gwen non impugnava una normale lama, come il resto dei soldati, ed amava decantarne le lodi, poichè era stata fabbricata da un centauro, e non uno qualunque,il miglior fabbro di tutti i tempi. Di lunghezza media e dalla straordinaria leggerezza e maneggiabilità era stata il regalo in segreto di suo padre per la nomina di cavalieri di Narnia. L'elsa era formata da una grande aquila dalle ali spiegate, quello che la giovane amava definire il suo simbolo.
-Gwendaline, è l'ultimo avvertimento!!!-
Come una furia scese le scale, rischiando di inciampare in uno o due gradini, la sua camera si trovava all'interno del palazzo reale, poco distante da quella della sua protetta, la regina Susan. Arrivò in cortile riponendo la spada nel fodero, preparandosi per il saluto militare ma trovò i suoi compagni già armati e in azione. Avevano cominciato gli allenamenti senza di lei. Scrutò la grande meridiana del palazzo, non erano neanche cinque minuti che l'ora dell'inizio era passata. Suo padre era così rigido solo con lei.
-Gwen, per punizione del tuo ritardo alla fine dell'allenamento dovrai lucidare le armature di tutti i presenti, magari ti passa la voglia di farti attendere-
-Signor si signore-
Gridò rivolta al padre, chinando il capo e lasciando che la splendida chioma scarlatta luccicasse agli ultimi riflessi del tramonto. Era una punzone davvero dura, nonostante avesse tardato di poco, ma Gwen sapeva benissimo che il padre lo faceva per non favorirla in alcun modo rispetto ai compagni. Sospirò e si legò i capelli in un chignon che nascose nell'elmo; quando combatteva non doveva essere una donna, ma un soldato. Per questo aveva lavorato sodo, costruendosi la propria fama per la facilità con cui faceva inginocchiare coloro che sconfiggeva sotto la propria lama. Al contrario di molte altre giovani donne del paese.
L'abilità di Gwendaline era ormai sulle labbra di tutti, la ragazza poco più che adolescente in grado di tener testa a ragazzi ben più grandi; la sua forza aveva del leggendario, potente quanto un uomo e veloce ed agile quanto un gatto; un esplosivo che nei combattimenti si rivelava letale per chiunque facesse l'errore di sottovalutarla.
E proprio mentre si metteva in posizione per ingaggiare l'ennesimo scontro il pensiero volò nuovamente verso il misterioso giovane
"Cosa starai facendo ora? Dove sarai? E soprattutto, chi sei?"
La distrazione le valse un calcio in pieno stomaco dal suo avversario.
"L'ho sempre detto che pensare troppo agli uomini porta solo guai."

Continua nel capitolo II


il capitolo è cortissimo, ne sono conscia e vi svelo anche il perchè. Come già detto è stata la mia prima storia per cui ho deciso di mantenermi il più fedele possibile a ciò che avevo scritto, senza modificare troppo il testo.
Spero vi piaccia, e che lasciate qualche commento, anche su Gwen, oltre che ovviamente al mio modo di scrivere...

alla prossima xx


  
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