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Autore: dragon_queen    21/09/2011    2 recensioni
Seguito di "Transformers Animated".
Sari è cresciuta e, ormai adolescente, si è rifatta una vita. I Decepticons sono stati imprigionati e gli Autobots sono tornati u Cybertron. La ragazza sente però molto la loro mancanza. Accadrà però qualcosa di inaspettato...
Recensite!! :)
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Transformers Animated
- Questa storia fa parte della serie 'Transformers Adventure'
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   Erano passati quasi 10 anni da quando gli Autobots erano tornati su Cybertron e lei si era sottoposta al
trattamento speciale studiato appositamente dal padre per estirpare la sua parte robotica e renderla umana al 100%. In
questo modo era cresciuta come una persona normale, rimanendo però con la mente alla sua infanzia, quando gli Autobots
erano arrivati sulla Terra. Aveva vissuto con loro straordinarie avventure, per vederli poi partire senza aver potuto far
niente.
Adesso aveva 18 anni e aveva quasi finito il liceo. Si era rifatta una vita, degli amici fidati e persino un ragazzo. Era
felice, o almeno così appariva. Le sarebbe piaciuto rivedere Bumblebee, Bulkhead, Optimus Prime, Prowl e Ratchet, ma
sapeva che loro ormai erano lontani anni luce dalla Terra e da lei.
Ogni sera guardava il cielo, aspettando di scorgere una flebile scintilla tra le stelle, un qualcosa che le potesse assicurare
che le avventure che aveva vissuto non erano state un sogno. Ma da ormai troppo tempo non riusciva a vedere niente.
-Ehi Sari, a cosa pensi?-
La ragazza alzò lo sguardo: non si era accorta di essere arrivata al luogo dell'appuntamento, dove Mikaela, Josh e il suo
adorato Sam la stavano aspettando.
-Oh, a niente...niente di importante- rispose lei alla domanda dell'amica.
-Ultimamente sei sempre soprappensiero- le disse Sam, sorridendole dolcemente.
Era vero. Forse perchè si stava avvicinando il suo compleanno e le faceva tornare in mente quella volta che Bulkhead era
gelosissimo del regalo che le aveva fatto il padre, Soundwave, che poi si rivelò essere un componente dei Decepticons.
Sari sorrise silenziosamente.
-Oh, finalmente un sorriso. Non ne potevamo più di quel muso- disse Mikaela, stringendo forte l'amica.
-In questi giorni ho tanti pensieri in testa. Scusate- e si portò una mano alla collana che teneva nascosta sotto la
maglietta, la quale recava un ciondolo assai particolare: ricordava quando si era trovata davanti all'ALLSPARK e questo
aveva trasmesso alla chiave che portava al collo una parte dei suoi poteri.
Sari possedeva ancora la chiave, rivestita di ogni potere, che gli Autobots avevano deciso di lasciarle, visto che la
minaccia Decepticons non era più un problema.
-Ancora con quel ciondolo?- le chiese Sam.
-Per me è molto importante- ribattè lei.
Lui la guardò senza capire.
-Va bene, ragazzi, calma. Adesso che ne dite di andarcene al parco divertimenti e passare una bella giornata?-
chiese Josh.
-Hai ragione...andiamo!!- disse Sam e, prendendo per mano Sari, raggiunsero Josh e Mikaela.
Gli Autobots avevano lasciato veramente il segno alla città di Detroit: il sindaco aveva addirittura fatto erigere un
monumento in onore degli eroi del pianeta e ormai quasi tutto il mercato consumistico si ispirava ai robot per andare
avanti. Persino il luna park al quale erano diretti i quattro ragazzi era dedicato a loro.
-Penso che quegli Autobots fossero davvero fantastici, peccato non averli conosciuti di persona- disse Josh,
rimanendo affascinato da una riproduzione a grandezza naturale di Bumblebee e Optimus Prime all'ingresso del parco.
-Hai pienamente ragione, erano mitici- pensò Sari.
Fecero i biglietti e si trovarono nella piazza principale del parco.
-Allora ragazzi, cominciamo da “Distruggi il Decepticon”, “Passeggiata fra le stelle” o “La tana dei ragni sul pianeta
perduto”?- chiese Josh.
Pareva proprio un ragazzino, e forse era per questo che a Mikaela piaceva tanto e a Sari e Sam faceva divertire.
-Io nella tana dei ragni non ci vengo, mi fa paura. Andateci voi “maschietti”. Io e Sari andremmo a passeggiare tra le
stelle, dico bene?-
-Dici bene. Mandiamo i nostri cavalieri a combattere quegli insetti, noi rilassiamoci- concordò Sari.
Così le due ragazze si diressero verso il gioco deciso: in realtà non era niente di pericoloso o eccitante, ma semplicemente
una sorta di ruota panoramica rinchiusa in un enorme planetario.
-Mi emoziona vederlo ogni volta- disse Mikaela.
Sari non rispose: pensava che probabilmente il pianeta Cybertron era da qualche parte in quell'universo, troppo lontano
perchè lei potesse raggiungerlo.
Quando salirono sulla ruota e le luci si spensero, alla ragazza però sembrò di vedere qualcosa di strano nell'ombra.
-Tutto bene?- chiese l'amica.
-Si, si...tutto a posto- rispose Sari, continuando a fissare il vuoto buio sotto di loro.
La giornata trascorse tranquilla, senza intoppi. Verso il tardo pomeriggio, però, il cielo iniziò ad annuvolarsi e minacciare
pioggia. Così i quattro ragazzi si diressero verso casa. Ad un certo punto della strada, le due coppie si divisero. Sam
insistette per accompagnare Sari a casa, nonostante sapesse che il Professor Sumdac non lo vedesse di buon occhio. Sari
però era molto innamorata di quel ragazzo e non vi avrebbe rinunciato per niente al mondo, neanche per le manie
protettive del padre.
Giunsero dinnanzi al grattacielo che ospitava i laboratori Sumdac e, al quale ultimo piano, abitava la ragazza. Prima di
entrare nel portone, controllata a vista dalla guardia all'ingresso che aveva il compito di riferire al padre ogni sua mossa,
Sari si avvicinò a Sam e lo baciò sulla guancia.
-Sei un ragazzo d'oro Sam e mi spiace se a volte posso sembrarti strana, ma sappi che se vorrai cambierò-
-Piccola Sari, io non potrei mai chiederti di cambiare, altrimenti perderesti ogni particolare che mi ha fatto
innamorare di te. È vero, a volte puoi sembrare strana, ma sappi che voglio che tu rimanga così come sei-
-Che tesoro...- si disse Sari.
Lui si avvicinò per baciarla e lei non lo fermò, ma in quel momento la guardia all'ingresso li interruppe:
-Signorina Sumdac, suo padre richiede la vostra presenza-
-Si, vengo subito- disse lei, poi aggiunse:
-Ci vediamo domani-
-Buonanotte Sari- disse lui.
-Notte Sam- rispose dolcemente lei.

 
   Quella notte Sari fece uno strano sogno:
“...vide il laboratorio dei Decepticons alle vecchie miniere e intravide un'ombra in disparte. Ad un tratto un raggio di
luna filtrò dal soffitto crollato e illuminò lo sconosciuto, facendo trasalire la ragazza: si trattava di Megatron, che tra le
mani teneva un pezzo di qualcosa che brillava, che guardandolo meglio lei riconobbe come l'ALLSPARK...”
Sari si svegliò di botto, grondante di sudore.
-Non può essere una cosa normale che io, dopo 10 anni, sogni nuovamente quel Decepticon- si disse la ragazza e,
alzandosi, si affacciò alla grande finestra panoramica della sua stanza.
Il cielo era ancora nero e qua e là veniva illuminato dal principio di un lampo, mentre nell'aria si propagava un rombo di
tuoni lontano. Ad un tratto, in lontananza nel cielo, la ragazza vide un qualcosa assomigliante ad una palla di fuoco,
cadere poco lontano dal centro del grande parco di Detroit.
-Che siano loro?- pensò lei e, rivestendosi velocemente, uscì dal palazzo, riuscendo a non farsi notare.
-Menomale che Prowl mi ha insegnato le tecniche ninja di mimetizzazione e fuga- pensò lei, mentre sfrecciava per le
strade deserte della città, fino a giungere all'ingresso del parco.
-Riflettiamo: che sia una coincidenza che proprio stanotte abbia sognato Megatron e che abbia visto una scintilla nel
cielo simile all'effetto provocato dall'entrata di un'astronave attraverso la nostra atmosfera? E se davvero è
un'astronave, saranno Decepticons o Autobots?-
Non c'era però tanto tempo per scoprirlo, prima che il padre si accorgesse della sua assenza e la mandasse a cercare.
Quindi, correndo a per di fiato, raggiunse in pochi minuti il centro del parco.
Quando giunse rimase senza parole: niente!!
Assolutamente nessuna traccia di un atterraggio: nessun albero bruciacchiato, nessun solco nel terreno o scia di frenata.
Niente...
-Che sciocca che sono stata- disse tristemente Sari.
Si udì un tuono e poi l'acqua iniziò a cadere.
-Bene, mi ci mancava solo questo. Adesso si che mio padre mi ammazza. Penserà che sono uscita per incontrarmi con
Sam e così mi barricherà in casa per l'eternità. Accidenti!!!-
Sari riprese tranquillamente la strada di casa, senza fretta, tanto ormai era bagnata e un po' d'acqua in più non avrebbe
fatto un granché danno.
Ombre dietro gli alberi la osservavano, senza però che lei se ne rendesse conto.


   Per arrivare più velocemente a casa, Sari tagliava per vicoli e stradine, senza timore, poiché sapeva come
difendersi se avesse incontrato qualcuno con cattive intenzioni. Aveva per fortuna smesso di piovere e si era anche
abbassato il vento.
Stava camminando per una di quelle strade secondarie, costeggiate da villette con giardino da un lato e i confini del parco
dall'altro, quando all'improvviso udì le foglie delle chiome degli alberi smuoversi, nonostante il vento e la pioggia fossero
cessati. Si voltò per vedere se qualcuno la seguiva, ma non scorse nessuno. Così riprese a camminare.
La sua passeggiata la portò davanti alla vecchia fabbrica che faceva da rifugio agli Autobots quando erano sulla Terra,
l'edificio che lei stessa gli aveva trovato. In quel momento udì nuovamente dei rumori, stavolta metallici. Volle perciò
andare a dare un'occhiata all'interno.
Quando entrò, la nostalgia le attanagliò il cuore, facendole spuntare una lacrima: era rimasto tutto uguale, niente era
cambiato. La città non aveva voluto toccare quel luogo, in omaggio a chi lo occupava. Vi era ancora dove gli Autobots si
aggiornavano, attraverso un grande teleschermo, sulla situazione in città, il laboratorio di Ratchet, il posto dove Bulkhead
dipingeva e persino la sala di addestramento di Prowl. Sari andò allora a cercare anche la stanza dove il robot meditava ai
piedi di un grande albero. Quando entrò vide, con sua grande sorpresa, che l'albero era ancora vivo, nonostante fosse
tanto tempo che lei non andava a curarlo, ma non aveva più quello sfavillante colore di un tempo.
-Scommetto che anche a te mancano- disse la ragazza, accarezzando la corteccia della pianta.
Una piccola farfalla le si posò sulla mano. Lei sorrise malinconica.
Dopo un ultimo giro nell'edificio, si ritrovò nel grande ingresso. Mentre stava per uscire, udì dei rumori alle sue spalle. Si
voltò appena e ciò che le si parò davanti la fece rimanere impalata per lo stupore: i suoi occhi catturarono i colori di 5
scintillanti corazze: una gialla, una blu e rossa, una rossa, una nera e una verde.
-Non è possibile- sospirò la ragazza, portandosi una mano alla bocca.
I 5 robot la guardarono perplessi, forse non avendola riconosciuta.
-Sari?- chiesero poi.
Lei annuì, mentre le lacrime le scendevano senza sosta.
-Come è possibile? Sei...- disse Bumblebee.
-Più grande?? Già, mio padre mi ha reso un'umana al 100%- rispose lei.
Gli Autobots non dissero più nulla. La ragazza invece parlò:
-Ma siete davvero qui? Non vi sto immaginando? Dopo 10 anni, cosa vi ha riportato a Detroit?-
Optimus Prime si fece avanti. Sari vide con chiarezza che il simbolo sulla sua spalla sinistra era cambiato: non era più il
semplice marchio degli Autobots, ma quello della Guardia d'Elite di Cybertron.
-Siamo sulle tracce dei Decepticons, tornati sulla Terra per raccogliere sino all'ultimo pezzo di ALLSPARK. Ciò
significa...- disse.
-Che cercano anche la mia chiave- concluse la ragazzina.
-Esatto,e non si fermeranno davanti a niente-
-Pensavo che aveste esiliato i Decepticons in qualche parte remota dell'universo, invece sembra che mi sia sbagliata-
-No, non hai sbagliato. Il fatto è che sono fuggiti e hanno trovato un ponte spaziale per tornare qui- disse Optimus.
Sari non parlò più, ma continuava a versare lacrime. Bulkhead le si avvicinò.
-Sari, hai ancora problemi di perdite?-
Lei sorrise: era diversa da come la ricordavano, più bella, più matura, più donna.
-E' bello rivedervi. Mi siete mancati- disse infine.
-Anche tu- dissero tutti.
Poi Optimus riprese:
-Avanti Autobots, dobbiamo riorganizzare il quartier generale- e in un attimo i robot si dedicarono ognuno ad una
occupazione.
Sari gli si avvicinò:
-Quando tutto questo sarà finito, ve ne andrete di nuovo?-
Lui la guardò:
-Non lo sappiamo-
-Posso rimanere con voi per stanotte?- chiese lei poi.
-Puoi restare tutto il tempo che vuoi- le rispose Optimus Prime, rivolgendole un sorriso.


   Fu solo quando il sole era sorto già da un pezzo che Sari si accorse di essersi addormentata, nonostante si fosse
impegnata per rimanere sveglia. Aprì gli occhi e scattò in piedi.
-Che ore sono?- gridò.
-Circa le 10. Perchè?- le rispose Bumblebee.
-Accidenti!!! Mio padre mi ammazza e per di più avevo appuntamento con Sam-
-Sam? Chi è Sam?- chiese Optimus Prime.
-Sam è il mio ragazzo e credo che oggi dovrò fare i salti mortali per vederlo, nel vero senso della parola-
I 5 robot si guardarono. Lei si fermò e li guardò a sua volta:
-So cosa vogliono dire quegli sguardi...nessuno mi venga dietro, a Sam potrebbe venire un colpo se vi vedesse. Per non
dire che se vi vedesse la gente, la vostra copertura salterebbe-
-Ma...- iniziò Bulkhead.
-Niente ma...avvertitemi solo se ci sono novità. Ci si vede più tardi- concluse la ragazza e uscì velocemente dalla
fabbrica.


   -Ehi Sam, scusa il ritardo!!- gridò Sari, vedendolo in lontananza.
-Sari, ma che ti è successo? Sembra che tu abbia dormito in una stalla-
-In un certo senso...sono uscita talmente veloce da casa che non ho potuto sistemarmi più di tanto-
-Sei bella lo stesso- disse lui sorridendo e le accarezzò i capelli ramati.
-Allora...andiamo?-
Avevano fatto appena due passi che Sari si sentì chiamare:
-Signorina Sumdac, si fermi. Dobbiamo riportarla a casa-
Dietro di loro apparvero 4 guardie dei laboratori Sumdac seguite dai loro cani robot.
-Accidenti!! Ce ne dobbiamo andare...corri!!!- gridò Sari e, prendendo per mano Sam, lo trascinò via.
Quando si voltò, vide che le 4 guardie vestite di nero e i rispettivi segugi gli stavano alle costole. Doveva trovare il modo
di seminarli o gli avrebbero rovinato l'appuntamento con Sam, più di quello che stavano già facendo. All'improvviso tra i
due e gli inseguitore si frappose un veicolo d'assalto della SWAT accompagnato da una macchina gialla con una striscia
nera. I 4 uomini furono così bloccati.
-Grazie ragazzi- pensò sorridendo Sari, mentre svoltava in uno stretto vicolo, riuscendo così a seminare del tutto gli
agenti del padre.
I due si fermarono a riprendere fiato.
-Non capisco perchè tuo padre sia così ostinato- sospirò Sam.
-Quando lo scopri spiegalo anche a me, visto che non lo capisco neanch'io. Tu sei un bravissimo ragazzo, eppure fa di
tutto per impedire di vederci-
-Sai che ti dico...questa caccia al gatto e il topo rende tutto più interessante- ridacchiò lui.
-Certo che sei proprio strano...dai, adesso andiamo a mangiare qualcosa, tutto questo correre mi ha fatto venir
fame- disse Sari sorridendo e i due se ne andarono, consumando tranquillamente il loro appuntamento.


   Quando i due fidanzati si furono separati, la ragazza tornò alla vecchia fabbrica, assicurandosi che gli uomini di
suo padre non la stessero seguendo. Quando entrò rimase a bocca aperta: in poche ore gli Autobots avevano ripristinato
ogni forma di tecnologia utile all'interno della base. Sari si aggirò per gli immensi spazi dell'edificio fino a poco prima
abbandonato, quando capitò nella stanza dove si trovava il grande albero. Notò Prowl ai suoi piedi che lo guardava.
-Sai, sembra aver riacquistato ogni bellezza da quando sei tornato- disse lei.
Lui si voltò:
-Sei stata tu che te ne sei presa cura da quando ce ne siamo andati?-
-Si, ogni giorno, per evitare che anche il mio ultimo ricordo di voi andasse perduto- rispose Sari, avvicinandosi alla
grande pianta e sfiorandone la corteccia.
-Ti ringrazio- si limitò a rispondere il robot.
Ad un tratto piombò nella stanza Bumblebee:
-Prowl,ci sono novità riguardo i Decepticons...oh, ciao Sari- disse vedendo la ragazza.
-Che genere di novità?- chiese lei.
-Ratchet è riuscito a trovare tracce del loro segnale nelle vecchie miniere, ormai abbandonate. Devono essere tornati
là per recuperare qualcosa-
Sari rimase paralizzata.
-E' assurdo- pensò.
Prowl lo notò:
-Tutto bene Sari?- le chiese.
-Si, certo. Andiamo a sentire cosa ne pensa Optimus- rispose lei.


   Arrivarono nella sala centrale, dove Optimus, Ratchet e Bulkhead li aspettavano.
-Bene, ci siamo tutti. Posso quindi mettervi al corrente delle manovre Decepticons: alle ore 02:00 della scorsa
mattina, è stata accertata la presenza di Megatron all'interno della vecchia base Decepticon, situata nelle miniere
sull'isola poco lontana dalla costa. Dopodiché ogni traccia è scomparsa-
Sari intervenne:
-Scusa Optimus, devo farti una domanda che non sono riuscita a farti prima: quanti Decepticons sono tornati sulla
Terra?-
Il robot la fissò, poi alzò lo sguardo e riprese:
-Allora, compreso Megatron, sono riusciti a scappare Starscream, Lugnut, Shockwave e Blitzwing...quindi 5-
-Capisco...-
Optimus aggiunse:
-Sari, tu dovrai rimanere al sicuro qui, mentre noi andiamo a dare un'occhiata alle miniere-
-Ma...-
-Sari, non insistere. È per il tuo bene- intervenne Ratchet.
-Va bene. Allora a più tardi- disse la ragazza rassegnata.
-Bene Autobots, trasformatevi e avanzate!!- e detto ciò, 5 veicolo uscirono dalla vecchia fabbrica a tutta velocità.


   Sari se ne andava passeggiando per le affollate strade di Detroit, pensando che avrebbe potuto andare con gli
Autobots. Ad un tratto sentì qualcuno che la chiamava; si voltò e vide due delle guardie della Sumdac Corporation.
-Che scocciatura!!- e fece per seminarli, ma si trovò la strada bloccata da altri due energumeni, con i rispettivi
segugi meccanici.
In quel momento Sari avrebbe voluto recuperare la sua parte robotica, per poter spazzar via quelle guardie del corpo.
-Signorina Sumdac, vuole gentilmente seguirci?-
Sari non ebbe la possibilità di scegliere.


   Nel frattempo qualcuno osservava la scena dall'alto, ben nascosto tra gli alti palazzi di vetro.
-Interessante...così la figlia di Sumdac non è più una mocciosa...ciò significa che non ha più la sua parte robotica.
Molto bene, penso che a Megatron interesserà-


   -Si può sapere dove sei stata? Con quello scapestrato del tuo ragazzo, scommetto!! Sapevo che di lui non c'è da
fidarsi- sbraitò il professor Sumdac.
-Non sono stata con Sam, sono stata da Mikaela-
-Non raccontarmi bugie, signorinella!! Sono tuo padre e ho il diritto di sapere dove trascorri le tue giornate-
-Non dico che tu non debba controllarmi, ma stai diventando opprimente...io ho bisogno di libertà...e poi non capisco
perchè tu ce l'abbia tanto con Sam-
-Perchè è nipote di uno dei peggiori criminali della città e non voglio che mia figlia frequenti il nipote di un
delinquente-
-Ma Sam ha rinnegato le sue origini fin da quando era piccolo. È un bravo ragazzo, se solo tu ti impegnassi a
considerarlo tale-
-Adesso basta!!! Non ne voglio più sentir parlare. E per quanto riguarda te, in punizione, nella tua stanza-
-Ma papà, non puoi...-
-Certo che posso, sono tuo padre. E adesso vai-
Il colloquio era concluso.


   Sari non riusciva più a riconoscere suo padre, era diventato imperativo, non ci si poteva più parlare e la ragazza
sospettava che non fosse solo per il fatto di Sam. Suo padre era cambiato, per fattori a lei sconosciuti. Il fatto era che
il cambiamento c'era stato negli ultimi tempi, mentre invece prima era premuroso e gentile, e questo la faceva rimanere
ancora più perplessa.
-Accidenti, volevo andare dai ragazzi, ma non c'è modo di uscire di qui- pensava seduta sul letto.
Ad un tratto udì picchiettare sul vetro: si voltò e vide Bumblebee fuori dalla finestra.
-Bumblebee? Cosa ci fai qui?- disse la ragazza, mentre apriva la finestra a scorrimento con il telecomando.
-Non ti abbiamo trovato quando siamo tornati, così Optimus mi ha mandato a cercarti a casa-
-Bumblebee per favore portami via di qui- lo pregò la ragazza.
-Qual'è il problema?- le chiese il robot.
-Mio padre mi ha chiuso in camera sino a tempo indeterminato solo perchè mi vedo con Sam. Si comporta in modo
strano, come se non fosse più lui-
-D'accordo. Andiamocene- le rispose l'Autobot e, trasformatosi in macchina, le aprì lo sportello.
La ragazza non se lo fece ripetere: afferrò uno zaino con un cambio e, salita a bordo della vettura, sparì nella notte.


   Dopo che si fu sistemata nella sua vecchia stanza alla base Autobot, andò a cercare Ratchet. Lo trovò come al
solito nel suo laboratorio.
-Sera, Ratchet. Posso parlarti?-
-Certo Sari, dimmi pure-
-Se ti dicessi che mio padre è cambiato da un po' di tempo a questa parte, come se fosse controllato? E se ti dicessi
anche che sospetto che durante il tempo in cui è stato prigioniero di Megatron, quel Decepticon gli abbia innestato
qualcosa che adesso, con il suo ritorno, si è riattivato?-
-Ti direi che non è del tutto irreale come ipotesi- rispose il robot.
-Che posso fare allora?-
-Facciamo così: domattina ce ne andiamo davanti ai laboratori di tuo padre e, con uno dei miei strumenti, gli facciamo
una sorta di “scansione” e vediamo se ha davvero qualcosa che non va-
-D'accordo...grazie mille Ratchet-


   Il mattino dopo, di buon'ora, Ratchet e Sari si appostarono davanti all'ingresso della Sumdac Corporation. Non
appena la ragazza intravide il padre uscire dal palazzo, scortato come al solito dalle sue guardie personali, avvertì il
robot, che attivò lo scanner.
-Fatto. Dovremmo però aspettare di tornare alla base per poter avere i risultati-
-Va bene. Direi che possiamo anche andare, visto che qui non abbiamo più niente da fare- e detto ciò, Ratchet mise
in moto e sgommò via.
Dalla parte opposta della strada, proprio nel momento in cui passava l'Autobot, veniva una moto, con in sella un ragazzo:
Sam. Lui vide di sfuggita Sari a bordo del veicolo medico.
-Ma dove sta andando?- si chiese, così girò la moto e le andò dietro.


   Sari e Ratchet arrivarono alla base e si diressero subito verso il laboratorio.
-E' il momento della verità- pensò Sari, mentre il robot inseriva il disco rigido nel computer.
Partì il caricamento e poi apparve una sorta di radiografia di suo padre: in un punto della sua testa, si scorgeva un piccolo
frammento di qualcosa.
-Avevo ragione dunque- disse Sari.
-Credo di si. Quello sembra un apparecchio per il controllo della volontà dei Decepticons e sembra in funzione-
Ad un tratto si udì qualcuno che invocava il nome di Sari. La ragazza rimase impalata.
-Oh, no, Sam. Come ha fatto ad arrivare qui?- disse.
Poi, rivolta a Ratchet, disse:
-Cerca gli altri e nascondetevi. Non dovete farvi vedere-
Sari raggiunse la grande sala principale, dove trovò Sam che si guardava intorno, con ancora il casco tra le mani.
-Ciao Sam, cosa ci fai qui?-
-Potrei farti la stessa domanda: ti ho visto andare via a bordo di un veicolo medico, pensavo ti fosse successo
qualcosa di brutto. Invece, penso che la spiegazione debba darmela tu-
-Ecco...io...- Sari non sapeva che dire: non aveva una scusa da inventare e non era certa che Sam avrebbe
accettato di buon grado la verità. Quindi che fare? Lui stava aspettando e si stava anche spazientendo.
-Sam, io devo dirti una cosa importante, che però non dovrai dire a nessuno-
-Va bene- disse lui e aspettò.
-Io...in realtà...-
All'improvviso si sentì un possente starnuto e un botto. Dopodiché, alle spalle di Sari, si alzò un gran polverone. Dalla
nuvola di polvere, comparve Bulkhead.
-Non è possibile...- disse Sam quando vide il robot.
-Scusa Sari, ma credo di essere allergico alla polvere- disse l'Autobot.
-Ecco Sam, è di loro che volevo parlarti- e fece cenno a tutti i Transformers di farsi avanti.
I 5 robot uscirono dai loro nascondigli. Il ragazzo fece un passo indietro, a bocca aperta.
-Sam, loro sono miei amici. Li conobbi 10 anni fa e, dopo tutto questo tempo, sono tornati sulla Terra per completare
la loro missione-
-Incredibile...questi sono i famosi Autobots? Se non li avessi davanti, giuro che non ci crederei- disse Sam.
Sari si tranquillizzò, poiché il suo ragazzo pareva più affascinato che spaventato.
-Sam, lascia che ti racconti una cosa...- e la ragazza prese a raccontargli tutta la storia, dall'inizio alla fine.
-Wow- si limitò a dire alla fine il ragazzo.
-Certo, potevi anche raccontarmele prima queste cose...avrei capito- concluse poi.
Lei gli si avvicinò:
-Grazie di essere sempre con me- gli disse piano e gli prese la mano.
-Bene...- disse poi voltandosi verso i robot -...ragazzi, vi presento Sam, il mio ragazzo. Allora Sam, quello al
centro è Optimus Prime, il capo degli Autobots; i due alla sua sinistra sono rispettivamente Prowl e Ratchet, mentre quelli
alla sua destra sono Bulkhead e Bumblebee, i migliori amici che abbia mai avuto-
-Piacere- disse il ragazzo.
I robot erano più imbarazzati di lui, accennando un flebile gesto con la mano.
-Sari, scusa, non vorrei interromperti, ma dovremmo dire agli altri cosa abbiamo scoperto- intervenne Ratchet.
-Ah si giusto. Optimus, stamattina io e Ratchet ci siamo appostati davanti agli uffici di mio padre e gli abbiamo fatto
una sorta di scansione ai raggi X-
-Per quale motivo?- chiese l'altro.
-A causa di un mio sospetto: da un po' di tempo a questa parte mio padre si comportava diversamente, come se fosse
stato controllato da qualcuno. Purtroppo il mio sospetto si è rivelato fondato-
-Abbiamo infatti trovato un micro-processore di controllo Decepticons nella testa del professore- concluse Ratchet.
-Incredibile- disse Bumblebee.
-Ma a cosa può servire ai Decepticons controllare il padre di Sari?- chiese Prowl.
-Semplice: da quando ve ne siete andati, le industrie di mio padre, sotto sua supervisione e istruzione, hanno
progettato una macchina per poter rintracciare ogni singolo pezzo di ALLSPARK sperduto sul pianeta, per poterlo poi usare
come fonte energetica pulita e ecologica. Adesso che voi ne avete un altro, pensavamo che non vi fosse più utile-
-Quindi Megatron, controllando il professore, è come se avesse già le mani su l'ALLSPARK- disse Bulkhead.
-Oh oh- disse in quel momento Sam.
-Che c'è?- chiese Sari.
-Credo che dovresti ascoltare questo- le rispose lui e le passò una delle cuffie del suo mp3.
Sari se la infilò in un orecchio e ascoltò. Ad un tratto un'espressione di orrore le si dipinse sul volto.
-Che succede?- le chiese Optimus.
-Sam, attiva il proiettore di immagini- disse la ragazza al ragazzo e questo eseguì.
Nel piccolo schermo olografico che partiva dal lettore mp3 si vedevano immagini di persone in fuga, di palazzi crollati e
grandi ombre che si allontanavano in volo.
-5 città del globo attaccate da strani esseri somiglianti a macchine...- diceva l'inviato.
-Noi sappiamo bene di chi si tratta vero?- disse la ragazza.
-Si, sono i Decepticons-


   -Non capisco perchè non hai raccontato prima di conoscere gli Autobots- le domandò Sam quando i due si
trovarono da soli.
-E chi mi avrebbe creduto? Mi avrebbero preso per una povera ragazzina trascurata dal padre che aveva solo bisogno
di attenzioni- gli rispose lei.
-Beh...io-
Lei lo guardò storto.
-Ok, ok lo ammetto: mi sarebbe suonato strano all'inizio, ma poi ti avrei appoggiato, anche se non li avessi
conosciuti-
-Come farei senza di te?- gli disse lei sorridendo.
-Non ce la faresti- rispose lui.
In quel momento li raggiunse Bulkhead.
-Sari, Optimus ti vuole parlare-
-Per quale motivo?-
-Non lo so, ma sembra preoccupato-


   Sari e Sam raggiunsero gli Autobots nella sala dei computer.
-Eccomi- disse lei.
-Sari, ho cattive notizie- disse Optimus.
-Che genere di notizie?- chiese la ragazza.
-Siamo riusciti a scoprire quanti pezzi dell'ALLSPARK sono stati sparsi sulla Terra e, compresa la tua chiave, sono
sei-
Lei rimase senza parole.
-Ciò significa che ai Decepticons manca solo la mia chiave-
-Esatto e purtroppo verranno a cercarti-
Lei guardò Sam.
-Non preoccuparti Sari, io rimango qui con te-
-Sari, dobbiamo essere sicuri che non ci sia nessuno con cui Megatron possa ricattarti-
La ragazza si fece pensierosa.
-A parte mio padre che ha già nelle sue mani, non mi viene in mente...aspetta!!-
I due ragazzi si guardarono. In quel momento sul computer degli Autobots arrivò una comunicazione, che si aprì senza
possibilità di essere respinta. Sullo schermo apparve Megatron.
-Salute Optimus Prime, ci stai ancora cercando?- disse in un risata.
-Megatron, cosa vuoi?-
-A dir la verità volevo parlare con l'umana-
Sari non sapeva che fare. Optimus spostò lo sguardo dallo schermo a lei e viceversa.
-Per quale motivo?-
-Ho uno scambio da proporle-
-Se è per mio padre te lo puoi anche tenere. Abbiamo scoperto il micro-processore impiantato nel suo cervello- disse
Sari parandosi davanti allo schermo.
-Tò, guarda che si rivede. Che piacere- disse il robot.
-Il piacere è tutto tuo- disse lei.
-Bene, sappi che non ho solo tuo padre nelle mie mani- riprese il Decepticon e si spostò dallo schermo.
-No, ma come...-
Dietro Megatron, in fondo alla grotta che si vedeva sullo sfondo, c'erano legati Mikaela e Josh.
-Maledetto- disse tra i denti Sari.
-Adesso che ho la tua attenzione, posso anche illustrarti le dinamiche di scambio: dovrai venire stanotte a mezzanotte
davanti all'entrata delle miniere, da sola, o al massimo con quel damerino che ti porti dietro-
-Ehi, come si permette?!- protestò Sam, avendo capito che quel brutto muso stava riferendosi a lui.
-D'accordo Megatron, ma dovrai promettere di lasciare libero anche mio padre, estraendogli dal cervello quel tuo
aggeggio infernale-
-Concesso. Allora ti aspetto a mezzanotte. Non tardare e, miraccomando, da sola-
-Non temere- rispose con odio Sari e terminò il messaggio.
Dopo che lo schermo si spense, nessuno parlò. Poi Optimus disse:
-Prowl verrà con te-
-Hai sentito cosa ha detto? Vuole che vada da sola-
-Ma non puoi pensarlo seriamente- disse Prowl.
-Ragazzi, in 10 anni sono cambiate tante cose...e anch'io-


   A pochi minuti a mezzanotte, Sari mise piede sulla spiaggia dell'isola.
-Crrr...Sari...crrr...mi senti?- disse una voce proveniente dalla micro-trasmittente nel suo orecchio.
-Non benissimo Ratchet, ma non mi posso lamentare-
-Crrr...Per favore, se vedi che...crrr... le cose si stanno mettendo male...crrr...vieni via o chiamaci-
-D'accordo. A più tardi-
Sari non sapeva però che il resto degli Autobots era sbarcato dalla parte opposta dell'isola, ma forse un po' se lo
aspettava: non l'avrebbero mai mandata da sola.
-Autobots, prudenza. Se ci dovessero scoprire, salterebbe lo scambio-
La luna era alta nel cielo quando Sari giunse davanti all'entrata delle vecchie miniere. Si guardò intorno, ma non scorse
nessuno.
-Ben arrivata- disse all'improvviso una voce proveniente dal buio.
Lei si voltò e vide Megatron uscire dalle tenebre. Nel momento in cui il suo volto fu alla luce, dal folto degli alberi
uscirono anche gli altri quattro Decepticons.
-Bene, ci siete tutti. Pensavo che gli Autobots vi avessero spedito così lontano da non dover più rivedervi- disse
sarcastica lei.
-Dannata ragazzina, come osi?!?!- disse irato Starscream.
Lei lo guardò e, osservandolo meglio, disse:
-Oh Starscream, vedo che non sei riuscito a tirar via ciò che ti ho lasciato 10 anni fa-
In effetti, una volta Sari, quando ancora possedeva la sua parte robotica, aveva segnato il volto del robot con una
profonda cicatrice.
-Io...ti distruggo!!- disse il Decepticon su tutte le furie, ma fu bloccato da Megatron.
-Calmo Starscream. E per quanto riguarda te, hai la chiave?-
-Certo. E tu hai i miei amici e mio padre?-
Il capo dei Decepticons fece cenno a Blitzwing e Lugnut e questi portarono i prigionieri.
-Sari, che diavolo succede?- gridò Mikaela quando la vide.
-State calmi, tra poco sarà tutto finito- rispose lei.
-Si certo, tra poco sarà tutto finito se mi darai immediatamente la chiave che porti al collo- disse Megatron.
-Prima voglio i miei amici e mio padre accanto a me e poi ti darò la chiave-
L'altro la guardò con fare torvo.
-D'accordo...- poi rivolto ai suoi uomini aggiunse:
-Liberate i prigionieri-
I due ragazzi e il padre di Sari furono liberati e corsero immediatamente a fianco dell'amica.
-Bene, io ho mantenuto la mia parte di accordo, adesso tocca a te- disse il Decepticon.
-Va bene Megatron, ecco la mia chiave, ma devi giurare di lasciarci andare sani e salvi- e Sari si sfilò dal collo il
suo amato ciondolo e glielo gettò ai piedi.
Poi, rivolta agli amici, bisbigliò:
-Correte...-
Gli altri non se lo fecero ripetere due volte e sparirono nella boscaglia. Sari fece lo stesso. Sapeva però che i
Decepticons non avrebbero tardato a seguirli.
-Megatron, vuoi lasciarli andare così?- disse Starscream.
-E perchè mai dovrei preoccuparmene?- rispose l'altro.
Nel frattempo Shockwave aveva consegnato a Megatron il contenitore con i pezzi di ALLSPARK.
-Con il potere di questa chiave potrò ripristinare il Cubo e più nessuno potrà fermarmi- e detto ciò inserì il pezzo di
acciaio nella fessura.
La girò e...non accadde niente.
-Che significa?- disse Megatron andando su tutte le furie.
-Quella ragazzina ci ha preso in giro e noi ci siamo cascati- disse Starscream.
L'altro lanciò un grido colmo di rabbia.
-Decepticons, trovatemi quell'umana e riportatemela qui!!!!-


   I tre ragazzi e il professore correvano senza riprendere fiato. Sari udì un grido di furore in lontananza.
-Che succede?- chiese Josh.
-Credo che Megatron abbia scoperto il mio piccolo trucco. Quindi adesso correte perchè a quest'ora li avremmo già
alle costole-
-Sari, io non ce la faccio più!!- disse all'improvviso Mikaela, fermandosi, e piegandosi in due per riuscire a
riprendere fiato.
-Avanti Mikaela, non ci possiamo fermare...altrimenti ci raggiungeranno- le disse Sari, andandola a sorreggere.
-Ma tanto dove potremmo scappare? Siamo su un'isola-
-Non preoccuparti, ho l'impressione che verranno presto ad aiutarci- concluse Sari, strizzandole l'occhio.
-Certo, ma arriveranno troppo tardi- disse una voce alle loro spalle, che la ragazza riconobbe immediatamente.
I 4 si voltarono proprio nel momento in cui Starscream, Blitzwing e Shockwave uscivano dal folto degli alberi.
-Accidenti, sono già qui- pensò lei.
-Complimenti davvero per il tiro mancino della falsa chiave- disse il robot.
-Ti sbagli Starscream, quella è la chiave autentica, è solo che voi siete troppo limitati per capire come funziona- lo
schernì Sari.
Lui la guardò, poi un ghigno gli si allargò sul volto.
-Ma certo...solo tu puoi far funzionare la chiave, altrimenti non ci avresti ceduto quella vera tanto facilmente-
Sari non aveva previsto che il Decepticon scoprisse il trucco tanto velocemente. Si premette un dito su di un orecchio.
-Ratchet, mi ricevi?-
-Forte e chiaro ragazza-
-Bene, allora dimmi: gli altri dove sono?-
-Gli altri? Veramente...-
-Ratchet puoi smettere di reggergli il gioco. So che sono sull'isola-
-Vi stanno per raggiungere, tenete duro-
-Perfetto...- si disse lei.
-Allora, vuoi deciderti a venire con noi senza storie o ci vuoi costringere a far del male ai tuoi amici?-
Sari si guardò intorno, ma degli Autobots nessuna traccia. Doveva fare qualcosa o avrebbero rischiato grosso. Ad un
tratto udì dei pesanti passi provenire dalle loro spalle e dagli alberi spuntarono i suoi amici.
-Starscream allontanati dai ragazzi e dal professore, altrimenti...- disse Optimus, ma fu interrotto.
-Altrimenti cosa? Io li ho sotto tiro, un passo e sono spacciati- poi si bloccò.
-Invece io ho te sotto tiro, come la mettiamo?-
Alle spalle di Starscream era apparso Prowl, senza che nessuno se ne fosse accorto.
-Bene voi due, abbassate le armi- ordinò Optimus e Blitzwing e Shockwave eseguirono.
Sari si rivolse agli amici:
-Correte verso di loro e continuate a correre. Arrivati sulla spiaggia, aspettateci. Non vi fermate e non voltatevi-
-Ma Sari, e tu?-
-Io me la caverò e poi devo riprendermi una cosa che mi appartiene. Adesso andate, svelti!!-
I due ragazzi presero per mano il professore e sparirono nella boscaglia.
-Bene, adesso non possono più usarli per ricattarmi- pensò la ragazza e si mise ad assistere alla scena.
Optimus si era avvicinato a Starscream e gli stava domandando dove fosse Megatron.
-Come se tu non lo sapessi- gli rispose il robot.
-Bene, era questo che volevo scoprire. Avanti Autobots, andiamo-
Bulkhead e Bumblebee distrussero le armi Decepticons e seguirono Optimus.
-Sappiate che vi sta aspettando- gli urlò dietro Starscream.


   Gli Autobots e Sari giunsero all'entrata delle miniere. Non c'era anima viva, nessuno fiatava, persino il vento si era
fermato.
-Strano, c'è troppo silenzio- disse piano Optimus.
-Già, non è un buon segno- concordò Prowl.
Ad un tratto, da un punto imprecisato, arrivò un colpo di laser.
-Che succede?- disse Bumblebee.
Adesso un colpo dalla parte opposta, che colpì di striscio Optimus.
-Non muovetevi, siete circondati- disse una voce che si rivelò essere del capo dei Decepticons.
-Megatron, siamo venuti per riportarti nella tua prigione-
-Dove io non ho nessuna intenzione di tornare, mio caro Optimus-
Poi, rivolgendo lo sguardo a Sari disse:
-Bene, mi è piaciuto lo scherzetto della chiave falsa, ma adesso voglio quella originale-
Sari ridacchiò:
-Come ho detto prima a quella nullità del tuo tirapiedi, la chiave è vera-
-Bene, allora sarai tu a farla funzionare, se non vuoi che i tuoi adorati Autobots vengano disintegrati-
Sari lo guardò con odio. Nel frattempo erano arrivati gli altri 3 Decepticons e avevano circondato anche loro gli Autobots.
-Sari non lo ascoltare!- gridò Optimus.
Lei si voltò e gli sorrise, mentre le lacrime le scendevano rapide dagli occhi.
-Non preoccupatevi- disse.
Dopodiché si diresse verso Megatron e gli prese la chiave, che inserì poi senza esitazione nella fessura. Dal contenitore
dell'ALLSPARK si sprigionò una potente luce, segno che il procedimento aveva funzionato. All'improvviso però, Sari
estrasse la chiave e fece due passi indietro. L'ALLSPARK cominciò a tremare e diventare instabile.
-Maledetta ragazzina!!! Che cosa hai fatto?!?- gridò Megatron.
Nella corsa verso l'ALLSPARK, il robot tirò un colpo alla ragazza e lei finì tramortita al suolo.
-Sari!!- gridò Bumblebee e con una mossa rischiosa, riuscì a liberarsi di Shockwave.
Gli altri lo seguirono a ruota, mettendo fuori combattimento il resto dei Decepticons.
Nel frattempo, dove prima c'era il contenitore con l'ALLSPARK, adesso si era aperta una grande falla, come se fosse
stata l'entrata di un ponte spaziale.
-No, il mio ALLSPARK è perduto!! Ed è tutta colpa dell'umana- gridò Megatron e si voltò verso Sari, che aveva
iniziato a riprendere conoscenza.
Lei lo vide arrivare e si alzò di scatto, non riuscendo però ancora a reggersi sulle gambe, ricadendo quindi in ginocchio. Il
Decepticon le puntò contro il cannone che aveva sul braccio.
-Stavolta ti toglierò di mezzo una volta per tutte-
Lei chiese gli occhi, aspettando la sua fine, che però non arrivò, grazie all'intervento di Optimus Prime che, con un colpo
della sua ascia, tagliò via il braccio a Megatron, che urlò di dolore. Nel frattempo il buco stava continuando ad allargarsi,
iniziando a risucchiare gli elementi del paesaggio circostante, compresi i Decepticons.
-Maledetto Prime, tornerò!!-
-Io non ci conterei Megatron- gli disse Optimus, mentre lo guardava sparire nel buco provocato dall'ALLSPARK, che,
cedendo su se stesso, si richiuse.
-E' finita- sospirò la ragazza.
-Si, stavolta è proprio finita- le disse Optimus, in piedi accanto a lei.


   Dopo aver recuperato Mikaela, Josh e il professore, tornarono tutti al quartier generale, dove Sam e Ratchet li
aspettavano con ansia. Dopo tutte le dovute spiegazioni ai due ragazzi, questi tornarono a casa, con la promessa di non
raccontare a nessuno ciò che era accaduto e del ritorno degli Autobots sulla Terra.
Rimase il professore con Sari, mentre Ratchet si accertava che la ragazza non avesse nulla di rotto.
-Mi dispiace Sari per quello che ti ho fatto mentre ero sotto l'influsso di Megatron- disse ad un tratto il professor
Sumdac.
-Non preoccuparti papà, non ci penso più ormai- rispose lei.
-Sono contento. Comunque penso che Sam sia un bravo ragazzo e prometto che non mi metterò mai più tra voi due-
-Davvero? Grazie papà- disse Sari e lo abbracciò.
Una fitta a un fianco le fece però sciogliere dall'abbraccio.
-Ahi...!!-
-Stavo per dirti di non muoverti, ma non ho fatto in tempo- si intromise Ratchet.
-Grazie lo stesso- le sorrise lei.
Sari rimase da sola con gli Autobots, poiché Sam e suo padre se ne erano andati.
-Bene, visto che la vostra missione è finita, ve ne andrete?- chiese tristemente lei.
I robot non le risposero.
-D'accordo, ho capito. Allora me ne vado, perchè non voglio vedervi partire come l'altra volta e soffrire ancora-
disse e fece per andarsene.
-Ecco, noi...- iniziò Optimus.
Lei si voltò.
-Ne abbiamo parlato...- aggiunse Prowl.
-E pensiamo che Megatron potrebbe tornare...- disse Bumblebee.
-Non sappiamo cosa gli sia capitato, non è stato né distrutto né imprigionando, quindi...- disse Ratchet.
-Dopotutto, su Cybertron torneremo ad archiviare noiose pratiche...- disse a sua Bulkhead.
Lei si voltò, con un sorriso che le allargava piano sulle labbra. Aspettava solo quelle parole che attendeva da quando i 5
robot erano tornati.
-Direi quindi che potremmo anche rimanere- concluse con un sorriso Optimus Prime.
Lei si mise a ridere e saltare. Dopodiché corse verso i suoi amici, quelli che non l'avrebbero più lasciata sola. Finalmente
erano di nuovo insieme.


FINE
 
  
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