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Autore: Lady_A    21/09/2011    3 recensioni
“Dovrai prenderti cura di "Stefan,promettimelo.Promettimelo,Damon.Qualsiasi cosa succederà,promettimi che rimarrai sempre legato a tuo fratello,che lo aiuterai e lo sosterrai.Sai che sei il suo punto di riferimento,che ti vuole bene.E io so che anche tu gliene vuoi” [..] “Te lo prometto”
Genere: Fluff, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Damon Salvatore, Stefan Salvatore
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'The love of a brother'
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Un ringraziamento davvero speciale al mio tesoro,che ha la pazienza di sopportarmi ,leggere tutte le storie che scrivo,che ha dato un titolo a ognuna di esse e che mi ha spronato a pubblicarle.Grazie :3 Questa One-Shot è dedicata a te **



Stefan aveva paura del buio.Come un bambino della sua età può avere paura degli animali selvatici,dei fuochi d’artificio o di qualunque altra cosa.Stefan più di tutte,temeva il buio.Una massa indistinta che,nelle notti in cui non riusciva a dormire,dava vita a forme oscure,strane figure il quale scopo era quello di terrorizzarlo.
Damon gli aveva sempre detto quanto fosse sciocca la cosa,ma lui non gli aveva mai dato ascolto,dopotutto anche suo fratello maggiore doveva aver paura di qualcosa.Tutti ,nel profondo del loro animo,temono qualcosa.
Per quanto insensata e stupida fosse la sua paura,il piccolo Stefan,però,non riusciva a trovarci niente di sbagliato.Dopotutto non era la sua stessa madre che un tempo gli diceva sempre di andare a letto presto,per evitare che un uomo cattivo,col cappuccio lo prendesse per  portarlo con sé nell’oscurità?
A quel pensiero il bambino,tirò in tutta fretta,le lenzuola di seta fin sopra la testa per evitare di vedere quelle figure,che di certo,in quel momento,stavano prendendo forma davanti a lui.
Non doveva avere paura.Non doveva avere paura.Non doveva avere paura.
Continuava a ripetere,nella sua mente,la stessa frase,senza buoni risultati.
Quelle ombre gli incutevano terrore,puro terrore.Non voleva rimanere un minuto di più in quella stanza.Da solo.
Stefan si alzò,in tutta fretta, dal letto e,senza indossare nemmeno le sue pantofoline,a piedi nudi,corse fuori-lontano da quella stanza.
 
Damon dormiva beato nel suo lettino.Stava sognando.
“Mamma” esclamò il piccolo non appena la vide.Non poteva essere lei.Non poteva.Sua madre era morta.
La madre non gli rispose,ma sorrise di fronte all’espressione,piacevolmente confusa del maggiore dei suoi figli.Era splendida.Sembrava fatta,interamente,di luce dorata.Nonostante stesse sorridendo,però,Damon riusciva a intravedere un’amara tristezza nel suo sorriso.
“Mamma,sei tu” il piccolo non aspettò una conferma da parte della figura,davanti a lui.Corse a rifigiarsi tra le sue braccia.Gli erano mancati i suoi abbracci,le sue carezze,il suo modo di spettinargli i capelli quando lui correva da lei,semplicemente per bearsi della sua presenza.Senza rendersene conto,Damon iniziò a singhiozzare e poi a piangere.
“Perché sei andata via?Perchè?” il bambino iniziò a battere i piccoli pugni contro il vestito della madre.Il suo dolore non poteva essere espresso in quel momento se non con le lacrime.
“Noi abbiamo bisogno di te.Stefan ha bisogno di te.Io ho bisogno di te.Non dovevi andare via.Non dovevi” Damon non riusciva a calmarsi,non si accorse della madre inginocchiata davanti a lui fino a quando quest’ultima non gli picchiettò sul naso,con un dito.
“Non piangere,piccolo mio.Sii forte.Ce la puoi fare.Io conto su di te” A quelle parole,Damon ricacciò indietro le nuove lacrime che si erano affacciate ai suoi occhi -così dannatamente azzurri- tirando su col naso.
“Ascoltami,tesoro.Io non sono andata via,sono ancora con voi,con te.Ci sarò sempre quando avrai bisogno di me.Potrai trovarmi qui”  la madre accompagnò queste parole posando,leggera,una mano sul petto del piccolo.Proprio sopra al suo cuore.
“Dovrai prenderti cura di Stefan,promettimelo.Promettimelo,Damon.Qualsiasi cosa succederà,promettimi che rimarrai sempre legato a tuo fratello,che lo aiuterai e lo sosterrai.Sai che sei il suo punto di riferimento,che ti vuole bene.E io so che anche tu gliene vuoi”
Il bambino,guardò la madre,contemplando per un attimo il suo viso,così giovane e bello.I suoi occhi erano velati da lacrime,ma la sua espressione era ferma.
“Te lo prometto”
 
Damon fu svegliato dal cigolio della rete del suo letto.Aveva fatto un sogno stranissimo,eppure così bello.Sua madre.Aveva visto sua madre.
“Damon” una voce,velata dalla paura lo strappò dai suoi pensieri. “Fratellone..” lo chiamò di nuovo la voce,solo allora si rese conto di a chi appartenesse.
“Stefan!Cosa ci fai fuori dal tuo letto?” il bambino era scattato a sedere,mentre il fratello si arrampicava sul suo letto per raggiungerlo. “Posso dormire con te?” domandò il piccolo.Damon notò che non voleva incrociare il suo sguardo,probabilmente per paura di un rimprovero o un rifiuto.Ma Damon non avrebbe fatto nessuna delle due cose.
“Certo,che puoi,fratellino” rispose,con un accenno di sorriso stampato sulle labbra.Il piccolo alzò di scatto la testa a quelle parole,rivolgendo un gran sorriso pieno di gratitudine,al fratello prima di infilarsi in tutta fretta sotto le coperte.
“A proposito..” esordì Damon,coprendo entrambi con le lenzuola “…mi dici come mai non vuoi dormire nel tuo letto?”
“Ho…” cominciò il piccolo,senza riuscire ad andare avanti. “Hai..?” lo incoraggiò il fratello.  “Ho…paura del buio,ecco” confessò il piccolo in tutta fretta.Come se dirlo velocemente gli avrebbe risparmiato l’umiliazione.Damon non replicò,si limitò a stringere a sé il fratello,prima di mormorare: “Non preoccuparti,ci sono io qui”
Una mano,intanto,scivolò sul petto all’altezza del cuore.
 
  
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