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Autore: Raven Roth    21/09/2011    2 recensioni
Fanfic di genere Yandere.
Si sentì invadere dalla bramosia più morbosa.
E decise che nessuna, se non lei, avrebbe avuto il suo Otani-kun.
E non le importava se era una follia ciò che stava per fare.
Genere: Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Sciagurata, sciagurata, sciagurata." Maki continuava a stuzzicare la carne che emetteva uno sfrigolio ogni volta che la punzecchiava con la forchetta.
Un puzzo di morte si levò in aria.
"Sciagurata, sciagurata, sciagurata." Continuava a ripetersi incessantemente a denti stretti, dando forchettate sempre più decise. "Sciagurata, sciagurata, sciagurata."
I suoi bei lineamenti erano contratti e gli occhi, privi di qualsiasi femminilità umana, erano sbarrati come una fiera accanita sul suo pasto.
Levò la forchetta in aria. "Sciagurata!" e la piantò nella carne maleodorante.



 

Naraku no Maki
 

Otani lanciò due occhiate furtive alla sua destra e alla sua sinistra.
Poi avanzò a frettolose ed ampie falcate verso l'uscita della scuola, a testa bassa, non voleva vedere nessuno.
Alzò un attimo lo sguardo e focalizzò il cancello, per lui sinonimo di salvezza, salvezza dai gridolini femminili, dal vociferare delle persone e dal rombo dei motorini attorno a lui.
Libertà dalla vita scolastica.
Accelerò un po' il passo.
- Otani-kun!
Non appena udì il suo nome, chiamato da quella vocetta stridula e inconfondibile, si piantò immediatamente sul posto.
Rigido, rispose: - Maki-chan.
- Otani-kun dove vai così di fretta? Mmmh? - picchiettò un'unghia smaltata sul mento. - Non è che ti devi vedere con quella?
- Be'...
- Cosa?! - non lo lasciò parlare, - Voglio venire anch'io con voi!
- Maki-chan, vedi... non puoi invitarti da sola...
- Otani-kun sei stupido, stupido, stupido! - squittì accentuando la sua affermazione scuotendo ritmatamente la testa. - Perchè... Otani-kun? Perchè non posso venire? Sono molto più carina di quella ragazza, no?
D'un tratto Otani sbarrò gli occhi per l'irritazione e si voltò bruscamente verso di lei.
Aveva le labbra perfette protese verso il basso, gli occhi lucidi e le guancie arrossate.
Otani strinse i pugni. - Ma che... ma che stai dicendo, Maki-chan? - ormai Maki lo riconosceva dalla sua immediata freddezza: Otani era infuriato.
- Cosa c'entra essere carine o no, me lo spieghi? - alzò la voce.
A quell'urlo carico di rimprovero, Maki non riuscì a soffocare un piccolo urletto di sorpresa e di spavento.
Poi vide il ragazzo scuotere la testa, confuso. - Sai, Maki-chan, a volte penso che tu venga davvero da un altro pianeta.
Questa volta Maki si strinse forte tutte e due le manine al petto perchè avvertì una stretta al cuore, forte e brutale, immediata e incontrollabile, straziante e dolorosa.
Ma rimase impietrita.
Sentì gli occhi pizzicarle e capì che stava per scoppiare in lacrime e singhiozzi.
Ma rimase in silenzio.
- Non tollererò più questo tuo comportamento nei confronti di chi è amico mio! - le rinfacciò l'altro.
No, no, no. Non le andava bene. Otani non doveva urlarle in faccia così.
P... Perchè sei cattivo con me, Otani-kun?
Maki inspirò dal naso, poi liberò dalle labbra un profondo e doloroso sospiro.
Si calmò. O quasi.
Capì che doveva cambiare atteggiamento, altrimenti l'avrebbe perso per sempre. E una lady non poteva certo perdere il suo fedele servitore, non sarebbe sopravvissuta.
Quindi cercò di scacciare via l'espressione sconvolta, facendo il sorriso più civettuolo che poteva permettersi in quel momento. - M-Ma no, gli amici di Otani-kun sono amici miei! - esclamò radiosamente, prendendolo a braccetto. - Allora andiamo?
Per tutta risposta Otani sospirò.

 

              
 

Maki rimase un po' stupita quando Otani raggiunse Mitsuki che era già davanti al portone del suo appartamento.
Così Otani-kun l'aveva invitata a casa sua. Menomale che sono venuta. Quei due non devono assolutamente rimanere da soli.
La tristezza e lo sconforto stavano per avere la meglio su di lei, ma aveva così tanti pensieri ronzanti per la testa che non ebbe il tempo per deprimersi.
Per tutto il tempo Maki si era pavoneggiata per far vedere a Otani che lei era mille volte meglio di qualsiasi altra ragazza, sbatteva le ciglia meccanicamente. Per Mitsuki era un po' preoccupante. I tre avevano passato tutto il pomeriggio insieme fin quando si fece buio e venne il momento di tornare a casa.
Otani si era offerto per accompagnare Mitsuki e, ovviamente, anche Maki.
- Prima però ho bisogno del bagno. - aveva detto il ragazzo, prima di sparire dentro una stanza.
Maki e Mitsuki non si accorsero l'una dell'altra finchè non sentirono la chiave della porta del bagno emettere uno scatto nella toppa.
Dopo qualche minuto di silenzio che soppesava l'aria, e soprattutto Mitsuki, Maki iniziò con lo sguardo penetrante conficcato nel pavimento: - Non mi ricordo di un Otani-kun così audace... non mi piace.
Mitsuki si voltò verso di lei, intimorita. - Scusa, non capisco, che significa?
Maki fece le spallucce. - Niente. Che non mi piace questo improvviso cambiamento del mio Otani-kun. - sentì un brivido saettarle per la schiena sottile nel rivolgersi a Otani con la parola «mio». Le si dipinse un ghigno compiaciuto sul viso.
- Sì, perchè Otani-kun è mio. - Mitsuki notò che Maki era in preda ad una strana frenesia. Il suo respiro era accorciato, gli occhi sbarrati con le pupille assottigliate, si accartocciava istericamente l'orlo di pizzo della gonnellina. - Quindi ridammelo. Ridammelo subito. - l'aggredì. - Ridammelo! - strillò facendo sobbalzare violentamente Mitsuki, che indietreggiò non appena Maki fece tre passi barcollanti verso di lei. - Maledetta... che tu sia maledetta. - ringhiò. - Sciagurata, sciagurata, sciagurata. - continuava a farneticare Maki sventolando la testa tra le mani e rovesciando gli occhi.
E' pazza!, Mitsuki indietreggià ancora, in modo da mettere il tavolo tra lei e Maki.
- Sciagurata, sciagurata, sciagurata. - era come ascoltare un disco rotto, la voce che prima si alzava bruscamente, poi si abbassava di nuovo, diventando un sibilo da far gelare il sangue. - Sciagurata! - dalle labbra sensuali di Maki si liberò uno strillo selvaggio, e avrebbe strozzato Mitsuki volentieri se non fosse apparso Otani alle sue spalle.
- Che succede? - inarcò le sopracciglia il ragazzo, notando l'atmosfera tesa.
L'espressione stravolta di Maki svanì in un attimo, tornando tranquillissima, come se niente fosse. - Nulla. Stavamo solo discutendo. Diventeremo grandi amiche sai? Vero Mitsuki-chan? - sorrise luminosa verso di lei, ma negli occhi, se si osservava attentamente, si potevano scorgere le fiamme e tutto il rancore di poco fa.
Mitsuki annuì, ammutolita dal terrore.
- Bene, mi fa molto piacere! - Otani rise sonoramente e Maki si perse un secondo a guardarlo. Perchè non rideva mai? Era così bello quando rideva. - Ok! - strizzò l'occhio riprendendosi, e aspettò che Otani si voltasse.
Poi scivolò bella ed inquietante al fianco di Mitsuki. Avvicinò le labbra rosse al suo orecchio. - Domani... non voglio vederti a scuola. - lo sguardo nuovamente raggelato. - E' meglio se fai come ti dico. - sorrise e Mitsuki riconobbe ancora quello sguardo bruciante. - Le ragazze della nostra età devono essere amiche, no?










Lo spazio della
Raven
Nèèè, che ne dite? =ççç=
Maki-chan non è assolutamente figaH? Quale uomo non vorrebbe una ragazza del genere? LOL
Non so quando inizierò la parte veramente movimentata. Forse nel prossimo capitolo o forse no, a seconda di come mi gira. *w*
Per ora la faccio esplodere in qualche scatto schizofrenico. Anyway, detto ciò sparisco!
Recensite, eeeh.

  
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