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Autore: Lia_the_Blue    22/09/2011    1 recensioni
Un 'what if' sulla fine della lotta con Phibrizo. Se Lina e GOurry...
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Amelia, Gourry Gabriev, Lina Inverse, Zelgadis Greywords
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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"...tornare indietro ai nostri giorni insieme.....al nostro tempo....e a quanto ho sofferto della tua mancanza.......quando sarà finito questo, quando tornerà la luce sulla penisola....noi avremo dimenticato?........dal momento che tu no n eri con me, la mia vita era cambiata....così sola, così dispiaciuta....lasciata sola nel silenzio....Sto ancora pensando a noi....tu lo fai??...."

Non lo so come stai...sei da qualche parte? Puoi vedermi...?

Mi hai mai sognato?...O hai dimenticato ogni cosa?...Ti sono mancata quando eri solo nell'oscurità del caos?

Da quando non sei più qui, la mia vita è cambiata...Ancora sola, ancora dispiaciuta.

Sola con il silenzio...Ti penso ancora, penso ai nostri momenti...Ma ora mi sento cosi sola.

Mi manchi sai?..Mi manchi ogni volta che sono sola... Mi sento così vuota..."

Scutai l'oscurità dinnanzi a me, pregai di rivederlo parlandogli del mio dolore. Che dalla coltre oscura potesse comparire la sua figura, rivedere il suo sorriso...Ma...il buio e l'angoscia iniziarono a farsi più minacciosi attorno a me...bisbigliai il suo nome...mi lasciai andare....sentì il corpo irrigidirsi e un acuto suono alle orecchie, come qualcosa di fastidioso e continuo. 

Tok Tok

Trattenni il fiato. Cercai con tutte le mie forze di credere che fosse la sua voce. Ripresi fiato.

Tok Tok

Il fiato mi si mozzò in gola, affondai il capo sul cuscino e fissai ocn occhi sgranati il tetto giallo smorto della camera. Quel ticchettio fastidioso delle nocche sul legno mi riempiva la testa, focalizzai solo dopo aver sentito la voce oltre la porta, cosa stesse accadendo. MI rigirai nel letto varie volte, tirando il lenzuolo leggero dietro a ogni movimento, portai gli occhi su ogni cosa, oggetto, parete presente in quel campo visivo ma...non cèra nulla che potesse farmi sentire meglio. 

Un altro sogno, un altro incubo, un altro tormento.

Mi alzai, sciacquai il viso con l'acqua fresca della brocca nel catino di ceramica leggermente crepato e indossai il mio abito da cerimonia da maga. ROsa confetto e con gonna! FIno a due fa, mai mi sarei aspettata di indossare nuovamente quell'abito, oltre il giorno del diploma e del titolo onorifico. Ma, dopo il giorno...quel giorno...non viaggiai più. Non usai più incantesimi da un certo livello in su. Non desiderai altro che 'sopravvivere' come potevo. 

Ormai nel corridoio, fissai gli stucchi, gli archi, i fregi che ornavano il corridoio del dormitorio degli insegnanti della scuola di magia della Gilda di Zephilia. Mio compito, era quello di valutare tramite esami, le abilità degli studenti, che un giorno sarebbero divenuti miei 'colleghi' di diploma. Quando tornai a casa, dopo quanto accaduto, la mia famiglia mi accolse a braccia aperte, compresa mia sorella, la quale rimase soddisfatta del mio operato e, stranamente, triste per quale prezzo dovetti pagare per tutto. Nonostante odiassi la compassione della gente, on potei che accettare quel minuscolo frammento di affetto da parte di colei che da sola, domina e fa tremare tutto e tutti. Il grande Cavaliere di Ceiphied. Da quel frangente io, no divenni altro che 'Lina la Rosa', dimenticandomi di tutti i piani passati di occupare nel mondo, il mio posto, rimanendo nella storia e sulla bocca di tutti. Ormai io, Lina Inverse 'tanti soprannomi', non ero altro che una leggenda da raccontare ai bambini. Ed eravamo solo ad anni due...

Persa nei miei intricati pensieri, raggiunsi la sala mensa per la colazione, poi aiutai alcuni ragazzi a prepararsi per gli esami più vicini e persi il pomeriggio a sistemare con il Prof. 'Glaze il ceruleo' la ricchissima e vastissima biblioteca della Gilda. Essendo tomi antichissimi, particolari e preziosi, solo pochi potevano accedere alla vastissima zona biblio-cassaforte che custodiva i 'tesori' dei maghi. Testi, formule, antichi saperi che solo un tempo per me sarebbero stati il bottino preferito. Adesso, li sfogliavo e li riponevo, ripensando a un tempo che non cèra più.

Solo alla sera, stanca, mi recai nel porticato dove assistenti e professori più giovani, si riunivano per parlare e mangiare insieme qualcosa. E lì, trovai Nika e Puka, due ormai 'amiche-per-sempre' che alla fine mi strappavano, con i loro caratteri fin troppo sdolcinosi, qualche sorriso divertito. Mi salutarono con la mano dicendomi di avvicinarmi e io, con la cena in mano, mi sedetti fra loro al solito, sentendole discutere una a destra e una a sinistra. Ma no saprei dire perchè, mi infilavo sempre fra i loro discorsi, nel vero senso della parola.

"TI giuro Puka...ho saputo che il giovane Grano ha visto di nascosto la dolce Hela, non dovrebbero vedersi ma..."

"Uffa Nika, non credo sia così...se no si guardano neppure normalmente..."

"Certo Puka...altrimenti che cosa segreta sarebbe..."

In fatto di pettegolezzi, erano le migliori ma sapevano battibeccare in maniera divertente che mi 'gustavo' cena e discussione, ritrovandomi a ridere di quelle due matte. Portai gli occhi al cielo di quella serata quasi autunnale, osservando le piccole stelle incastonate nel manto scuro sopra di me e mi chiesi se qualcuno che conoscessi potesse guardarle e pensare a me...il mio pensiero andò ad Ameria, Zel e a tutti quelli che in due anni, non andai a trovare più. 

"Ehi Lina...tu dopodomani ci sarai alla festa??"

"Mmmhhh..?? CHe festa??"

"Oh...Puka..."

"Oh Nika...."

"Cosa ragazze..." tradendo un pò di nervosismo per il loro atteggiamento

"Vedi LIna, noi pensavamo..."

"...di avere la tua presenza per domani sera..."

"...perchè è grazie a te se possiamo festeggiare nuovamente la 'Festa nera'..."

"...non puoi mancare proprio tu alla grande celebrazione..."

"...della magia nera, nella Capitale simbolo di questa arte magica..."

"Ufff....anche l'anno scorso mi avete convinta così, ragazze..."

"Bè...riusciremo a convincerti anche quest'anno allora..."

"Non l oso...non sono molto in me in questi giorni..."

"E' l'anniversario vero...?? Lina, se continui a pensarci non ti rimetterai in senso ..."

Avevano ragione, ma far finta che tutto fosse perfetto, che la mia vita fosse meravigliosa...non era affatto semplice. NOn ero riuscita a salvarlo, quel giorno. Avevo evocato con tutte le mie forze il Giga slave per salvarlo dalle mani di Phibrizo. Ma, al mio risveglio, lui non cèra. I miei amici mi dissero che mi aveva seguito nell'oscurità del mare del caos e che l'oscurità stessa se lo era preso, scomparso nell'immensità del caos mentre io ero tornata. NO me lo perdonai mai, non accettai il fallimento di una cosa per me così importante. Perfino i miei amici probabilmente mi odieranno, per essere scappata nel cuore della notte a quel modo, dalla locanda da cui eravamo sistemati.  MOlti potrebbero pensare che la sottoscritta si comportò da vigliacca ma...non scappai dalle mie responsabilità. Ormai, non ve ne erano più. Era scomparso, divorato dall'oscurità più profonda. Semplicemente, decisi  che, dopo quel dannato fallimento, era ingiusto il mio viaggiare felicemente per il mondo come se n unlla fosse. Decisi quindi, di fare il lavoro che sperai una volta, di non fare mai. 

"Domani vi darò risposta...ora andrò a letto..." 

Le salutai, coricandomi e lasciandomi nuovamente affogare nei brutti sogni. Ma non  ne feci come i precedenti.

Me stessa, bambina, in un prato verde e dalla profonda pace. 
Tutto così calmo e pacifico, da sembrare irreale.  Iniziai a giocare con un fiore vicino a me, rosso scarlatto e mi accorsi poi di un'ombra alle mie spalle che iniziava ad avanzare proiettandosi davanti a me. Mi voltai per vedere chi potesse creare quell'ombra così lunga...e lo vidi. Gourry, bambino, sorridente, che mi fissava contento.

"Gourry!" esclamai al colmo della felicità.

"...Se potessi rinascere ho un desiderio ed è...quello di poter viaggiare ancora accanto a te..."

"...Gourry ma cosa..."

"...per proteggerti io di tutto farò, io lo so che per te, malvagio diverrò..."

"..............Gourry..............."


"...indossa i tuoi vestiti e scappa da qui...vestiti in fretta e fuggi via...andrà tutto bene,non ti voltare ...ti proteggerò io, non ti preoccupare..."

"..chi cè?...perchè devo scappare??"

"... perchè, Lina...il sangue malvagio che scorre in te è quello che macchia questo mondo...." cambiando voce e espressione.

NOn feci in tempo a chiedere che un'oscurità profonda e quasi liquida ci avvolse, avanzava sulla mobida erba ricoprendola, poi tornai a fissare lui  e quella cosa oscura pareva avvolgerlo. Cercai di afferrare la sua mano per tirarlo via ma...svanì, semplicemente. Nel nulla.

                                                                                
Non capii cosa volesse dire, per quanto cercai di decifrare le parole, non seppi quel giorno perchè dalle sue labbra, per quanto sogno, fossero uscite quelle parole. Al tavolo della mensa per la colazione, osservai il cibo di fronte a me senza alcuna voglia, di nulla. Percepivo i mormorii degli studenti attorno che parlavano della festa del giorno successivo e ancora non sapevo che potevo realmente parteciparvi. Come stavo? Umore...nero. Di certo, avrei fatto solo presenza, lo sapevo.

Il mio nome echeggiò per la sala, rimbombando da parete a parete, richiamando l'attenzione di tutti. Il postino aveva una lettera per me, non me ne arrivavano mai e mai credevo che, come per tutti, tutti sapessero quando e come mi arrivavano lettere. QUando notò il mio malumore, scappò veloce e rimasi a fissare la busta bianca fra le mani, decorata con una calligrafia sinuosa e artistica. Troppo per una persona comune. Voltai la busta e vidi chi la mandava. Un nodo in gola mi attanagliò. Strinsi fra le dita la carta e rimasi nella mia indecisione. Aprire o gettare?. Quello stemma, quello stemma nobiliare, lei voleva dirmi qualcosa. AMeria. Volevo davvero saper cosa volesse dirmi? DOpo tanto rimuginare, iniziai a scorrere parola per parola ciò che la mia vecchia amica voleva dirmi. MI avvisava semplicemente che aveva una questione importantissima da riferirmi e che dovevo assolutamente contattarla. NOn se ne parlava proprio, on lo avevo fatto in due anni, perchè ora??

Tentai di no ripensarvi tutta la giornata, fra esami e lavori vari in gilda. NOn starò qui a spiegare quali erano le mie mansioni, vi annoiereste da morire. 

Quando acquistai al solito negozio qualcosa da mangiare per la cena, essendo stufa della solita brodaglia della mensa, cercai di evitare di tornare subito al dormitorio e vagai un pò per le strade, in cerca di cosa non saprei. Un pò di svago? Un modo per passare il tempo? Altro? Ad ogni modo, mi fermai davanti una vetrina di abiti per maghi, specifici da cerimonia per diplomi o altri avvenimenti e rimarginai sul fatto di farmene fare uno secondo i miei gusti, ben diverso da quello che mia madre fece fare per me e che mi sembrava troppo...troppo tutto! 

Guardai uno dietro il vetro, facendomi tornare alla mente Ameria, quando mi aveva fatto vedere anni prima, un abito che secondo lei era perfetto per me, da indossare nelle cerimonie ufficiali di Seiroon. Lo ammetto, mi mancava da morire quella ragazza, le sue stravaganze erano ormai parte delle mie giornate, riempiendole di risate e follie sulla giustizia. Mentre fissavo il prezzo esagerato, qualcosa passò alle mie spalle, che mi fece scioccare così tanto da voltarmi come una furia. QUando fissai ovunque, consapevole che non ci fosse fr ale persone che camminavano davanti a me, per la strada, mi diedi della stupida. 

Era passato parecchio tempo ma lui non poteva essere a Zephilia. NOn Zel, non avrebbe mai lasciato Ameria da sola. AL massimo per cercare la sua cura, ma dopo i fallimenti con il gruppo, mi pareva impensabile che fosse tornato a depredare templi e città per un libro che riportasse il modo per lui di tornare normale. Accortami che la cena si era ormai freddata, tornai lentamente al dormitorio, facendomi un bagno nella zona apposita per gli insegnanti e sistemandomi sul letto per sbocconcellare quello che rimaneva della ex cena, ormai gelata. Davanti a me, la lettera di Ameria abbandonata sulla trapunta che usavo nelle serate ormai fresche e con la mente a quell'immagine fugace di pochi secondi. Se fosse davvero stato là, lo avrei visto, anche se si nascondeva. Se lui voleva, sapeva farsi notare solo da coloro che gli interessavano. Non credo volessi davvero rivederlo, ma se solo quella non fosse stata un'illusione, ero felice nel sapere che stesse bene. 

Voltai lo sguardo verso le imposte non chiuse, verso quel cielo "a chiazze" limpido o coperto e sperai che Sylphill, non ce l'avesse con me. Quando la lasciai, era tremendamente triste per lui, e mi chiesi, se lo era più di me. CHe provasse sentimenti per lui era sicuro, palese, lampante. Ma più dei miei? CHe lo amasse davvero tanto da star male? NO, lei era comunque forte, la prova era nella idea di essere al mio pari come abilità per se stessa e per la visione di Gourry che, lo avevo capito, preferiva una in gamba che una troppo delicatina. E anche lei intuì, tanto da studiare molto per imparare un incantesimo che con i suoi studi non centrava assolutamente nulla. E per la prima volta ero invidiosa, di qualcuno che avesse lo spirito forte di affrontare qualunque prova per un'altra persona. Di avvicinarsi a un'arte diversa da quella appresa da anni e fronteggiare un Dark Lord, Phibrizo. 

Lei stava bene, qualcosa mi diceva che era così, ma il mio cuore sperava solo che lei non mi odiasse. O almeno, meno di quanto io odiavo me stessa per non aver protetto l'unica persona importante per me.

CAddi all'indietro sul materasso e fissai il tetto della stanza, riflettendo prima di addormentarmi. Era stato un bene non ricordarmi nulla e sapere di averlo perso lo stesso, o dovevo vedere i suoi ultimi istanti di vita per farmene una ragione e metterci davvero una pietra sopra?? A volte, mi veniva la confusione in testa, nel pensare a come potesse essere morto, cosa potesse essere accaduto nel mare del caos o ovunque io fossi controllata da Lon, per farlo avvolgere dal nero più della pece. Sarei stata meglio nel mio cuore se avessi saputo? Nessuno mai, però, avrebbe potuto rispondere ormai.

QUando mi svegliai, sentì un attimo di confusione pervadermi, sentivo vociare e canti di festa e mi chiesi dove fossi. Per un attimo, per quell'istante, mi sembrò di essere ancora in viaggio con lui, quando aprivo gli occhi nelle più disparate locande sentendo la vita al di fuori di quelle mura. Ma quando sbattei le imposte presa dall'euforia, mi accorsi di essere ancora al dormitorio e che ero affacciata alla stradina interna alla scuola della gilda, dove vari studenti sistemati a gruppi, chi in piedi e chi seduto, intonavano canti pre-festa. Triste, chiusi di nuovo tutto e mi cambiai per un altro, identico, giorno. 

Passò così lento che quasi temetti che il tempo si fosse fermato, arrestato o fosse rallentato in maniera assurda. SOlo Nike e Puka riuscirono a far scorrere il pomeriggio spettegolando al loro solito mentre controllavo i test degli alunni. NOn fu facile leggere e starle a sentire, ma non era lo stesso che stare in silenzio in quella piccola stanza, imparando a memoria le domande, lettura dopo lettura.
Quando arrivò l'ora di andare, mi costrinsero a recarmi alla festa con l'abito da maga, aumentando il mio imbarazzo. Fortunatamente, non vi erano persone che mi vedevano come 'la salvatrice' come temevo, e potei gustarmi un pò la serata con qualcosa da mangiare e un pò di divertimento.

Quando iniziai a essere stanca, salutai le due ragazze non proprio convinte della mia 'uscita di scena' e mi diressi verso i dormitori. La folla iniziava ad animare le strade e fu allora che sbattè per caso contro di me qualcuno, incespicando. QUando mi arrabbiai per la delicatezza nel quasi cadermi addosso, fissai il volto dell'uomo che mi si stagliava davanti. Accidenti, pareva GOurry, pareva lui! Mi fissava stranito, come se non credesse ai propri occhi. Un 'svegliati Lina, hai gli abbagli per i fumi dell'alcool' mi balenò in mente, avevo bevuto e quello era sicuramente il risultato. Ma volevo toccarlo, assicurarmi che fosse o meno lui. Ma una parata a cavallo improvvisa ci divise e lo persi di vista. Incrociai vari biondi qua e là, ma di GOurry neanche l'ombra. 

Vari profumi e essenze si spandevano ovunque, un'atmosfera strana avvolgeva quei luoghi, le persone sprigionavano un che di gioia e serenità. Sorrisi e mi lasciai trasportare, alla fine, dalla marea che si dirigeva verso una collinetta per ammirare i fuochi d'artificio. Era un luogo perfetto perchè alle porte della città, sopraelevata ad essa, potevo scorgere le luci e la vita che impregnavano quel luogo già di suo magico. In un angolo, da sola, iniziai a sentire i primi brividi di freddo alle braccia, cercai con il mantello di riscaldarmi da quel venticello fresco e attesi 'le luci della notte', quei bellissimi giochi pirotecnici che allumavano a giorno, in mille colori, la notte di Zephilia. 

Soffiai sulle mani per un pò di calore quando una strana sensazione mi colse, mi sentivo osservata, fissata. Mi voltai varie volte ma attorno a me, vi erano solo gruppi che, a mò di picnic, attendevano con me il segnale di inizio della 'notte della nera'. Un brusio indistinto attirò la mia attenzione e vidi alcuni lamentarsi di uno 'straniero' non voluto. Anche s enon mi importava, continuai a tenere gli occhi sul cielo, tenendo però le orecchie aperte. Fu solo una voce, dolce e on so come stupenda per le mie orecchie, a ridestarmi dal' apatica attesa. 

"Gourry...." sussurrai in un soffio vedendolo stagliarsi quasi davanti a me, illuminato intorno  dalle tenui luci di Zephilia. 

Lo credevo un'illusione, una mia visione per l'alcool ma quando alcuni si lamentarono di uno 'spadaccino' fra i maghi, capì che on ero solo io a vederlo. Lo fissai negli occhi, quegli occhi così limpidi e sereni da farmi venire un tuffo al cuore. NOn li vedevo da due anni, non subivo la loro influenza di 'tranquillità' da molto. QUando tradì un pò di riluttanza a constatare che fosse davvero lui, mi si avvicinò e mi carezzò una guancia, lentamente.

"Allora, sei vera. Sei davvero Lina..."

"E...tu sei..davvero...tu..??"

"Credevo fossi morta...credevo di non essere stato in grado di salvarti...ho maledetto così tanto la mia spada di luce, da decidere per la seconda volta di buttarla via...ma non so come...quell'uomo è riapparso davanti a me per caso...e sei viva...."

Non capivo cosa stesse dicendo, tastavo i suoi avambracci incredula di ciò che stavo vivendo. Un paio di lacrime credo scesero dalle mie guance e lo abbracciai, sentendo un suo commento del tipo 'non vorrai bagnarmi gli abiti, Lina...che direbbe Ameria...???'...lo strinsi così forte che quasi credevo di fargli male, sentendo le sue braccia avvolgermi e stringermi forte. Per la prima volta dopo tempo, mi sentivo felice. Mi spaventai quando, in un frastuono, i primi fuochi d'artificio si irradiarono su per il cielo, macchiando di colori il nero manto notturno. Ci voltammo a fissarli per un pò, poi lo fissai e poggiai di nuovo il viso al suo petto. 

"Lina...promettimi che non farai cose pericolose ancora come quella del Guida Slave...quando mi sono svegliato da solo, ho temuto che il mondo fosse finito. POi Ameria mi disse cosa era accaduto e, credendoti morta, iniziai a vagare senza meta, solo per continuare quello che tu avevi iniziato. Viaggiavo per vedere e scoprire cose nuove....se sapevo che Ameria mi teneva nascosto che tu eri qui...io..." stringendomi a sè.

"GOurry...di che parli?? Ameria mi ha mandato una lettera ma...."

"Si...solo ora l'ho capito...andai da AMeria quando dopo due settimane, non riuscì a trovarti. MI disse che no sapeva nulla e iniziai a viaggiare da solo. POi, un mese fa, tornai da lei  e mi disse di fare un viaggio con Zel qui, e di portare le mie condoglianze alla tua famiglia, sicura secondo lei, che era giusto che li conoscessi. Quando arrivai qui, non sapevo come trovare i tuoi e...mi sono sentito un idiota. HO sentito come la voglia di eliminare quella spada che no mi era servita per salvare quell'unica cosa a me importante...e poi l'ho incontrato di nuovo...."

"CHi..." domandai, fissandolo negli occhi.

"Quell'uomo...quello strano ma simpatico...mi disse nuovamente di pensare a  una vita spesa per una cosa giusta...e tornai da Zel...e poi, ti vidi, lì in quella strada..."

"Credevo che la tua visione...fosse dovuta a tutto l'alcool ingurgitato..."

"Se sapevo che il vizio on lo avevi perduto, ti avrei cercato nelle bettole...."

"GOurry..." risi divertita.

Era lui, era GOurry. Lasciai l'abbraccio e mi portai alla sua sinistra stringendomi al suo braccio. Zel comparve alle nostre spalle e fui felice di vederlo, mentre mi faceva segno di 'tutto apposto' con il pollice. Dovevo 'ringraziarlo' a modo mio per non avermi avvertito della verità. GOurry era vivo, e a modo loro avevano cercato di riavvicinarci senza traumi. Insomma, avevano cercato di farlo. Erano i miei amici. Erano la mia famiglia per sempre. Sorrisi alla chimera e mi voltai verso GOurry.

"COsa ne dici...partiamo questa sera..??"

Alla mia domanda, lui si illuminò e mi sorrise dicendomi tutto. Tenendolo per mano, andai verso il dormitorio, presi tute le mie cose e andai via chiudendo quella porta per sempre. Lasciai un biglietto al Prof. Glaze e uscimmo in strada, respirando finalmente l'aria della libertà. Quella che mi mancò per tanto tempo. E lui, era l mio fianco come sempre.

Ci incamminammo per la strada maestra per uscire da Zephilia. Una grossa macchia come d'acquarello color oro  pareva tingere l'orizzonte e strinsi a me il mantello, che svolazzava sopra l'abito da viaggio che tenevo chiuso nell'armadio. Mi fermai pochi minuti per rivedere il mio luogo di nascita, salutai con la mente Zel che aveva con sè due lettere, una per la mia famiglia per avvertirla del ritorno di 'Lina la maga genio' e una per Ameria, per avvisarla della mia 'amichevole'  visita. Per ringraziarla diciamo...

Ritornati sui nostri passi, vidi GOurry sbracciarsi verso la mia destra, mi disse solo...

"Eccolo...un giorno voglio  conoscerlo davvero...gli devo tutto per due volte...gli devo l'averti incontrata e ri-trovata...ormai, fa parte della mia vita..." 

Mi voltai sorridendo, alzando il braccio a mia volta, di getto, finchè no inquadrai l'uomo. Gourry mi mise un braccio attorno al collo in segno di abbraccio e l'uomo sorrise soddisfatto, imbracciando la sua canna da pesca e portandola su una spalla, per continuare il cammino. GLi mandai un bacio con la mano, piangendo senza volerlo, mentre GOurry mi chiedeva il perchè di tante cose. Glielo avrei spiegato. Ma non prima di aver ripreso il viaggio. Da dove lo avevamo interrotto.

Se lo amavo? Forse. SOlo due cose sapevo.

1. Senza di lui, nulla era più lo stesso. 

2. Se davvero lo amavo. Lo avrei amato da sola. 

Un tre? NOn credo. Ma forse, se esistesse un punto n. 3, sarebbe qualcosa come 'Amare. Anche se...Da soli. '.
   
 
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