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Autore: _Syn    22/09/2011    7 recensioni
Nonsense - Jacob centric, post BD
Le voragini sono ovunque e solo lui può vederle.
Genere: Dark, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Isabella Swan, Jacob Black, Renesmee Cullen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
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Note: Questa è una roba nonsense. Fate attenzione, eh.

Alexiel.



Serial killer



I pomeriggi ricreativi e rilassanti nel giardino di casa Cullen fanno un po' impressione. Il bianco delle sedie e dei tavolini, le tovagliette verde chiaro e le brocche di limonata – alcune messe per far scena, altre per ospiti non-emofili – danno l'impressione di trovarsi sul set di uno di quei film in cui la pace idilliaca della scena verrà presto distrutta dall'arrivo di un serial killer.

A Jacob mette i brividi quella pace da perfetto sogno americano. O da perfetto sogno e basta.

Gli mette i brividi la bionda psicopatica che offre biscotti e limonata a Renesmee con un sorriso che farebbe accapponare la pelle al migliore dei registi di film horror; gli mette i brividi vedere Seth che gioca a palla con Emmett Cullen, che lo chiama cuocciolotto, e gli mette i brividi sapere che lui fa parte di quel quadro, anche se in tutto quel biancore accecante la sua pelle scura e i pantaloncini neri sembrano una macchia fastidiosa, che verrà presto cancellata da una gomma extra large. Persino Seth sembra uno di loro in quei momenti, perché lui sa adattarsi a ogni cosa, soprattutto se questa cosa gli piace. Non si fa problemi; e poi lui è candido dentro.

Per Jacob dovrebbe funzionare allo stesso modo, perché c'è Renesmee, perché lei sorride e i suoi boccoli perfetti ondeggiano nel vento e i suoi occhi gli rivolgono sguardi di gioia e completezza. C'è Renesmee.

Eppure, Jacob ha ancora i brividi, e aspetta il serial killer.

Lo sa che c'è, lo sa che probabilmente non ha l'aspetto del serial killer comune, tipo quelli di Hollywood, e lo sa che da un momento all'altro potrebbe arrivare. Perché lì c'è troppa pace, c'è troppo bianco che ricopre le voragini oscure di cui qualcuno dovrebbe curarsi. Jacob le vede, sono proprio lì: vicino ai tacchi vertiginosi della bionda, che ci gira in torno ma non ci cade dentro, forse perché la vede ma non le importa. Perché dovrebbe, dopotutto? Lei è felice, lei può fare da surrogato di madre alla figlia di sua cognata e può bearsi di quel sogno andato perduto.

Le voragini sono ovunque e solo lui può vederle.

C'è la risata trillante di Alice, che scatta foto e immortala momenti felici. Ed eccola, una voragine nera che scintilla insieme al flash. Non assorbe la luce, non assorbe il sorriso immortalato di Renesmee e non risucchia tutti loro dentro di sé. Sembra che stia a guardare, che aspetti. Aspetta lui, forse, ma Jacob non sa perché.

C'è lo sguardo di Edward che rincorre i passi di Renesmee. E' pieno di amore, a momenti gli dà la nausea, a momenti si ritrova a invidiarlo. A momenti gli fa paura.

C'è Esme che gli offre tartine con dentro chissà cosa e si comporta come se il mondo fosse perfetto. E c'è lui che, in imbarazzo come al solito, accetta la tartina e ricambia con una parola impacciata la gentilezza della donna. C'è una voragine sulle sue labbra, che parlano parole strane e fuoriescono come se stesse sognando.

Se stesse davvero sognando avrebbe senso, perché nei sogni capita di sentire voci che ti dicono di non fare qualcosa mentre tu vorresti assolutamente farla. Perché è un sogno, accidenti, non potrebbe succedere nulla; il rischio più grande è svegliarti.

Ma quella è la vita reale e lui vive tra il bianco e il nero, nell'attesa che collidano ed esplodano nel grigio.

Se lo ricordano il grigio?


C'è Carlisle, che osserva la scena con il suo sguardo caldo, ma sempre così attento ai particolari, curioso e soddisfatto. C'è Carlisle che avvolge il braccio intorno alla vita di sua moglie e chiacchiera sotto il cielo bianco, ricoperto di nuvole. Jacob potrebbe chiedere a lui delle voragini, perché Carlisle sa sempre tutto, divora il sapere e gli darebbe risposte.

E alla fine del quadro, di quel cerchio di delirio e gioia, c'è Bella. I suoi occhi dorati, che piano piano stanno perdendo la loro sfumatura rossa, sono fissi su un punto.

Jacob segue il suo sguardo e non incontra niente. Solo il vuoto. Ma Bella lo guarda intensamente, ne ripercorre i tratti invisibili con gli occhi. Sul suo volto permane uno stato di felicità immobile, cristallizzata, ed è così, gioiosamente, che Bella beve il vuoto.

“Jake! Vieni a giocare!” grida Renesmee – è un urlo grazioso, ma che gli ricorda un grido di panico – e lui, naturalmente, si muove verso di lei. La ragazzina gli va incontro e raggiunge proprio il punto vuoto che Bella sta guardando; poi si ferma e gli tende la mano, fasciata in quell'adorabile – terrificante – vestito bianco che Alice le ha comprato. Jacob sente la sua pelle vibrare di fronte a quella mano così piccola, minuta, e sa che deve prenderla. Anche se ci fosse una voragine immensa tra loro, lui la prenderebbe. Ne ha bisogno.

“Cosa aspetti, Jake?”

Alle sue spalle, la voce di Bella, melodiosa come un canto angelico – di demoni – lo incoraggia e, al tempo stesso, anche lei gli tende la mano. Lui è lì, nella traiettoria del vuoto e della voragine, tra due fuochi che lo divorano di bianco e perfezione. Cosa vuole dire quella mano? Vuole solo spingerlo via oppure è solo un pensiero inconscio che si trasforma in azione? E' una mano che lo cerca o una mano che lo allontana?

Jacob si sente mozzare il respiro.

“Jake?” gli occhi grandi di Renesmee. Ho bisogno di te.

“Jake?” gli occhi identici di Bella. Vieni da me, va via da me.

Jake? Il serial killer che chiama il suo nome. Gli piace torturare le sue vittime prima di colpire e lo guarda, nascosto chissà dove, mentre il bianco tremola vicino alla voragine oscura e mentre gli occhi di Bella – la mano tesa verso di lui come un bivio, un'incognita – bevono il vuoto.

Il bianco vortica, i flash impazziscono, le urla di gioia esplodono come scintille colorate. E Jacob vorrebbe che il mondo di spezzasse in due, per prendere entrambe le mani, per non dover sopportare il dolore dell'una e dell'altra quando lo farà.

Perché in un mondo bianco, di serial killer invisibili e follia, la felicità è solo una voragine che succhia vita tutto il resto, intorpidendo la mente: l'imperfezione e la ragione, le cose giuste e quelle sbagliate.

La felicità da sola, appoggiata a nient'altro che a se stessa e alla sua perfezione accecante, finirà per ucciderlo se continuerà a giocare quel gioco.

Ucciderlo di felicità. Perché a un certo punto il pensiero del serial killer svanisce e lui si riscopre felice, immensamente. Le voragini erano solo le ombre degli alberi, delle gambe lunghe di Rosalie, della palla che Emmett e Seth si lanciano.

Va tutto bene, no?

“Avanti, Jake, non fare il timido e sfida mia figlia a pallavolo.” la voce di Bella cambia e la sua mano non lo chiama più. Se l'è immaginato. Bella non potrebbe chiamarlo, non più. E lui non potrebbe rispondere al suo richiamo, perché non ha più bisogno di lei.

Solo una mano lo chiama. Solo due occhi lo incantano. Di una sola cosa può nutrirsi per vivere.

“Non pensare di vincere come l'altra volta, mostriciattolo.” prende in giro Renesmee e oltrepassa il vuoto, per unirsi a tutti.


Intanto il serial killer se ne va ancora una volta, portando con sé il frammento di vita che ha strappato. E sotto i piedi di Jacob Black la voragine continua a crescere.





  
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