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Autore: Feel Good Inc    23/09/2011    4 recensioni
Cinque frasi per fidarsi di un cappellaio.
#1. Do I need a reason to help a pretty girl in a very wet dress?
#2. Jump!
#3. Then I’ll make sure you’re okay.
#4. I don’t suppose I could get that hug now?
#5. I was, um... guess I was trying... not to think about it.
{ Cappellaio x Alice }
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alice Hamilton, Cappellaio
Note: Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
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5 lines to trust a hatter ~

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

#1. « Do I need a reason to help a pretty girl in a very wet dress? »

 

Quello che chiamano Cappellaio non ha alcun rispetto per gli spazi altrui. Le sta vicinissimo, le respira addosso, le sbatte in faccia quel sorrisetto sornione e poi si aspetta che lei se ne senta rincuorata.

Quello che chiamano Cappellaio è la sua sola possibilità, in questo posto assurdo pieno di matti pronti a darle del mollusco. È in virtù di questa mera consapevolezza che Alice si decide a seguirlo.

Quello che chiamano Cappellaio ha negli occhi troppe cose non dette perché ci si possa fidare di lui.

Dev’essere per questo che, quando accetta il suo aiuto, le trema la mano.

 

 

 

#2. « Jump! »

 

È quasi ironico, a ben pensarci. La paura avrebbe dovuto quantomeno paralizzarla, non certo indurla ad ascoltare il più folle dei folli consigli del Cappellaio.

Eppure, quando la porta si è aperta, una crepa ben più profonda è comparsa da qualche altra parte. Forse è stato il vederlo lì quando non c’era altra speranza, forse è stato il trovarlo confuso e sorpreso quanto lei.

Si è buttata. Lui l’ha afferrata.

E non ha quasi il tempo di dirgli nulla – ma la crepa continua a minare una barriera sempre più fragile, mentre il Cappellaio corre al suo fianco tenendola per mano.

 

 

 

#3. « Then I’ll make sure you’re okay. »

 

Alice si inganna da anni.

Si è ingannata cercando un uomo che è sparito senza dire addio, cercandolo dove non l’avrebbe mai trovato, anche se ancora non lo sapeva.

Si è ingannata quando Jack le ha mentito guardandola in viso, immaginando un qualcosa che non c’era, almeno non allora.

E si inganna adesso che gli occhi del Cappellaio sono pieni più che mai di cose non dette.

È tornato, come le ha promesso. È così facile credere che non sia cambiato, che lo stia facendo solo per sé...

Ma le sue labbra sono già sul punto di svelare quest’ultima bugia.

 

 

 

#4. « I don’t suppose I could get that hug now? »

 

Lo guarda e vorrebbe dirgli tante cose. Vorrebbe ringraziarlo, soprattutto, perché sono state le sue mani a guidarla nel viaggio – sono state le sue mani a sostenerla sui cornicioni e a strapparla via dagli Assi e anche da chi non è riuscita a salvare. Vorrebbe abbracciarlo ancora, sentirsi finalmente e pienamente rincuorata della sua presenza, adesso che la crepa ha mandato in pezzi la barriera.

Il Cappellaio è lì davanti a lei, a sanguinare nel suo sorriso più incerto; e Alice, sopraffatta da un fiume di consapevolezze nuove, non riesce nemmeno a sollevare una mano per portarsi via quel rosso.

 

 

 

#5. « I was, um... guess I was trying... not to think about it. »

 

Ricorda a stento com’è cominciata. Sa solo che, in un momento non meglio definito, è successo. Il salto è stato fatto; si fida di lui, e basta.

Si fida persino ora che cade ancora una volta attraverso lo specchio, di ritorno a casa, anche se il Cappellaio non le ha detto ciò che lei si aspettava, anche se non ha trovato le parole che mancavano a entrambi, anche se è rimasto a guardarla allontanarsi senza voltarsi indietro. Tutto questo non conta.

Semplicemente, Alice si fida del Cappellaio – e non si è neppure resa conto che, cadendo, lo sta già aspettando.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Spazio dell’autrice

 

La versione Cappellaio/Alice di questa miniserie dà assuefazione. Ma forse è più che altro merito dello straordinario Cappellaio messo in scena da Andrew Lee Potts, che è riuscito nella non comune impresa di farmi rinnegare un ruolo interpretato da Johnny Depp (prima di lui soltanto Gene Wilder, col suo intramontabile Willy Wonka originale, vantava questo merito).

Beh, con questa raccolta non ho fatto altro che esaminare i momenti in cui ho avvertito più forte l’evolversi del rapporto tra Alice e il Cappellaio. Il primo incontro, naturalmente, con quella battuta che ogni volta mi fa sdilinquire come una fangirl assatanata; il salvataggio di Alice nella Stanza della Verità dei dottori Pinco Panco e Panco Pinco; il maledettissimo quasi-bacio; il crollo del Casinò, poco dopo la morte del Carpentiere; e infine il pre-epilogo, perché l’epilogo in sé sarebbe stato troppo scontato.

Cinque drabble pure – per quanto, devo dire, poco originali: ma dopotutto ho intenzione di scrivere ancora su di loro. E sì, questa è una minaccia.

Hope you liked it,

Aya ~

   
 
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