CAPITOLO
UNDICI - Rincontrarsi
Erano passati
due mesi,
due lunghissimi mesi, nei quali aveva deciso di evitare casa di suo
fratello e,
soprattutto, Scorpius Malfoy. E stava bene, nonostante Albus le
mancasse; si
era buttata a capofitto nel lavoro, riuscendo ad avere ottimi risultati
e aveva
iniziato a frequentare seriamente John e, anche se non sentiva le
farfalle
nello stomaco e i tuffi al cuore, era felice. In pace, tranquilla,
serena.
Annoiata?
Lily
preferì evitare di
ascoltare quella voce dentro di sé, tornando ad osservare il
proprio riflesso
nello specchio. Indossava un paio di jeans, dei tacchi e una elegante
maglietta
nera, e non si riconosceva. Ultimamente aveva iniziato a vestirsi in
maniera
molto più elegante della norma, forse proprio a causa di
John che continuava a
portarla in locali di super lusso, e –soprattutto- a venirla
sempre a prendere
in completo. Doveva ammettere che questo lato della loro storia non la
convinceva per niente, ma si poteva sempre cambiare, prima o poi
l’avrebbe
portato lei in un posto adeguato.
Sbuffando
un’ultima
davanti al suo riflesso, si decise a prendere la borsa –una
pochette che le
aveva regalato John visto che, a quanto pare, aveva notato che non
aveva un
borsa elegante- e Smaterializzarsi, sfuggendo al proprio sguardo.
Una volta
arrivata
davanti al ristorante si guardò intorno alla ricerca del suo
ragazzo, che
scorse fermo davanti all’ingresso. Quando gli fu vicino, lui
si sporse per
poggiarle un bacio sulla guancia, mentre con una mano le sfiorava la
schiena; mentre
a lei venne quasi l’impulso di allontanarsi, impulso che
–naturalmente- si
affrettò a reprimere, imponendosi di sorridergli
amorevolmente.
Cosa
c’era che non
andava in lei? Aveva un ragazzo gentile, simpatico e chiaramente cotto,
perché
non le andava bene?
Forse
perché ti piace un altro?
Stupida voce,
stupida
coscienza, erano ormai settimane che non pensava alla triste vicenda
avuta con
l’amico di suo fratello –che preferiva evitare di
nominare- e ora lei doveva
ricordarglielo?
Ma,
improvvisamente, il
respiro le si bloccò in petto, mentre una morsa familiare le
stringeva lo
stomaco e il cuore le balzava in gola: in fondo alla strada, che si
avvicinava
con un Emily radiosa sotto braccio, altri non c’era che il
suo peggior incubo,
o meglio Scorpius Malfoy.
Lily
impallidì; venne
presa da un attacco di panico, in cui il suo cervello stacco la spina,
lasciandola in balia dei suoi primi istinti, motivo per cui si
ritrovò a
nascondersi dietro la schiena di John, sperando di non essere notata.
-Lily?- le
chiese il
suo ragazzo, voltando la testa verso di lei, leggermente perplesso.
–Si può
sapere cosa stai facendo?-
La ragazza si
accucciò
ancora di più, cercando di avvicinarsi lentamente al
cespuglio poggiato a
fianco dell’entrata del locale.
Purtroppo
però tutti i
suoi piani di non essere vista fallirono miseramente e, appena Malfoy
fu
abbastanza vicino, si accorse immediatamente di lei.
-Potter?-
chiese,
leggermente sorpreso dalla strana posizione in cui si trovata la
ragazza.
E il cuore di
Lily ebbe
un tuffo verso il suo stomaco, che intanto si stava rigirando
disperatamente.
-Eccolo,
finalmente
l’ho trovato il mio orecchino!- esclamò, alzandosi
in piedi e affiancando John,
che la osservava sempre più dubbioso.
-Amore, ma tu
non porti
gli orecchini…- le fece notare con tono perplesso.
-Eh si, lo so,
è di mia
nonna, lo tengo sempre in tasca come portafortuna!- replicò
lei, lasciando
libere le sue iridi nocciola di andare dove agognavano di posarsi da
mesi.
Quando
osservò il volto
di Scorpius, e i suoi si scontrarono con quelli argentei di lui, le
sembrò di
essere finalmente tornata a casa, di poter di nuovo respirare e si
sentì felice
come non lo era da tempo, ormai.
Come
non lo eri da quando non c’è più lui...
-Malfoy!- lo
salutò,
forse con troppo entusiasmo per risultare credibile. –Cosa ci
fai qui?-
-Penso quello
che stai
facendo anche tu, sono venuto a mangiare.- replicò lui,
atono e distaccato come
al solito, senza però staccare i suoi occhi da quelli di lei.
-Già,
che coincidenza,
eh?- continuò, con un tono di voce sempre più
stridulo. –Però noi mi sa che
avevamo intenzione di andare a mangiare qualcosa a casa alla fine, sai
c’è una
tale fila, e quindi pensavamo-
-Lily, ma cosa
stai
dicendo? Ho prenotato da settimane, il tavolo è
già pronto…- la interruppe
John, guardandola sempre più perplesso.
Lei, nel
frattempo, si
maledì mentalmente per non saper uscire da quella situazione
il più velocemente
possibile e desiderò con tutto il cuore di scomparire, venir
inghiottita dalla
terra per non tornare mai più in superficie.
-E
così tu sei la
famosa Lily? Quella che ha fatto rimettere me e Scorpius insieme?-
affermò
Emily, sporgendosi in avanti dal braccio di Scorpius al quale era
ancorata.
–Che bello conoscerti, finalmente.-
I suoi occhi
nocciola
passarono rapidi da Emily, a cui riservò
un’occhiata destabilizzata, a
Scorpius, che invece fulminò con lo sguardo: possibile che
gli avesse davvero
raccontato tutto?
-Dobbiamo
assolutamente
cenare tutti insieme, non è vero Scorp?- aggiunse la ragazza
bionda, sorridendo
languida al suo fidanzato.
-No, veramente
noi-
provò a replicare Lily.
-Non penso che-
iniziò
Scorpius.
-Allora
è deciso, vado
dentro a mettermi d’accordo con il cameriere- e
così dicendo, senza lasciare la
possibilità a nessuno di replicare, si avviò
all’interno del ristorante.
*
Scorpius non
riusciva a
credere di trovarsi in quella situazione: a cena con Lily e Emily, e
quel bellimbusto
di John. Lui e la ragazza ramata non si vedevano da due mesi -due mesi, cinque giorni e qualche ora,
per essere precisi, non che lui avesse tenuto il conto- e
improvvisamente si
incontravano davanti a un ristorante. La cosa non era poi tanto strana,
ma
l’aveva lasciato abbastanza interdetto, soprattutto
perché da quando l’aveva
vista non era riuscito a staccarle gli occhi di dosso.
Si era chiesto
cosa ci
facesse vestita in modo così elegante, lei che di solito
indossava la prima
maglia che trovava e via e, doveva ammetterlo, a lui gli piaceva questo
lato;
sembrava dire –urlare,
perché
normalmente non usava mai un tono di voce normale-: che
c’è? Io posso vestirmi
come mi pare!
E poi era
strana, non
stava spiccicando parola con lo sguardo quasi
triste fisso sul piatto; aveva voglia di chiederle cosa stava
succedendo, se le
era capitato qualcosa, come stava, ma più che altro
desiderava semplicemente
sentire la sua voce, e la sua risata.
Va bene,
probabilmente
doveva essersi ammattito, ma proprio non riusciva a spiegarsi il suo
strano
atteggiamento ed era per questo motivo -e nessun altro- che non
riusciva a
staccarle gli occhi di dosso, anche se il primo pensiero che aveva
avuto quando
l’aveva vista era che era più bella di quanto si
ricordasse.
*
Va bene, doveva
mangiare il più in fretta possibile in modo da finire quella
stupida cena; la
situazione non poteva essere delle peggiori e lei si sentiva peggio
ogni minuto
che passava. Emily cercava allegramente di fare conversazione con un
John imbarazzato
che non capiva cosa stesse succedendo, mentre lei continuava
imperterrita a
giocare con gli avanzi di cibo nel suo piatto –gli occhi
rigorosamente fissi su
di esso- con Scorpius che la osservava dall’inizio della
serata.
Ma non capiva
che guardandola
in quel modo la faceva sentire ancora più a disagio? Sentiva
il suo sguardo su
di sé, come una lama appuntita che la perforava, impedendole
di stare
tranquilla, di respirare normalmente.
-John, allora,
te e
Lily come vi siete conosciuti?- chiese la voce irritante
di Emily.
Oh
Merlino no, pietà.
Ma
perché la gente
doveva sempre interessarsi di fatti che non la riguardavano? In uno
scatto di –probabilmente-
follia, scatto in piedi
attirando li sguardi di tutti su di sé.
-Noi…-
affermò,
titubante, prima di darsi un contegno e prendere la mano del suo
ragazzo per
costringerlo ad imitare il suo gesto. –Noi purtroppo dobbiamo
scappare, non è
vero, tesoro?-
Cercò
in tutti i modi
di comunicare con gli occhi a John che non voleva stare in quel posto
un secondo
di più e –finalmente-
il giovane
sembrò cogliere l’antifona.
-Si,
è vero. Scusateci,
ma abbiamo dei biglietti per il teatro e lo spettacolo inizia tra
poco.- la
assecondò lui, alzandosi in piedi a sua volta.
Lily gli sorrise
riconoscente: per fortuna aveva capito!
Quindi,
salutando i
loro ospiti, si diressero mano nella mano verso l’uscita, ma
una volta fuori
non riuscì a impedirsi di staccarsi dalla stretta di John,
forse un po’ troppo
velocemente.
*
Era stata una
serata
terribile, quasi peggio del suo esame per i MAGO, o di qualsiasi altra
giornata
avesse mai vissuto.
Con uno
sbuffò lanciò
la borsa sul divano; aveva voglia di urlare, e piangere, e ridere, e
rompere
qualcosa.
Una volta usciti
dal
locale John le aveva fatto il terzo grado, chiedendole se Scorpius
fosse un suo
ex, al che lei era scoppiata a ridere, ma il ragazzo non aveva colto
l’ilarità
di tutta la vicenda e se n’era andato arrabbiato. Ma cosa
aveva fatto di male
per meritarsi questo?
Passandosi una
mano nei
capelli esasperata da tutta quella situazione, si diresse in cucina,
pronta a
versarsi un bicchiere molto generoso di qualsiasi tipo di alcolico
avesse
trovato. Per sua fortuna aveva una bottiglia di vino aperta in frigo e,
prendendola, si diresse in soggiorno.
Una volta girato
l’angolo, però, si ritrovò una figura
davanti e, mentre un Aah! ben poco
coraggioso le usciva dalle labbra, accidentalmente
lasciò la presa intorno alla bottiglia che rovinò
per terra rompendosi in mille
pezzi.
-Ma sei matto?-
strillò, una volta ripresasi dal colpo appena avuto,
fulminando Scorpius Malfoy
con gli occhi. –La devi smettere con questa mania di
comparire all’improvviso
nella casa della gente!-
Il ragazzo la
guardò,
aggrottando le sopracciglia perplesso.
-Se tu non fossi
tanto
isterica, non ti spaventeresti ogni volta.- replicò, atono,
mentre un sorriso
divertito gli si andava a disegnare sulle labbra.
Lily lo
osservò,
chiedendosi solo in quel momento cosa cavolo ci facesse lui
a casa sua, ma, senza dire una parola, andò a sedersi sul
divano, cercando di ignorarlo. Scorpius la seguì,
accomodandosi al suo fianco e
continuando, imperterrito, a fissarla.
-La vuoi
smettere!-
esclamò, infine lei, voltandosi verso di lui con aria ostile.
-Di fare cosa?-
chiese,
dubbioso.
-Di fissarmi!-
rispose,
la voce leggermente più stridula. –E poi si
può sapere cosa ci fai qua?-
-Io…
non lo so.-
Lo
guardò, allargando
gli occhi nocciola sorpresa: cioè davvero lui le era
piombato in casa, provocandole
un arresto cardiaco, e non ne sapeva nemmeno il motivo? Qualcuno
lassù doveva
di sicuro odiarla, non c’era altra spiegazione.
-Come non lo
sai?-
strillò, alzandosi in piedi. –Cioè
vieni qui e davvero non sai perché?-
Scorpius la
imitò,
andando subito a immergersi nelle iridi nocciola della ragazza, mentre
assumeva
un’espressione più seria del dovuto.
-Io…-
affermò,
leggermente titubante, mentre si ravviva i capelli. –Penso,
insomma… Mi sa che
mi piaci.-
Lily
strabuzzò ancora
di più gli occhi: era tutto molto divertente, ma tanto. Mi sa che mi piaci?, ma che davvero? Che
cosa doveva essere quella,
una dichiarazione di un bambino delle elementari?
-Io cosa? Ma sei
tutto
scemo?- esclamò, sempre più innervosita e
infastidita, e irritata, anche se –in
fondo- sentiva che una strana
sensazione di felicità inspiegabile la stava assalendo.
–Che significa si può
sapere?-
-Oh, Potter, sei
veramente ottusa!- replicò lui, guardandola a sua volta
seccato. –Che ti dovrei
dire? Che sono due mesi, cinque giorni e qualche ora che non ci vediamo
e che
non so nemmeno quando ho iniziato a tenere conto dei giorni? Che
stasera mi sei
sembrata la ragazza più bella di tutta la sala e che avrei
tanto voluto
spaccare la faccia a quel tizio
quando ti baciava o anche solo ti sfiorava, perché avrei
voluto essere io, e io
solo, a fare quelle cose? Non lo so, che altro vuoi sentire? Che mi sei
mancata
tanto, come mai mi è mancato qualcuno nella mia vita, e che
ho passato questi
giorni a chiedermi cosa stessi facendo? Questo ti basta?-
Va
bene, forse questo le bastava,
pensò mentre non
riusciva a impedire alle sue labbra di piegarsi un sorriso felice,
raggiante.
-Vuoi smetterla
di
sorridere come un’idiota e dirmi qualcosa?- aggiunse lui, con
il tono di voce
però leggermente più divertito.
E Lily lo
guardò,
incapace di formulare un pensiero intelligente, mentre il cuore le
batteva
ormai furioso in petto e il respiro accelerava, mentre si sentiva
felice come
non lo era da due mesi, cinque giorni e
qualche ora.
-I-io…-
boccheggiò,
cercando le parole. –Grazie.-
Scorpius
allargò le
iridi argentee, sorpreso e perplesso allo stesso tempo.
-Grazie? Mi hai
davvero
detto grazie?- affermò, mentre in fondo al tono di voce si
sentiva una nota
divertita. –E poi ti lamenti del mio Mi
sa che mi piaci?-
-Oh smettila!-
replicò
lei, imbarazzata. –Non riesci ad accontentarti?-
E lui, scuotendo
la
testa con aria rassegnata si avvicinò, prendendole una mano
per attirarla
contro il proprio petto; gesto che fece bloccare il respiro a Lily,
mentre lo
osservava senza riuscire a cancellare quel
sorriso dal viso.
-Forse…-
mormorò lui,
prima di chinarsi verso di lei e unire le loro labbra in un bacio che
agognavano da due mesi, cinque giorni e
qualche ora o forse anche di più.
Un
anno, due mesi, cinque giorni e
qualche ora dopo…
-Scorpius!-
strillò una
voce dal bagno, mentre una ragazza ramata, con i capelli scomposti e
un’aria
terrificante in volto correva verso la stanza da letto.
-Che
c’è?- mormorò con
la voce ancora impastata dal sonno un giovane dai capelli biondi,
mentre si
portava un cuscino sul volto.
-Ma come abbiamo
fatto
a non pensarci, siamo due idioti!- continuò lei, con tono
sempre più acuto. –Io
ormai ho finito, cavolo chissà quanto tempo ci resta,
chissà se-
-Lily, si
può sapere di
che cosa stai parlando?- le chiese lui, mettendosi seduto e guardando
la
propria fidanzata con aria perplessa, mentre lei continuava a
farneticare cose
senza senso.
-Io ho finito la
specializzazione!- replicò, come se quella frase bastasse a
far intendere
tutto.
Scorpius la
guardò,
aggrottando le sopracciglia sempre più dubbioso della sua
sanità mentale.
-Si, e allora?-
-La seconda
parte del
Voto!- rispose Lily, mentre brandiva la spazzola verso di lui con aria
intimidatoria.
-Oh merda.- fu
la sola
cosa che riuscì a rispondere, mentre si picchiava una mano
sulla fronte dandosi
mentalmente dello stupido.
Come avevano fatto a dimenticarsene?