Salve
gente! <1
Vorrei dirvi che sono pienamente soddisfatta della
seconda flash per il concorso “Itachi In Seven Weeks” ma la mia
autostima sotto zero e diverse altre cosucce non me lo permettono.
-.- Vi avevo avvertito che ci sarebbe stata la presenza di Madara
come personaggio aggiunto e che io non lo posso sopportare....bè è
colpa sua (e mia che non lo conosco abbastanza nei dettagli) se
questa flashfic manca del suo
IC. Posso dirvi però che mi sono letta la vita di Madara su svariati
siti internet (sì, sono a questo livello, non compatitemi....) e ho
cercato di delinearlo al massimo con poche pennellate che però non
sono state sufficienti né per la bravissima “giudicia” né per
me. Oh, Vi anticipo solo che per me Madara è un ossimoro
vivente....
Importante
precisazione (!!!): la raccolta
è ambientata durante la quarta guerra ninja (ovviamente tranne
quando e se deciderò di scrivere delle AU XD), o meglio: Itachi si
muove sullo sfondo della guerra, ecco. Vi dico questo giusto per
darvi una coordinata spazio – temporale. Quel che voglio fare è
analizzare il personaggio dell'Uchiha in relazione al suo inconscio,
i suoi ricordi, il suo passato, il presente e ai personaggi che gli
ruotano attorno. L'altra volta è toccato a quell'odioso di
Kabuto...questa a Madara, la prossima a Deidara! E qua lasciatemi
dire OMG, perchè ho pensato ad una cosa a rating rosso ma.... okkey,
non vi svelo niente, però mi sa che mi sono tirata la zappa sui
piedi da sola a scegliere Itachi come protagonista per via delle
assurde relazioni che può tessere con eventuali personaggi aggiunti,
però non avrei saputo fare altrimenti: mi affascina troppo ed è da
tempo che gli voglio rendere vendetta.
Ora
la smetto di tediarvi con le mie chiacchiere pressoché inutili,
ringrazio col cuore le persone che hanno commentato lo scorso
capitolo e che hanno deciso di seguire questa raccolta, faccio i
complimenti alle mie compagne di contest che per il primo turno hanno
tirato fuori delle flashfic straordinarie, e vi auguro una buona
lettura ^^
Ossimoro vivente
I
ricordi si rincorrevano in un intreccio opprimente, ma lui sapeva
come districare la matassa delle rimembranze e, forse, sarebbe
riuscito ad uscire da quel labirinto oscuro che era la sua mente.
Era
stato Madara Uchiha a far scattare il meccanismo dei ricordi.
Non
c'era stato stupore allorchè l'aria si era impregnata dell'odore
acre di Madara. C'era stata solo una sensazione, qualcosa che credeva
di non provare più in modo così forte verso quell'uomo mascherato
che ora se ne stava immobile con l'aria di chi avrebbe sempre saputo
tutto. L'odio.
L'odio
bagnava i ricordi, lo stesso che Itachi aveva provato contro il
sangue del suo sangue molti anni prima, quell'odio pieno di delusione
che non gli aveva permesso di far morire anche Sasuke, fregandolo per
l'eternità.
Itachi
si vide puntare un dito contro. Madara lo poneva al centro
dell'attenzione soppesandolo
come aveva fatto in passato, come quando aveva dovuto uccidere le
origini in una notte
di giustizia.
“Come
mai questa diffidenza?”
Si ritrovò il volto di Madara a pochi
centimetri dal proprio e dovette risentire addosso quel caldo
odore di morte, respirarlo a pieni polmoni perchè l'odio gli faceva
mancare l'aria e annaspare come un bambino illuso, tingeva i ricordi
di nero. Nero come l'abisso in cui aveva fatto cadere suo fratello
risparmiandogli la vita.
“Hai
parlato e fatto troppo, Madara”
Itachi controllò l'odio mentre i ricordi correvano verso un
unico punto che era lo sterminio, che era un uomo che lo aiutava a
compiere omicidi, che gli offriva la sua parola mentre un bambino
piangeva in un angolo.
Se per l'ennesima volta non si fosse
chiamato Itachi Uchiha probabilmente sarebbe esploso, quell'odio,
avrebbe reso inutili i ricordi nel limbo della pazzia. Ma non
desiderava la pazzia, non la volle neanche quando fissò i propri
occhi neri nell'iride rossa dell'ossimoro vivente che aveva dinnanzi,
un uomo tangibilmente indefinito.
Così
da vicino Madara sembrava meno pericolosamente indefinito e Itachi si
ritrovò a fissare la maschera mentre le labbra si muovevano per dar
vita alle parole, come se obbedissero ad un altro cervello. “Una
volta ti credevo un uomo migliore”
Con nessuno al mondo aveva
perso il controllo del proprio sentire,
eccetto con Madara. La bocca parlò, gli occhi bruciarono.
Come
se la maschera fosse la risposta, come se corroso l'involucro il
mondo sarebbe stato più bello.
Con
nessuno al mondo aveva avuto manifestazioni illogiche,
ma l'odio era appena sfuggito dagli insiemi nei quali lo aveva
raggruppato e il volto di Madara era troppo vicino.
La
mano destra toccò la maschera, la sinistra immobilizzò l'uomo per
una spalla.
“Una volta avremmo potuto essere una cosa
sola”
I ricordi defluirono
verso lo sterminio
ridicolizzando l'odio, verso una figura silenziosa che gli combatteva
accanto nel passato, movimenti sincroni, medesimo odore di sangue
addosso e nel presente Itachi macchiò la maschera con una lacrima
insanguinata, mentre un solo ricordo sfuggiva dalla massa. Un ricordo
che aveva l'aspetto di Sasuke.
L'uscita dal
labirinto era vicina.
Ecco
la tabellina col giudizio di questa flashfic che ha ottenuto cinque
punti su sei, per questo turno ;)
☐
Originalità
☑ Grammatica
☑ IC Personaggio Base
☐
IC Personaggio Aggiunto (piuttosto assente)
☑ Uso del Prompt
☑
Gradimento personale
☑ Bonus/Malus (prima nel turno precedente)
Totale: 5 punti
-
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