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Autore: Kurtofsky    24/09/2011    3 recensioni
Tanto tempo fa, in una galassia lontana lontana…
É un periodo di guerra civile. Navi spaziali ribelli, colpendo da una base segreta, hanno ottenuto la loro prima vittoria contro il malvagio Impero Galattico.
Durante la battaglia, spie ribelli sono riuscite a rubare i piani segreti dell'arma decisiva dell'Impero, la Morte Nera, una stazione spaziale corazzata di tale potenza da poter distruggere un intero pianeta.
Inseguito dai biechi agenti dell'Impero il Principe Kurt sfreccia verso casa a bordo della sua aeronave stellare, custode dei piani rubati che possono salvare il suo popolo e ridare la libertà alla galassia... [Star Wars!Glee | Klaine/Kurtofsky]
Genere: Avventura, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Dave Karofsky, Kurt Hummel, Un po' tutti, Will Schuester
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Titolo: May the Force be with you
Titolo del Capitolo: Capitolo 3
Fandom: Glee
Personaggi: Blaine Anderson, David Karofsky, William Schuester, Finn Hudson
Genere: Introspettivo, Avventura
Rating: Giallo
Avvertimenti: Alternative Universe (AU), Slash, OOC
Conteggio Parole: 2372 (FiumiDiParole)
Note: 1. Alle madrine di questa fic: le Ilartina (LOL)! IrishMarti e speranza19, che mi hanno incoraggiata a scriverla ed hanno sclerato con me XD
2. Note maggiori a fine pagina :3
3. Non betata =3


{ May the Force be with you ~
- Capitolo 3 -



Finn fu il primo a prendere posto accanto a David Karofsky, borbottando qualcosa che fece sorridere il ragazzo ma che Blaine non riuscì a capire.
" Prego. Accomodatevi.", dichiarò David, invitandoli a sedersi con lui, mentre con un cenno della mano richiamava su di sé l'attenzione di un'aliena che portò subito loro da bere.
Blaine, servendosi dal vassoio della cameriera aliena, teneva gli occhi fissi sul pirata. Sembrava completamente a suo agio in quella situazione - era come se avesse tutto quelle che stava accadendo sotto controllo - e, con un sorriso professionale rivolto a Bill, parve decidere di intavolare una vera e propria discussione d'affari.
" Finnie mi ha detto che avete bisogno di un passaggio per il sistema di Alderaan.", esordì, catalizzando completamente su di sé l'attenzione di Blaine.
" Esatto.", annuì Bill. " Sempre se la tua nave è veloce."
Blaine, nel suo silenzioso e attento studio di quel pirata spaziale, non potè non notare il netto cambiamento nel suo atteggiamento.
" Veloce? Non hai mai sentito nominare il Millennium Falcon?", sembrava indignato - forse lo era per davvero -, e il chiaro divertimento di Bill non fece altro che aumentare il suo sdegno. " È la nave che ha fatto la rotta di Kessel in meno di dodici parsec!", lo informò gonfiando il petto con orgoglio.
" Notevole.", convenne Bill e Blaine, seguendo sempre ogni singolo movimento di quel Karofsky, si ritrovò a sorridere nel pensare al pirata Corelliano come ad uno dei ragazzi di Anchorhead che passavano ore e ore a vantare e a difendere a spada tratta i loro landspeeder.
L'unica differenza stava nel fatto che quello era un vero fuorilegge - ne era certo - ed era diverso dai capitani che incontrava quando andava a trovare i suoi amici. David Karofsky, nonostante la giovane età, sembrava molto più preparato e pericoloso di tutti gli altri.
Forse era per la presenza di quel Finn o, forse, era per il suo comportamento spavaldo, ma Blaine era davvero convinto di avere davanti un pirata che sapeva il fatto suo - oltre che tremendamente attraente nei suoi modi di fare, ma ovviamente cercava di ignorare quei pensieri così fuori luogo.
" Ho lasciato indietro le navi stellari dell'Impero e gli incrociatori corelliani. È abbastanza veloce per te?", lo sfidò Karofsky e, senza aspettare una risposta, riprese il tono più professionale di poco prima. " La merce?"
" Passeggeri. Vengo io, il ragazzo e due droidi. E non ci chiedere altro."
Karofsky sorseggiò piano dal suo bicchiere, analizzando le parole di Bill.
" Dovete essere proprio in guai seri allora.", commentò.
" Le chiamerei 'complicazioni di carattere imperiale'.", rispose cordialmente divertito Bill, riuscendo a strappare un sorriso anche a Blaine.
Il pilota a quelle parole si scambiò uno sguardo con Finn, poi piegò le labbra in un leggero ghigno.
" Perfetto. Questo ovviamente vi costerà un po' di più... facciamo trentacinquemila, in anticipo.", sorrise. " E non vi chiedo altro.", aggiunse stato dopo, riprendendo le parole dette da Bill poco prima.
" Trentacinquemila?", Blaine ruppe il suo silenzio sgranando gli occhi. " Potremmo quasi comprarci un mezzo nostro!"
Karofsky lo guardò tranquillo, senza però celare una certa aria di superiorità.
" Ma ovviamente! E chi lo guida? Tu piccoletto?"
" Certo che lo guido io!", puntò nell'orgoglio, Blaine si alzò per fronteggiarlo. " Non sono male come pilota e non dobbiamo..."
La mano di Bill sul suo braccio lo bloccò - permettendogli di capire che quella che stava facendo era una stupidata: che cosa gli era saltato in mente nel mettersi contro un pirata corelliano decisamente più forte di lui?
Strinse le labbra, cercando di ignorare il sorrisetto beffardo di Karofsky.
" Non abbiamo molto con noi.", riprese a parlare Bill. " Ma possiamo pagarti diecimila adesso e altri quarantamila quando saremo arrivati su Alderaan."
David assunse un'espressione confusa che, suo malgrado, si dipinse anche sul volto di Blaine. C'era qualcosa che non tornava nella proposta di Bill, tant'è che il più giovane penso che l'uomo avesse un qualche problema con i calcoli più elementari.
" Cinquantamila...", ripeté stupito Karofsky. " Sei sicuro di riuscire a trovare tutti quei soldi?"
" Parola mia. Me li darà il governo di Alderaan. Alla peggio avrai guadagnato l'onesta somma di diecimila."
David preferì ignorare l'ultima frase.
" D'accordo. Accetto. Avete trovato la vostra nave. Per quanto riguarda i vostri problemi con l'Impero, vi consiglio di allontanarti da qui. Altrimenti neanche il Millennium Falcon potrà più salvarvi.", con un cenno indicò l'ingresso della taverna. " Molo novantaquattro. Domattina. Presto."
Con un ultimo saluto, si separarono e mentre Karofsky e Finn sceglievano un altro séparé per osservare gli Imperiali appena entrati nel locale, Bill e Blaine uscivano da una porta secondaria.
Riuscirono a raggiungere senza problemi i droidi e il landspeeder del ragazzo.
" Se la nave di Karofsky è veloce tanto quanto è sicuro di sé, dovremo essere a posto.", dichiarò Bill con tono vagamente soddisfatto.
“ Ma… diecimila crediti… e anche quegli altri quarantamila quando saremo ad Alderaan! Non è… esagerato?”, domandò Blaine.
“ Non sono i quarantamila a preoccuparmi.”, rispose pacato Bill. “ Ma i primi diecimila… temo che dovrai vendere il tuo landspeeder…”
Il ragazzo annuì, guardando il suo vecchio mezzo di trasporto.
Solo qualche tempo prima si riempiva di orgoglio nell’osservarlo, perché ci aveva lavorato tanto ma… tutte quelle emozioni sembravano essere sparite insieme ad altre cose che preferiva non ricordare.
“ Ve bene… tanto non penso mi servirà più…”, mormorò.




Rimasti soli, Karofsky e Finn, si limitarono inizialmente nella nobile arte del ‘passare inosservati’ davanti agli Imperiali, poi di concessero un momento per discutere sull’affare appena concluso.
“ Cinquanta mila crediti… quei tipi devono proprio essere con l’acqua alla gola!”, commentò soddisfatto David.
Finn assentì e, davanti a quella che sembrava essere una domanda, il ragazzo scosse il capo.
“ Con quello che ci pagano preferisco non indagare sul perché li stanno cercando. Abbiamo già troppi problemi per conto nostro.”, rispose, ripensando rapidamente alla sua infanzia, all’Accademia Imperiale su Cardia e al suo incontro con Finnie… poi beh: i suoi recenti problemi con Jabba erano quelli che più lo preoccupavano. Ma con quei crediti se ne sarebbe liberato senza doverci più pensare.
Anche il suo compagno parve d’accordo a quella sua affermazione e, alzandosi, si stiracchiò con un’espressione soddisfatta.
“ Andiamo a preparare il Falcon, non voglio fare tutto all’ultimo momento domani mattina.”, sorrise David, dando una pacca sul braccio dell’alieno.
“ Vai via, Karofsky?”
David non riuscì a riconoscere sul momento la voce del nuovo arrivato, era distorta da un traduttore elettronico, ma dalla pistola che si era premuta sulle sue costole riuscì ad indovinare facilmente chi fosse il proprietario, e soprattutto il motivo della sua minacciosa visita.
Lanciò un’occhiata alle sue spalle, scorgendo un alieno bipede dai grandi occhi neri e opachi su una bulbosa faccia verdognola.
“ Esattamente.”, rispose con tono calmo. “ Stavo giusto per andare a trovare il tuo capo. Dì a Jabba che ho i soldi per lui.”
“ Non mi è nuova questa frase. L’hai detta ieri mattina, la settimana scorsa e quella ancora prima. Sono stufo di aspettare. Non tornerò da Jabba a mani vuote.”
David si leccò le labbra distrattamente prima di obiettare.
“ Ma questa volta è diverso. Ho i soldi, capisci?”
“ Perfetto. Allora dammeli.”
Karofsky trattenne il respiro, sedendosi lentamente senza fare mosse false. Conosceva i tirapiedi di Jabba ed erano dei poco raccomandabili tipi dal grilletto facile… ma lui sapeva di essere molto più veloce.
“ I soldi non li ho mica qui con me. Dì a Jabba che…”
“ Troppo tardi, Karofsky.”, lo interruppe l’alieno. “ Penso che Jabba gradirà di più la tua nave alle tue fandonie.”
“ Dovrete passare sul mio cadavere prima di mettere le mani sul Falcon.”, ribatté bruscamente David.
“ Non aspettavo altro.”, rispose senza batter ciglio l’alieno. “ Preferisci morire qui o andiamo fuori?”, domandò con falsa gentilezza.
“ Non credo che qui dentro gradiranno altri morti.”, osservò Karofsky.
“ Non ci faranno caso. Ora alzati. Hai finito di farmi fare la figura dell’imbecille davanti a Jabba a causa delle tue scuse.”
“ Oh, davvero? Sono così dispiaciuto…”, e in un lampo, che illuminò il séparé, l’alieno cadde riverso sul tavolino senza neanche emettere un lamento.
David sospirò, appoggiando sopra il tavolo la pistola ancora fumante. Quel tipo aveva fatto un solo grave errore: permettergli di nascondere le mani sotto il tavolo.
“ Nessun tirapiedi di Jabba è in grado di farmi fuori.”, borbottò nascondendo di nuovo l’arma e allontanandosi insieme a Finnie.
Si soffermò vicino al bancone, lasciando al barista qualche manciata di crediti per quanto era appena successo e solo quando fu fuori dal locale ghignò in direzione dell’amico.
“ Alla fin fine… non sono mai stato un cliente educato, vero?”
Finn rise divertito e, dandogli una pacca sulla spalla, andarono al modo per preparare il Millennium Falcon alla partenza della mattina successiva.
Solo quando terminarono il lavoro i due poterono concedersi un po’ di meritato riposo, soddisfatti dalla semplice idea di poter finalmente mettere fine ai loro problemi con Jabba.
Quello era solo l’ultimo dei loro problemi, in precedenza – sin dal loro primo incontro – avevano sempre avuto a che fare con numerosi guai. Ma alla fin fine erano sempre riusciti a cavarsela in un modo o nell’altro, temprando la loro amicizia nata quasi per caso.
Nel riguardare indietro, ad essere sincero, la sua vita non era mai stata priva di brividi.
Abbandonato dai suoi genitori praticamente in fasce era stato rapito da un pirata che, rendendolo quasi uno schiavo, l’aveva istruito all’uso delle armi sin dalla più tenera età.
Era cresciuto alle dipendenze di quel pirata, apprendendo tutto quello che c’era da apprendere da lui, e alla prima occasione l’aveva abbandonato, scappando di pianeta in pianeta fino alla sua iscrizione all’Accademia Imperiale di Cardia.
La sua nuova vita sembrava quasi piacergli, se messa a confronto con quella che l’aveva preceduta, e niente l’avrebbe mai portato a pensare che si sarebbe ritrovato proprio lì, su Tatooine, con un mezzo Coynite per amico.
Era stato proprio il suo incontro con Finn ad allontanarlo dai numerosi successi che stava ottenendo all’Accademia e dal sicuro futuro carico di decorazioni militari. Sinceramente parlando, non aveva mai apprezzato l’operato dell’Impero - era sempre stato abbastanza furbo e intelligente dal tenersi lontano dalle questioni politiche –, e anche se non l’aveva mai dato a vedere con un semplice gesto si era ritrovato a rinnegare tutto quello che aveva imparato all’Accademia Imperiale.
Se c’era una cosa che David non riusciva proprio ad accettare era l’uccidere senza alcuna spiegazione e quando gli venne ordinato di far fuori Finn… poté semplicemente scappare con l’alieno che, in debito con lui, gli giurò eterna fedeltà e amicizia.
Non erano dei bei ricordi a dire il vero ma Karofsky li ricordava tutti con un sorriso.
“ Ehi Finnie!”, l’altro grugnì in risposta, rigirandosi nel letto. “ Ti ricordi quando ti ho salvato? Avevi quasi il cappio al collo!”
Finn borbottò qualcosa che strappò una breve risata al pirata.
“ D’accordo. Hai ragione. Mi hai salvato parecchie volte anche tu.”, ammise, prima di chiudere gli occhi e di concedersi qualche ora di sonno.




L’ingresso del molo novantaquattro, nel quale era attraccata una piccola astronave a forma di disco appiattito, era stato rapidamente circondato e presidiato da una mezza dozzina di alieni e umani.
Chiaramente soddisfatto dalla sua cerchia di fedeli, Jabba the Hutt strisciò verso l’astronave.
“ Vieni fuori Karofsky. Sei circondato.”, dichiarò, facendo tremare con la sua voce tutto il disgustoso grasso che rendeva sempre lenti e spesso troppo faticosi.
“ Se è così… stai guardando dalla direzione sbagliata.”, ribatté David con voce calma facendo sobbalzare Jabba, facendosi poi strada con Finn tra i soldati dell’alieno - stupidi della sua presenza alle loro spalle.
Il pirata prese un bel respiro.
“ Ti aspettavo Jabba.”
“ Mi pare ovvio.”, ribatté l’alieno, sollevato ed allarmato al tempo stesso nel notare che, apparentemente, Karofsky e Finn non sembravano armati. Sapeva benissimo che c’era sotto qualcosa e decise di non fare passi falsi prima di scoprire che cosa stavano nascondendo.
“ David, amico mio…”, esordì poco dopo Jabba. “ Molte volte mi deludi… volevo solo sapere perché, dopo tutto questo tempo, non mi hai ancora pagato. Che bisogno c’era di uccidere il povero Greedo?”
Finn fece una smorfia e Karofsky scosse il capo.
“ Piantala Jabba. Greedo era lì per farmi fuori.”
L’Hutt parve stupito, ma David sapeva benissimo che stava fingendo e che, tra tutto il lardo che rendeva il suo viso rugoso, era impossibile scorgere la sua vera espressione.
“ Sei il miglior contrabbandiere sulla piazza, ero solo comprensibilmente preoccupato per il tuo ritardo nel pagamento… perché avrei dovuto mandare Greedo ad ucciderti?”, domandò.
“ Beh, lui era di tutt’altra idea!”, ribatté prontamente David. “ La prossima volta vieni di persona e non mandare i tuoi tirapiedi dal grilletto facile.”
Jabba scosse il capo, facendo ondeggiare le guance flaccide.
“ David… David… se solo tu non avessi scaricato fuori bordo quella partita di spezie…”, ancora una volta l’alieno parve seriamente dispiaciuto. “ Cerca di capirmi. Non posso fare eccezioni. Se tutti i miei contrabbandieri scaricassero le merci solo per aver avvistato una qualche nave da guerra imperiale… che affari farei? Sono gentile e indulgente… ma non voglio andare in rovina. Mi capisci?”
“ Vengo abbordato anch’io talvolta. E volevo consegnartele tanto quanto tu desideravi riceverle. Ma non avevo scelta.”, rispose, sciogliendosi poi nel suo solito ghigno beffardo. “ Per usare le tue parole, sono uno dei tuoi migliori contrabbandieri. Valgo troppo per te. Ti chiedo solo di pazientare ancora un po’, ho noleggiato la nave ad un cliente e posso darti subito un acconto di mille crediti. Il resto tra tre settimane. Più un extra per la tua pazienza.”
Jabba parve soppesare la proposta e con un cenno tutti i suoi uomini misero via i fulminatori. I suoi occhietti brillavano avidi ma David li sostenne senza alcun problema.
“ Sei il migliore e accetto solo perché un giorno potrei ancora avere bisogno di te… quindi se aggiungiamo un piccolo interesse… potrei concederti un altro po’ di tempo. Ma è l’ultima volta, se mi deluderai ancora metterò sulla tua testa una taglia così alta che tutti, in ogni galassia, conosceranno il tuo nome e la tua faccia. Tutti saranno desiderosi di avere anche un pezzo di te solo per un decimo di quello che offrirò loro.”
“ Oh…”, il ghigno di David non scomparve a quella chiara minaccia. “ Mi fa piacere sapere che i miei interessi stiano così a cuore ad entrambi.”
Superò Jabba seguito da Finn, per poi fermarsi e guardare beffardo l’alieno.
“ Non preoccuparti Jabba. Non lo faccio perché ho paura della tua minaccia, ma semplicemente perché così ho deciso.”






Note dell’Autrice:
Eccoci al terzo capitolo =ç= doveva apparire anche Kurt ma alla fine ho deciso di rimandare al prossimoXD
Allora… passiamo alle note!
- Nonostante sia una fervente sostenitrice della Han/Leia, ciò non toglie che abbia sempre amato la coppia Han/Luke XD e questo mi porta a mettere degli accenni Blainofsky XD
- La scena di Bill che offre più soldi a David è come quella del film, solo che non sono riuscita a trattenermi dal mettere la battutina sulla “matematica” visto che Will non sembra davvero tanto portatoXD ricordate la puntata “Rumors”? LOL
- La storia si David e Finn è tratta da quella di Han e Chewie ovviamente<3 anche se pochi la conosconoXD

Spero che i personaggi siano IC .w.
Alla prossima<3
   
 
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