Anime & Manga > Rosario To Vampire
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Autore: LoScrittoreMisteriosoX    25/09/2011    7 recensioni
La vita ama fare strani scherzi. Un po' riguardanti gli incontri strani, più spesso riguardanti l'amore.
Questa è la storia di Keima Kurosaki, un semplice sedicenne delle superiori, che, inseguito ad un errore, viene trasferito nell'Accademia Yokai.
Tuttavia, Keima non è un vero e proprio “semplice sedicenne”, dato che in realtà è un vampiro. O meglio, lo è diventato.
Quando era ancora un bambino, un giorno venne morso proprio da uno di quei mostri mitologici che noi chiamiamo "vampiri", venendo irremediabilmente infettato.
Fortunatamente, grazie ad un rosario che porta al polso destro ricevuto in dono dalla vampira, è sempre riuscito a nascondere la sua vera natura a tutti, genitori inclusi. L'anonimato cominciò a fargli credere che sarebbe riuscito a tenere il segreto per sempre.
Almeno finché non incontrò lei, la responsabile del morso: Moka Akashiya.
Verità sul passato di Moka nel mondo umano verranno a galla, rivelando un amore annegato nel rimorso dei propri istinti.
Senza nemmeno rendersene conto, le attenzioni della ragazza si concentreranno tutte su Keima, scatenando le gelosie di Tsukune.
Riuscirà il nostro ex-protagonista a riprendersi Moka? Oppure prevarrà un amore avvenuto prima ancora del loro incontro? E le altre ragazze? Approfitteranno della situazione oppure tenteranno anche loro di “riprendersi” la loro rivale?
Genere: Azione, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Nuova vita + Vampiro:

 

“Accademia Yokai, eh?” pensò Keima, scendendo dal bus con in mano il volantino della sua nuova scuola.
All'apparenza la Yokai sembrava una prestigiosa accademia dagli stili un po'... gotici.
Colonne e ringhiere bianche che spuntavano su tegole nere facevano da esterno ad un'immensa scuola che sembrava spruzzare da tutti i pori il fatto di essere “speciale”.
Non aveva mai sentito parlare di quella accademia, né dai pochi amici che aveva, né da tutte le conservazioni che aveva sempre origliato nelle fermate del tram.
Il ché era... strano dato la sinistra bellezza dell'istituto.
A parte il viaggio attraverso un misterioso tunnel nero in compagnia di un autista a dir poco inquietante che continuava a ripetergli di prepararsi al terrore e il fatto di essere sbucato in un sinistro promontorio che dava da entrata ad una foresta che sembrava presa direttamente da un film dell'orrore, la Yokai non sembrava tanto una scuola diversa da un'altra.
Tuttavia, era impossibile ignorare l'atmosfera di terrore attorno a lui.
In un primo momento valutò di tornare indietro, ma non solo il bus era ormai sparito, ma c'era qualcosa che gli diceva che era meglio non avventurarsi in quel tunnel tanto scuro.
Così, non avendo altre alternative, si sistemò lo zainetto da spalla e cominciò a mettersi in viaggio.
Keima Kurosaki era un semplice sedicenne di seconda superiore, capelli castani corto, occhi color violetto, alto, peso ben bilanciato... nulla di strano: in altre parole era un semplice quanto normale adolescente umano. O almeno era quello che tentava di sembrare.
Chissà come sarebbe parso ai suoi nuovi compagni di classe. Sarebbe sembrato il solito sfigato di sempre oppure un ragazzo “figo”? La prima impressione era tutto nelle superiori.
Preso da un improvviso attacco di panico, piegò il polso destro fino a toccare con le dita della mano il rosario che aveva appoggiato sul palmo della mano.
Gli piaceva accarezzarlo, probabilmente per la sensazione di sicurezza che dava sapere di averlo lì.
Più si inoltrava in quell'orribile posto, più la paura cominciava a prendere il sopravvento. Alberi secchi e spaventosi ovunque si girasse, sinistre tombe piazzate qua e là come un campo minato, uno strano velo d'oscurità onnipresente nonostante la debole quanto fiocca luce solare provenire dall'alto... si, non c'erano dubbi: quel posto gli faceva venire i brividi.
Era pronto a giurare di aver visto piccoli occhietti rossi osservarlo nell'ombra degli alberi, come se attendessero un occasione per sbucare fuori e attaccarlo.
“Dannazione ma quanto è lunga la strada?!” pensò voltandosi con il cuore in gola, pronto a ricevere un infarto al primo segno di pericolo.
Ormai erano passati una decina di minuti dalla sua marcia, eppure non c'era neanche in lontananza alcun segno di civiltà.
Tentando di distrarsi e distogliere l'attenzione dal paesaggio che lo osservava, si mise a pensare. A pensare al come cavolo ci era finito in una situazione tanto disperata...
Keima levò un sospiro distrutto: sapeva che non era una buona idea quella di affidare a suo padre il compito di trovare una nuova scuola in cui trasferirsi.
Ad un tratto un rumore ben distinto, diverso da quelli sentiti fino a quel momento, lo arrestò.
Fermandosi a sensi tesi, pronti a cogliere qualsiasi segno della presenza di qualcuno, Keima cominciò ad sentire il suono di qualcosa di... familiare.
Il tempo di indagare sul cosa il fosse, che dal nulla sbucò una bici.
<< Spostati!! >> esclamarono due ragazze sopra di essa.
Troppo tardi.
L'attimo dopo Keima venne travolto dalla potenza motrice di una ruota con sopra la massa di ben due persone, buttandolo a terra come un sacco di patate.
Invocando ogni Dio che conosceva, il ragazzo rotolò per alcune decine di metri, finché, alla fine, non venne arrestato dalla durezza di un albero rischiando d'altronde di spaccarsi la schiena, come se le ossa rotte durante la caduta non fossero abbastanza.
<< Hmpf. Gli avevo detto di spostarsi. >> sbuffò la ragazzina dai capelli arancioni fermando la bici.
<< Oh, no! Kokoa-chan lo sapevo andavi troppo forte! >> esclamò l'altra ragazza dai capelli rosa scendendo e andando in soccorso del ragazzo appena investito.
<< Ti ricordo che siamo inseguite! Non abbiamo il tempo di pensare agli altri! >>
Ignorandola, la ragazza dai capelli rosa si chinò sul ferito. << E-Ehi! Stai bene? >>
Keima emise alcuni gemiti dolorosi mentre si metteva faticosamente seduto, con le ossa -quelle intatte- che gridavano ad ogni suo movimento. Da cosa diavolo era stato investito? Un treno?
<< Argh... >> mormorò scuotendo la testa, giusto per capire se fosse ancora vivo o meno << … bene direi... non ho nulla di rotto... >>
<< Sei sicuro? Hai bisogno di qualcosa? >>
Con ancora i sensi che stavano sobbalzando per la botta, la vista di Keima cominciò a tornare stabile.
Ma non appena guardò in faccia la sua “soccorritrice”, non riuscì a non arrossire: era bellissima!
<< Uh... io... io... >> cominciò a balbettare, del tutto impreparato per conversazioni con ragazze così belle.
<< Sei della Yokai? >> domandò la sconosciuta.
<< Eh? Eeh... s-sì... Anche tu? >> ribatté osservando la sua divisa.
<< Esatto! Sono A- >>
<< Ehi! >> esclamò la ragazza dai capelli arancioni, Kokoa, di avanzando verso i due a terra << Non abbiamo tempo delle presentazioni! Onee-chan sbrigati a salir... >> Kokoa si bloccò di colpo, voltandosi con sguardo ostile << Troppo tardi, eccoli. >> disse mettendosi sulla difensiva.
L'altra ragazza invece assunse una posa preoccupata, guardandosi attorno alla ricerca di qualcosa. O qualcuno.
Improvvisamente dal nulla della foresta uscirono diverse figure, circondando in pochi istanti i tre.
<< Dannazione... non abbiamo altra scelta che combattere. >> mormorò Kokoa alzando i pugni. Ma non appena la ragazza strinse i denti, pronta a partire all'attacco, il sordo rumore di qualcosa simile allo stappare di una bottiglia seguito subito dopo dall'arrivo di una rete la colse impreparata.
<< Kokoa-chan! >> urlò la sorella preoccupata vedendola cadere a terra, avvolta come un salame dalla rete.
<< Ma che sta succedendo?! >> chiese Keima guardando le figure avanzare.
<< Io e mia sorella siamo inseguite dai... >>
<< ...dai? >>
<< ...dai nostri fan. >>
Fan? Era uno scherzo, vero?
L'attimo dopo, le ombre uscirono allo scoperto mostrando un folto numero di ragazzi vestiti con dei kimono rosa decorati sulla schiena con le foto della ragazza dai capelli rosa e Kokoa, con sotto la didascalia “Akashiya Fan Club”
Akashiya? Dove l'aveva già sentito quel nome?
<< Ti prego, trasformati! Trasformati nella nostra Moka-sama! >> supplicarono in coro.
Moka? Altra rivangata in qualcosa che cominciò frullarli in testa, a venire a galla.
<< Non posso senza Tsukune! >> esclamò l'altra stringendosi a Keima e tenendosi con una mano il rosario sul petto, come per difenderlo.
Rosario? Ma era uguale al suo!
Keima sbarrò gli occhi. Possibile che...? No, non poteva essere.
<< Dove... dove l'hai preso quel rosario...? >> domandò isolandosi, ignorando completamente il pericolo attorno a sé.
<< E' un ricordo di famiglia... perché? >>
Senza aggiungere altro, Keima allungò istintivamente la mano verso la croce, fino a toccarla e a prenderla con le mani.
Era fredda, dura... e sembrava contenere un potere davvero grande.
Spinto da chissà quale forza misteriosa, tirò il rosario, staccandolo dalla catena che lo teneva legato al collo della fanciulla.
Quest'ultima, così come ogni persona attorno spalancò gli occhi quando lo videro con la croce in mano.
<< Co... cosa... >> mormorò Moka senza parole << Tu... come...? >>
Keima fu sul punto di rispondere, ma prima che se ne potesse accorgere, una luce rosa lo accecò non facendogli vedere l'arrivo di uno stormo di pipistrelli che avvolse Moka in pochi secondi.

Quando il rosario sul petto viene rimosso, il sangue vampiresco di Moka si risveglia.

Quando lo stormo se ne andò, al posto di Moka c'era una ragazza ancor più bella dai duri occhi rossi e lucenti capelli bianchi.
Non era più la stessa ragazza dall'aspetto gentile e innocente di prima... no. Ora era una ragazza dall'aspetto freddo e autoritario.
Una ragazza... già vista.
<< Ohee-hamaa!! >> gridò eccitata Kokoa agitandosi come una bambina felice nonostante le corde ben legate.
Alla sua vista, Keima sentì il suo cuore sussultare. No, no, no... Impossibile!
<< Si può sapere perché ora sono stata svegliata? >> domandò la nuova Moka lanciandosi rapidamente un occhio intorno.
Rimase visibilmente sorpresa quando vide Keima con la croce in mano.
<< Tu... come hai fatto? >> chiese con voce dura ma curiosa << Solo Tsukune dovrebbe essere capace di rimuovere il mio rosario... chi diavolo sei? >>
Keima non rispose.
Migliaia di ricordi lo stavano tempestando, martellandogli il cervello con memorie che pensava di aver dimenticato. Anzi, che voleva dimenticare.
Non era possibile. Perché, era tornata nella sua vita? Perché colei che gliela aveva distrutta, era tornata?
Eppure, nonostante quei pensieri, qualcosa dentro di lui si accese.
Quel tono di voce freddo e duro...

<< Questo è un patto. Da questa promessa, i nostri destini sono irrimediabilmente incrociati. >>

Perché allora era stata lei ad andarsene?
Spinto da quella domanda, Keima fu sul punto di aprire bocca ma improvvisamente venne bruscamente interrotto.
<< E' la nostra occasione! >> gridò qualcuno << Fuoco! >>
Come un fulmine a ciel sereno, una rete sbucò dal nulla e avvolse in un istante Inner Moka, facendogli scappare un imprecazione a denti stretti.
<< Dannati ratti! Non sapete qual'è il vostro posto?! >> ringhiò la ragazza maledicendosi per aver abbassato la guardia.
<< Le abbiamo prese! Abbiamo preso le sorelle Akashiya! >> esclamò un altro al settimo cielo.
<< Sì! Presto portiamole al club e veneriamole per tutto il giorno! >>
I fan furono sul punto di muoversi per prendere Inner Moka, ma Keima si interpose con fermezza fra loro e la vampira.
<< Non un altro passo! >> ringhiò il ragazzo erigendosi fiero come un cavaliere in protezione della sua principessa, fermando quell'ondata di pervertiti.
<< C-Chi diavolo sei tu per dirci cosa fare?! >> domandò qualcuno tentando di fare il duro.
Senza dire niente, Keima alzò il braccio destro e dopo aver afferrato il rosario sul polso con i denti, tirò con forza compiendo un secco gesto del braccio.
E di punto in bianco, una forte luce rossa brillò forte, preannunciando l'arrivò di un rapido stormo di pipistrelli neri che circondò il ragazzo in pochi attimi, avvolgendolo in una spessa palla nera.

Quando il rosario sul polso viene rimosso, il sangue vampiresco di Keima si risveglia.

Subito dopo la palla si dissolse così come era venuta, lasciando al suo posto una statua dalla forma vagamente umana, avvolta da sinistre bende formate dalle decina di ali dei pipistrelli neri come la notte.
<< I-Impossibile! >> esclamarono Moka e Kokoa all'unisono e ad occhi spalancati, riconoscendo quel rituale.
Non c'erano dubbi: quella era esattamente la trasformazione in vampiro di Moka.
Nulla si muoveva, gli occhi erano tutti puntati su quella abominevole figura scura quanto spaventosa ferma sul terreno, come in attesa.
<< Non te lo permetterò!! >> gridò qualcuno lanciando un tentacolo dritto contro la statua, colpendola in pieno e trafiggendola.
Ma ogni persona presente rimasero a dir poco sorpresa quando videro i pipistrelli andarsene, scoprendo che all'interno non c'era assolutamente nulla.
<< Ma cosa...? >> mormorò Moka, ancora sorpresa dall'apparizione di prima.
<< Haaah... cavolo... >> sospirò una voce sopra di loro.
Immediatamente, tutti si voltarono verso la fonte del suono, notando un ragazzo dai capelli argentati e gli occhi rossi seduto sulla cima di un ramo proprio sopra di loro.
<< U-Un altro... altro C-Classe S... S...! >> tuonò qualcuno cominciando a farsi prendere dal panico.
<< Undici anni.>> riprese il nuovo arrivato scendendo con un balzo e piazzandosi proprio in mezzo al gruppo << Undici lunghi anni passati a dormire … >> mormorò con una voce soave e affascinante, praticamente attraente << Ditemi: siete stati voi a svegliarmi? >>
Incontrando i terrificanti occhi color sangue di Keima, ogni membro del Club Akashiya cominciò a tremare.
<< I-Io... n-noi.... >> balbettò qualcuno timido, mentre la maggior parte della gente cominciava ad arretrare con passo incerto.
Keima mosse il collo facendo scricchiolare le ossa con piacere, mettendosi poi a fare saltelli come per far tornare il sangue in circolo.
<< Haaah... che seccatura. >> sospirò stiracchiandosi << Vediamo di farla finita in fretta. >>
L'attimo dopo, Keima sparì per poi riapparire in un battito di ciglia sul gruppo più vicino, colpendoli con pugni e calci concatenati che sembrarono una vera e propria tempesta di meteore dato che ogni persona colpita, veniva lanciata qua e là per lo scenario, spesso anche contro gli altri loro compagni attorno.
Il tempo che qualcuno si rendesse conto della sua posizione che Keima era già scomparso dirigendosi ad una velocità disumana verso il prossimo gruppo.
In nemmeno quindici secondi, l'esercito di fan era a terra, tutti doloranti e con le mani dove più faceva male, impossibilitati a muoversi.

Il vincitore di questo capitolo è stato deciso in 101 parole! Chuu
~

Sia Moka che Kokoa erano più che sbalordite, entrambe a bocca aperta.
Certo, Moka era veloce, ma quel vampiro... forse lo era un po' di più. Era stato difficile riuscire a seguire ad occhio nudo i suoi movimenti, neanche per i suoi allentati occhi vampireschi.
Incredula, Moka restò ad osservare il vampiro messo di profilo mentre guardava con orgoglio il suo pestaggio. Com'era possibile?
Il rosario che limitava i poteri di un vampiro era un dono esclusivo della famiglia della Akashiya, anzi, solo Moka dovrebbe possederne uno... allora com'era possibile che anche quel ragazzo lo avesse?
Si immaginò migliaia di scenari, alla ricerca di quello più vicino a tale conclusione. Eppure, nessuno di quelli sembrava quello giusto.
<< A quanto pare ti sei rammollita con il tempo, non è così Moka? >> commentò il mostro di classe S voltandosi con un fiero sorriso sul volto.
Non appena incontrò il suo sguardo, il cuore di Moka sussultò.
Quel sorriso... lo aveva già visto.
Quel sorriso... era un sorriso che odiava, ma amava al tempo stesso.
Quel sorriso... anzi, quel ghigno, era un'espressione arrogante che solo una persona al mondo era in grado di fare.
Qualcosa si mosse dentro Moka, qualcosa che aveva dato per morto e sepolto ormai da anni.
<< Kei...ma? >> mormorò non credendo alle sue stesse parole, con voce strozzata.
Senza dir nulla, il ragazzo si avvicinò alla vampira per poi chinarsi portando i volti a pochi centimetri di distanza.
<< Scusami se non mi sono ricordata di te al primo sguardo... perdonerai mai questo mio errore? >> domandò con un seducente sorriso.
Moka continuò a fissarlo ad occhi sbarrati, rivivendo in pochi istanti migliaia di ricordi a cui aveva rinunciato.
Ad un tratto, quasi come se si fosse ripresa di colpo, la ragazza si alzò liberandosi con una facile manata della rete che l'aveva fatta prigioniera.
E non appena si eresse assieme a Keima fiera e orgogliosa come lo era sempre stata, anche su di lei comparve un ghigno.

-

<< Sei sicura che vada bene così? >> domandò Keima avvicinandosi al cancello della scuola, dove la stava attendendo Moka.
<< Si... se è il volere della mia altra parte, non posso ribellarmi. >> mormorò la ragazza con tono triste.
Keima la osservò per qualche istante, leggermente sospettoso.
<< Cos'hai? >> chiese vedendola spossata, praticamente abbattuta.
<< Solo che... mi dispiace. >>
<< “Ti dispiace”? >>
<< Sì... per tutto quello che è successo undici anni fa... scusami. >>
Si vedeva lontano un miglio che quella ragazza era dispiaciuta dal fondo del cuore. Le lacrime sembravano essere sul punto di cadere a cascate da un momento all'altro.
Quale essere senza cuore le sarebbe andata contro?
Silenzioso, Keima gli appoggiò una mano sulla testa, come per accarezzarla.
Moka alzò gli occhi, entrambi con i goccioloni alle estremità.
<< Non ti preoccupare. >> sorrise con fare dolce e comprensivo << Sei perdonata. >>
Al suono di quelle parole, un sorriso si accese forte e splendente sul viso della vampira.
<< Keima!! >> esclamò saltandogli addosso e abbracciandogli il collo con tutte le sue forze.
<< E-Ehi! C-Calma! >> ridacchiò l'altro cercando di tenere l'equilibrio mentre Moka si agitava al settimo cielo.
Ad un tratto la ragazza sembrò calmarsi.
<< Questo odore... quanto amavo questo odore... >> mormorò odorando a più non posso.
Un brivido passò rapido e letale per la schiena di Keima << M-Moka... n-non mi dirai che... >>
<< Scusami Keima... è da lunghi undici anni che non assaggio più il tuo sangue... lo amo troppo... non... non riesco a resistere! Scusa! >>
<< MO-MO-MOKA, TI PREGO, N-NOO!! >>

Chuu!!~




Note fine capitolo:

Allora? So che è sembrato tutto un po' troppo veloce ma non c'era altra scelta se si voleva mantenere lo standard di capitolo “tra il lungo e il medio”.
Spero vi sia piaciuto! Nel prossimo capitolo vedrò di aggiungere qualche altra informazione sul come mai di punto in bianco Moka si sia messa a “bere” il sangue di qualcun altro, e il perché il ritorno di Keima l'aveva a dir poco sbigottita. Ma sopratutto...

Comunque, questo è il mio ideale di Keima Kurosaki versione umano e vampira:

Keima Kurosaki (Umano):




Keima Kurosaki (Vampiro):


 

Allora? Cosa ne dite? Mi raccomando commentate e fatemi notare qualsiasi svista!
Intanto... godetevi questa anteprima di episodio! ^_^



Anteprima episodio due:

Keima + Vampiro


La mattina splendeva forte e ridente sul fresco cielo azzurro del campus dell'accademia Yokai.
Tsukune quel giorno era particolarmente di buon umore dato che secondo l'oroscopo, sarebbe successo qualcosa di davvero speciale!
Che finalmente fosse arrivata l'ora del bacio con Moka-san?
Allettato da tale idea che aveva d'altronde sognato, il ragazzo non riuscì a non sorridere.
Lasciandosi trasportare dalla fantasia, Tsukune continuò per la strada verso la scuola in compagnia degli altri studenti del dormitorio.
Era ormai arrivato quando si accorse di una figura dai capelli rosa non lontano: Moka!
All'ennesimo cielo, cominciò a correre in sua direzione, ma si bloccò quando la vide in compagnia di un altro ragazzo. Chi poteva essere?
Moka sembrava molto triste... possibile che la stesse disturbando?
Fu sul punto di intervenire quando lo sconosciuto mise una mano sulla testa della vampira, sorridendo.
L'attimo dopo, improvvisamente Moka abbracciò il ragazzo anch'essa con un largo sorriso felice sul volto.
Tsukune cominciò a diventare sempre più confuso. Che cosa stava succedendo?
Ma sentì il suo cuore fermarsi, i suoi occhi aprirsi fino ad uscire dalle orbite quando vide Moka mordere il collo del ragazzo che stava abbracciando.
Perché? Perché stava mordendo un altro ragazzo? E chi diavolo era?
  
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