Videogiochi > Final Fantasy VIII
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Autore: _Garnet915_    06/06/2006    6 recensioni
Due persone che sembrano opposte... in realtà si scoprono simili, molto simili. Lei è perfetta, al di sopra di tutti ma con l'irrefrenabile desiderio di essere amata da qualcuno. Lui è arrogante e violento: sotto a questa maschera, cela il bisogno di essere compreso anche da solo una persona. Due persone che arrivano a scontarsi. Ma lo scontro non provocherà vinti nè vincitori, solo la reciproca scoperta di cosa c'è oltre le apparenze... Tutto iniziò da un incidente e da lì il destino fece il suo corso.
Genere: Romantico, Malinconico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Quistis Trepe, Seifer Almasy
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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PROLOGO: DEBOLEZZE

“Vattene al diavolo!” quante volte si era detta questa frase, quando si trovava di fronte allo specchio della sua stanza! Tante, forse troppe... Già aveva poca autostima, già si voleva poco bene, se poi si copriva di insulti a quel modo:

“ma sì, che me ne frega! Tanto, più in basso di così non posso cadere!” pensò.

Si lasciò cadere sul puff di fronte al comò, con uno specchio su di esso, che rifletteva il suo viso stanco. Appoggiò un gomito sulla superficie in legno liscio, marrone chiaro, e una sua guancia sul palmo della mano, per reggere la testa, pesante a causa della stanchezza. Fece cadere lo sguardo sulla piccola sveglia rossa posta a pochi centimetri da lei: l’una di notte passata.

“porca miseria…” si disse “è tardissimo! E domani devo pure dare lezioni ai primini e pure a quelli dell’ultimo anno. Uff…” sbuffò “non ne ho voglia.” Se era per quello, in quel periodo non aveva proprio voglia di far nulla, dato il suo stato d’animo che lei stessa definiva “al di sotto dello schifo immaginabile”… e tutto per colpa di quella rivelazione… le parole di lui ancora riecheggiavano nella sua testa, come bombe che esplodevano inesorabili una dopo l’altra, senza fermarsi… lei cercava un modo per disinnescare quel ciclo continuo di esplosioni nella sua testa, convinta di avere sempre avuto la forza di farlo, ma non lo trovava…

“io e Rinoa… abbiamo deciso di sposarci!”

quelle furono le parole estasiate che Squall pronunciò, con Rinoa al suo fianco, che teneva per mano, a lei e ai suoi amici. Quistis era sempre stata più che sicura di aver superato la sua sbandata per Squall, o per lo meno, di avere la forza per reagire e andare avanti.

Ma quella forza era andata in frantumi con quell’unica frase pronunciata con tanta felicità e schiettezza da far ancora più male del semplice significato di quelle parole.

Era completamente a pezzi: Quistis aveva voglia di piangere, spaccare tutto quello che le capitava sotto mano, prendere a calci nel didietro tutti quelli che vedeva… ma soprattutto, aveva voglia di pigliare a schiaffi sé stessa! Ma come poteva essere così debole per una cosa che considerava più che superata?

“Sono una scema!” disse a voce alta. Si alzò, percorse la stanza da letto e, una volta giunta in prossimità del letto, vi si buttò a pancia in giù sulle coperte, rimbalzando un poco, dato che il materasso tanto duro non era; affondò nel cuscino soffice il viso, disperdendo assieme ad esso, in quel pezzo di stoffa bianca, tutta la sua tristezza, i suoi pensieri, il suo dolore.

Ma davvero era una donna senza le palle quadrate?! Davvero non aveva il coraggio di affermare che i suoi sentimenti per Squall erano “acqua passata”? si era sempre considerata tale, si era sempre illusa di esserlo… ma, a quanto pare, si sbagliava… e di grosso anche!

“no non ci riesco!” disse sempre ad alta voce “perché sono una cretina!” continuò. Tentò in ogni modo di darsi forza: “ma col cazzo che riuscirai a rovinarmi, me con la mia vita, Squall! Sognatelo, idiota!” respirò profondamente:

“Io e Rinoa… abbiamo deciso di sposarci!” lo scimmiottò.

Di scatto, si mise a sedere sul letto, sconvolta: “l’ho scimmiottato… l’ho definito idiota… ma posso essere così crudele?!” sentì che alcune lacrime iniziavano a pungerle gli occhi:

“oh, merda!” si disse “questo non è certo il momento di piangere come una bimbetta!” prese il cuscino e lo strinse forte a sé, nascondendo il viso, per impedire alle lacrime di scendere.

“sono una debole… e, oltretutto, un’egoista! Come posso pretendere di comportarmi così crudelmente, di pensare queste cose su di lui e Rinoa… Rinoa… una mia amica!! Ma posso essere così… così… odiosa… schifosa!? A quanto pare sì… cazzo… cazzo!!”

e con tutto quell’odio verso sé stessa, la malavoglia di affrontare tutti i suoi impegni del giorno dopo, si addormentò… con la mente vuota, cupa… così come era il suo animo in quel momento…

Nota dell'autrice: mmh, ci vorrà un bel pò prima che concluda questa fic. Finora ho scritto due capitoli più questo prologo, però devo rivederli e fare diverse correzioni. Magari in questo frangente Quistis è apparsa un pò diversa dal solito, ma non temete! ^^ Questo suo atteggiamento verrà spiegato successivamente! Per favore, fatemi sapere che ve ne pare per ora, lasciatemi pure un commentino! :3
Nota del 15/06/06: grazie alla mia beta reader Edea ho corretto alcuni errori!! Grazie infinite!!! :*

  
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