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Autore: _Breath    27/09/2011    2 recensioni
Come poteva Lily amare un essere simile, si chiese?
Non solo non riusciva ad articolare una frase decentemente seria e tendeva a prendere tutto sotto gamba- anche la prematura e futura morte del suo migliore amico-ma, diversamente da come un qualsiasi essere vivente si aspetterebbe, pareva essere allergico al galateo che i Malfoy vantavano dagli albori della loro esistenza.
Eppure Lily lo amava e lo adorava a tal punto che probabilmente sarebbe riuscita anche a perdonargli la svista del suo compleanno se solo lui avesse ricambiato il suo folle sentimento adolescenziale, pensò sconsolato.
Quando il suo sguardo cadde nuovamente sulla gobba figura di Scorpius, il mondo gli parve più fiorito e roseo e provò un affetto pari a quello materno verso il proprio figlio.
Per un solo istante credette quasi di essersi innamorato del suo compagno di stanza!
Lo ammirò per qualche istante da varie angolazioni con un sorriso ampio e luminoso che avrebbe inquietato anche il Signore Oscuro in persona, poi arpionò velocemente un braccio di Scorpius e lo costrinse ad alzarsi.
«Ho avuto un idea!», urlò al suo orecchio.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Lily Luna Potter, Scorpius Malfoy | Coppie: Lily/Scorpius, Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Titolo: Happy D-Day, Lily
Paring o personaggio protagonista: Scorpius Malfoy; Lily Potter.
Personaggi secondari: Rose Weasley; Albus Severus Potter; James Potter; Lucy Weasley.
Genere: Commedia.
Rating: Verde.
Avvertimenti: One-Shot.

NdA:
Salve a tutti. Questo è il primo contest al quale partecipo dunque non ho l'ambizione di voler vincere.
Mi sono divertita molto a scrivere questa storia e descrivendo uno Scorpius particolare, una Rose ambita, un Al spietato e singolare e una Lily petulante.
James è lo stesso di sempre: tale nonno, tale nipote.
Questa storia è scritta al solo scopo di divertirmi e divertirvi (si spera). Non è stata scritta a scopi di lucro.
Lots of Love.
Manu.
Happy B-Day, Lily
Lily amava Scorpius.
Lo amava come si ama un figlio, di quell’amore viscerale e potente che ti porta fino agli estremi delle tue capacità.
Lo amava come si può amare solamente un fratello, con tanto affetto e devozione, con sincera ammirazione.
Lo amava con il cuore in mano e con tutta la disperazione che la rendevano la tale Lily Potter che tutti nel suo dormitorio stimavano.
Insomma, Lily amava Scorpius e niente avrebbe cambiato ciò, pensava lei.
Nemmeno suo fratello Albus - nonché stupidissimo e inutile migliore amico di Malfoy- ci sarebbe riuscito,lui che non faceva altro che ricordarle che niente, niente, portava a suo vantaggio la cosa.
Quale cosa?
Scorpius; ecco cosa.
Oramai Lily era diventata paranoica, malata, dipendente e ossessionata da quel ragazzo; sembrava essere diventato la sua unica ragione di vita!
Agli occhi di James la cosa era pressoché patetica- avanti, lui era un Serpeverde!-, ma per lei non aveva importanza.
Lily amava Scorpius ( se lo ripeteva in continuazione,tanto che oramai anche il suo gatto pareva esserne convinto) e se la sua famiglia non era d’accordo, se ne sarebbe fatta una ragione.
Perché lei amava Scorpius e gli amori contrastati erano sempre i più belli, dopotutto.
Non le importava se lui al momento non sembrava particolarmente preso perché in realtà lei era convinta che lui fosse solamente troppo immaturo per rendersi conto che loro erano perfetti insieme.
Nonostante lui sembrasse godersi la vita da puttaniere che ogni ragazzo con gli ormoni attivi desidererebbe avere, Lily lo amava.
D’altronde che importanza aveva se lui aveva camminato mano nella mano , pomiciato e chissà che altro fatto con la maggior parte delle ragazze della scuola?
Niente.
Anzi,pensava con un sorriso talmente macabro che faceva pensare che la vera serpe lì in famiglia fosse lei e non Al, questo avrebbe comportato solamente tanta esperienza per il ragazzo e di conseguenza un considerevole vantaggio per lei.
Era per questo, dunque, che Lily camminava con orgoglio maestro per la scuola, a testa alta, maestosa così come solo un Potter potrebbe essere.
Raggiungeva la Sala Grande con fierezza sempre con il mento delicato alzato, il nasino all’insù puntato sul soffitto e un sorriso a illuminarle il volto.
Felice.
Perché Lily amava Scorpius, tanto.
E perché anche lui amava lei.. questo era un dato di fatto.
Scorpius non sapeva esattamente chi fosse Lily Potter.
Insomma, sapeva che lei respirasse- Albus non faceva che nominarla otto o nove volte al giorno-, ma se doveva descriverla aveva solo un enorme punto interrogativo in testa.
E la cosa tragica era che lui aveva passato due settimane delle vacanze estive nella residenza dei Potter quindi non ricordarsi di questa mocciosa, che a quanto diceva Al era anche l’unica della famiglia, era preoccupante.
Solo quando la mattina di quel 12 Novembre il suo migliore amico lo trucidò con lo sguardo Scorpius capì che aveva fatto qualcosa di sbagliato senza nemmeno accorgersene.
Era un talento, diamine!
Aveva distrutto l’autostima di Annabelle con un solo sguardo- la ragazza ora non lo fissava,troppo concentrata, rossa in volto, a scrutare il piatto di pancetta- aveva fatto incendiare il volto di quella stupida primina Tassorosso solamente urtandole il sedere- era stato puramente casuale, ma non gli era spiaciuto- e aveva fatto innervosire il suo amico senza nemmeno avergli prestato molta attenzione quella mattina.
Scorpius gongolò convinto di poter vantare l’abilità della onnipotenza a suo padre, la prossima volta.
Con il piede destro che gli dondolava dal lato della sedia e una faccia non del tutto riposata si mise a guardare con insistenza il secondogenito dei Potter mentre le sue labbra secche e sottili si storcevano in un ghigno maldestro.
«Buongiorno Severus,»sibilò, ma il ragazzo non gli restituì il sorriso- o quello che sarebbe dovuto essere tale- perché si sedette al suo fianco lasciandosi scappare un gemito a fior di labbra per poi riprendere a guardarlo truce.
Scorpius arricciò il naso delicato, infastidito da quella prepotenza, poi si sporse in avanti afferrando la brocca del succo di zucca per versarsene un po’ nel bicchiere.
«Allora,amico, cosa è successo di così sconvolgente?» lo provocò, ancora « sono solo le otto e venti del mattino e tu già sei l’immagine perfetta del ragazzo scazzato dopo tre ore di storia della magia.»
Albus gli pestò un piede con cattiveria godendo della smorfia sofferente che per breve comparve sul volto dell’amico, poi sorrise «punto primo, Hyperion, non chiamarmi mai più Severus...»
«E’ il tuo nome!» si difese il biondo massaggiandosi la parte lesa.
«Oh, anche mio padre ha salvato la vita al tuo, ma questo non significa che io farò lo stesso con te se mai dovesse presentarsi l’occasione.» Guardò con insistenza l’espressione confusa o forse offesa del suo interlocutore, poi si lasciò andare ad un sospiro rassegnato.
«Ti sei del tutto scordato che giorno è oggi?», gli domandò poi con un tono di voce che sfumava dal depresso allo sconsolato.
Scorpius sbarrò gli occhi, poi la bocca, sbiancando « perché, che giorno è? E’ ancora Novembre, no? Gli esami ci saranno a Giugno, quindi…»
«Non sto parlando degli esami, stupido! Lo sappiamo entrambi che sei abbastanza intelligente- o solamente molto fortunato, non mi è ancora chiaro- da riuscirti a parare il culo anche se non hai studiato per niente. Sto parlando di oggi, Scorpius!» vedendo che l’amico non aveva reazioni, Albus parve capire solo in quel momento che il suo amico non stava fingendo di non ricordare ma che fosse realmente così cretino come sembrava.
Per un momento fu tentato di dargli del deficiente, ma poi fu assalito dai sensi di colpa e tacque; non era mica colpa sua, dopotutto!
«Ma perché che giorno è oggi, Sev..cioè, volevo dire, Albus?»
Il moro si passò una mano sul volto stanco, sopra gli occhi verdi e dietro al collo sottile e mingherlino. Magari sarebbe stato meglio, si disse, se fosse capitato nei Grifondoro con i suoi cugini almeno a quest’ora non sarebbe stato costretto a sedere accanto al suo demente migliore amico cercandogli di spiegare un concetto forse più grande del suo intero cervello.
Con una calma e pazienza che lo provava fino agli spasmi, cercò di mantenere il controllo di se il più possibile «è il suo compleanno, Scorp. E’ il suo compleanno e io ti avevo chiesto di ricordarmelo!»
Il biondo sollevò un sopracciglio, confuso « Compleanno? Di chi?» il suo sguardo si spostò istintivamente verso la sedia del preside e scosse la testa « sapevo che tu fossi leccaculo, Al, ma addirittura spingerti a tanto solo per essere considerato il cocco della McGranitt! Non credi sia un tantino… come dire… eccessivo?»
Potter gli riservò uno sguardo di puro odio, poi fece una risatina isterica arrossendo debolmente « ma cosa diamine dici?» gracchiò.
«Non stai parlando della McGranitt?,» chiese nuovamente indeciso.
«Oh, certo che no! Che vuoi che mi importi di quella vecchia ora? Sto parlando di Lily!»
«Lily? Tua sorella?» Scorpius trattene una risata.
«Chi altri sennò?» Albus si alzò in piedi, isterico «oggi è il suo compleanno e diamine, solo Merlino sa quanto avrei voluto farle un regalo.»
«Ma noi siamo andati ad Hogsmeade, proprio la settimana scorsa.»
Uno sguardo inceneritore lo colpì in pieno volto « pensi che io non lo sappia? Ti ricordo che c’era anche io quando ci siamo ubriacati alla Testa di Porco.»
Il biondo ghignò, come se andasse particolarmente fiero dell’accaduto, poi rizzò la schiena « non capisco quale sia il problema allora.»
«Il problema, » la voce gli tremò rabbiosa « è che tu non conosci Lily. Non sai quanto asfissiante possa diventare alle volte. Merlino, non voglio nemmeno immaginare quello che mi farà quando saprà che non le ho regalato nulla!»
Scorpius rise «sembrerebbe quasi che tu sia terrificato da lei.»
«Dici?» se solo i restanti Serpeverde non fossero stati così assonnati tutti avrebbero dubitato della sanità mentale del ragazzo « vogliamo forse scambiarci di ruolo? Non sei tu, carino» e qui la sua voce suonò leggermente isterica « a dover andare incontro alla morte, consegnare la tua testa al boia, posare il collo alla ghigliottina e essere scordato da tutto e da tutti nel giro di qualche anno. Non sei tu, amico, quello che non si riprodurrà mai perché sua sorella lo ucciderà prima ancora che finisca realmente di svilupparsi. Quindi sì, Scorpius, sono terrorizzato da Lily e se per davvero mi vuoi bene- almeno un po’, pochissimo bene- fammi conservare la dignità e lasciami deprimere in santa pace», poi sotterrò la testa tra i palmi delle grandi mani da cercatore.
I capelli che gli sfuggivano alla presa gli solleticavano la fronte provocandogli un fastidio non indifferente, ma li ignorò, troppo preso a cercare una soluzione.. una che funzionasse.
Non ebbe nemmeno il coraggio di posare gli occhi al tavolo dei Grifondoro alla ricerca sconsiderata dello sguardo di suo fratello (poteva spacciare il suo regalo anche per proprio, d’altronde), ma era sicuro che se lo avesse fatto Lily lo avrebbe mentalmente condannato a morte perché avrebbe capito le sue intenzioni. Lei capiva tutto, sempre.
Era come una iena: una tremenda, terribile, atroce, malvagia, cattiva, sudicia, perversa iena.
E lui invece era come carne in scatola, oramai, quella che puzza, quella che non ha più senso alcuno se non soddisfare i piaceri animaleschi della iena.
Se i suoi occhi non fossero stati così prosciugati dalla stanchezza, forse avrebbe trovato anche la forza di piangere!
Non si sarebbe trovato in quelle condizioni, pensò, se solo Scorpius gli avesse ricordato del compleanno di sua sorella.
Se solo il suo migliore amico fosse stato solamente un po’ migliore e un più bravo amico, Albus avrebbe potuto continuare a vivere senza temere per la sua stessa esistenza e la cosa che lo mandava più in bestia, si accorse con una smorfia disgustata, era che il biondo non pareva minimamente scosso o preoccupato. Infatti Scorpius continuava a ingurgitare quanto più bacon potesse, quasi che da quella singola azione dipendesse la sua stessa vita ed era una scena pressoché disgustosa.
Come poteva Lily amare un essere simile, si chiese?
Non solo non riusciva ad articolare una frase decentemente seria e tendeva a prendere tutto sotto gamba- anche la prematura e futura morte del suo migliore amico-ma, diversamente da come un qualsiasi essere vivente si aspetterebbe, pareva essere allergico al galateo che i Malfoy vantavano dagli albori della loro esistenza.
Eppure Lily lo amava e lo adorava a tal punto che probabilmente sarebbe riuscita anche a perdonargli la svista del suo compleanno se solo lui avesse ricambiato il suo folle sentimento adolescenziale, pensò sconsolato.
Quando il suo sguardo cadde nuovamente sulla gobba figura di Scorpius, il mondo gli parve più fiorito e roseo e provò un affetto pari a quello materno verso il proprio figlio.
Per un solo istante credette quasi di essersi innamorato del suo compagno di stanza!
Lo ammirò per qualche istante da varie angolazioni con un sorriso ampio e luminoso che avrebbe inquietato anche il Signore Oscuro in persona, poi arpionò velocemente un braccio di Scorpius e lo costrinse ad alzarsi.
«Ho avuto un idea!», urlò al suo orecchio.
Malfoy fece una faccia disgustata più per il dolore al timpano destro che per vero ribrezzo, poi gli concesse un espressione confusa. Deglutì.
«Ah, sì?»
«Assolutamente,» ribadì iniziando a trascinarsi il corpo del biondo, muscoloso e più alto del proprio, accanto a lui per tutta la sala.
«Bene, sono contento per te Al.. ma ehi… Al?»
«Sì?» il ragazzo non si voltò, ma continuò a camminare velocemente quasi avesse fretta di concludere la sua vita con un sonoro crack nei pressi del suo collo.
«Perché mi stai trascinando quasi fossi la tua puffola pigmea?»
Il sorriso dolce di Potter si trasformò velocemente in uno macabro e sadico; serpentesco «hai presente quello che ti ho detto prima?»
«Cosa, che oramai la tua fine è stata scritta e che volevi deprimerti in santa pace? Oh, sì, infatti ti ho lasciato crogiolare mezzo steso sul tavolo. Sono o non sono un bravo amico?»
«No, intendevo quando ti avevo chiesto di riferirmi che oggi sarebbe stato il compleanno di Lily e tu te ne sai allegramente fregato...»
«Ehy! Io non so nemmeno come è fatta tua sorella, come pretendi che ricordassi questo?»
Albus gli avrebbe risposto per le rime, ma non ne aveva il tempo, la forza e la voglia quindi lo ignorò « non importa», fece spallucce con noncuranza «tanto ho trovato una soluzione.»
«Bene. Sono contento per te, veramente, ma ora vorrei tornare al nostro tavolo, se permetti, per finire di fare colazione lì dove tu mi hai interrotto..»
Il sorriso del giovane Potter si allargò maggiormente con fare maligno, diventando sempre più cinico, poi la sua mano si chiuse intorno al polso del suo amico stringendolo forte « No, caro Scorpius. Tu mi hai messo nei casini e tu stesso me ne tirerai fuori.»
«Io? Io non ho fatto nulla? Mollami Al. Voglio mangiare il mio bacon.»
«Lo mangerai, ma dopo che sarai venuto al tavolo dei Grifondoro con me. Vieni Scorpius, non vorrai mica far aspettare la festeggiata?»
«Ma io ho fame!»
«Se non mangerai non ti sciuperai, vedrai. E poi mica vogliamo consegnarle un regalo brutto, brufoloso e obeso alla mia sorellina, vero?»
Quando Scorpius registrò il vero significato della frase era oramai troppo tardi.
Lily era una principessa, glielo diceva sempre il suo papà quando era bambina.
Era una principessa un po’ particolare- non aveva capelli biondi, occhi azzurri-, ma era sempre una regina.
Era così che si sentiva quella mattina quando scendendo a colazione tutti i ragazzi del suo dormitorio le rivolsero un sorriso- non che gli altri giorni non la calcolassero, sia chiaro. Lei era importante!- per poi porgerle gli auguri.
Suo cugino Hugo fu il più pigro, ma non se ne sorprese; non era mai stato particolarmente espansivo.
Quindi si accontentò del suo «Auguri peste!», per poi rivederlo fiondarsi sul piatto di pancetta davanti a lui.
Lo avrebbe fulminato con lo sguardo- insomma, dove era il suo regalo?!-, ma l’arrivo di suo fratello James la fece spaventare e saltare sul posto.
L’imprecazione che ne seguì aveva poco di principesco, in effetti.
«AUGURI LILS!», l’urlo acuto del ragazzo non era che l’abituale tono di voce che usava anche per sussurrare le risposte esatte ai test a sorpresa del professore di Trasfigurazione- non che le sapesse, la maggior parte delle volte era lui a chiederle-.
«Giorno James. Grazie.» si sforzò di sorridergli per poi porgere immediatamente le mani in avanti come in attesa di qualcuno.. o qualcosa.
Il moro sbatté gli occhi, confuso, guardandola con un sorriso che andava scemando piano piano che capiva realmente cosa stesse succedendo, poi si grattò la testa imbarazzato.
«Oh, il regalo dici?»
Lei continuò a sorridere ponendo le mani sempre più avanti impaziente, forse, di scoprire cosa la carta da regalo- inesistente, direi- celava.
Ma James non era della stessa opinione perché arretrò spaventato « Oh, Lils, vedi.. » si grattò nuovamente la testa « Hai mai fatto caso che abbiamo i nomi dei nostri nonni? Wow, che coincidenza, vero?» tentò invano di cambiare argomento, con scarsi risultati.
«James…», il tono basso di chi la sa lunga, di chi sta per esplodere, di chi tenta pazienza.
«Cioè, e pensare che loro erano marito e moglie, sai? E noi siamo fratelli! Ah! Che strana la vita, vero Lily?» sforzò una risata ma lei gli rispose con un occhiata gelida al che, sempre più imbarazzato, prese a grattarsi il collo freneticamente « Perché non ridi con me, Lils?»
«Riderò quando mi avrai dato quello che mi spetta, James. Regalo, prego!?»le sue mani da fata- che presto sarebbero diventate da omicida- sfiorarono il naso adunco del fratello.
James deglutì.
«Ma non lo sai che è maleducato pretendere un qualcosa? Un regalo lo si fa con il cuore, non lo si chiede mica» tentò ancora incerto delle sue mosse, spinose « questo non si fa Lily! E quindi io, come bravo fratello maggiore, ho il diritto di punirti. E’ inutile che mi guardi così, Lils, lo devo fare. Pensa a come sarebbero delusi mamma e papà: la loro figlia prediletta- l’unica donna di casa- che è prepotente, molto più dei suoi due fratelli maschi.»
«James..» il tono dolce, pacato, impaziente fu sostituito da uno roco, frenetico, rabbioso.
«Penso proprio che ti punirò negandoti il mio regalo, Lils. E credo proprio che non cambierò idea!» sorrise, poi, forse orgoglioso di quella strana bugia che era andato a tirare su ma che somigliava molto più ad uno strano castello contorto.
Annuì velocemente a se stesso, poi scavalcò la sorella con fare superiore sedendosi accanto a Fred che dormiva con la testa sopra una pagnotta di pane, esausto.
Sentiva ancora lo sguardo di Lily sul suo viso, ma lo ignorò. Sapeva che stava rischiando tanto, ma non sapeva cosa fare. Non era mica colpa sua se si era scordato di comprarle un regalo lo scorso sabato! Era uscito con l’intenzione di spendere i suoi quindici galeoni in qualcosa per lei- anche una stupidissima puffola pigmea sarebbe bastata-, ma poi la tentazione del negozio di scherzi di suo zio George aveva preso il sopravvento. Quelle pasticche vomitose erano magnifiche, veramente. Grazie a loro era riuscito a evitare la noiosissima lezione del professor Rüf! Segnandosi mentalmente di congratularsi con suo zio quando lo avrebbe rivisto, allungò una mano ad afferrare una fetta di pane tostato quando quella piccola e delicata di sua sorella si chiuse nel suo polso, spaventandolo.
«James,»sussurrò con un tono che somigliava tantissimo alla bambola assassina di qualche vecchio film Horror.
Il ragazzo tremò, ma le sorrise «dimmi.»
«Voglio il mio regalo.»
«Non posso, sei in punizione» con uno strattone si liberò dalla presa ferrea della ragazzina.
«Ma io pretendo il mio regalo.»
«L’anno prossimo, Lils.»
«Ora.»
«Non posso, sei in pun-» non finì la frase perché a salvarlo- o forse solo a peggiorare la situazione-arrivò l’altro suo fratello, quello traditore, quello serpe, quello che, forse, ora, lo avrebbe salvato da quel mare di casini che inconsciamente lo aveva cacciato la pasticca vomitosa.
Quando incontrò lo sguardo verde di Albus seppe con certezza che non era nei suoi stessi casini e sotterrò il mento sul palmo aperto della mano.
«Buongiorno, Lily!» proruppe Al posando una mano sulla spalla della sorella che era ancora intenta a fissare in cagnesco il maggiore dei suoi fratelli.
Quando la ragazza si voltò i capelli rosso fiamma urtarono violentemente il viso di Scorpius facendolo arretrare.
«Oh, ciao Al!»mai nessun saluto gli era stato concesso con più malizia e doppio fine « come va?»
«Benissimo e tu? Oh, prima che mi scordi, oggi è il tuo compleanno, vero? AUGURI!» la faccia scettica della ragazza lo fece tentennare « non che mi possa scordare di te, ovvio.»
Qualcuno dietro di lui sibilò una frase che somigliava ad un “che paraculo,”ma la ignorò.
Lily gli concesse un sorriso radioso che abbagliò e fece rilassare il ragazzo« ma grazie mille, veramente non dovevi»-James pensò che se tutte le ragazze fossero state false come lei, sarebbe rimasto scapolo a vita-«e.. ehm .. hai qualcosa per me?» finì la frase con quel tono zuccheroso che era costato un bel diabete a Harry- Hugo ancora doveva capire se la reale causa non fossero tutte le gelatine tutti i gusti più uno che ingurgitava con Ron-.
«Io? Oh, ehm.. io sì. Ti ho portato un.. ehm.. regalo, se così può essere definito.»
«Davvero? Oh, ma non dovevi!» James falsificò una risata isterica « e dimmi, cosa è?»
Albus le sorrise ancora tenendo una mano fermamente stretta dietro al sua schiena quasi nascondesse un unicorno, poi si chinò verso la guancia di sua sorella e le schioccò un bacio.
Quando con uno strattone fece fuoriuscire Scorpius dal suo nascondiglio- strano che Lily non lo avesse notato, era così alto!-, la ragazza trattenne un urlo di gioia nemmeno un gigolò babbano si stesse prostrando ai suoi piedi, poi scattò in piedi.
«Oh, Scorpius! Che piacere vederti.»
Al diede un calcio al piede all’amico che borbottò un imbarazzato « Auguri Lily», per poi trucidare il secondogenito dei Potter con una maestria che riuscì quasi a passare inosservata.
Vedendo che il biondo non dava segni di incoraggiamento,toccò ancora ad Albus prendere in mano la situazione « Scorpius mi ha detto che gli farebbe piacere passare la giornata con te, sai, in occasione del tuo compleanno.»
Se solo non fosse stato troppo impegnato a trattenere un sorriso ilare causato dalla stessa Potter che sembrava essere diventata dislessica per l’emozione, avrebbe chiesto cosa diamine stesse dicendo quell’ammasso animato che era il suo migliore amico.
«Davvero, Scorpi?»
Scorpi; James non si trattenne e scoppiò a ridere, Scorpius gli lanciò uno sguardo risentito e annuì, flebile.
Insomma, aveva passato due settimane a casa Potter senza nemmeno accorgersi dell’esistenza di quella ragazzina; non poteva essere così terribile, no?
«Ma è magnifico!»trillò ancora lei « Grazie Al. E’ un regalo fantastico! Non potevi farmi di meglio.»
Mentre Albus si gongolava stretto nell’abbraccio della sorella, mentre Scorpius risentito e moralmente sconfitto- affamato, pure- fissava le sue scarpe lucide, James si illuminò e alzò in piedi, scattando così velocemente da urtare il tavolo e far volare qualche fetta di pane tostato sotto di esso, ma non se ne curò. Sbatté violentemente le mani sul piano lungo e rettangolare dove cinque secondi prima era mezzo sdraiato nel tentativo di attirare l’attenzione di Lily e poi urlò:« insomma, cosa è questo razzismo? Non lo sai che anche io ho partecipato alla realizzazione di questo regalo? Tadan, sorpresa!»
Albus non fece in tempo ad incenerirlo che Lily tempestò anche lui di baci.
Lily restò attaccata alla spalla destra di Scorpius per l’intera giornata.
Esibì con trionfo un sorrisino sfrontato che voleva solamente marcare il possesso-anche se provvisorio- che lei aveva sul ragazzo.
Non degnò della minima attenzione nemmeno i suoi amici Alan e Selena che cercarono più volte di attirare la sua attenzione ma che liquidava con un semplice “ ho da fare, ora.”
Scorpius la trovò patetica ma non ebbe cuore di dirglielo- e sinceramente non ne ebbe nemmeno il tempo; ma quanto diamine parlava quella?-
Si limitò a scortarla alle lezioni sentendola ciarlare su quanto bello lui fosse- nonostante fosse un ragazzo egocentrico dopo la decima volta che viene descritta l’ampiezza del proprio petto ci si stanca( e poi lei come lo sapeva?)- e su quanto fossero perfetti insieme.
Ogni tanto annuiva, qualche volta sorrideva, ma la maggior parte delle volte sospirava esausto. Maledì mentalmente Albus almeno una decina di volte prima che giungessero alla lezione di Trasfigurazione, poi rallegrato dalla prospettiva di non vederla per almeno due ore sorrise raggiante.
«Sei stato molto gentile, Scorpius. Grazie.»
Il ragazzo non le rispose stando ben attendo a gestire la situazione «Di niente», sibilò infine anche se avrebbe voluto sussurrare un «posso andarmene ora? Per favore!»
Lily arrossì vistosamente, poi si avvicinò e gli sfiorò un braccio con fare civettuolo; anche se era solamente una piccola ninfomane di tredici anni,per la prima volta, Scorpius capì perché Al ne avesse realmente paura.
Lily non era una ragazzina normale,per niente.
Aveva gli occhi castani, ma non dolci e limpidi, porcini.
Aveva un sorriso steso costantemente sulle labbra che sapeva di falsità e crudeltà, e infine aveva un corpo esile e mingherlino che sembrava quello delle bambole cinesi. Scorpius ebbe paura che a momenti lo avrebbe costretto a mangiare palle di maiale; strabuzzò gli occhi disgustato.
Mentre la carezza della ragazza- quando si era fatta così audace?- iniziò a spostarsi verso la spalla, a salvarlo giunse un angelo.
Non aveva ali d’argento e nemmeno capelli biondi.
Era maldestro.
L’angelo lo salvò in un modo singolare e distinto scivolando sul pavimento scivoloso- Pix aveva da poco finito di lanciare minuscoli gavettoni sui primini- per finire tra le loro gambe facendoli allontanare- sia lodato il Signore, pensò lui- pur di non essere investiti.
Rose Weasley cadde a gambe all’aria, la testa a terra e i capelli rossi e ricci sparsi a incorniciarle il volto.
«Auch!», proruppe; stessa eleganza del padre.
«ROSE!»
«Weasley!»
La ragazza si tirò debolmente a sedere aggiustandosi la gonna che si era alzata a scoprirle le gambe; forse arrossì pure ma Scorpius non se ne accorse in mezzo a tutto quel rosso che erano i suoi capelli.
Non era mai stata una ragazza particolarmente offensiva, anche nelle rare volte in cui era andato a passare il Natale con i Potter e vi erano anche i Weasley, Scorpius l’aveva notato.
La vide alzarsi lentamente da terra per poi spolverarsi anche il golfino nero dalla quale spuntava una cravatta blu, Corvonero.
Portandosi i capelli dietro con un abile gesto della mano, poi, Rose scosse la testa e sorrise alla cugina « Giorno Lily. Scusate l’interruzione.»
La più piccola dei Potter fece una smorfia odiosa, ma l’altra non se ne curò.
«Scusami tanto se oggi non ti sono venuta a fare gli auguri, ma Oliver mi ha tenuta tutta la colazione impegnata.»
«Posso immaginare,»la gelosia era palese nella voce di Lily «stavate forse studiando, come sempre d’altronde? Non fai altro, tu.»
Rose sorrise serafica « e qui ti sbagli, cuginetta», la competizione era lampante nel suo sguardo « stavamo ripassando la strategia per la partita di Quidditch della settimana prossima contro i Serpeverde,» si rivolse verso Scorpius e gli sorrise «siamo pronti a stracciarvi, comunque», rise facendogli l’occhiolino.
Nonostante fossero cugine Lily e Rose erano completamente diverse: i lineamenti erano simili, ma il carattere completamente differente.
Scorpius era sicuro che la Weasley non si sarebbe mai abbassata dall’ accettarlo come regalo di compleanno da parte da quel lugubre traditore di Albus e la stimò per questo.
Rose, poi, era una ragazza di singolare compagnia: era brava in tutto: Quidditch, studio, aveva una discreta comitiva e anche un alto successo con i ragazzi.
Non era a caso che Lily la odiasse tanto da non pretendere nemmeno- diversamente da come aveva fatto con gli altri suoi parenti- un regalo da parte sua.
Scorpius si ricordava di Rose, diversamente da Lily, e se ne sarebbe sempre ricordato.
A tredici anni aveva avuto anche una terribile cotta per quella ragazzina dalle lentiggini sul volto e un sorriso candido, ma suo padre gli aveva impedito di portare avanti quel sentimento.
«Scorpius Hyperion, se ci tieni a vantare una casa e dei genitali ti obbligo e non stringere alcun rapporto con quella ragazza!»gli aveva detto, poi se ne era andato borbottando un «! Weasley! Blasfemia!», e vomitando insulti.
Tornato al presente, alla realtà, con sguardo attento, Malfoy vide la sua coetanea sistemarsi un boccolo dietro l’orecchio per poi sbuffare e raccogliere una spilla da terra infilandosela nella borsa.
«Io ora vado; ho lezione e non vorrei far arrabbiare il professor Rüf.»
«Non sia mai, Rose,» Lily sorrise «una punizione ti rovinerebbe il curriculum, giusto?»
«Il tuo è già rovinato, non corri di questi rischi,»Rose diede una pacca sulla spalla a Scorpius per poi allontanarsi allegramente e sinuosamente; in quel momento il ragazzo avrebbe tanto voluto seguirla! Ma invece rimase lì, fermo, impalato, ad aspettare un nuovo aiuto divino che invece non arrivò.
Nonostante non fosse famoso per il suo tatto con le ragazze, non riuscì a comportarsi da stronzo con quella che aveva scoperto essere la sorella del suo migliore amico e quindi tacque, sorridendo intimidito.
Sorrise anche quando Lily gli si avvicinò schioccandogli un bacio sulle labbra, civettuola e ridendo, lasciandolo lì impalato e schifato, terribilmente confuso.
«Sei tanto carino, sai? Saremo una coppia perfetta noi due insieme!» cigolò la Potter sparendo dentro l’aula mentre lui si chiedeva ancora perché diamine fosse diventato la Puffola Pigmea di quella tizia di cui ora- spaventato, ne era sicuro- non si sarebbe mai scordato.
A lezione con i Corvonero si mise a fissare la schiena di Rose, incantato.
Scorpius si chiese perché mai non potesse essere il suo compleanno; non gli sarebbe spiaciuto più di tanto essere baciato da lei.
Nonostante suo padre avesse minacciato i suoi genitali, Scorpius era certo che un bacio da quella sedicenne sarebbe stato migliore da quell’altra poppante.
Al suo fianco Albus faceva finta di scrivere qualche appunto mentre invece giocava a tris con la sua penna incantata senza degnarlo di uno sguardo quasi fosse offeso.
Lui!
Scorpius, lui sì che poteva essere offeso visto che era la vittima della dimenticanza del suo amico, non Al!
Non aveva avuto il coraggio di dire a nessuno di quel lurido e ruvido bacio che Lily gli aveva regalato- se ne vergognava, diamine!- e aveva passato tutto il tempo che aveva a disposizione crogiolando in quel ricordo.
Lily ora era convinta che fossero una coppia e lui non poteva offendere la sorella- seppur per lui inesistente fino a quella mattina- del suo migliore amico.
Era stato costretto a trascinarsela in Sala Grande e a mangiare al suo tavolo- non sapeva nemmeno se era contro regola- per poi ricondurla alle lezioni.
Albus evitava accuratamente il suo sguardo quasi avesse paura di essere ucciso lentamente- cosa che si sarebbe avverata, prima o poi, la sera non poteva essere così lontana!- mentre Rose ogni tanto incontrando il suo sguardo si rabbuiava confusa.
Non aveva mai avuto un buon rapporto con la Weasley, lui, ma nonostante tutto la preferiva di gran lungo alla Potter; almeno era carina, dolce, simpatica!
Alla fine della lezione si alzò velocemente mettendo tutto nella borsa quasi sperasse che prima sarebbe andato da Lily prima ancora sarebbe finita quella tortura; erano già le quattro del pomeriggio e prima o poi quell’orrenda giornata sarebbe terminata e lui sarebbe tornato a essere tranquillo e spensierato scordandosi di quella bambina capricciosa, rossa e impertinente. Sadica. Scorpius sperò di riuscire a non rimanerle traumatizzato, poi uscì dall’aula ma si sentì trattenere per un polso quindi si voltò.
Merlino, fa che non sia lei, pensò spaventato rimanendo piacevolmente sorpreso notando che lei fosse non Lily ma Rose.
Le sorrise dolcemente« Weasley,»
«Malfoy!»
«Serve qualcosa?»
Rose era sempre stata una ragazza diretta, di quella che vanno subito al punto e che non amano girare intorno a questioni che non facevano altro che annoiare la gente, lei compresa- Al glielo ripeteva sempre e lui adorava starlo ad ascoltare-.
La ragazza gli sorrise e inclinò la testa «veramente avrei una domanda da farti.»
«Se vuoi sapere la strategia che useremo noi nella partita della settimana prossima, mi dispiace ma non ti dirò nulla.»
Improvvisamente la vide ridere « per quanto la proposta sia allettante- e credimi, lo è- non è questa la domanda che ti voglio porre.» si inumidì le labbra, seducente, poi parlò « tu sai che mia cugina Lily è infatuata di te, vero?»
«Come tutta Hogwarts, dici?»
«Egocentrismo a parte, Malfoy, sì, come tutta Hogwarts.»
Scorpius sorrise e posò una mano sul fianco «posso essermi fatto un idea della situazione, sì.»
«Quindi il fatto che Al ti ha costretto ad essere il suo regalo di compleanno non c’entra nulla?», sopracciglio inarcato.
«Touché,» il ragazzo alzò le mani in segno di resa «quello ha influito, veramente. In sincerità-è brutto a dirsi, lo so- la considerazione che ho di Lily è sempre stata molto bassa.»
«Immaginavo.» Rose sorrise mesta, tra se e se.
«Bene, sei una ragazza molto deduttiva Weasley: complimenti!» Scorpius desiderò che continuassero a parlare in modo tale da non raggiungere Lily e tornare nel glaciale inferno fatto di bambole assassine e sguardi civettuoli e imbarazzanti.
«Ora vorrei sapere io una cosa, se posso.» Non aspettò una sua risposta e si avvicinò « come mai vuoi sapere tutte queste cose, Weasley?»
Diversamente da come si aspettava, Rose non arrossì rimanendo ferma nella sua posizione originale. Se l’avesse baciata lei non si sarebbe scomposta.
«Perché sono curiosa e perché, come hai detto, non hai mai prestato molta attenzione a Lily quindi mi sembrava strano che l’avessi rivalutata, così, da un giorno all’altro.»
«Gelosa?» azzardò.
«Io? Mai! Noi Corvonero non abbiamo rimpianti o gelosie. Siamo perfetti»
Il ragazzo rise « la tua arroganza è molto serpentesca»
«Tutti lo siamo, infondo infondo.»
Scorpius la guardò allungo, attento, trovando le imperfezioni di lei e facendoli piccoli dettagli straordinari: il neo sulla fronte, il viso tondo, le labbra a cuore. Tutto conduceva a quella ragazza dolce e immacolata che aveva davanti e che non lo annoiava, non come la Potter.
Sorrise e si mise una mano in tasca.
«Ehm.. avrei un'altra domanda, Malfoy.»
«Dimmi tutto Weasley!»
«Sei libero il mese prossimo? Sai, ci sarebbe l’uscita ad Hogsmeade e mi chiedevo..», lui la interruppe.
«Certamente Weasley! Non ho impegni!», la vide sorridere e sorrise di rimando, contento.
La compagnia di quella ragazza- che infondo gli piaceva da quando aveva tredici anni,nonostante le minacce virtuose di suo padre- lo rallegrava miracolosamente. Doveva solo liberarsi della Potter entro quella giornata- poco importava la sorella di chi fosse- per poi uscire con la Weasley.
La ragazza gli rivolse un occhiolino dolce e carismatico « Ehm.. perfetto allora. Ci vediamo.»
«Ci vediamo.»
La schiena della Weasley, pensò Scorpius con un sorriso, di Rose, era molto più bella di quella della Potter.
Molto, molto più bella.
Lily Potter aveva pianto, scalciato e lo aveva insultato dicendo che aveva urtato la sua sensibilità femminile.
Nonostante tutto Scorpius rimase fermo e inverosimilmente deciso a non diventare il suo ragazzo.
«Io non lo sono mai stato,» le aveva sussurrato mentre Al cercava di non ridere; ridicolo fratello insensibile, e lui che aveva creduto che si sarebbe offeso a morte per quello che stava facendo!
Lily lo aveva preso a calci- facendo ridere James, questa volta- urlando istericamente che lui era un puttaniere- Roxanne rise dicendo che quella poppante non ne sapeva nemmeno il significato- per poi cadere in lacrime sul pavimento, deprimendosi.
Ma Scorpius non se ne curò; la prospettiva di un appuntamento con Rose gli dava la carica che quella petulante marmocchia gli toglieva, quindi aspettò con ansia il 19 Dicembre.
E quel giorno arrivò: tempestoso, freddo, scuro e Scorpius lo attese vicino la Sala Grande vestito di una sciarpa e di un sorriso aspettando lei.
E lei arrivò.
Ma non era sola.
Affianco a lei c’era una ragazza.
Una bambina.
Questa bambina aveva i capelli rossi, gli occhi scuri e porcini.
Un sorriso e una sciarpa blu e nera; Scorpius sapeva chi lei fosse, ma non ricordava minimamente il nome: Mary, Andy, Stacy.. forse Olly.
Quando Rose gli arrivò al fianco gli diede un bacio sulla guancia, poi lo salutò con un sorriso.
«Ciao Scorpius. Lei è mia cugina, Lucy, te la ricordi?Ha passato il natale con noi l’anno scorso.» Lui la guardò e lei arrossì vistosamente facendolo sorridere.
«Ciao Lucy.»
Rose sorrise e continuò «Oggi è il suo compleanno e Lucy compie quattordici anni.»
«Oh, auguri Lucy.»
La ragazzina provò a ringraziare con la sua vocina flebile e delicata.
«Mi ha fatto molto piacere che tu non avessi impegni per oggi, Scorpius, sai, credevo che fossi già impegnato.»
Lui le sorrise, ancora «nessun problema.»
«Perfetto, allora.» batté le mani e rivolgendosi alla cuginetta con un sorriso «contenta Lucy? Scorpius passerà la giornata con te e come vedi ne è euforico proprio come lo sei tu.»
Il sorriso sul volto del ragazzo andò scemando lentamente, quasi il gelo e la neve gli perforasse anche il cervello.
Prima di allontanarsi e lasciarlo solo Rose gli si avvicinò cauta poggiando una guancia contro la sua e sibilando piano, quasi fosse un sussurro « grazie mille, davvero. Lei è terribilmente cotta di te e sei il regalo migliore che le potessi fare.»
Scorpius sorrise, falso, guardando il cielo e la tempesta imminente, sentendo Lucy prendergli la mano e trascinarlo fuori sotto il freddo e la pioggia.
Un rauco urlo di terrore gli si smorzò in gola, gemendo.
Non ci poteva credere.
Non ancora.
Non di nuovo

Salve a tutti. Non ho l'ambizione di definirmi scrittrice, ma solo il tempo, la voglia e il desiderio di dilettarmi nella scrittura.
Questa storia è stata scritta per il contest:
Malfoy Contest - Perché i biondi dagli occhi di ghiaccio ci piacciono eccome!
Non ci sono parole per descrivere l'eterna soddisfazione di aver partecipato non tanto per la storia in se per se che non reputo particolarmente buona, ma per il coraggio che ho trovato iscrivendomi a questo mio primo concorso sul forum di EFP.
Vorrei dunque ringraziare chi mi segue sempre, chi mi sostiene, chi crede in me e chi mi dà la gioia di leggere anche questa ultima stupidaggine.
Vorrei dire molto, ma non so cosa dire.
Spero solo che i miei personaggi vi abbiano divertito e che apprezziate questo sforzo. La storia non è stata scritta a scopi di lucro.
Con affetto, vostra, Manu!

  
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