Anime & Manga > Natsume Yuujinchou
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Autore: SHUN DI ANDROMEDA    28/09/2011    2 recensioni
[Natsume Yuujinchou][Spoiler Ep.12 della terza stagione][FujiwaraFluffines]
Tanto, tanto fluff. Perchè io amo i Fujiwara *_*
"Poggiato contro lo stipite della porta, Shigeru sorrise, prima di staccarsi e passare alla moglie la propria giacca: “Mettigliela addosso e lasciamolo dormire ancora un po’. La cena non scappa mica.” disse lui, raggiungendo il ragazzino immerso nel modo dei sogni; con affetto, gli scompigliò i ciuffi dorati."
Genere: Fluff, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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SOGNI D’ORO

CAPITOLO 1

UNA GIACCA SULLE SPALLE

 

“Takashi-kun! La cena è pronta!”

Touko-san si affacciò alla porta della cucina, scrutando nel corridoio buio e tendendo l’orecchio per sentire eventualmente i passi del quindicenne che scendeva le scale per raggiungerli.

Ma stranamente, né il ragazzino né il suo gatto sembravano averne intenzione.

“Takashi è già sceso?”

Shigeru-san l’aveva raggiunta dallo studio, incuriosito per quel silenzio.

La donna scosse la testa: “Non mi risponde… Che stia male?” rimuginò, preoccupata, ripensando alla faccia pallida che il ragazzino, che ormai amava come un figlio, aveva una volta tornato da scuola: da quando era andato a vivere con loro, si erano resi subito conto di quanto fosse fragile di salute, spesso costretto a letto da febbre e violenti raffreddori.

Scambiatasi un’occhiata col marito, si asciugò le mani nell’ampio grembiule che le copriva le gambe e s’incamminò su per le scale che portavano al piano superiore: l’unico rumore che si sentiva era il loro passo svelto sul parquet di ciliegio.

Di sopra, non c’era alcuna luce, tranne quella che filtrava dalla carta di riso della porta della camera occupata da Natsume, e il silenzio che udivano non era rassicurante:  “Takashi-kun, tutto bene?” chiese la donna, avvicinandosi.

Ancora nessuna risposta.

“Takashi, rispondi, per favore.” anche Shigeru-san sembrava preoccupato.

Ma non si udì nulla.

Con un cigolio improvviso, la porta si aprì un poco e, dallo spiraglio, i due coniugi videro uscire Nyanko-sensei, con l’espressione assonnata e il pelo tutto arruffato; Touko-san s’inginocchiò ad accarezzarlo sulla testa mentre lui, mordendole gentilmente la manica del vestito, la trascinava dentro la camera.

Vedendo ciò che c’era dentro ad aspettarla, la donna si sentì stupida ad essersi preoccupata in quel modo.

Takashi era seduto alla scrivania, con la testa sul quaderno di giapponese, profondamente addormentato e la finestra aperta che faceva entrare nella stanza il vento fresco dell’autunno ormai imminente.

Doveva essere crollato di ritorno da scuola, mentre finiva i compiti, o almeno tentava di farli.

"Ah, mou... Guarda che pasticcione... Sta rovinando tutto il quaderno dei compiti." gemette la donna con un sorriso materno, mentre prendeva il gatto tra le braccia: "Anche tu ti eri addormentato, eh?" gli disse, accarezzandogli il pelo, "Povero caro, deve essere proprio stanco." mormorò, spostando poi lo sguardo sul biondo appisolato.

Poggiato contro lo stipite della porta, Shigeru sorrise, prima di staccarsi e passare alla moglie la propria giacca: “Mettigliela addosso e lasciamolo dormire ancora un po’. La cena non scappa mica.” disse lui, raggiungendo il ragazzino immerso nel modo dei sogni; con affetto, gli scompigliò i ciuffi dorati.

Poi, scese dabbasso, seguito dal micio a breve distanza, lasciando la donna in compagnia del figlio adottivo.

Lei restò un attimo a fissarlo, sentendo le labbra incresparsi in un tenero sorriso.

Da quando aveva incontrato Takashi Natsume, quel giorno, mentre vagava tutto solo per la strada di ritorno da scuola, con quell'aria cupa e triste, era stato tutto un susseguirsi di piccoli miracoli, di piccoli sorrisi gentili che lui gli rivolgeva di sfuggita, di fiducia totale nei loro confronti malgrado tutto quello che doveva avere passato e di risate, che avevano cominciato ad allietare quelle quattro mura, ogni volta che Takashi era in casa o invitava qualche compagno di scuola a casa.

E poi, da quando erano corsi in ospedale dopo aver ricevuto la notizia dell'incidente in montagna, non lo aveva mai più visto così incupito come quel giorno: in quel momento, l'espressione che gli illuminava il volto mentre dormiva era di pura gioia, le sembrava la cosa più bella del mondo e Touko-san sperava di poterla vedere ancora, una volta che lui si fosse svegliato.

Per lei, era un figlio e, come madre, desiderava solo che fosse felice, dentro e fuori i suoi sogni.

Lo osservò ancora per qualche istante, intenerita, poi si chinò e poggiò le proprie labbra sulla sua testa spettinata, lasciandovi un bacio affettuoso: “Sogni d’oro, Takashi-kun.” sussurrò, accarezzandogli la guancia prima di scendere dabbasso.

   
 
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