Anime & Manga > No. 6
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Autore: The Masked    29/09/2011    7 recensioni
Lo ami da quando lo hai visto urlare da quel balcone, sfidando il cielo.
Lo ami da quando lo hai inchiodato al muro, minacciandolo, mentre lui si offriva di curarti.
Lo ami da quando ti ha offerto un pasto caldo e un letto senza conoscere nulla di te.
Lo ami da quando, per scherzare, lo hai immobilizzato al letto e lui si è esaltato, con il candore del bambino che era, elogiando la tua forza.
Lo ami da quando lo salvasti per ricambiare il favore, senza renderti minimamente conto che era di nuovo lui che ti salvava la vita obbligandoti a fidarti di qualcuno. Di lui.
Lui. Lui. Lui che è entrato nella tua anima senza chiedere il permesso, che ha annientato le tue difese rendendoti vulnerabile, eppure incredibilmente felice di quella debolezza perché se il prezzo che devi pagare per averlo è essere debole, allora sei disposto ad esserlo per condividere ogni singolo istante di gioia con lui. [Nezumi x Shion]
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A Rox, la mia gemella,
per avermi fatto conoscere
questo splendida coppia
e per essermi sempre accanto
nonostante la distanza. 
Spero ti piaccia ♥

 

 

 

Not alone

No. 6: Puntata 11

 

 

 

 

"Perché l’hai uccisa?"
Ti giri a guardarlo, senza capire. Shion ha i capelli sudati e sporchi a coprirgli il viso per questo non riesci a scorgere la sua espressione. I suoi occhi.
“Ero venuti qui a salvare Safu, non per ucciderla.” Improvvisamente i suoi occhi vermigli entrano nel tuo campo visivo. “Mi stavi usando?”
E sul momento tutti i pensieri si annullano. Ti limiti ad osservare il suo viso, senza riuscire a formulare un discorso di senso compiuto.
“Sì! Mi hai usato!” I suoi occhi sono sgranati, disperati e rasentano il pianto. Le sue labbra tremano, così come la sua voce. “Il tuo obiettivo era la distruzione del carcere! Hai solo finto di essere interessato a salvare Safu!”
Non una sola parola esce dalle tue labbra. Ti limiti ad osservarlo, ferito, come se ti aspettassi che da un istante all’altro ti chieda scusa abbassando lo sguardo, arrossendo lievemente sulle gote, ma sai che non è così.
Quante volte nella vita sei stato accusato di colpe che non avevi?
Quante volte hai urlato perché qualcuno ascoltasse la tua verità?
Una sola persona non ti ha mai giudicato, non ti ha mai accusato e ha sempre cercato di ascoltarti. Ascoltarti completamente, persino i tuoi silenzi. Lui. Forse è per questo motivo che quella frase arriva diretta come un pugno nello stomaco che ti obbliga ad annaspare togliendoti il respiro. Lo avverti come un tradimento, in un certo senso, ma sei consapevole che non è Shion a parlare, bensì la sua rabbia, la sua disperazione. Lo sconforto causato dalla perdita di una persona cara e per un momento ti soffermi a pensare se l'amico avrebbe mai lontanamente creduto una cosa del genere, se non fosse stato travolto dalla disperazione. Shion in quel momento ha bisogno di qualcuno con cui prendersela, su cui sfogare tutta la sua rabbia nei confronti di una società corrotta che non stava esitando un solo istante a distruggere. Lui che aveva sempre sperato in una soluzione, nell'abbattimento delle mura che separavano la vita reale da quella città perfetta e venefica. 
Lui che aveva sempre cercato di trovare una soluzione pacifica a tutto non aveva esitato un solo istante a sparare al tuo aggressore, togliendogli la vita e non sei riuscito ad accettarlo proprio per questo, proprio perché il suo candore gentile era sempre stato una sicurezza per te. Perché ti dimostrava che non era tutto marcio in quel mondo, che esisteva ancora la speranza di salvare ed essere salvati. 
Per questo non hai voluto che facesse esplodere quel luogo testimone di troppe ingiustizie.
Per questo hai voluto essere tu a distrugge ogni cosa, perché lui deve restare puro, immacolato. 
La sua innocenza disarmante non deve essere scalfita.
Shion deve restare Shion.
Socchiudi gli occhi e improvvisamente ti senti stanco, svuotato. Vorresti correre verso di lui e stringerlo fra le tue braccia, rassicurarlo, ma sei perfettamente consapevole che non è il tuo affetto di cui ha bisogno in quel momento. Ha bisogno di piangere, di urlare, di insultarti, di prenderti a pugni e tu devi avere la forza per reggere tutto questo, sorreggendo di conseguenza lui per evitare che si lasci andare e si colpevolizzi per una colpa che non ha.
È molto più semplice che se la prenda con te.
Aiuterà entrambi a distaccarvi da quel rapporto morboso che ormai è la tua più grande debolezza.
Tu che per anni ti sei allenato duramente e sei sopravvissuto solo e solamente mediante le tue forze.
Tu che sostenevi di non voler avere legami, perché questi ti rendono fragile, non sai vivere senza di lui.
Come ti fa sentire questo, Nezumi? 
Ti avvicini solo quando sai di avere la forza per fare ciò che ti è sempre venuto naturale: mentire. Forse è per questo motivo che hai scelto la professione di attore perché recitare è uscire dal tuo personaggio per addentrarsi in un altro e in un altro ancora. È vivere altre vite, in un certo senso.
Indossare una maschera, molto semplicemente e quello ti è sempre venuto bene.
"Sì. Hai perfettamente ragione, Shion. Distruggere il carcere era stato da sempre il mio obiettivo e ci sono riuscito.”
“Nezumi?” domanda l'altro come per accertarsi che sia veramente tu a parlare.
“Cos’è quella faccia?" Sorridi, mentre lo domandi, lasciando che quel sorriso si deformi in un ghigno. Persino il tuo sguardo si assottiglia e sembri un indemoniato quando zoppichi nella sua direzione, trascinando quella maledetta gamba martoriata dai proiettili. “Io e te non potremmo mai…” Essere compagni. Lo stai per dire, ma un rumore ti blocca all’istante.
Un uomo con un fucile entra nel tuo campo visivo, ma non sta puntando l’arma contro di te, bensì contro Shion che, inerme e impreparato, si limita a guardarlo.
Ed è inevitabile che il tuo corpo si muova da solo a fare da scudo, a mettersi in mezzo tra lui e quel proiettile.
Un'altra ferita a segnare il tuo corpo.
Un'altra cicatrice che mina ad incidere la tua anima.
Quanti proiettili sarai in grado di reggere ancora prima di crollare, Nezumi?
E in quel momento ti rendi conto di sperare di morire per non essere costretto a vedere i suoi occhi così gentili e pieni di speranza, spegnersi come una come una fiamma di una candela troppo debole e consumata. 
Vorresti dirglielo, di lasciarti lì a morire.
Vorresti urlargli di scappare, di salvarsi, ma non hai voce e sei consapevole che lui non lo farebbe comunque perché sa essere dannatamente ostinato quando vuole. Le sue mani ti stanno già stringendo forte trascinandoti in una stanza, l’infermeria a giudicare dai medicinali riposti sugli scaffali e improvvisamente vorresti metterti a ridere perché nell’esatto istante in cui prende a medicare la tua ferita ti ritorna in mente il vostro primo incontro.
Nulla sembra cambiato da allora.
È ancora lui che ti aiuta a rimanere in vita.
Adesso siete cresciuti, maturati, eppure non cogli differenze da quella notte tempestosa. Però adesso stai per morire, lo sai. Hai perso troppo sangue, non potrai sopravvivere a lungo.
Senti le forze abbandonarti, ma la voce di Shion ti tiene ancorato alla realtà impedendoti di lasciarti andare... di lasciarlo. Urla, strepita, esattamente come facevi tu quando gli stavi estraendo il bozzolo dal collo. Vivi. Vivi. Resisti.
“Nezumi, tieni duro! Vuoi morire qui?! I sopravvissuti sono i vincitori, vero? Dannazione, non t'azzardare morire! Apri gli occhi, ti prego!” 
Ed è sorprendente quando ti rendi conto di non aver paura della morte, bensì dalla separazione da lui.
Sai che non vedrai più il suo volto a cui hai negato troppi baci e, forse, qualcosa di più.
Sai che non sentirai più la sua voce che, nelle notti più buie, ti accompagnava.
Sai che non sentirai più il suo odore sulla pelle e ti mancherà.
Ti mancherà tutto di lui perché lo ami con tutto te stesso.
Lo ami da quando lo hai visto urlare da quel balcone, sfidando il cielo.
Lo ami da quando lo hai inchiodato al muro, minacciandolo, mentre lui si offriva di curarti.
Lo ami da quando ti ha offerto un pasto caldo e un letto senza conoscere nulla di te.
Lo ami da quando, per scherzare, lo hai immobilizzato al letto e lui si è esaltato, con il candore del bambino che era, elogiando la tua forza.
Lo ami da quando lo salvasti per ricambiare il favore, senza renderti minimamente conto che era di nuovo lui che ti salvava la vita obbligandoti a fidarti di qualcuno. Di lui.
Lui. Lui. Lui che è entrato nella tua anima senza chiedere il permesso, che ha annientato le tue difese rendendoti vulnerabile, eppure incredibilmente felice di quella debolezza perché, se il prezzo che devi pagare per averlo è essere debole, allora sei disposto ad esserlo per condividere ogni singolo istante di gioia con lui.
Lo amavi prima come lo ami adesso ed è forse questa consapevolezza che ti porta a reagire, ad aprire gli occhi incrociando i suoi che, disperati, tentano di tenerti in vita. Non appena vede i tuoi occhi aprirsi sorride teneramente, più quieto. "Va bene.. Sopravviveremo e scapperemo via di qui. Ci costruiremo una vita, Nezumi, ma tu devi continuare a resistere. Ti prego!" 
Puoi sentire la lama che sta usando per allargarti la ferita penetrare dentro la tua carne e la sua mano addentrarsi in profondità per estrarre il proiettile. Lo senti tremare quando ti benda, comprimendo la ferita e quando ti corica sulle spalle come se fossi un bambino, mentre la terra attorno a voi trema. Lo senti camminare velocemente, faticando per il peso, per poi deporti a terra vicino a un’apertura nel muro dove supponi che dovrete entrare per scappare da quel luogo.
Socchiudi gli occhi mentre lo vedi calarsi al suo interno e tenderti la mano. I tuoi rilessi sono lenti e la stanchezza di fa sentire nelle tue membra distrutte, ma basta quell'attimo di lentezza perché una catastrofe abbia inizio. 
Lo scoppio di uno sparo.
Inizialmente non realizzi subito l'accaduto, finché non vedi i suoi occhi sgranarsi e una macchia rosso sangue allargarsi pian piano sul suo maglioncino. 
Lo guardi, mentre cade inesorabilmente all’indietro protendendo ancora quella sua mano candida verso di te. 
Quella mano che ti ha sempre teso nei momenti di difficoltà impedendoti di perderti.
Quella stessa mano che ti stringeva da piccolo per farti sentire al sicuro.
Lo afferri senza pensare e cadi assieme a lui, mentre il tuo incubo peggiore prende vita perché gli occhi di Shion si fanno sempre più vacui, la presa sulla tua mano diventa molle e il calore scema pian piano.
Sta morendo.
Sta morendo fra le tue braccia.
Sta morendo e tu non puoi fare nulla per impedirlo.
Sta morendo e tu sei vivo.
E quello è il momento più orrendo della tua vita.
Vedere la sua luce affievolirsi per poi spegnersi del tutto e non biasimi neppure i tuoi due compagni che, vedendo il corpo esanime di Shion, scappano via ormai consapevoli che non c’è nulla da fare, ma tu non puoi scappare da quella realtà. 
Devi viverla pienamente fino a quando quella struttura non crollerà uccidendoti e seppellendo il tuo corpo assieme al suo, non è così? Tu che sei sempre stato in grado di comunicare con me mediante la tua splendida voce profonda, morirai fra le macerie.
Ti ritrovi a strisciare come un verme per raggiungerlo, trascinandoti. La gamba ti fa male, così come il braccio e il petto. Ed è proprio quel dolore martellante che ti tiene ancorato alla realtà permettendoti di raggiungerlo, di chinarti su di lui per intonare l’ultima melodia che accompagnerà la vostra esistenza. 
Che vi porterà alla morte. Insieme.
Ripercorri tutti i momenti più belli trascorsi assieme a lui, quei pomeriggi a casa vostra mentre chiacchieravate o leggevate un libro, quando ospitava i bambini a casa leggendo per loro ad alta voce cercando di dare un’interpretazione corretta al brano, mentre ti guardava come per chiederti conferma. E le serate in cui si metteva ai fornelli improvvisando qualche nuova ricetta con i pochi ingredienti rimasti. O quando intratteneva delle conversazioni con i topolini della casa, affidando loro dei nomi assurdamente imbarazzanti e comici, eppure così appropriati.
Non hai voce in quel momento e quella poca che fuoriesce è sincopata dalle lacrime, dalla gola secca, dalla voglia di piangere e di urlare. E maledire il cielo per una fine così ingiusta e tragica, ma perfettamente coerente con il mondo in cui siete vissuti. Ma io non posso permettere che ciò avvenga. Sono rimasta assopita per troppo tempo e non posso assistere a una tale manifestazione d'amore senza intervenire, senza donarvi la speranza di andare avanti perché io ho il potere di modificare gli eventi e voi ve lo siete meritato pienamente. 
Non siete soli, figli miei.
E forse per te è disarmante veder comparire Safu, il mio tramite per il mondo terreno, e guardarla sorridere con dolcezza mentre intona la canzone al posto tuo con una voce melodiosa. Mentre intona il mio canto. Vorresti continuare a cantare con lei, con noi, ma non ne hai la forza, la voce non uscirebbe comunque anche se ti sforzassi. Così rimani immobile a guardare il volto esanime del tuo amore finché il corpo di Safu non si sfalda, divenendo luce, lasciando spazio a me. 
Alla regina, sovrana della natura e della vita. 
Che ci crediate o meno. 
Sei spaventato quando mi vedi comparire, ma non devi esserlo perché ho intenzione di restituirtelo in modo tale da potervi permettere di costruire un futuro migliore e privo di ingiustizie. In modo da regalarvi una speranza.
Non sei solo, Nezumi. Non siete più soli. 
Il mio potere esplode sino al cielo, trafiggendolo e facendo sgorgare delle lacrime di luce che ricadono su di voi.
"Ho sentito la voce di Safu cantare." sussurra Shion alzandosi a sedere stancamente e posso sentire tutta la tua felicità, Nezumi. Si irradia nelle tue vene e ti rende euforico. Devi trattenerti per non abbracciarlo e stritolarlo fra le tue braccia, ma il sorriso che compare sul tuo volto esprime tutta la sua gioia.
Vi guardo dall'alto, mentre vi baciate. Mentre le mani scorrono sui vostri corpi e i vostri respiri si uniscono così come le vostre anime. Posso percepire i vostri cuori battere all'unisono, quasi. Vorreste che quel contatto durasse in eterno per non permettere a niente e nessuno di mettersi in mezzo a voi.
E mentre vi guardo dall'alto penso che ciò che rende l'umano uomo è proprio l'amore, quindi continuare ad amarvi e siate felici di aver ottenuto un’arma così potente e implacabile. Persino più prodigiosa di una divinità. 

 

 

 

Fondamentalmente, mi sono sentita molto blasfema quando scrivevo, insomma sarà anche leggermente egocentrica, ma di certo non con il complesso della divinità. Credo.
Comunque, spero vi sia piaciuta :) Se vi va, lasciate un segno del vostro passaggio *^*
  
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