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Autore: Nenredhel    29/09/2011    2 recensioni
post Children of Earth, Spoiler per il finale. Prima fic su DW, siate clementi!;P
Jack si comporta come se si fosse ripreso, ma è talmente evidente che non è così che se ne accorge perfino il Dottore
Genere: Angst, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Doctor - 10, Jack Harkness
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Scritta per la Sagra del Kink di Kinkmemeita su questo prompt. E' la primissima fanfiction che scrivo su questo fandom, quindi i commenti non solo graditi, ma anche sentitamente richiesti! ;)


 

His Taste

Il sorriso che Jack rivolge al Dottore è sfavillante, come sempre: allegro ed entusiasta, leggero come la mano che si è appena poggiata alla sua spalla, richiamandolo finalmente in questo mondo da chissà quale ricordo sperduto in un universo parallelo, o forse solo in qualche giorno del passato, quando il futuro ancora non sembrava così vuoto. Apre la bocca per parlare, forse per prenderlo in giro, forse per flirtare, come faceva sempre, ma gli occhi, scuri e vecchi, così vecchi, del suo personalissimo Signore del Tempo sembrano inchiodargli la voce nella gola.

E’ così evidente? Il colore del dolore sordo che sente continuamente in mezzo al petto, proprio nel centro del suo cuore eterno, è davvero così intenso da avere dipinto anche la sua migliore faccia tosta? O forse è solo troppo impegnato a cercare di mentire a se stesso, a convincere quella fitta insistente che il peggio è passato, per riuscire a fingere con altri? No, probabilmente è solo che questo Signore del Tempo lo conosce troppo bene, perché possa essere ingannato dalla luce offuscata di un sorriso falso.

Riporta gli occhi chiari davanti a sé, fissando di nuovo la colonna ansimante al centro del TARDIS, cercando di gioire del suo ritmico respiro metallico che annuncia il dischiudersi di un numero infinito di possibilità e mondi diversi. Eppure c’è un solo mondo dove vorrebbe essere, lo stesso da cui sta ostinantamente fuggendo.

“Era quello giusto?” domanda d’improvviso la voce del Dottore, di fianco a lui. Sommessa e discreta, priva, probabilmente per la prima volta in qualche secolo, delle sue entusiastiche note acute, costantemente impregnate d’un sottile ma sempre gustoso velo d’ironia. Non è il mirabolante Signore del Tempo, in sella alla sua prodigiosa cabina blu, quello che gli sta parlando, ma l’amico, l’uomo che pur continuando a sfuggirgli, è sempre stato lì, quando aveva davvero bisogno di lui.

Quando Jack torna a rivolgere lo sguardo al volto affilato e serio del Dottore, ci sono due lacrime brillanti appese, come gemme su un prezioso albero di natale, alle sue ciglia bionde, e il rosso acceso del dolore circonda l’azzurro chiaro dei suoi occhi, bagnando il suo sorriso posticcio di una risposta che non ha bisogno di essere pronunciata.

Questa volta, nemmeno il tocco fresco e gentile di quelle labbra sottili che sanno sempre di antico, riesce a scacciare il sale bruciante delle lacrime. Questa volta, nemmeno assaporare davvero la sua bocca è un trionfo, perché non sa di lui.

   
 
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