Giunta nel teatro, per preparare insieme ad alcuni
amici, lo scenario per la giornata regionale del “MEG”, non poteva immaginare
ciò che di lì a poco sarebbe accaduto. Stava preparando con Marianna dei
colorati cartelloni ,da disporre in seguito sulle pareti, che avrebbero
introdotto la comunità al tema della giornata. Avevano utilizzato dei colori
speciali che le privavano dell’uso dei pennelli, bensì occorrevano unicamente
le mani e tanta fantasia.
‘Marianna passami il blu.’
‘tieni, attenta a non sporcarti anche la maglietta.’
‘Mary, di che colore facciamo lo stemma?’
‘ lascia, faccio io lo stemma, continua a dipingere il
cielo e poi procedi con la scritta, utilizza il rosso.’
Si cimentava tanto in quel lavoro cercando di ottenere
ottimi risultati, ma qualche volta aveva bisogno di qualche piccola consulenza
che la rassicurasse, era un compito impegnativo quanto divertente e le
permetteva anche qualche breve distrazione da quelli che erano i suoi pensieri
quotidiani.
Mentre spalmava un po’ di quella vernice sul
cartellone, la sua mente fantasticava, e le narrava storie per lei impossibili,
con personaggi realmente esistenti, ma per lei……….impossibili. Anche il suo
cuore in qualche modo contribuiva alla cosa accelerando il battito, pur
assaporando solo l’immaginazione. Beh! Questo era sicuramente uno dei pochi
momenti in cui questi due organi
concordavano, e a lei questo era molto gradito, era bellissimo riuscire a
provare qualche emozione senza che subentrasse
il solito conflitto interiore-razionale che a volte le era stato tanto
utile , non permettendole atti di cui in seguito, si sarebbe pentita, ma altre
volte le aveva provocato tanto imbarazzo.
Quella quiete fu interrotta dall’arrivo di qualcuno
che inizialmente la turbò.
Era un suo vecchio amico e una sua vecchia fiamma, col
quale però in passato non era riuscita a definire un rapporto preciso, le
piaceva scherzare con lui che amava prenderla in giro, ma entrambi provavano
qualcosa l’una per l’altro di mai dichiarato esplicitamente, così dopo qualche
anno di lontananza c’era un non so che di particolare che rendeva la scena
imbarazzante.
Lui la guardò un po’ stupito: era passato un bel po’
di tempo dall’ultimo incontro, e lei era una ragazzina dispettosa e
presuntuosa, ma allo stesso tempo timida; queste erano qualità che aveva
conservato, nel tempo, ma che era riuscita a placare. Ora era una ragazza
sempre vivace, ma senz’altro più matura e interessante.
Marianna si allontanò spontaneamente per svolgere
altri compiti fuori da quel luogo.
Lei si avvicinò a quel ragazzo che guardava con aria confusa,
ma che ricordava con piacere.
‘Ciao! Come stai?’
‘Bene, tu?’
‘bene, tutto bene! Ma……’
‘cosa ci faccio qui?
‘esattamente’
‘beh! È da tempo che non ci vediamo..’
‘Già’
‘ passavo di qui e…mi sono ricordato che in questo
periodo di solito ci sono i preparativi per il saggio del laboratorio musicale,
poi ho incontrato Tamara, Maria, che mi hanno dato conferma e così… eccomi qui.
In realtà speravo d’incontrarti.’
‘beh! Sono contenta che tu sia qui, se vuoi puoi
renderti utile, prendi il colore rosso e spalmalo qui sopra.’
‘come va la scuola? Ho perso sicuramente qualche
piccolo passaggio.
‘la scuola va bene anzi direi alla grande e te?
‘si anche io me la cavo abbastanza bene. E …l’amore?
Ce l’hai il ragazzo?
‘no’
‘ma ce qualcuno che t’interessa?
‘beh! In realtà si o meglio ci sarebbe ma…..
‘Ha la ragazza?
‘si’
‘aiah! Ma dai tranquilla, potrebbe lasciarla magari,
no?
Lei con gli occhi un po’ lucidi e capo chino:
‘magari. La storia è un pochino più complicata però.
‘ti va di parlarne?
‘no!anzi devo cercare di non pensarci.
‘E tu?hai una ragazza?
‘Beh! diciamo che una va l’altra viene e…..
‘.e…non sei cambiato.’
Lui con un sorrisetto di consenso a quella
affermazione, le afferrò la mano accarezzandola delicatamente e intinse l’altra
nel colore rosso.
‘solo qui?’
‘cosa?
‘la pittura, solo qui?
‘e dove sennò?
‘ io pensavo di giocare un po’
‘ Nì’ no! Non fare pensieri strani!
‘ tremo guarda!
‘Non ci provare ti dico!’
‘ma perché anziché stare qui a parlare non scappi?
‘ speravo non ce ne fosse bisogno e……..
‘io non ne sarei così convinto
‘cosa?
Lui approfittando di quel momento le sporcò il viso,
suscitando in lei rabbia , ma anche divertimento le era mancato quel ragazzo
tanto giocherellone, e ora quel gesto aveva suscitato in lei desiderio di
“vendetta”, e spontaneamente si alzò cominciando a rincorrerlo.
Correva così veloce, da non accorgersi che qualcuno di
lì a poco le si sarebbe presentato dinanzi come d’incanto.
Ed eccola
rimanere per un attimo sospesa in punta di piedi, colta da grande
emozione; il battito cardiaco perde la
sua regolarità, accelera velocemente, non le da tregua. La sua mente è
completamente catturata da quella forte
emozione che le provoca questa volta il regolare malessere.
È lui.
Il suo sguardo così misterioso ed intenso le penetra dentro,
rapisce il suo e l’induce a fare vaghi e strani pensieri e a sognare.
Un silenzio assetato di parole s’impadronisce di quel
momento, sembrerebbe così inopportuno ma nasconde un qualche significato
nascosto, da scoprire. Si fa spazio un nuovo brivido nel suo cuore che sembra
volerla risvegliare dal solito incantesimo.
Le sue mani sporche di pittura ,sono elevate
all’altezza delle spalle , anche sul naso e sul resto del viso, ormai rosso per
la tensione accumulata in quell’istante, compaiono tracce di pittura rosse e blu, che danno a quel volto un tono
quasi ironico; quando ad un tratto…..eccolo lì , il sorrisetto un po’ timido e
rassicurante di lui ,che nel contempo desta in lei un senso di distrazione ed
incute leggerissima paura nel vedere
quel momento come interrotto, lasciando spazio ad uno un po’ più estraneo. Con
un po’ di coraggio prova a pronunciare qualche parola che la liberi da
quell’imbarazzo :
‘ ti piace scherzare ?’
Lui non le risponde, suscitando in lei maggior
tensione. Così lei , “scendendo”con i talloni, gli comincia a sporcare con
l’indice ,delicatamente il volto accarezzandogli, in questo modo, il naso e le guance. Lui asserisce nuovamente,
fermando ancora lo sguardo della ragazza che comincia a fare strani pensieri e
sogni simili: Ci risiamo. Ma cosa c’è
tra noi? Cosa accade tutte le volte? Cosa c’è di tanto misterioso?
Lui eleva le sue mani all’altezza di quelle di lei ,
alle quali accarezzando dolcemente, ruba un po’ di quel colore , ed imita il
gesto di lei ,che del tutto confusa dall’ansia, dalla situazione e da quella
sensazione unica si fa ancora una volta
avanti ma ora stranita, come stupita, incantata e con un debole cenno di
sorriso. ‘mi sa di si’. Lui le afferra il viso delicato, portandolo a se e
posando le labbra sulle sue, lei si
solleva nuovamente sulle punte ma ad un tratto si blocca.
Lui la guarda come impietrito. Perché si è fermata?
Non voleva questo?
Lei chinando il capo cerca di chiarire, non avrebbe
mai interrotto quel momento.
Lui comincia a comprendere tutto e con un sorriso la
rassicura.
‘l’ho lasciata.
lei istintivamente solleva il capo ricambiando il
sorriso.
lui ripete il gesto iniziale. Il tanto atteso momento
è giunto. Che bello quando si realizza improvvisamente qualcosa che l’attimo prima desideravi così tanto ma
che non credevi possibile.
Al termine di quel bacio tanto sentito, lei ‘scende’ riposando i piedi, e istintivamente
come per ringraziarlo, lo abbraccia commossa. Lui la guarda sorridendo :
‘che fai piangi?’
Lei con qualche lacrima che le sfuma la pittura:
‘è gioia e sfogo di tensione.’
Lui le imita il gesto abituale provocato
dall’imbarazzo e dalla tensione, accarezzandole i capelli e sistemandoglieli
dietro l’orecchio. lei sorride come di risposta.
‘è questo il momento giusto?’
‘cosa?’
‘ lo fai quando sei nervosa e ora dovresti arrossire ‘.
‘quante cose hai osservato da lì’.
‘sei del colore della pittura’.
‘ antipatico’
‘ beh! Direi che cominciamo bene!
A questa affermazione seguì una risata vivace.
‘ ho paura
Di me?
‘ Di noi.
‘ beh! Se cominciamo facendoci questi bei complimenti
.anch’io un po’.
‘Io non scherzo
Lui posandole l’indice sulle labbra la zittì:
‘ ti prometto che andrà tutto bene. Ti
fidi?(porgendole la mano destra)
Lei sorridendo gli afferra la mano annuendo,
‘sai c’è una cosa che mi piacerebbe fare, ma….
‘cosa?
‘no nulla, è una cosa scema, piccola
‘dai, cosa ?
‘ma…
‘dimmi, e vediamo se non ha senso.
‘è da tempo
che immaginavo di assistere ad una celebrazione accanto a te. Visto che è una
cosa stupida?
‘ piacerebbe anche a me! Non è una cosa scema, per noi
ha senso. Forse siamo ancora in tempo. Che dici andiamo?
‘siiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!!!
‘basta cosi poco per renderti felice?
‘imparerai a conoscermi
Non vedo l’ora.
I due si diressero verso l’uscita, lei aveva completamente
dimenticato di aver lasciato qualcuno in fuga, non sapendo che quella persona
che l’aveva un attimo prima consolata , aveva sbirciato quel momento che
l’aveva intenerito, e contento per l’amica era andato via senza che i ragazzi
lo vedessero, per far in modo che non s’interrompesse.
Lei un po’ scossa da quella dimenticanza lasciò n
attimo il ragazzo e tornò indietro a controllare, e potè osservare su un sedile
un biglietto con su scritto: MI HA FATTO PIACERE RIVEDERTI, VISTO CHE TUTTO
SI è RISOLTO?
ALLA PROSSIMA
Lui la seguì.
‘ehi? Guarda che se non ti sbrighi non ce la facciamo!
Lei sorridendo alzò il capo e ammirò il suo “piccolo”
sogno realizzato.
‘ti sei incantata?
‘si, eccomi!’
Percorsero il tragitto fimo alla chiesa, mano nella
mano. Quante volte lei, in cuor suo
aveva sognato di camminargli a fianco, quanti dubbi avevano ostacolato i suoi
pensieri, e ora la sua mano tanto piccola trovava nell’altra più grande, tutta
la sicurezza di cui aveva bisogno. Durante quel tragitto i due tacquero,
sembrava non volessero entrambi interrompere quel momento di riflessione e di
goduria. Giunti nel luogo prestabilito, presero posto tra gli ultimi banchi.
Quella celebrazione fu ricca di momenti straordinari. Quel luogo ormai, per
loro, era uno scrigno che possedeva segreti e ricordi, preghiere, ma
soprattutto conosceva perfettamente l’evolversi della storia. Lì, aveva avuto
inizio tutto: il perpetuo gioco di sguardi che tante volte li aveva tratti in
inganno, i vari tentativi di conversazione, o prima ancora le situazioni create
per incontrarsi. Lei ricordava perfettamente le tante corse fatte sotto la
pioggia, senza ripararsi, per ottenere anche solo un semplice ciao, o ancora
meno un sguardo che l’accompagnasse durante la settimana, tante volte aveva desiderato
di potergli stringere la mano allo
scambio della pace, e annullare quella distanza. Chissà quali parole, furono
pronunciate, durante la preghiera di
ringraziamento, che seguì il momento “per loro” “d’incontro” (comunione).
Al termine della celebrazione, i due uscirono da
quello “scrigno”. Lui la riaccompagnò a casa.
‘beh! Allora…ciao!
‘ciao!’
Lui le afferrò il polso.
‘ehi fù?
‘dimmi!’
‘cosa intendevi, quando mi hai detto ‘ho paura!’?
‘paura di non essere all’altezza della situazione, di
te, di tutto.
A questa affermazione lui ripose con una risata di
gusto. Racchiuse il suo piccolo viso tra le mani, accarezzandole le gote.
‘sai che mi fai ridere con quel faccino?
‘ridi pure ma è vero.
Lui portò quel dolce visino a se e la baciò.
Lei assunse un tono ironico.
‘ok! Era un non preoccuparti?
‘era un po tutto.
‘ehi mi piaci! Ci vuole così tanto a capirlo?
Lei lo abbracciò e
lo strinse a se.
‘ Ora vado.’
‘Si’
‘ciao’
‘Ciao’.
Ebbene
si, dopo anni e seeecoli di assenza sono tornata, sì…ma non con una mia storia.
Metto
al bando questa piccola one-shot per sentire VOI che ne pensate dato che questa
mattacchiona della mia amica non capisce che è proprio una bella storia.
Abbiamo fatto tipo una scommessa, vediamo se la vinco!
Ma
intanto non mancano i saluti fatti da lei (Dai Fu’, saluta):
-
Alla mia migliore amica Elly
-
Al mio personaggio collega tutto…
-
Alla mia professoressa di italiano
-
Me’ basta, ciaoooooooooooooo!!
StefyGranger
e Fu’