Dedicato a S. che tutti ricorderanno per il suo sorriso.

Dedicato ai suoi parenti, che di dolore ne avevano abbastanza.

Dedicato ai suoi amici, che ora dovranno andare avanti senza di lui.

Dedicato ai morti (e al dolore dei loro parenti) che potevano essere evitati, se solo una buona volta la smettessimo con queste maledette gabbie d’acciaio…

Se solo Dio avesse guardato giù...

Sono morto. 

Non riesco a crederci…fino a tre secondi fa ero lì, sul ciglio di quel marciapiede. A pregare, piangere, che qualcuno mi aiutasse.

Ora sono qui, nel buio, da solo come non mai.

L’ultimo istante della mia vita passato fra il sangue e le lacrime e tanta, tanta, tristezza.

In un attimo realizzo: niente più amici, niente più oratorio.

Niente più Cre, niente più poker, niente più…vita.

Cerco quella maledetta luce ma non c’è altro che buio, qui intorno.

Nessuna voce mi sta chiamando.

Non ci sono più braccia che mi possano cingere, e spero solo che la mia famiglia possa trovarne di abbastanza larghe dentro cui buttarsi e piangere tutte quelle maledette lacrime che non vogliono uscire dai miei occhi aridi.

Non meritano questo…hanno già sofferto abbastanza.

Ma si sa che abbastanza non è mai davvero troppo per una vita intera.

Il pensiero cade sul mio piccolo fratellino, così incompreso e indifeso…devono farsi forza senza di me, e sento già che sarà davvero dura.

Guardo verso il basso e li vedo.

Vedo i miei magnifici amici piangere, abbracciati.

Piangere senza vergognarsi, per una volta.

Vi voglio bene, ragazzi, ma è tempo di andare.

Non c’è più spazio per me, qui.

Sono consapevole che gli errori in questo testo sono tanti come le stelle nel cielo ma ad essere sincera in questo momento poco me ne importa, perché il dolore di una perdita è capace di cancellare molto altro.

Vi prego, fate attenzione con le moto!

Ne ho abbastanza di morti…almeno per oggi.

Se solo Dio guardasse verso di noi, almeno una volta…

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