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Autore: Ella_Sella_Lella    30/09/2011    3 recensioni
Clito era stata da Poseidone amata.
Era successo al centro del terzo cerchio, nei campi elisi sulla terra dei vivi.
Dove il cielo e il mare si baciavano dolcemente.

Clito.
L'orgoglio per la sua terra e la tristezza per averla persa.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Clito e la sua terra.







Clito era stata da Poseidone amata.

Era successo al centro del terzo cerchio, nei campi elisi sulla terra dei vivi.

Dove il cielo e il mare si baciavano dolcemente.

Dove i flutti circolari separavano la landa di terra in figure geometriche. Cerchi. Da sempre i più puri.

La terra era fertile e piena di frutti.

Era ricca.

Se l’età dell’oro era passata, per lasciar all’Era degli Eroi la volta, Atlantide dal tempo non era stata violata.

Si manteneva ancora orgogliosa e divina, baciata dalla fortuna che i numi gli avevan concesso.

Clito era orgogliosa della sua terra e delle sue genti.

Di esser donna nata nella fiorente terra dei mari, da sempre potenza del bacino del mondo.

Atlantide non risiedeva dove il centro della cultura e della guerra abitava, nei mari dai mostri infestati, era oltre ciò. Oltre le colonne d’Ercole, nascosta nell’ignoto più profondo, sovrana e superiore al mostro senza volto.

Quella di Clito era la terra dei sogni.

E lei era la regina che manteneva l’equilibrio immutato e perfetto.

Ma quando la donna, divenuta per Divina grazia un’eterna, ritiratasi nel tempio dalla colonne bianche, eretto per lei ed il suo amante, il nume signore del mare; ritenuti i suoi dieci figli in grado di governare la terra centrica dai dolci frutti e i molti flutti, depose la corona.

È lì che il misfatto accadde.

Il bramare eccessivamente che costò ad Atlantide la gloria e l’esistenza. Il desiderare ardentemente dei Filosofi la terra, che danno in eterno la terra nei mari.

Provato le genti d’Atlendite a conquistar la patria della sapienza, mancata la conquista di Atena sotto l’occhio protettore di Atena occhio da civetta, la preferita tra i figli del padre dei Numi e dei mortali.

Clito aveva visto dal suo trono di marmo rosato, la sua patria deturparsi dall’abbandono, dannarsi dal peccato, insozzarti dei melliflui atti e perder l’innocenza.

Non era più la sua terra. Non erano più le sue genti. Ma pianse entrambe lo stesso, quando Zeus signore dei cieli, con un fulmine distrutte la sua terra, ormai intaccata da una rovinosa immoralità e negli abissi più profondi l’aveva confinata.

Clito era stata da Poseidone amata. Poi era stata solamente un eterna regina di una terra sprofondata.





( Era una vita che non riscrivevo di genere epico, ma non ne sono affatto contenta, diciamo che è solo un modo che ho per rifare esercizio)
Non sapevo se scrivere su Camilla(Condottiera dei Volsci, spalla di Turno) e Clito, be la seconda era davvero più versatile, ma penso davvero che scriverò prima o poi sulla mia eroina preferita (anche se Romana e non greca)
Per la descrizione di Atlantide, cioè i tre cerchi mi sono basata su quello che Platone dice.
Spero sia stato di vostro gradimento.
   
 
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