Anime & Manga > Shaman King
Segui la storia  |       
Autore: GiuHyun    30/09/2011    5 recensioni
Qui parlano Hikari93 e XxX_GiuliaLoveless_XxX con una nuova storia per voi!
Una ragazza. Rochelle.
Amante della musica, ballerina e cantante, fin da piccola ha sempre avuto una vita difficile.
Ad otto anni incontra Yoh, ma poi sparisce e la danno per morta.
Lei appena compie i 18 anni, tornerà là per ritrovarlo e poterlo riabbracciare. Ma purtroppo conoscerà lui.
Genere: Comico, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Hao Asakura, Nuovo personaggio, Ren Tao, Yoh Asakura
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ritorno in città
Un amore folle
Abbiate pietà di me xD
Mi diverto troppo a scrivere storie su storie!!
E qui mi accompagna una dolce amica, è Hikari93! La ringrazio infinitamente per scriverla insieme a me!! Davvero <3
Allora u.u questa storia sarà OOC, tenteremo di fare i personaggi di Shaman King abbastanza IC, ma non prometto nulla.
Sull'inizio sarà ambientata come nell'anime, ma poi diventerà un AU. Detto questo xD Passiamo alla trama della storia :3

Una ragazza. Rochelle.
Amante della musica, ballerina e cantante, fin da piccola ha sempre avuto una vita difficile.
Ad otto anni incontra Yoh, ma poi sparisce e la danno per morta.
Lei appena compie i 18 anni, tornerà là per ritrovarlo e poterlo riabbracciare. Ma purtroppo conoscerà lui.

Ritorno in città
Sapevo già di rischiare grosso. Di non trovarlo, ma era la mia unica occasione. Dovevo rivederlo, dovevo ritornare da lui, dovevo abbracciarlo e stringerlo forte a me, e dirgli che questa volta non me ne sarei andata e che sarei rimasta con lui questa volta per sempre.

Flashback
-Inizio-

-Come ti chiami?- Un adorabile bambino dai capelli color cioccolato fondente, si rivolse ad una bambina che stava camminando, probabilmente verso il parco giochi.
La bambina arrossisce furiosamente e cerca di allontanarsi da quel pericolo. Non doveva affezionarsi, non ci doveva parlare, tanto il suo tempo prima o poi sarebbe scaduto.
Ma il bambino era insistente invece, la seguì fino al parchetto, dove tentò nuovamente di parlarle.
-Perché scappi? Voglio solo fare amicizia con te...-
Lei lo guardò. Si spostò un ciuffo ribelle che le cadeva dagli occhi. Era un pericolo per lei fare amicizia, alla fine dell'anno se ne sarebbe andata da quella bellissima città. Sarebbe stato solamente inutile...
-No... non possiamo...- la voce candida della bambina risuonò leggera nell'aria. Era troppo timida, doveva dimostrare di essere più coraggiosa e più dura, se voleva che quel bambino la smettesse di seguirla.
-Non sono un bambino cattivo!-
La piccola Rochelle rise. La sua vocetta trascinò anche il piccolo Yoh. Risero per un po' e poi tornarono a guardarsi.
-Io vorrei esserti amica, però non voglio io... Ma non perché tu sei cattivo..- La piccoletta si guardava i piedi intimidita.
-Allora perché?-
-La mia è una lunga storia... Ma non voglio annoiarti, sicuramente ci saranno altri bambini che vogliono fare amicizia con te..-
La piccola triste si girò e fece per andarsene e uscire dal parchetto, ma la manina calda di Yoh prese quella di lei e gliela strinse.
-Io non ho niente da fare... perché non me ne parli?-
La bambina sorrise. Era la prima volta che qualcuno la volesse ascoltare. Si misero sull'altalena, ciascuno a dondolare e Rochelle raccontò la sua storia. Pianse quando gli disse che lei ogni anno si sarebbe trasferita per il lavoro dei suoi genitori, ma poi l'allegria del nuovo amichetto le fece ritornare il sorriso.
I due trascorsero la giornata così, a raccontarsi la vita un po' di ognuno e conoscersi meglio.
E lei finalmente aveva trovato una persona speciale, che la capiva e non l'allontanava.
Ma i giorni passarono troppo in fretta, e il tempo scadette. Lei se ne andò, tra le lacrime, Yoh dette a Rochelle il suo indirizzo, in modo che si tenessero in contatto. Rochelle lo abbracciò forte e gli promise che presto sarebbe tornata da lui.
Purtroppo i genitori impedirono a lei di scrivere a lui, perché avrebbe fatto solo del male al ragazzo. Così strapparono l'indirizzo, e così facendo, strapparono anche il cuore della piccola.
Gli anni passarono lentamente, lei crebbe, fino a diventare una splendida ragazza, ma con un carattere molto passivo. Non riusciva più ad affezionarsi come un tempo, lei voleva solamente tornare dal suo Yoh. Glielo aveva promesso
-Fine-     

Stavo correndo per le strade di Tokyo.
Erano passati 10 anni, dal mio primo incontro con Yoh, ma la città era sempre bella come un tempo. Forse lo era ancora di più adesso.
Gli shorts mi stavano dando fastidio, mi fasciavano troppo, ma se non mi sbrigavo non sarei riuscita a vederlo. Il primo posto dove lo sarei andata a trovare è la scuola superiore.
Dopo varie indicazioni dei passanti, la trovai, ma improvvisamente mi bloccai davanti al cancello.
L'ansia salì. E se non era lì? E se, era andato via da Tokyo? Dopotutto, per colpa dei miei genitori non avevo potuto tenermi in contatto con lui. Maledetti loro.
Sono stata malissimo. Li ho odiati per tutto questo tempo e non li perdonerò mai per il torto che mi hanno fatto. Infatti appena ho compiuto i 18 anni, liberi da loro, ho preso il primo volo disponibile per Tokyo.
Pagarmi il biglietto non è stato facile, ma con i soldi della paghetta che mi davano i miei, e con i vari lavoretti che ho fatto, sono riuscita a mettermi dei soldi da parte per il biglietto e per soggiornare qualche giorno.
Ma adesso? Tutta la mia sicurezza era sparita.
Guardai l'enorme orologio davanti scuola, e segnava che mancava 5 minuti alla fine delle lezioni. Adesso non mi restava che aspettare.
Chissà se mi avrebbe riconosciuto. Sai, sono cambiata davvero tanto. I miei capelli sbarazzini e corti, sono cresciuti, diventando lunghi e lisci. La mia pelle era rimasta bianca latte. Il mio corpo si era tonificato grazie ai tanti anni di danza, e le forme erano grandi al punto giusto.
Mi sedetti su una panchina, sistemandomi il top e poi tirai fuori, dalla tasca dei miei pantaloncini, un piccolo braccialetto.
Era fondamentale per me. Era il suo, che mi aveva regalato per il mio ottavo compleanno. E' stato quello a darmi forza per tutti questi anni.
Chiusi gli occhi per cercare di rilassarmi, ma il suono fastidioso della campanella, mi fece montare nuovamente il nervoso a mille.

Sentivo che il cuore mi batteva frenetico e che sarei potuta collassare da un momento all’altro. Del resto, probabilmente tra pochi attimi avrei rivisto Yoh, il mio unico e vero amico.
Scattai in piedi, avanzando qualche passo verso la massa di alunni che si addensava all’uscita della scuola. Li scrutai, sperando di vedere spuntare il suo viso, sperando anche di riconoscerlo. Ma quanto poteva essere cambiato, in fondo? Per quanto fosse vero che erano passati gli anni, in cuor mio sapevo che il sorriso di Yoh, quella sua espressione gentile che mi aveva avvicinata a lui, era ancora stampato sul suo volto.
Presi alcuni respiri profondi, mentre torturavo il braccialetto: sarebbe stato il mio biglietto da visita.
Mi alzai sulle punte, per scorgere anche i ragazzi che si trovavano un po’ più lontano. Il vociare chiassoso e vispo rendeva tutta quella confusione ancora più frastornante.
Sicuramente rimasi a bocca aperta, e non dovetti fare una bella figura. Non mi importò, infatti, di una coppietta di studenti che mi stava fissando come se fossi un’aliena.
Yoh non era cambiato molto.
Era diventato più alto, ovviamente, più slanciato. I tratti fisici del bambino che era stato, erano scomparsi, lasciando spazio a un’espressione più matura. Come avevo pensato prima, il suo sorriso era stampato sulle labbra. Solo a guardarlo, sorrisi a mia volta.
Mi saltarono subito all’occhio un paio di cuffie arancioni che portava intorno al collo; evidentemente era ancora un appassionato di musica.
Stava parlando con un gruppetto di persone che non conoscevo. D’istinto ne fui un tantino gelosa, ma fu una sensazione che mi passò subito: d’altronde, non esistevo solo io per lui, ammesso che si ricordasse ancora di me… ed era questo il pensiero che costituiva una piccola pecca in quella giornata cui sarei dovuta essere la persona più felice del mondo.
E se mi fossi ripresentata a lui, e lui non si sarebbe ricordato di me? Sarei potuta scappare via piangendo? No.
Non mi restava altro da fare che affidarmi alla buona sorte.
Con passo deciso mi avvicinai, quanto più possibile, appoggiandomi al tronco di un albero lì vicino. Attesi che il gruppo di Yoh si facesse più vicino, e intanto ascoltai i battiti accelerati del mio cuore. Mi morsi la lingua e gettai un’occhiata di sbieco ai ragazzi. Quando mi resi conto che il momento era quello “giusto”, scattai in avanti.
Osservai la facce dei ragazzi, soffermandomi maggiormente sull’espressione di Yoh.
-Ciao- salutai timidamente, non sapendo esattamente quale fosse la cosa migliore da dire. Pregai interiormente di ricevere una risposta da chi volevo io.
-Tu saresti… ?-
A parlare era stato un ragazzo dai capelli azzurri e dall’aspetto amichevole. Mi si avvicinò e mi studiò, come se fossi un esemplare da laboratorio.
-Rochelle.-
Rimasi anch’io di stucco, perché non era stata la mia voce a pronunciarsi.
Annuii, felice che il mio amico rimembrasse. -Allora ti ricordi- dissi, con le lacrime agli occhi. Non avrei singhiozzato -ero pur sempre una ragazza forte- ma le emozioni che sentivo dentro erano potenti, tanto che avrebbero potuto uccidermi, facendomi scoppiare il cuore.
Lui rise, di quella risata che avevo persino sognato. -Non saranno i capelli cresciuti, o “qualche” centimetro” in più a imbrogliarmi. Non ti ho mai dimenticata.-
Mi lasciai guidare dall’istinto, perché quando non si sa come comportarsi è meglio lasciar parlare il proprio corpo. Lo abbracciai, stringendolo forte. Gli fui grata, sentendo che anche lui faceva lo stesso.
-Ti dispiace metterci al corrente?- parlò lo stesso ragazzo di prima.
-Con piacere, Horo Horo. Ma credo che Rochelle sarà felice di farlo, magari mentre ci incamminiamo per andare a casa.- Si staccò dall’abbraccio e cercò la mia approvazione con lo sguardo.
Annuii.
-Dunque- iniziai, con leggero imbarazzo. –Mi chiamo Rochelle e sono una vecchia amica di Yoh. Ci conoscemmo molti anni fa, quando i miei genitori lavoravano qui.-
-Dovete sapere che i genitori di Rochelle cambiavano lavoro molto spesso- s’intromise Yoh.
-Esattamente- confermai. –Finalmente sono maggiorenne, per cui decido io dove voglio stare.- Mi accorsi di essere sembrata un po’ troppo ribelle, quindi sviai il discorso. –A ogni modo, mi conoscerete meglio in seguito, se volete ovviamente… mi sei mancato Yoh.- Alzai il braccio, mostrandogli il braccialetto che tenevo allacciato a un paio di dita, dato che mi andava stretto al polso.
Lui capì cosa volessi dire, e sorrise. –Anche tu.-
Mi girai in avanti e scrutai la strada. Tutto ciò che mi circondava mi sapeva di casa. Sorrisi, e chissà da quanto tempo non lo facevo così spesso.
Finalmente ero tornata.

   
 
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Shaman King / Vai alla pagina dell'autore: GiuHyun