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Autore: Arial    30/09/2011    8 recensioni
Anno 2014. Dean porta a termine la sua missione, uccidendo il Diavolo e suo fratello. Cosa ne sarà di lui e dei compagni che aveva mandato a morire, adesso? Riuscirà a salvare Cas dalla trappola in cui l'ha fatto cadere o morirà nel tentativo?
Genere: Angst, Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Quinta stagione
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“There is nothing left of you

I can see it in your eyes

Sing the anthem of the angels

And say the last goodbye

I keep holding onto you

But I can’t bring you back to life

Sing the anthem of the angels

Then say the last goodbye.”

(Anthem of the angels, Breaking Benjamin)

 

 

 

Il tuo primo bersaglio era stato un vecchio barattolo arrugginito. Il tuo braccio era rimasto fermo, allora, nonostante la pistola fosse troppo pesante per un bambino di soli sei anni. E quando il tremendo colpo era risuonato nell’aria e la lattina era volata via dal muricciolo in un’epifania di scintille, il tuo cuore aveva avuto un balzo, folle di eccitazione e di orgoglio.

“Sei stato bravo, Dean” aveva commentato tuo padre, carezzandoti i capelli, uno strano sorriso sul volto.

E adesso, osservando il corpo di tuo fratello cadere nel fango, non puoi che chiederti cosa penserebbe di te e dell’ordine che hai finalmente eseguito. Il suo ultimo ordine: fermalo o uccidilo.

Una splendida luce ti avvolge, straziandoti gli occhi e l’anima, prima di ritirarsi. È la grazia di quel figlio di puttana, realizzi.

Ti avvicini a Sam – Lucifer, quello è Lucifer – le gambe ferme, il cuore vuoto. Lacrime ti solcano il viso, mera reazione fisica a quel bianco tanto incandescente da restare come un negativo dietro le tue palpebre. Due enormi ali bruciate incorniciano la figura ai tuoi piedi, appena una sfumatura più scure del terreno su cui si sono impresse per sempre.

È finita.

Cadi in ginocchio. Dita insicure tracciano quel viso che fino a pochi istanti fa era stato di una perfezione assoluta, inumana. Quello era Lucifer, questo è Sam. I suoi occhi spenti riflettono il cielo sopra di voi, grigi e senza vita. Non sembrano accusarti, non proprio, eppure li chiudi, incapace di sostenerli.

“Non avrei dovuto lasciarti solo.” Mi dispiace.

A dispetto di ogni sforzo, lo sguardo corre al suo petto, calamitato da un pigro rivolo rosso. Vi posi il palmo, stupendoti del suo tepore. Un lento movimento circolare e la linea si trasforma in uno sbuffo, poi in un alone. Lasci andare la colt e immergi entrambe le mani nella terra. Foglie, melma e pietrisco macchiano quel detestabile completo. Gli sfili la giacca dalle spalle e la camicia dai pantaloni, in una rabbiosa esplosione di stoffa e bottoni. Intrecci dita sporche e tremanti fra i suoi capelli, scompigliando ciocche che sembravano scolpite nel marmo.

“Meglio, vero?” mormori, la mano che torna nuovamente alla pistola. La sollevi con esasperata lentezza, gli occhi che mai abbandonano il suo viso. “Mi dispiace, Sam.”

Porti la canna alla gola e, al gelido tocco del metallo, un brivido ti solca la schiena. Chiudi gli occhi.

Li riapri qualche istante più tardi, al suono di passi che si avvicinano. John, uno dei tuoi, o quello che ne resta. Si scaglia contro di te e il colpo che ti eri riservato finisce nella sua testa. È la classica secchiata d’acqua.

Scatti in piedi e corri al sanatorio. I tuoi uomini sono lì dentro. Cas è lì dentro, dove l’hai mandato a morire per avere la tua occasione contro il Diavolo. Non ti penti della tua scelta, ma non vuoi che se ne vadano senza sapere della vostra vittoria. Non vuoi che se ne vada da solo.

In un attimo sei dentro, la via libera come avevi previsto. Lucifer ha scelto bene il luogo della sua trappola: corridoi lunghi e stretti, porte su ogni lato, sbarre alle finestre. Non si può certo dire che il figlio di puttana fosse uno stupido. Sulle scale, l’odore penetrante della polvere da sparo si mescola a quello più dolce del sangue. Non senti più alcuna detonazione però. Che sia tutto finito?

Al secondo piano, l’ingresso sicuro che avevi indicato loro, altri corpi si offrono alla tua vista. Fra essi, quello di Risa. Le gambe leggermente divaricate, le braccia sopra la testa, era così che ti aveva accolto dentro di lei, poco meno di qualche giorno fa. Peccato che ora le sue budella siano sparse sul pavimento, grottesche sostitute del raso che l’aveva fasciata.

Ti sposti nel corridoio, il mitra levato, ed eccolo, Cas, vicino quella che doveva essere la stanza delle infermiere, un croat chino sopra di lui. Levi il braccio, ma prima che tu possa fare fuoco, il mostro cade all’indietro.

“Sei più in forma di quanto sperassi, se continui a freddare croat.”

“De-Dean?”

La sorpresa nella sua voce ti avrebbe ferito un tempo, di certo non ora. Lo raggiungi in poche falcate. “Puoi camminare?”

“Lucifer?”

“Abbiamo vinto.”

“Mi dispiace” risponde, dopo un lungo silenzio. Provi a rimetterlo in piedi e ti scaccia. “Non mi toccare.”

“Cas, andiamo, non abbiamo tutto il giorno.”

“Non. Mi. Toccare” scandisce, pacato. Definitivo.

Decine di passi in lontananza e un ringhio crescente però mandano a monte i suoi piani. “Al diavolo” sibili, sollevandolo da terra. Senti il suo sangue filtrarti fra le dita, il gemito che non riesce a soffocare. Merda, devi distenderlo da qualche parte, capire quanto è grave.

Un calcio ben assestato e siete nell’infermeria. “Una sola parola su archi e spose e ti lascio cadere a terra” assicuri, attraversando l’uscio. Lo poggi contro dei vecchi armadietti arrugginiti e torni alla porta. La sbarri come meglio puoi: un grosso schedario, qualche sedia, una panca. Potrebbe reggere per un po’, ma la vostra migliore speranza è che quegli stupidi figli di puttana non si accorgano di voi.

“Ti sei barricato in una stanza senza uscite con un drogato più morto che vivo, altre idee geniali?” comincia, caustico. “Appuntarsi un bersaglio dietro la schiena sarebbe originale, te lo consiglio.”

“Credo che per ora mi limiterò a tapparti la bocca con una di queste” ribatti, strappando un’uniforme dal gancio su cui pendeva.

Ti chini accanto a lui, rosse gocce che già decorano il pavimento. Estrai un coltello e fai per tagliargli la maglia. Ti ferma. “No, è inutile.”

“Non fare il coglione” ordini, scostando la sua mano. “Ti ho ricucito in condizioni peggiori.”

Scuote la testa, le dita che tornano a fermarti. Pare proprio che qualcuno abbia scelto il momento peggiore per ammutinarsi. “È inutile, Dean. Sono infetto.”

“Oh.”

Sorride, senza alcuna allegria. “Già, oh.”

“Magari ci sono ancora anticorpi da ex angelo nel tuo corpo che ti rendono immune alla cosa” tenti.

“Contaci” ribatte. “Senti, Dean…”

“Non ti lascerò morire come un animale, Cas” urli, incurante dei croat.

“Perché? Non faceva forse tutto parte del tuo piano? Non è quello che hai fatto agli altri? A Sam?”

Colpisci il metallo a pochi centimetri dal suo viso e ti rialzi. Sai cosa sta cercando di fare. “Dovevo salvare il mondo, il resto sono danni collaterali” mormori, dandogli le spalle. “Avresti fatto lo stesso.”

No, non a te, lo sapete entrambi.

Una vetrinetta mezzo sfondata attira la tua attenzione. Forse… Bingo! Al suo interno c’è una confezione di guanti in lattice. Ne indossi un paio e ti volti nuovamente verso Cas: adesso non potrà dire che non prendi le tue precauzioni. “Il dottore è qui.”

Resta impassibile, probabilmente negli ultimi anni non si è messo al passo coi Peanuts. “Che vuoi fare?” domanda.

“A te cosa sembra?”

“Giocare all’allegro chirurgo prima di spararmi?” prova.

“Ci sei andato vicino. Ora sposta quella mano, se non vuoi che te la stacchi.”

Sorride ancora, stanco. “Solo perché l’hai chiesto gentilmente” acconsente, facendoti spazio.

Gli sollevi la maglia, e una piccola smorfia di sconforto deturpa i suoi lineamenti.

Ti ho ricucito in condizioni peggiori, avevi detto, ma non è così. Un taglio netto e profondo gli martoria la schiena. L’emorragia è molto estesa, il rene dev’essere danneggiato. Avrebbe bisogno di un medico, non di un macellaio in guanti bianchi. Strappi pezzi di stoffa, li appallottoli e li premi contro la ferita. “Riesci a tenerli?” domandi, sfilandoti la cinghia.

“Stavo per chiederti se volessi farcire un tacchino con quelli, ma devi avere altro in mente.”

I suoi occhi si abbassano sul tuo inguine e si fanno ferini. “Davvero, sono sempre più colpito dalla tua resistenza” concedi. Gli passi la cintura intorno alla vita, e un brivido lo scuote. “Questo farà male” mormori, per una volta grato di tutte le anfetamine che ha in corpo. Quando però stringi il passante, ancorando il tessuto alla ferita, neppure quelle gli impediscono di gridare. Getta la testa all’indietro, un rivolo di sangue gli scivola lungo il mento. Il suo sguardo corre alla stretta finestra e alle sue sbarre. “Sono corrose dalla ruggine, qualche colpo ben piazzato e verranno via. Poi potrai issarti sul tetto o cercare un’altra via di fuga.”

Gli prendi il viso fra le mani, costringendolo a guardarti. “Non andrò da nessuna parte, Cas.”

Devi andartene. L’idea che potrei… per favore, Dean, vattene e basta.”

I suoi occhi si riempiono di lacrime e l’ultimo frammento ancora intatto del tuo cuore va in pezzi. L’hai sfruttato per anni, l’hai corrotto in modi che neppure comprende e per ultimo l’hai usato come esca, eppure è ancora qui, a supplicarti di abbandonarlo.

Poggi le labbra sulle sue, che si schiudono in un moto di terrore. Affondi la lingua nella sua bocca, ad accoglierti un trionfo di adrenalina e sangue, gelo e morte. “Posso restare adesso?” sussurri, senza fiato, una mano fra i suoi capelli.

“Coglione” sibila. “Stupido, stupido coglione. Che ho fatto per meritarmi una simile punizione?”

“Andiamo, Cas, non posso baciare così male” replichi, con un sorriso. “E hai ragione, sono un coglione: avrei dovuto farlo molto tempo fa.”

Ti siedi accanto a lui, deglutendo rumorosamente. Cas era infetto, non ci sono dubbi. E adesso lo sei anche tu. Puoi sentire quella merda farsi strada dentro di te, fredda e velenosa: giù lungo la gola, fino al petto e alle viscere. Socchiudi le palpebre, incapace di provare vera paura, e poggi la testa contro la spalla del tuo compagno.

“…e trasparien come festuca in vetro” sospira Cas, in una lingua che non conosci.

“Come?”

“È Dante, l’Inferno.” L’ennesimo tremito lo attraversa, lo cingi con un braccio e continua. “Nella parte più bassa dell’abisso sono puniti i traditori. Essi scontano la loro pena immersi nel ghiaccio di Cocito, pagliuzze intrappolate eternamente nel vetro.”

“Fantasioso” commenti. “Non voglio immaginare su cosa si facesse le seghe il nostro Dante.”

“È vero, Dean. Il fondo dell’Inferno è ghiacciato e vi finiscono peccatori che mai rivedranno la luce, neppure come demoni. Lucifer era fra questi, come gli angeli che seguendolo hanno ucciso i loro fratelli. E io sono uno di loro” conclude.

“Tu non sei come loro, Cas.”

Solleva una mano, mettendoti a tacere. “Ho ucciso i miei fratelli, tanto basta. Non c’è esattamente un tribunale cui appellarsi di sotto, dovresti saperlo.”

“E così ti sei guadagnato un’anima per farla marcire all’Inferno, grande.” Chiudi la mano intorno al suo polso, cercando di comunicargli il calore che ancora senti. “Almeno sarai in buona compagnia, credo di essere appena entrato nel club.”

“Allora forse valeva la pena iscriversi” ride, assolutamente sincero, e un accesso di tosse gli toglie il fiato.

Lo prendi fra le braccia, chiedendoti come ti sia meritato una tale dedizione. È l’aver tradito te che mi porterà all’Inferno, Cas.

Un verso strozzato gli sfugge dalle labbra. “Dean, io non…”

Tenta di ritrarsi e l’attrai ancora di più al tuo corpo. “Ssshh, va bene così” replichi, baciando ciocche che sanno di zolfo e sangue.

Porta una mano tremante al tuo collo e una preghiera silenziosa ti sale alle labbra. Preghi che quelle dita che mai hanno lasciato le tue ti stringano un’ultima volta, con forza, prima di ricadere per sempre sul tuo grembo.

 

 

 

 

Note: Dedicata alla mia France. Sei la fan migliore che potessi desiderare, davvero. E non ti ringrazierò mai abbastanza. Uno special thanks anche alle due beta di questo giro: Kae e la sempre secchioncina Giulia.

Spero che la fic vi piaccia. Ho deciso di aggiungere almeno altre due storie a questo ‘verse ^^

   
 
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