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Autore: xMoonyx    03/10/2011    12 recensioni
Una passeggiata nel parco durante la vigilia di Natale. Colin ultimamente inizia a sentirsi attratto da quegli sguardi che il biondo gli lancia durante le riprese, i momenti di pausa, le interviste e quant'altro. E tutto... tutto per colpa di Primeval!
x.X.x
«Da gay?» ripeté il biondo come se fosse all'improvviso tornato lucido. Aggrottò le sopracciglia, fissandolo perplesso -e Col nel frattempo faceva di tutto per non guardarlo, lasciando guizzare lo sguardo da un lato all'altro tranne che sul suo viso- come studiandolo, e poi aggiunse. «E anche se fosse?»
Di tutte le risposte nel repertorio del cervello del biondo quella era decisamente l'unica che Colin non si sarebbe mai aspettato di sentire.
«Cosa?» si ritrovò a chiedere ansioso, perdendosi nei suoi occhi blu come lapislazzuli.
Gli angoli della bocca di Brad si incresparono leggermente, i suoi occhi da gatto non si mossero dai suoi per nemmeno un istante; la sua mano rimase artigliata a quella dell'altro.
«E se lo fossi, cosa cambierebbe? Rimarresti mio amico?»
Colin richiuse la bocca, sconvolto.
[Bradlin~ ♥]
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Bradley James
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Thief Lo_oks
Dedico la fanfiction a Il_Genio_del_Male che mi ha supportata chiedendomi di terminare questa piccola follia *-*


Thief Lo_oks
Prima Parte


Smile, God Evil! Smile~ ♥

Uno splendido pomeriggio di sole li aspettava al parco, uno di quei pomeriggi in cui il cielo azzurro è intervallato da morbide spruzzate di nuvole candide.
Colin pensò che non c'era di meglio dello spettacolo offerto dalla natura.

Poi si corresse, riflettendo che sì, c'era di meglio. E quel meglio stava camminando accanto a lui, con le mani affondante nelle tasche dei jeans su cui svettava il rigonfiamento del cellulare, e l'adorabile muso tuffato sotto una sciarpa.
Una sciarpa grigio-verde che gli aveva regalato lui, per inciso, un Natale fa.

Era piuttosto contraddittorio accostare una giornata di sole ad un Bradley imbacuccato alla bell'e meglio.
Ma forse bisognerebbe precisare che sebbene il sole stesse sorridendo alle due figure che stavano percorrendo la stradina principale del parco, il mese di Dicembre non offriva certo un confortante calore.

Gli abeti del parco immersi per metà nella soffice neve presentavano delle lucine spente, che quella notte, la notte di Natale, avrebbero offerto uno spettacolo eccezionale.
Perché Colin e Bradley si erano allontanati dal luogo delle riprese, lasciando il cast a sbrigarsela sui preparativi della festa di quella sera? Festa che, per inciso, avrebbero passato assieme probabilmente rivedendo qualche puntata della nuovissima quarta serie, inedita -sebbene, fortunatamente, ancora per poco- in tutto il mondo.

Con un sorriso sbarazzino il moro pensò a quando durante la festa dell'anno prima Anthony si era ubriacato iniziando a cantare in modo stonato e ballando un po' con Kathie e un po' con Richard. Ad Angel che si era messa a miagolare e ridere senza un motivo apparente, e a Bradley che agitava una pentola come se fosse una spada.

Colin ricordò perfino quando gliel'aveva puntata al collo sillabando "Ti dichiaro colpevole in nome del principe Arthur" al quale il più giovane aveva replicando facendo scattare un sopracciglio verso l'attaccatura dei capelli.
Il biondo amico era poi scoppiato a ridere, forse più per la sua reazione che per altro, e Colin era stato costretto a reggerlo per evitare che cadesse a terra.

Gli nasceva spontaneo un sorriso ogni volta che pensava a quei momenti.
Quando ancora la sua mente era sana e non lo tormentava con immagini e fantasie che decisamente non avrebbero dovuto stabilire di trasferirsi nel suo cervello.
Quando ancora il suo cuore non faceva le capriole ogni qual volta quell'idiota e stupidissimo biondo incontrava il suo sguardo.

Quando ancora la sua pelle non rabbrividiva al suo tocco.
Aveva sempre considerato Bradley un amico… forse il migliore che avesse mai avuto.
Non solo perché con lui si sentiva libero di essere se stesso, senza riserve, ma anche perché -e soprattutto- il biondo era forse l'unico del gruppo che riuscisse realmente a capirlo.
Colin era considerato da tutti un mistero, un grattacapo, un'incognita, dalla battuta aspra ma i modi senza dubbio gentili, che però teneva ogni suo pensiero o considerazione per sé.

Angel aveva osato ammettere che era come se si fosse costruito un muro attorno. Un muro invalicabile. Ma gli voleva bene lo stesso.
A dire il vero non era precisamente esatto… Brad non si era lasciato intimidire da tali constatazioni e coi suoi modi solari e sì, effettivamente buffoni, era riuscito a oltrepassare quella corazza e raggiungere il suo vero essere.

Colin odiava questo di lui. Odiava il dannato modo in cui il biondo riusciva a leggergli dentro anche solo con uno sguardo.
E sì, odiava quello sguardo.
Odiava il modo insistente con cui quegli splendidi occhi azzurri si puntavano su di lui durante le interviste, e non lo mollavano un attimo, ritirandosi solo quando finalmente si voltava a guardarlo.

Brad era incomprensibile e dannatamente sfuggente.
Colin odiava anche il modo in cui il proprio cuore iniziava a bruciargli ogni volta che percepiva quello sguardo azzurro addosso.
Lui e Brad avevano sempre avuto un rapporto speciale, unico, e molto stretto, sicuramente più di quello tra Arthur e Merlin nella serie.
I produttori della BBC erano entusiasti del fatto, perché ritenevano che così sarebbe risultato più naturale recitare. Perché la loro amicizia era sincera.

Non che Colin comprendesse a pieno le reazioni del suo corpo: Brad era solo un amico, e soprattutto, era un ragazzo.
Quello che provava era sicuramente un profondo turbamento, ma niente a che fare con quella parolina iniziante per C e terminante con OTTA, che molte fan slasher sostenevano.

A dire il vero inizialmente rideva ogni volta che qualcuno citava fan fiction, disegni e quant'altro che vedessero lui e il somaro come una coppia.
Poi, un grigio venerdì sera di Novembre, stava aspettando che finisse il conto alla rovescia di Megavideo che recitava il consueto "Hai già guardato 72 minuti oggi". Aveva promesso ai produttori che avrebbe visto in streaming le puntate di Primeval, tanto per conoscere il lavoro precedente della BBC, e in quell'istante si era trovato a pensare, così, per puro caso, che Bradley in quello stesso momento sicuramente stava guardando le puntate della quarta stagione di Buffy, la sua preferita.

E così, navigando su internet, era incappato in una fan fiction che ritraeva una storia romantica tra lui e Bradley… già, non Arthur e Merlin, ma lui e Brad.
Entrando nel sito delle fan fiction aveva scoperto che ve n'era un numero incalcolabile dalle tematiche slash con protagonisti lui ed il suo amico; e con le orecchie più rosse di un pomodoro nel cogliere qualche "frase a luci rosse" tra le descrizioni di ogni singola storia, aveva cliccato sulla x rossa della finestra per chiuderla, rimanendo a fissare inebetito lo schermo del suo Mac.

E come se ciò non bastasse lo schermo del suo computer presentava una foto in cui lui e Brad facevano delle smorfie.
A quel punto l'aveva spento, e… al diavolo Primeval!
Prima di quel giorno non aveva mai preso in considerazione l'idea che lui e l'asino potessero davvero stare assieme, come coppia si intende.
Erano amici, e questo bastava.

Amava passare tempo con lui, si divertiva parecchio e dimenticava tutte le preoccupazioni. Si capivano con uno sguardo, i loro sorrisi erano sincronizzati e i loro scherzi facevano uscire di matto Angel.
La loro complicità era stata compresa da tutti nel cast: ormai li definivano praticamente 'inseparabili' anche perché, nelle ore di pausa, li trovavano quasi sempre assieme, solo ogni tanto anche con la compagnia di Angel e Katie.

Ma poi Brad aveva detto quelle cose… aveva ammesso che lui, Colin, era speciale.
Era il miglior complimento che gli avessero mai fatto e il moro fu certo di ammettere che nessuno, mai, gli avesse detto una cosa del genere.
Per non parlare della gelosia dimostrata dal somaro nei confronti dell'amore giurato dalle fan per lui.
"Oh Colin, oh quanto è adorable Colin! E nessuno che si preoccupi mai di Bradley?"

E poi non faceva altro che parlare bene di lui, di addossargli pregi e qualità che lo stesso Colin non aveva mai notato di possedere.
A volte pensava che l'amico fosse anche fin troppo gentile con lui… quasi temeva di poterlo deludere.
E così nascondeva l'imbarazzo con battute come "mi maltratta sempre, anche nella realtà".
Non che fossero lontane dalla verità.

Le torture di Brad però non erano fisiche, quanto piuttosto psicologiche: aveva infatti la straordinaria capacità di trascinarlo perfino nelle situazioni più assurde, come quando saltellando come un bambino aveva convinto lui, Katie ed Angel a salire sulle montagne russe, e per poco non era caduto a terra scendendo, con lo stomaco in gola.
Dopo quel giorno Colin aveva promesso che non ci sarebbe più salito, perché preferiva mantenere i suoi organi interni al proprio posto, e Bradley -stranamente- non aveva avuto nulla da ribattere.

Un tacito accordo, quello, certamente raro per uno come Brad che aveva quell'insopportabile abitudine di ottenere -volenti o nolenti gli altri- l'ultima parola.
Ora, da tutta questa descrizione si potrebbe pensare che Colin non sopportasse il suddetto biondo, ma questa era solo la copertura che si era creato attorno.

Perché preferiva insultarlo e criticare i suoi difetti piuttosto che meditare sul perché, negli ultimi tempi, aveva il vizio di specchiarsi sul vetro della finestra della sua camera d'albergo e sistemarsi i ciuffi di capelli prima di uscire con lui per qualche passeggiata, scherzo o scorribanda.
C'era chi si chiedeva come facesse a sopportare l'irrefrenabile spirito di Bradley, assecondandolo in tutte le follie che ponderava.

E Colin non sapeva cosa rispondere: già, perché lo faceva? Gli altri membri del cast adoravano Bradley, certo, -era un tipo molto alla mano, almeno a detta di quasi tutti-, ma alcuni (Angel specialmente) si innervosivano presto del suo carattere esuberante.

Non che Colin fosse da meno… se avessero scoperto che la maggior parte delle volte la mente degli scherzi era la sua, probabilmente non l'avrebbero più guardato con quella sorta di tenerezza che riservavano solo a lui, come a voler dire "ma guarda quanto sei dolce ed innocente, perché ti fai guastare da quel pazzoide del tuo amico?".

«E' bella quest'aria fresca, vero, amico?»
Colin si riscosse dai suoi pensieri, riportato violentemente alla realtà dalla voce del diavolo travestito da angelo.
Si voltò a guardarlo, ostentando l'espressione più spensierata che riuscì ad assumere, e lo vide con lo sguardo perso all'orizzonte, le palpebre socchiuse per il freddo.

«Sì, è piacevole, specialmente se hai in mente di ibernarti.»
Brad sorrise e Colin distolse lo sguardo, mentre il suo stomaco si agitava spudoratamente.
Sta' fermo, dannazione!
«Veramente una bella arietta…» commentò il biondo «ci voleva questa passeggiata, almeno potremo assaporare aria pura.»

«Almeno
«Dubito che stasera penseremo ad altro se non al vino.»
Merlin sorrise pensando alla scena dell'anno prima, poi però cadde un nuovo silenzio. Sentì di nuovo quella familiare sensazione di due occhi blu puntati sulla sua nuca, ma finse di non farci caso e continuò a guardarsi le converse mentre camminavano nel vialetto spalato dalla neve.

«Colin?»
«Mmmh?»
«C'è qualcosa che non va?»
«No, va tutto be-»
«Stai sicuramente pensando a qualcosa.»
Colin era indeciso se ridere o sollevare un sopracciglio: ma il suo corpo si rifiutò di riflettere e fece entrambe le cose.
«Brad, tutte le persone normali pensano. Oh, aspetta, ovviamente non parlo di te.»

«Io sono speciale.»
Altra capriola da parte del suo stomaco: di nuovo quell'aggettivo… ma perché Brad era così dannatamente insopportabile?!
«E comunque pensavo al perché oggi non hai voluto la compagnia della tua inseparabile telecamera.»

«Oh ce l'ho nella borsa, se vuoi posso prenderla!» si illuminò Brad, per poi ridere scrutando la sua espressione spaventata. «Volevo stare solo in tua compagnia.»
Idiota, idiota, idiota! Non dire queste cose imbarazzanti!

Colin si schiarì rumorosamente la gola per non ascoltare la voce della sua coscienza e con fare distratto guardò l'amico.
«Potresti partecipare a qualche programma comico, dico sul serio, hai un gran talento! Ma come bugiardo fai pena Bradley James alias futuro erede al trono di Camelot.»
«Taci, Merlin!» replicò quello, sottolineando il nome con un'espressione ironica «Stai parlando col principe Arthur, mostra un po' di rispetto!»

«Scusate, maestà!» Colin fece un buffo inchino, senza abbandonare il sorriso. «Non mi manderete alla gogna per così poco, spero!»
«Per questa sera ti perdono!» e il biondo mosse una mano come per scacciare una mosca. «Ma quando torneremo in albergo ti sottoporrò ad un'irremovibile punizione!»
E lo guardò… uno sguardo malizioso.

Le orecchie di Colin presero fuoco, e il moro dovette convogliare tutta la sua forza di volontà per non ascoltare la sirena che aveva iniziato a suonare e lampeggiare nella sua testa recitando "Allarme: discorso pericoloso, discorso pericoloso!".
«Emh… che genere di punizione hai… avete ideato, sire?»
«Ti piacerà!»
Non arrossire, Colin, non arrossire!
Non ti ha assolutamente fatto una proposta indecente!

Brad rise, così vicino che Colin sobbalzò col cuore in gola: quando si voltò a guardarlo lo scorse ridere apertamente.
«Sarò il tuo incubo peggiore!»
Lo sei già.
«Preparati alla tua fine…»
Fantastico, non posso chiedere di meglio.
«Perché stanotte ho in mente di…»
Oddio, non è quello che penso, vero? Ditemi che non lo è, vi prego…
«Di filmarti con la telecamera!»

Altra risata, a cui Merlin non partecipò perché troppo occupato a sospirare di sollievo.
Okay, una cosa era certa: se da un lato Bradley era solo Bradley -e quindi un emerito idiota-, dall'altro la propria mente era completamente andata a farsi benedire.
Già aveva iniziato ad inviargli immagini ben poco caste di ciò che lui e l'asino avrebbero potuto fare quella notte -ma in un ipotetico mondo immaginario che non ci sarebbe mai stato e che non ci sarebbe dovuto mai essere- .

I suoi neuroni erano andati in letargo, o in vacanza o… in manicomio, più probabilmente.
Perché non era mica normale riscontrare frasi maliziose in semplici battute da amici!
Doveva smetterla di attribuire certe sensazioni -a cui non voleva assolutamente dare un nome- al volto del biondo amico!

Continuarono a camminare, l'uno ancora con le labbra increspate in un sorriso per la recente battuta, l'altro intento a maledire le funzioni del suo cervello, meditando se fosse il caso di farsene trapiantare uno nuovo e, per lo meno, sano.
«Sei adorabile quando ti spaventi, Colin.» ammise ad un tratto il più grande, senza guardarlo, e senza abbandonare il sorriso.

Colin alias Merlin si costrinse a non rendere i suoi zigomi dei pomodori maturi e fissò la punta bianca delle sue scarpe: le converse usate erano proprio affascinanti, vero? Avevano quell'aria di vissuto che le rendeva…
«E le tue orecchie sembrano ancora più grandi.»
«Non ho le orecchie grandi!»
Bradley rise e Colin scosse la testa, senza fare a meno che le sue labbra formassero un piccolo archetto.
Non poteva non sorridere venendo abbagliato da quella dentatura così… splendente.

«Bradley?»
«Oh ti sei svegliato! Che c'è, comunque?»
Il moro prese un grande respiro, imponendosi di guardare tutto tranne il volto dell'amico.
«Perché siamo venuti qui?»
Di nuovo quella sensazione di solletico alla nuca.
«Perché? Beh, perché…» il biondo si interruppe e Colin fu sicuro di immaginarsi il suo adorabile muso fare una smorfia.

«Non ne ho idea.»
«Tu sei impossibile!» ed ecco che rideva, e non poteva nemmeno evitarlo.
«Sono un Pendragon, del resto.»
«Oh ma piantala!»
Altre risate, poi di nuovo il silenzio.
«E… Bradley?»
«Sì?»

Nello stesso istante in cui Colin si domandava per quale assurda ragione lo stesse per dire le parole lasciarono le sue labbra senza il permesso dei suoi stupidissimi neuroni (a quanto pareva in coma).
«Perché hai scelto di venirci con me?»
«Eh?»
Okay, la frittata era ormai fatta.

Colin si insultò in tutte le lingue del mondo, sebbene ne conoscesse vagamente due o tre, e scoprì che non era l'unico ad essersi sorpreso per la domanda.
«Perché sei voluto venire qui con… me?» reiterò, con la voce che tremava leggermente.
Maledetto freddo!

«Come perché? Sei il mio migliore amico, no?»
Voltati, voltati… sembravano urlargli gli occhi di Brad puntati sulla sua nuca.
Colin fu sicuro che, qualche ora dopo, in quella zona del collo avrebbe trovato una scottatura, tanto era intenso quello sguardo.
Ma non si voltò.

«Sì, certo, ma… beh, sai com'è, i fan parlano e…»
«E tu lasciali parlare.»
Il moro gli rivolse uno sguardo di traverso e lo vide sorridere.
«Oh, non mi dirai che non ti sei ancora abituato a tutte le voci su noi due lanciate dai fan? Secondo loro stiamo insieme da almeno tre anni e lo nascondiamo agli altri membri del cast!»

Il più piccolo lo fissò mentre rideva e non seppe cosa dire.
Perché all'improvviso la sua ragione aveva smesso di predicare e la sua coscienza si era data all'ippica, lasciando il posto ad un istinto decisamente idiota e fuori luogo.
«Non intendo questo, ma… voglio dire, i fan iniziano a chiedersi perché non ti trovi una ragazza, ecco.»
«Mmm.»

Colin fece guizzare solo per un attimo lo sguardo su di lui, ma incontrando i suoi occhi lo distolse all'istante.
«Cosa c'entra con te?»
«Beh, come fartelo capire… la gente si chiede perché tu preferisca uscire con me più che trovarti una ragazza.»
Si schiarì di nuovo la gola, sentendo le orecchie come se fossero state infornate.
C'era proprio caldo quel pomeriggio!

«E' la gente che se lo chiede o sei tu?» borbottò Brad con un sorrisetto astuto e Colin spalancò gli occhi, tornando a guardarlo.
«Perché dovrebbe interessarmi?» provò, fingendosi indifferente. «Non sono certo uno slasher.»
Brad rise fissando l'orizzonte, poi tornò a guardarlo. Senza che se ne fossero accorti si erano fermati nei pressi di una panchina.

«Beh puoi dire alla gente, allora, che se proprio volessi trovarmi una ragazza non avrei difficoltà. Andiamo, guarda l'orda famelica di fan che mi sbava dietro! Potrei scegliere chiunque di loro.»
«La modestia non è mai stata il tuo forte, vero?»
«Quella la lascio a te, amico. E comunque, io sto con chi voglio. Tu sei mio amico e io voglio passare i pomeriggi con te; se ai fan questo non va bene sono fatti loro.»
«Suppongo di sì.»

Colin scrollò le spalle e riprese a camminare, decidendo di lasciare a più tardi ogni qualsivoglia riflessione su quelle parole.
La nuca bruciava particolarmente.
«Beh, andiamo? O ti sei incantato a fissare le mie orecchie?»
«No, ma… mi sono stancato.»
Finalmente, dopo secoli, il moro maghetto si voltò a guardarlo, un dito sollevato come monito. (e la sua nuca esultò.)

«La tua pigrizia senza limiti è commovente! E sei la contraddizione fatta ad uomo: andiamo, è assurdo, di giorno sei il grande Arthur Pendragon senza macchia e senza paura e di sera sei il Bradley mollaccione che ha bisogno del passeggino per muoversi.»
«E che fa video continuamente.»
«Sì, anche questo!»

Bradley sorrise in quel solito modo storto e Colin richiuse la bocca, con un gran rimestio allo stomaco.
Chi aveva sguinzagliato le farfalle?
«E dai, sediamoci qui un attimo!»
E senza aspettare risposta, il più grande si lasciò scivolare sulla panchina, senza curarsi del sottilissimo strato di neve che la ricopriva.

Colin sorrise divertito quando lo vide irrigidirsi e rabbrividire, passandosi una mano sul retro dei pantaloni.
«Accidenti! Le mie chiappe sono una cella frigorifera!»
Si guardarono, poi scoppiarono rumorosamente a ridere.
In quei momenti Colin dimenticava chi era, cosa faceva e perché. Tempo e luogo erano dettagli insignificanti; ma lui e Brad c'erano, ed era questo che contava davvero.
Poi si risolse ad imitarlo, curandosi tuttavia di scuotere via il nevischio.

Percepiva ancora addosso quegli occhioni azzurri ma non si voltò.
Rimase a fissare il vuoto, tormentandosi le dita intirizzite.
«Cosa mi regalerai per Natale?» domandò allegro il biondo, con un ginocchio sulla panchina e l'altro che dondolava.
Colin represse un sorriso al pensiero che in quello stato assomigliava ad un bambino capriccioso.

Ci mancava solo l'irresistibile broncio e sarebbe stata una cornice perfetta, una di quelle foto d'epoca da inserire in un vecchio album di pelle sfogliandolo solo in occasioni di nostalgia.
«Oh vuoi davvero saperlo?»
Brad annuì, con gli occhi luccicanti e Merlin assunse un'aria di sfida.
«E va bene... ma avvicinati così non mi costringi a sbandierarlo ai quattro venti.»

Brad eseguì, fino ad arrivare a qualche spanna dal suo viso, reclinando la testa per sentire meglio e Merlin avvicinò le labbra al suo orecchio.
«Sorpresa.» sillabò.
Poi scoppiò a ridere e Brad gli rivolse uno sguardo truce.
«Ti convincerò a dirmelo.»

«Nah!» Colin scrollò le spalle, senza abbandonare il suo sorriso e continuò a fissarsi le dita intrecciate.
Quell'iniziale senso di gelo sembrava essere in parte evaporato: ora si sentiva decisamente molto più a suo agio.
Anche se... ovviamente questo si poteva confermare solo ed esclusivamente nel caso che quei pensieri che-non-avrebbe-dovuto-avere stessero alla larga dal suo cranio.

Il moro si esaminò le dita arrossate per il freddo, maledicendosi per non aver indossato i guanti prima di uscire.
Certo che le sue mani erano proprio ossute, come amorevolmente gli ricordava Brad un giorno sì e l'altro pure.

Forse avrebbe dovuto presentarsi ad un bravo chirurgo plastico e farsi gonfiare di grasso le palme.
Si trattenne a stento dal ridere pensando a due mani larghe come palloni da basket.
Poi la voce dell'asino lo fece trasalire.
Era così... vicina.
«Daaaai, me lo dici?»
«Cosa?» provò, curandosi di non guardarlo: se l'avesse fatto dubitava di poter resistere.

Su di lui il broncio infantile di Brad aveva lo stesso effetto dello sguardo magnetico del gatto con gli stivali di Shrek, quando i suoi occhioni grossi come palle da tennis brillavano di dolcezza.
«Cosa mi regali per Natale!»
Colin scosse la testa, con un sorrisetto divertito: e lui che pensava a chissà cosa!
«Ho detto di no... devi solo aver pazienza fino a stasera.»

«Eddai, amico!»
«No.»
«Dai!»
Adesso gli aveva perfino poggiato una mano sulla spalla, scuotendola regolarmente.
Il più piccolo tramontò gli occhi al cielo, lanciandogli una brevissima occhiata.
«Ho detto di no!»
«Dai dai dai dai dai dai!» continuò imperterrito il biondo continuando a scuotergli la spalla. Poi gli diede un buffetto sul collo.

Il moro si voltò finalmente a guardarlo, trovandolo corrucciato come immaginava, solo che aveva un aspetto piuttosto comico e ben poco infantile con quella barbetta corta.
«No, Brad. Non riuscirai a cavarmi parola di bocca.»
Il nominato assunse un'aria strafottente.
«Sarai costretto a dirmelo perché insisterò fin quando non lo farai e alla fine sarai così esasperato che...»
Colin sbuffò, senza darsi per vinto. Brad continuò a piagnucolare e a scuotergli la spalla e dal suo canto Colin si limitò a passarsi una mano sulla fronte, come una madre esausta a che fare con un neonato insopportabile.

Si limitava a sussurrare ogni tanto qualche divertito "no, è inutile" "basta" "la vuoi piantare?" e... poi Brad si zittì, finalmente, e smise di tormentarlo.
Ma la sua mano rimase sulla spalla di Colin e questi si chiese per quale assurda ragione non si fosse ancora ritirata.
Sentiva il peso di quel palmo lì, sulla spalla, insieme ad un calore confortante al freddo dell'inverno.

Ma il suo stomaco riprese ad inseguire la propria coda, girando in tondo... girando girando girando girando.
Come la sua testa, quando avvertì le dita dell'altro spostarsi quasi istintivamente verso il suo collo, in una piacevole carezza che gli fece scendere un brivido lungo la schiena.

Non voltarti a guardarlo! si impose sentendosi rigido come il granito mentre quelle dita continuavano a percorrere la linea sinuosa del suo collo, fermandosi sulla curva della mascella.
Il cuore iniziò a battergli all'impazzata, le guance e le orecchie andarono a fuoco e gli occhi si spalancarono sorpresi. Che diavolo stava facendo Bradley? Aveva forse in mente di fargli venire un infarto?!

Voleva voltarsi per scrutare l'espressione del biondo, per... per studiarlo. Per capire il perché di quelle dita che adesso si stavano insinuando nei suoi capelli.
Accidenti! imprecò Colin deglutendo come se avesse petrolio nel gargarozzo.
Non aveva il coraggio di voltarsi.
Sarebbe stato troppo imbarazzante.
Ma poi quegli occhi blu puntati su di lui calamitarono la sua attenzione.

«Brad?» domandò voltando la testa verso di lui.
Il suddetto interessato, che sembrava essersi perso ad osservare qualcosa di imprecisato sotto il suo mento, alzò lo sguardo stralunato su di lui e lo fissò senza dire niente.
La mano interruppe il suo movimento tra i capelli scuri dell'amico ma rimase lì e il giovane si chiese se fosse il caso di farglielo notare.

«Brad?» domandò ancora, imprecando mentalmente per la voce tremula che ne uscì.
L'amico batté le palpebre, come se si fosse appena svegliato da un magnifico sogno o un terribile incubo.
«Cosa?»
Colin aprì la bocca per rispondere ma la richiuse subito dopo, imbarazzato. Cosa avrebbe dovuto dire?

Sai Brad, non capisco per quale motivo mi stai accarezzando il collo. Non so, forse tu conosci la risposta, in ogni caso gradirei che la smettessi. Non perché sia sgradevole, anzi...
No, no, no, stupido cervello, basta!
«B-brad...» continuò il moro, allungando una mano per afferrare quella del biondo tra i suoi capelli.
«Sai... ehm... questo è molto da gay.»
Ma che diavolo mi salta in mente?!

Brad parve risvegliarsi solo quando le dita del moro incontrarono le sue per tirarle indietro. A quel punto fremette e in un gesto veloce intrappolò la mano di Colin.
«Hai le mani ghiacciate.»
Colin provò a dire qualcosa ma dalle sue labbra non si levò nessuna parola di senso compiuto.
«Brad... insomma... forse è meglio se...»

«Da gay?» ripeté il biondo come se fosse all'improvviso tornato lucido. Aggrottò le sopracciglia, fissandolo perplesso -e Col nel frattempo faceva di tutto per non guardarlo, lasciando guizzare lo sguardo da un lato all'altro tranne che sul suo viso- come studiandolo, e poi aggiunse. «E anche se fosse?»
Di tutte le risposte nel repertorio del cervello del biondo quella era decisamente l'unica che Colin non si sarebbe mai aspettato di sentire.

«Cosa?» si ritrovò a chiedere ansioso, perdendosi nei suoi occhi blu come lapislazzuli.
Gli angoli della bocca di Brad si incresparono leggermente, i suoi occhi da gatto non si mossero dai suoi per nemmeno un istante; la sua mano rimase artigliata a quella dell'altro.
«E se lo fossi, cosa cambierebbe? Rimarresti mio amico?»
Colin richiuse la bocca, sconvolto.

No, probabilmente stava immaginando tutto.
Non poteva essere vero.
Doveva dire qualcosa ma la sua mascella sembrava essersi paralizzata. Doveva fare qualcosa, ma la sua mente si rifiutava di mandare l'ordine alle sue gambe di alzarsi e correre via.

L'unica cosa che riuscì a fare fu distogliere lo sguardo, le guance che avevano assunto ormai la tonalità bordeaux.
Forse Bradley lo stava solo prendendo in giro... sì, sicuramente, per testare le sue reazioni.
Insomma, il biondo non era... gay.

O sì?

Sussultò quando qualcosa gli sfiorò il mento, stringendolo in una breve presa.
«Guardami quando ti parlo.» sussurrò Brad girandogli il mento verso di lui.
Colin si ritrovò suo malgrado a fissare il volto del biondo pericolosamente vicino a lui... tanto vicino che percepiva il suo respiro sulle guance.
Lo guardò come ipnotizzato sentendo il calore dei suoi zigomi aumentare progressivamente.

Brad lo stava fissando, lasciando scivolare la mano sulla sua pelle accaldata.
«Brad...» esalò ancora Colin, prima che il pollice del suddetto si spostasse sulle sue labbra, facendolo zittire di colpo, a corto di respiro.
E adesso?
Non poteva far altro che guardare in sua direzione... non poteva muoversi... e il pollice di Brad continuava a scorrergli sulla linea delle labbra, facendolo rabbrividire e chiudere gli occhi.

Era fatta.
Al diavolo tutto... era così dannatamente... eccitante!
Sentì il respiro caldo del biondo sulle labbra e riaprì gli occhi solo  un attimo, quando le dita tentatrici passarono ad accarezzargli la guancia e quasi ad avvolgergli il viso.
Colin lo fissò negli occhi, e Brad ricambiò: poi si chinò verso di lui, fin quando i loro nasi non si sfiorarono e solo un filo di respiro separava le loro labbra.

E poi ci fu una luce.

Una luce accecante, come un tuono, e Brad rabbrividì allontanandosi.
Merlin si rese conto che si era allontanato solo perché non percepì accanto a sé il calore emanato dal ragazzo.
Riaprì gli occhi confuso e sentì delle vaghe voci esultare.
«Evvai ce l'ho fatta!»

All'improvviso si riportò alla realtà, quasi sobbalzando all'indietro e voltandosi a guardare in direzione di quelle urla.
Due ragazze con gli occhi sbrilluccicanti ed una macchina fotografica in mano lanciavano urletti vittoriosi, indicando l'opera.
«Una foto in cui Bradley e Colin si baciano!» urlò ancora la ragazza, con ricci capelli biondi ribelli e occhi azzurri vivaci che al momento brillavano malignamente. «Bonnie, hai visto?! Ce l'abbiamo fatta!»

L'altra ragazza, più alta, con gli occhiali e i capelli castani, stava battendo le mani entusiasta. «Julie e Beatrix saranno felicissime di vederla! Noemi, siamo due genie!»
Colin rimase a fissarle col cuore che tamburellava così intensamente nel petto che a breve avrebbe rischiato di sfondargli la gabbia toracica.

Tutto era stranamente ovattato... i suoi sembravano provenire dall'oltretomba: l'unica cosa che avvertiva nelle narici era il profumo di Brad, quel profumo di lavanda e vaniglia.
Bradley scattò in piedi, artigliando un braccio dell'amico e ponendosi di fronte a lui quasi a volerlo proteggere.
Poi iniziò a correre, trascinandoselo dietro e solo quando Colin rischiò una quasi-caduta accidentale si risvegliò completamente.

Batté le palpebre guardandosi intorno.
«Perché diavolo stiamo correndo? E che volevano quelle ragazze?»
«Ci hanno fatto una foto! I paparazzi ci inseguono, dobbiamo scappare!»
«Che cos...?»
«Muoviti!»

E si ritrovarono a correre per il parco, e Brad, per quanto Colin non avesse minimamente protestato -anzi, fosse stato per lui...- gli lasciò andare il braccio, lasciandolo scappare per conto suo.
Ad un tratto scavalcarono la staccionata e il moro rischiò di scivolare sull'asfalto bagnato dalla neve sciolta.
«Possiamo anche fermarci adesso!» ansimò col fiatone mentre Brad, con una risata, accelerava la corsa.
Colin guardò rabbioso la sua schiena: si divertiva proprio a tormentarlo, eh?


*

Solo due quartieri più in là, a ridosso di una casetta scrostata, Brad interruppe la sua corsa, piegando le mani sulle ginocchia per riprendere fiato.
Colin lo raggiunse aggrappandosi al muro e lasciando andare la schiena su di esso, per non cadere.
Per qualche secondo ancora l'aria rimase impregnata dei loro respiri corti, poi Colin deglutì l'agitazione ed abbassò lo sguardo sull'altro.

«Le abbiamo seminate?»
Brad si limitò ad alzare gli occhi su di lui, poi scosse la testa per riprendersi e si rimise in posizione eretta, la mano sempre tra i capelli.
Quella visione fece avvampare Colin, che ripensò a quello che era successo.
O meglio, a quello che non era successo.
Che sarebbe potuto succedere se solo...

«Colin...» lo chiamò il biondo, incredibilmente  serio, senza distogliere lo sguardo da lui. «Ciò che è successo prima... ecco... e quello che ho detto, dimenticalo.»
Il moro sentì piuttosto intensa una fitta all'altezza del petto, ma decise di dare la colpa all'ossigeno mancante. Prese ancora qualche boccata d'aria, prima di inumidirsi le labbra secche e rispondere.

«Non è successo niente.»

Dalle sue labbra si levò una nuvoletta di vapore ed il più grande sorrise, mostrando la sua dentatura un po' sghemba.
«Proprio così. Anche perché quello che ho detto...» e mulinò una mano, come se non vedesse l'ora di accantonare il discorso. «Beh è stato... insomma, stavo solo scherzando.»
Colin annuì, sentendosi stranamente vuoto.

«Sì, naturale, uno scherzo. Va bene.»
Brad lo fissò, avvicinandosi leggermente, e si grattò un sopracciglio. «Sei sicuro di stare bene? Non vorrei averti... ehm... spaventato.»
L'altro si affrettò a scuotere la testa, disarmato. «No... figurati.»
Brad annuì, con un abbozzò di sorriso. Un sorriso di sollievo, più che altro; che gli fece brillare gli occhi.
«Perfetto.»

Colin annuì ancora, provando a sorridere, e gli venne piuttosto naturale.
Peccato che quel sorriso non avesse raggiunto gli occhi.
Sentiva una morsa incredibile all'altezza dello stomaco.
Era uno scherzo.
Tutto uno stupidissimo scherzo...

«Torniamo dagli altri alla festa?» propose Brad distogliendolo dalle sue considerazioni.
Colin non ebbe il coraggio di guardarlo in faccia.
Avrebbe preferito che avesse detto qualsiasi cosa, davvero qualsiasi.
Ma non questa.

Annuì, faticando perfino a muovere il collo: quel collo che fino a poco prima aveva ospitato le mani del biondo.
Ma... era solo uno scherzo.
Tutto un grandissimo, stupidissimo, scherzo.
Strinse i pugni, sentendo gli angoli degli occhi pizzicare.
Maledetto asino! Maledette le tue mani, maledetti i tuoi occhi e maledette le tue labbra! Ma soprattutto... maledetto io che ho perso la testa per te!



~To be continued~ 


Seconda [ed ultima] parte



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Angolo Autrice.


Da quando ho iniziato a vedere i video sui membri del cast di Merlin, e specialmente quelli su Bradley e Colin, mi sono letteralmente innamorata del loro rapporto così ricco di sorrisi, sguardi intensi e molta complicità.
Potrei parlarne tantissimo e le parole non basterebbero. Questa ff è la mia risposta all'interrogativo che tutte noi amanti della Bradlin (o Brolin v.v) ci poniamo: ma come finirà tra quei due?
Sperando che apprezziate! :)

Note: descrivere Colin e Bradley è dieci volte più difficile che caratterizzare Merlin e Arthur... quindi è stato un lavoro più impregnativo cercare di mantenere i caratteri più simili possibili a quelli che hanno quei due pazzoidi nella realtà. Colin è molto simile a Merlin, quindi riesco a caratterizzarlo meglio. Ma Brad è tutto un' altro paio di maniche! xD Chi l'avrebbe detto che l'orgoglioso erede al trono di Camelot è in realtà un buffone ed un perdigiorno in piena regola? ** (ma lo amo giusto per questo! <3) Il Smile, god evil, smile! (=la dolcezza di Brad! Io mi sono innamorata di quei due, l'ho già detto?) è un chiaro riferimento ad una frase del biondo in non mi ricordo quale dei tanti video "Merlin Secrets" (ma se non sbaglio quello chiamato "Bradley & Colin")
-Oh e il trattino nel titolo, in "Looks (che è diventato Lo_oks +__+) è fatto apposta per rappresentare due occhi (= o_o) sperando che si fosse capito! :D

E' solo un esperimento, ed è la prima volta che scrivo sugli attori di Merlin, anzi diciamo direttamente la prima volta che scrivo su degli attori, quindi siate clementi e annotate se trovate poco credibile il comportamento dei personaggi...
Per adesso, arrivederci al prossimo capitolo (quello finale)! =(°-°)=



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