04/10/1830
Il Regno del Belgio.

Rivoluzione.

La parola che ho sentito spesso pronunciare, uscire dalle labbra dei miei concittadini.

I miei connazionali, così poco d'accordo su quella nostra unione, così poco propensi a far parte di uno “stato cuscinetto”.

Anche io ero scontenta. Stufa di quella oppressione, di quel nostro non poter far niente. Di quelle cariche che non potevamo avere.

Unità.

Siamo rimasti uniti fino all'ultimo, senza adirarci subito contro di voi.

Rimanendo calmi e pian piano accrescendoci e arricchendoci.

Ben presto eravamo pronti per la rivolta.

Era inevitabile, non potevamo non opporci a quel non essere stato, al non avere cultura nostra.

Sedare.

Ecco cosa scelse il tuo...il vostro re.

Non riusciva a scendere a patti e ha deciso di spazzarci con la violenza.

Non vi è riuscito. Addirittura i francesi, coloro che ci avevano unito, stavano dalla nostra parte.

Il viaggio.

Il viaggio a Londra che ha deciso tutto.

Quel patto in cui siamo riusciti ad ottenere la nostra indipendenza.

Quel pezzo di carta, insignificante per alcuni, su cui abbiamo visto avverarsi il nostro voler essere stato.

Leopoldo I del Belgio.

Ancora oggi a quel nome mi scappa un sorriso e forse una lacrima.

Commozione? Felicità? Trionfo?

Forse anche tristezza?

Non eravamo forti.

No, per niente. Ma eravamo determinati e la nostra voglia di libertà superava ogni confine, ogni forza avversaria che poteva opporcisi davanti.

Anche se la forza eri tu, fratello mio.

Ti voglio bene.

Te ne ho sempre voluto e forse non sai nemmeno quanto.

Ancora oggi ti sto sempre vicina, perché spero con tutto il cuore che tu non te la prenda.

Che tu non pensi che la ribellione fosse dettata da un mio non volerti.

Non mi sarei mai staccata da te.

Ma non ero Stato, non eravamo Popolo!

E non lo saremmo stati, non ufficialmente, se questa scissione fra noi due non ci fosse stata.

Ora siamo anche più forti di prima.

Abbiamo superato le avversità, le guerre, addirittura un non avere un governo.

E siamo ancora in piedi, sorridenti e speranzosi.

Ne abbiamo passate tante, tante davvero.

Ma ora non importa, ora c'è solo da festeggiare.

Non la separazione, non l'indipendenza.

Il nostro essere qui, oggi come una volta, uniti.

Di festeggiare e di commuoverci sotto una sola data:

4/10/1830.


 

|Note dell'autrice.|
Niente di più da dire.
Buon giorno dell'indipendenza al Belgio~!