Serie TV > Glee
Ricorda la storia  |      
Autore: SummerRestlessness    03/10/2011    1 recensioni
Blaine e Kurt. Uno squarcio di vita del loro futuro, di quello che sarà. Si parla di carne, che si lacera per poi ricomporsi in modo diverso, ma anche un po' di anima. Perdonatemi il fluff, per questa volta.
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Un po’ di sano fluff. Che con i tempi che corrono non solo ci vuole, è proprio obbligatorio.

Non ho mai scritto su Glee, non ho mai scritto su loro due. Ma Kurt e Blaine mi fanno venire gli occhi a cuoricino e mi riempiono il cuore e quindi da qualche parte nella mia testolina bacata (ascoltando i Maroon 5, vediamo se li trovate, non è difficile) si è creata questa immagine, questo scorcio della loro vita e come al solito ho pensato “Perché no?”… In fondo è da tanto che niente mi ispirava così. Quindi… buona lettura, spero che vi piaccia anche se è solo un fluff banale e sconclusionato.

Non è ambientato in un momento o in un luogo particolare. Potreste anche immaginarveli su una nuvoletta rosa a forma di cuoricino con tanti unicorni e minipony e arcobaleni attorno, funziona lo stesso.

P.S. I dialoghi (ok, le due frasi che si dicono) sono in inglese, perché seguendo Glee in inglese quando mi immagino Kurt e Blaine e gli altri che parlano (mai) me li immagino che parlano in inglese. Comunque in fondo c’è la traduzione. :)

 

i like my body when it is with your
body.  It is so quite new a thing.
Muscles better and nerves more.
i like your body.  i like what it does,
i like its hows.  i like to feel the spine
of your body and its bones, and the trembling
-firm-smooth ness and which i will
again and again and again
kiss,  i like kissing this and that of you,
i like, slowly stroking the, shocking fuzz
of your electric fur, and what-is-it comes
over parting flesh… And eyes big love-crumbs,

and possibly i like the thrill

of under me you so quite new

E.E. Cummings

Sdraiato accanto a lui, Kurt ancora non ci crede che sia successo davvero.

Che sia successo proprio a lui. Proprio con lui, che è semplicemente perfetto. Che è sdraiato pochi centimetri più in là, eppure sembra lontano chilometri. E Kurt pensa che quando si sta troppo vicini poi dev’essere questo l’effetto che fa non essere a contatto costantemente, pelle contro pelle.

Blaine dorme beato a pancia in giù, il viso affondato per metà nel cuscino. Nonostante la posizione non proprio elegante, sembra un angioletto imbronciato, con la bocca schiacciata lievemente da una parte. Ha anche i capelli un po’ arruffati sul davanti, perché, anche se lui lo nasconde con quel taglio corto, sono in realtà ricci e di tanto in tanto le punte si ribellano, creando un effetto che Kurt, uno dei pochi a conoscere questo segreto, definirebbe “delizioso”. E questo gli succede solitamente dopo un esercizio fisico intenso, pensa con un sorriso malizioso, arrossendo appena. Gli passa un dito leggero sulla fronte, scostandogli un ciuffo che arriva quasi fino agli occhi, e ha una visione della notte appena passata.

Quegli occhi di solito limpidi, sinceri, quasi da cagnolino, ma sempre fermi e decisi, che si annebbiano, si scuriscono quasi, tremano. Che lo guardano fissi, indecisi sul da farsi, stretti in un limbo tra ragione e sentimento, tra rimorso e rimpianto, tra colpa e desiderio.

Occhi che poi cedono. E si arrendono e si chiudono e con una lentezza estenuante e dolce si avvicinano, per permettere alle labbra di sfiorare altre labbra. Prima che tutto diventi buio e calore ed emozione pura e semplice.

Per la prima volta, solo loro due.

Kurt non può fare a meno di rabbrividire mentre ripensa a quello sguardo e a tutto quello che è successo la sera prima.

E non può fare a meno di notare un cambiamento in se stesso, mentre si tira su a sedere con cautela, lentamente, per non svegliare Blaine.

È vero, c’è qualcosa che manca. Ci mette poco a capire cosa.

È quella sua maledetta energia nervosa che lo fa sempre parlare in modo veloce e cinguettante, che lo fa saltellare invece di camminare e correre invece di camminare un  po’ più veloce, che gli fa lanciare gridolini di gioia quando è felice e che lo fa piangere a dirotto quando è triste, non importa dove o con chi sia, senza un briciolo di quello che gli altri chiamano “ritegno”. Quell’energia insomma che lo rende così Kurt, ora, sembra essere sparita. O meglio, sembra essersi placata.

Ma non è spiacevole, non è come aver perso una parte di sé. È più come… essere più liberi.

Perché forse il suo continuo ciarlare e il suo piroettare sulle punte solo di passaggio nelle vite altrui è solo paura. Di fermarsi un attimo, di riprendere fiato, di guardarsi finalmente intorno e… forse paura di constatare che niente va come dovrebbe. Il suo stare sempre su una nuvola colorata, più in alto di tutti, il guardarli dall’alto in basso, senza avvicinarsi mai troppo è solo un modo per non rischiare di essere ferito.

O meglio, lo era.

Kurt è cresciuto, è cambiato. Piroetta ancora, ma lo fa con più grazia e ogni tanto si ferma anche ad ascoltare, ma solo quando ne vale la pena. Ha capito cosa vuol dire “fare la differenza”. Prima con Karofsky e poi a poco a poco anche con Rachel si sono aperti dei varchi nella sua nuvola, sono crollati dei muri. In più occasioni ha dimostrato di avere coraggio per davvero. Di essere diverso, sì, ma non per via delle sue preferenze sentimentali.

Ma questo è tutta un’altra cosa. Non ci sono muri che crollano facendo baccano. Non c’è nessun frastuono provocato da barriere che vanno in mille pezzi. C’è calma e silenzio, colori tenui e occhi annebbiati d’amore ed è tutto soffice, ovattato. Eppure così limpido.

Come i suoi occhi.

Kurt non è più lo stesso e non solo per quello che ha fatto quella notte. È diventato la versione migliore di sé, così, come dopo un colpo di bacchetta magica, come Cenerentola.

Anche se non è stato un attimo, ma un percorso: in realtà tutto è iniziato quando ha incontrato quel ragazzo gentile e pacato sulle scale della Dalton che l’ha preso per mano per mostrargli una scorciatoia; e quel “tutto” è continuato quando l’ha visto esibirsi e trasformarsi quasi in un’altra persona che tra l’altro gli piaceva ancora di più; e ha raggiunto livelli sempre più alti ogni volta che l’ha sentito cantare con quella voce assurdamente sexy; e si è rafforzato avendolo intorno ogni giorno e semplicemente chiacchierando con lui; e si è palesato quando è stato geloso di lui per la prima volta; ed è poi diventato incommensurabile quando lui gli ha detto esattamente le parole che avrebbe voluto sentirsi dire, da sempre. Da lui.

Forse bastava un po’ d’amore.

E da allora quel tutto non è mai finito ed è diventato davvero tutto per lui. E Kurt è troppo felice per pensare che non finirà mai, perché sa che quel pensiero porterebbe inevitabilmente a mille dubbi, quelli che la sua razionalità non riuscirebbe a placare. Crogiolarsi nel momento è molto più facile… fin troppo facile.

Sta ancora osservando Blaine con lo sguardo perso nel mare ormai calmo dei suoi pensieri, quando questo si muove un po’ tra le lenzuola e poi apre gli occhi.

Occhi che, dopo il primo momento di sconcerto infantile per il brusco passaggio dal sogno alla realtà, si posano su Kurt e si ammorbidiscono, si riempiono di luce, sorridono. E il calore che sprigionano è reale, si sente sulla pelle e quasi scotta.

«Hey, you» sussurra Kurt, un po’ perché non vuole rovinare il suo risveglio e un po’ perché quella visione gli ha tolto il respiro.

«Mmmm,» mugola Blaine stropicciando la faccia contro il cuscino. Kurt rimane immobile e ha ancora gli occhi spalancati e lo sguardo perso quando poi Blaine si tira su stiracchiandosi, gli si avvicina, lo guarda dritto negli occhi come per fissarsi quel momento nella memoria e per permettere a lui di fare lo stesso e poi lo bacia.

 «I’m never gonna leave this bed, you know that, right?*» sussurra poi a due centimetri dalla sua bocca. E Kurt sorride mentre si avvicina per un altro bacio e poi per un altro ancora, perché sente che, anche se non potranno davvero stare in quel letto per sempre, andrà tutto bene.

 

 

 

 

 

*«Non lascerò mai più questo letto, lo sai, vero?»

   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Glee / Vai alla pagina dell'autore: SummerRestlessness