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Autore: Sparrowhawk    05/10/2011    5 recensioni
[Adventure Time: Mashall Lee + FionnaxGumball]
Oh, povero Marshall.
Provi affetto per una persona che, però, a sua volta sembra essere interessata ad un altro.
L'amore, che pena straziante. A volte dolce e a volte piccante...
Ok, basta con le rime.
Mi ritrovo qui con un'altra piccola fic su Adventure Time.
Spero vi possa piacere.
Genere: Fluff, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: Gender Bender
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Titolo: Può battere, il mio cuore?
Fandom: Adventure Time
Personaggi: Marshall Lee; Fionna; Gumball; (Cake)
Rating: Verde
Genere: Romantico; Fluff; Triste
Altro: Gender Bender; Het; AU; One-shot; Flashfic
Note: Oddio, quanto amo Adventure Time...e quanto amo questi due insieme ;A; Lo so, lo so, tecnicamente sono la stessa persona ma si sa che quando una persona come me si mette in testa qualcosa anche piccolezze del genere non la fermano.



Quella festa era una vera noia.

Tutti quei principini, uno più snob ed altezzoso dell'altro, a colpi quasi gli davano la nausea.

Non è che li detestasse -avrebbe dato loro ben più importanza di quanta se ne meritassero da parte sua se fosse stato altrimenti-, solo non gli andava di stare troppo fra di loro: parlavano solo dei loro regni, del desiderio di trovare ben presto una principessa (o comunque una donna) con cui accasarsi, delle loro ricchezze, e non li sentiva mai tirare fuori una battuta divertente che fosse una.

L'ultima volta che aveva udito qualcosa che vi si avvicinasse, non solo quella era stata frutto di un penoso tentativo di attirare l'attenzione, ma perfino un affronto alla comune decenza delle persone.

Davvero, Marshall Lee non c'entrava ASSOLUTAMENTE NULLA con quella festicciola da quattro soldi.

Se ne stava in mezzo alla gente, a svolazzare in giro, contando i minuti che lo separavano dalla fine della sua serata lì. Aveva promesso a quel Chewingum -il Principe Gumball- ambulante che sarebbe rimasto almeno fino alle 21.00, ma la cosa, purtroppo, era divenuta già insostenibile non appena lui aveva intravisto il castello di Dolcelandia mentre vi si stava semplicemente avvicinando. Una strana orticaria lo aveva assalito e l'irrefrenabile desiderio di fuggire il più lontano possibile, a tormentare qualcun'altro per scaricare la sua frustrazione, non era più tanto odioso se paragonato alla possibilità di infrangere una promessa.

Insomma, lui era un vampiro serio, che quando faceva un patto non lo scioglieva mai -almeno in mancanza di validi motivi, era ovvio-, ma da qui al chiedergli di presenziare a simili idiozie...

Quando però era stato fatto il nome di Fionna, le cose erano decisamente cambiate.

Marshall, era evidente, stava tenendo duro solo per lei. Insieme si sarebbero divertiti di certo visto che, nessuno dei due, era tipo da sopportare i fronzoli ed i convenevoli tipici del clero.

"Ancora un'ora, quaranta minuti e...tre secondi." si disse il ragazzo, continuando nel suo conto alla rovescia mentre svolazzava dinanzi all'entrata.

"...quaranta minuti e due..."

Fece una sorta di giro mortale, ritrovandosi vicino a quel noioso di PSB.

"...quaranta minuti e uno..."

Sentì il portone d'ingresso aprirsi un poco.

"...trentacinque minut-..."

 

Non gli era mai successo di interrompere un proprio pensiero.

Quando parlava con qualcuno poteva succedere che l'altro lo fermasse quando stava per dire qualcosa, ma, almeno di solito, ogni sua congettura, anche in un simile frangente, rimaneva perfetta nella sua interezza dentro alla sua mente. Stavolta, invece, tutto svanì dietro ad una strana nebbiolina, lasciandolo costretto con la bocca aperta e gli occhi sgranati.

Seminascosta dai lunghi drappi scuri posti davanti all'entrata, c'era Fionna.

Indossava il suo solito copricapo e la sua ciocca bionda veniva fuori prepotentemente, come sempre, ma l'abito che aveva scelto per la festa era decisamente diverso da quello che era solita portare. Quel vestito era bianco, candido come la neve, la gonna lunga e gonfia, il corpetto stretto e decorato con fili dorati.

Fionna pareva luccicare, ora.

Riluceva di luce propria.

Lei era una stella, era la Luna.

 

Era così preso dai suoi pensieri che, per poco, non si accorse del timido saluto che lei, da lontano, gli aveva porso.

Deglutì, esibendo un sorriso che, con il suo solito ghigno sensuale, aveva ben poco a che fare. Salutandola si rese conto che il suo cuore si era come fermato.

Gli era mai capitata una cosa del genere?

Cioè, lui era morto tecnicamente, e quindi, il suo cuore, più che fermo non poteva essere, però stavolta...

«Ehi, Cake.»

In un batter d'occhio era volato dietro alle tende e, scansandole, aveva trovato Cake, l'inseparabile compagna d'avventure della loro comune amica.

«...dov'è andata Fionna?»

Lei, sorridendo divertita, gli fece un cenno del capo, costringendolo infine a seguire il suo sguardo fino alla scalinata poco distante da loro.

Fionna stava seguendo Gumball, radiosa, le guance tinte di un rosso intenso ed inequivocabile.

 

Ecco, era poteva dirsi morto, ma morto per davvero.

Non aveva mai sentito un vuoto simile nel petto.

 

Qualcosa, lì dentro, era andato perduto per sempre. Infranto in mille pezzi.

  
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