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Autore: CatharticMoment    06/10/2011    5 recensioni
Tom arrivò ad un palmo dal suo naso.
Costringendola ad abbassare lo sguardo per non sostenere i suoi occhi imbestialiti e minacciosi, non sembrava lui quella sera.
- Tu, non osare mai più avvicinarti a lei. Lasciala perdere. Se ha qualche problema lo so prima di te, perciò limitati a farle capire i numeri o quelle cazzate che fai tu, e per il resto pensa alla tua di famiglia ok? -
Lis sentì il suo cuore spezzarsi in mille pezzi, e per altrettanti mille motivi diversi.
Si limitò ad annuire sconvolta e a tirare su col naso.
La prese malamente per un braccio dirigendola verso la sua auto.
- Adesso vattene. – ringhiò carico di disprezzo
Lei non oppose resistenza e non spiccicò parola mentre Tom la trascinava via.
Era troppo impegnata a controllare il suo dolore e la sua rabbia.
- Non ti voglio più vedere da queste parti. Non ti voglio vedere più – disse fissandola negli occhi.
Lis non si era mai sentita così schifata e disprezzata da qualcuno.
Genere: Angst, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sorpresa, Un po' tutti
Note: Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno
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A TRUE STORY X

 

Nella vita ci sono cose che ti cerchi e altre
che ti vengono a cercare.
Non le hai scelte e nemmeno le vorresti,
ma arrivano e dopo non sei più uguale.
A quel punto le soluzioni sono due:
o scappi cercando di lasciartele alle spalle o ti fermi e le affronti.
Qualsiasi soluzione tu scelga ti cambia,
e tu hai solo la possibilità di scegliere se in bene o in male
.

 

Prologo


 

Becca guardava perplessa la bacheca situata al lato dell’entrata della sua nuova scuola. Stringeva al petto i libri lucidi appena comprati, proprio come una studentessa modello e fissava pensierosa tutti quegli annunci, quelle richieste, quelle informazioni, come se stesse al bivio più importante delle sua vita. Quel giorno era entrata prima del suono della campanella per leggere quel mosaico caotico di fogliettini in santa pace, senza che nessuno la disturbasse, e soprattutto senza doversi sentire in imbarazzo.
Lei era il genio della famiglia, la più piccola ma indubbiamente la più intelligente.
Per i primi sei mesi del suo primo anno di liceo aveva cercato di ambientarsi, di trovarsi dei nuovi amici, di abituarsi ai nuovi professori e alle materie sconosciute, cercando sempre di dare il massimo, per questo era già infinitamente esausta.
Ancora uno sbuffo, si guardò intorno per vedere se c’era qualcuno nei paraggi, e poi lentamente si alzò sulle punte dei piedi e con due dita strappò via quel numero di telefono.
Nel preciso momento in cui se lo nascose in tasca si vergognò come una ladra, e si sentì tremendamente in colpa verso la sua famiglia.
La campanella suonò puntualmente e la baraonda di studenti si riversò in una manciata di minuti dentro le rispettive classi. Tra questi c’era anche Rebecca Kaulitz, o detta anche Becca, che a passo lento e incerto si dirigeva verso la sua classe nelle sue Converse rosso fuoco.
 
 
 
- Allora come è andata oggi? - chiese Bill tutto raggiante mettendo in moto l’auto
- Normale - disse piatta la ragazza guardando fuori dal finestrino.
Il moro inarcò un sopracciglio guardando perplesso la sorella in fase emo-dark-rock-punk
tutt’insieme appassionatamente e contemporaneamente, afflitta da un qualche problema esistenziale. Sorrise continuando a fissare la strada, ripensando nostalgico a quando aveva la sua età.
Una volta che la macchina fu parcheggiata, Tom vide dalla finestra della cucina due identiche teste corvine incamminarsi nel vialetto di casa con lo stesso passo e la stessa andatura.
Ora poteva buttare la pasta nella pentola.
- Ciao - disse dalla cucina ai due che entravano
Ma come risposta ottenne solo Bill che posava le chiavi e Becca che corse spedita in camera sua, al piano di sopra.
- Ho fatto la pasta - continuò rivolto al fratello
- Bene, devo apparecchiare? - chiese il moro affacciandosi in cucina
- No, ho già fatto io.. Ah, papà e ha detto che non viene..-
- Ovviamente.. - commentò sarcastico Bill.
- Becca non parla ancora? - chiese andando al sodo Tom.
- No. Ma lo sai come è fatta.. La bellezza l’ha ripresa da me, ma il caratteraccio è tutto il tuo.. - disse Bill agitando una mano in faccio al fratello.
 
 
Becca al piano di sopra era seduta sul suo letto, mentre si rigirava tra le mani quel pezzo di carta ormai stropicciato.
Lo guardava tentata di alzare il telefono e togliersi subito quel peso dallo stomaco.
Tom la fissava dall’uscio della porta ammaliato, non potendo fare a meno di notare di quanto fosse cresciuta, e di come stesse diventando sempre più bella.
Da un paio di settimane era sempre così assorta nei suoi pensieri, lo sguardo crucciato ed era così silenziosa. Bill aveva ragione, avevano lo stesso carattere riservato e introverso, e Tom forse non era di certo una persona loquace e con la quale parlare liberamente, ma non si erano mai nascosti nulla. Non direttamente almeno.
Il tacito accordo tra i due gemelli era questo: Bill e Becca andavano d’amore e d’accordo, mai una lite o una discussione, e la ragazza raccontava qualsiasi cosa a suo fratello; il quale, in base all’importanza o alla gravità della suddetta cosa, la riportava a fedelmente a Tom, il quale, in questo modo, sapeva tutto ciò che capitasse a Becca; questo perchè lui con la sorella aveva un rapporto burrascoso e complicato, era geloso, possessivo, ma si sarebbe fatto ammazzare per lei.
- E’ pronto.. - comunicò atono Tom destandosi dai suoi pensieri.
La ragazza annuì con il capo sospirando, e si alzò dal letto, seguendo i passi felpati e grandi del suo fratellone.

 

  
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