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Autore: moon89    14/06/2006    2 recensioni
"Quando il mondo capirà?
Non riesco a spiegarmi il motivo di tanta indignazione…in fondo, l’amore è sempre amore, anche se a provarlo sono due persone dello stesso sesso…"
"Perché ora posso nuovamente sorridere, posso sorridere alla vita e al mondo. Tutto questo per lui… Per Harry."
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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AMORE E PIOGGIA

Capitolo Unico

La sveglia sul mio comodino trilla improvvisamente, riportandomi alla realtà.
Un po’ intontito mi guardo intorno, come per riprendere un po’ quel contatto con la realtà che ora non ho.
Mi alzo e spengo con non troppa delicatezza l’oggetto alla mia destra che continua incessantemente a suonare.
Se c’è qualcosa che odio al mondo è proprio quel suono…
Mi siedo sul bordo del letto e guardo fuori dalla finestra.
Piove…
Normale mi dico, in questo periodo dell’anno.
A volte vorrei essere nato ai tropici, non sopporto la pioggia e le giornate nuvolose…
E poi, mi fanno pensare a lui.
Come se non ci pensassi già abbastanza, mi dico sarcastico.
La pioggia, il sole, le nuvole o la neve…finirei comunque per paragonare ognuna di queste cose a una sua caratteristica.
I suoi capelli biondi, i suoi occhi di ghiaccio…o la sua carnagione chiara, perfetta.
I miei occhi si fanno umidi, ma non voglio piangere di nuovo.
Il mio dolore non deve uscire, deve rimanere chiuso nel mio cuore, come uno scrigno ed il suo tesoro più prezioso.
Se lo sapesse, se solo immaginasse…non ci voglio pensare, sarebbe troppo doloroso.
Il disprezzo nei suoi occhi, il suo odio…
Senza nemmeno rendermene conto mi asciugo gli occhi in un gesto di stizza, consapevole di aver ceduto di nuovo.
Scoppio in un pianto che ha qualcosa di disperato, mentre la mia mente vaga nei ricordi e si riempie di riflessioni.
Ricordo la prima volta che ci siamo visti, ricordo il suo sguardo freddo ed indifferente squadrarmi dalla testa ai piedi, prima di fare un cenno di saluto.
Siamo stati presentati dalla mia migliore amica, Jenny…
Harry e Jenny si conoscono praticamente dall’infanzia, ma solo da quattro mesi lui si è trasferito nella nostra piccola cittadina, un posto tanto tranquillo quanto dimenticato da tutti.
Suo padre è un imprenditore sempre in viaggio, sua madre una famosa giornalista…e lui è stupendo, intelligente, alto, biondo cenere con due occhi di ghiaccio…praticamente perfetto.
E io?
Il mio nome è Steve, sono un ragazzo ordinario e non ho nulla di particolarmente interessante della mia vita da raccontare.
Mio padre è morto quando avevo solo 3 anni e mia madre è infermiera nell’ospedale locale.
Dal punto di vista fisico non posso dire di essere brutto, ma nemmeno un divo del cinema: ho capelli castani e occhi verdi, l’unico lato che si differenzia un po’ dalla media.
Generalmente sono aperto e solare con tutti, ma con lui…perdo la capacità di formare una frase di senso compiuto, mi sento impacciato e finisco per combinare sempre un gran casino, rischiando di fare la figura dello stupido.
Volto lentamente il polso, con un gesto meccanico, per scorgere l’ora dal mio orologio nero.
Sono le sei del pomeriggio.
Porto il mio sguardo fuori dalla finestra una seconda volta, osservando il parco che si stende davanti a me.
Ed è lì che li vedo.
Due ragazzi, apparentemente come gli altri, camminano mano nella mano, destando occhiatacce e commenti da parte di tutti i presenti.
Quando il mondo capirà?
Non riesco a spiegarmi il motivo di tanta indignazione…in fondo, l’amore è sempre amore, anche se a provarlo sono due persone dello stesso sesso…
Improvvisamente immagino che, invece che quei due ragazzi, siamo proprio io e Harry a tenerci per mano, camminando sotto la pioggia senza bisogno di un ombrello.
Quando mi rendo conto che si tratta solo di un sogno, la solitudine che provo è maggiore di prima, sempre se ciò possa essere ancora possibile.
Mi lascio cadere a peso morto sulle coperte, come svuotato.
Non l’ho nemmeno visto oggi a scuola, perché non sono andato.
Il ciclo di influenza quest’anno ha deciso di mietere le sue vittime in anticipo, cogliendomi impreparato e designandomi fra di esse.
Tossisco nervosamente, non dovrei pensare a queste cose…mi fanno peggiorare.
Ad un tratto sento il campanello suonare.
Mi sollevo a fatica, confuso per la verità…mia madre ha il turno di notte oggi e quindi non può essere lei, Jenny è già passata a salutarmi, è venuta subito dopo la scuola…ma allora chi può essere?
Guardo fuori, tentando di scorgere qualcosa.
Nulla, chiunque sia si è riparato sotto la tettoia davanti casa, probabilmente perché non ha l’ombrello.
Scendo le scale della mia villetta e infilo le chiavi nella serratura, aprendo la porta.
- ciao – mi sento dire.
Per un minuto buono rimango imbambolato a fissare chi mi sta di fronte.
Non può essere…
Capelli dorati, occhi chiari…Harry.
Cosa ci fa qui, a casa mia?
- eh c-ciao – rispondo incerto, come se le parole non volessero uscire da sole.
Ora che mi sono ripreso posso vederlo bene in faccia, rendendomi conto definitivamente di quanto sia stupendo.
Si è bagnato dalla testa ai piedi e piccole goccioline si sono incastrate tra i suoi capelli, scendendo lentamente ad ogni suo lieve movimento.
Il suo volto sembra arrossato, come se avesse corso.
Scarto subito quell’ipotesi, non si scomporrebbe mai per nulla, se non avesse un valido motivo.
- come stai? – mi chiede.
Sembra lievemente preoccupato.
- b-bene…ho solo la febbre, ma credo che fra un paio di giorni tornerò a scuola – rispondo.
Lui fa un mezzo sorriso e solo allora mi accorgo che siamo ancora sulla porta.
- che stupido che sono! non ti ho nemmeno fatto entrare! – dico, voltandomi nel tentativo di nascondere il mio imbarazzo.
Faccio per muovere qualche passo, ma la sua mano mi blocca all’istante, inducendomi a girarmi nuovamente.
Rimango paralizzato di fronte al suo sguardo, deciso, freddo, calcolatore…ma strano.
Qualcosa di nuovo vi è al suo interno, anche se non so precisamente che cosa.
Decido allora di dire qualcosa per spezzare la tensione, ma un altro suo gesto blocca anche questa mia azione.
Lo vedo avvicinarsi lentamente, fino a poter sentire i nostri respiri fondersi, mentre i nostri occhi si incrociano.
E poi, improvvisamente…le sue labbra.
Un tocco leggero, sicuro.
Chiudo gli occhi, mentre il mio cuore sussulta di felicità e amore represso.
Lentamente sento la sua bocca schiudersi e la sua lingua cercare la mia, per iniziare una lotta molto antica.
Assecondo tutti i suoi movimenti, troppo scioccato e sorpreso per fare altro.
Tutto sembra durare un’infinità di tempo, ma a me va bene.
Vorrei rimanere così per tutta la vita, vorrei non doverlo lasciare andare mai.
Ma come ogni cosa, anche questa finisce.
Lui si stacca da me nervoso, lo sguardo puntato verso qualcosa oltre le mie spalle, per non guardarmi.
- mi dispiace, non lo farò più – dice, le uniche parole che non avrei mai voluto sentirmi dire adesso.
Improvvisamente, un singhiozzo.
I miei occhi si appannano e le mie ginocchia cedono, costringendomi a cadere a terra.
Harry mi guarda stupito e preoccupato insieme.
Tento di parlare, nonostante la mia voce sia rotta, spezzata dal mio dolore.
- non…non puoi! – esclamo, disperato.
- tu non puoi…non puoi decidere di portarmi in paradiso per tre secondi...per poi decidere di ributtarmi all’inferno senza complimenti! –
Lui mi guarda dall’alto, silenzioso.
Ti prego, di qualcosa…penso.
Tutto pur di interrompere questo silenzio.
Poi, per l’ennesima volta, mi sorprende.
Harry si abbassa verso di me, circondandomi le spalle con le sue braccia, in una abbraccio che non ha nulla di amichevole e basta.
Io mi lascio andare, appoggiando la testa contro il suo petto, come privato di ogni energia vitale.
Lo sento stringermi possessivamente a sé, come se volesse assicurarsi di non star sognando.
- ti amo -
Il mio cuore si rivolta all’udire queste parole.
Ora sono io a star sognando…
- ripetilo – dico.
Lui pare confuso, ma mi asseconda.
- ho detto che ti amo -
Mi decido ad alzare gli occhi, per osservare la sua espressione.
E allora capisco, allora tutto mi è chiaro, finalmente.
Mi lascio cadere fra le sue braccia una seconda volta, sicuro che stavolta lui mi prenderà.
- anch’io ti amo, Harry – dico.
Sembra solo un sussurro, ma vorrei gridarlo dalla torre più alta del mondo, se servisse a renderlo più convincente.
Ma ora so che non ce n’è bisogno.
Mentre mi stringo forte a lui sento il rumore della pioggia tintinnare sull’asfalto e sulla stradina di ghiaia di casa mia…e so che quel suono è come una benedizione, come una lenta melodia che ci culla entrambi tra le sue braccia, mantenendo vivo il nostro amore.
Perché ora posso nuovamente sorridere, posso sorridere alla vita e al mondo.
Tutto questo per lui…
Per Harry.
  
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