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Autore: alenefos    07/10/2011    3 recensioni
Tony Stark...momenti, le riflessioni, le azioni sulla strada verso la verità...la verità sui suoi sentimenti.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Questa è la mia prima Fanfiction. Spero di non essere stata noiosa o banale, ma spero di farvi rivivere in maniera simpatica alcuni attimi dei due bellissimi film Marvel di Iron Man (il mio preferito di tutti i supereroi portati sul grande schermo! E grandissimo merito va all’attore Robert Downey Jr. che interpreta Tony Stark caratterizzandolo in maniera meravigliosa!...Ma devo dire che tutto il cast è spettacolare!).
Siate clementi dato che è la prima volta che scrivo! ^^
Ho volutamente scritto la storia a veri e propri stralci…divertitevi voi a ricollocarli nel corso delle avventure che avete visto di questo mitico super eroe!
Buona lettura!





 
 
L’UNICA CHE AVESSE MAI AMATO

Tony Stark era appena rientrato nella sua bellissima ed immensa villa di Malibu. Jarvis lo aveva accolto con la solita cordiale voce metallica dandogli il bentornato e avvisandolo che c’erano oltre 1700 messaggi per lui nella segreteria. Tony gli disse di cestinare il tutto e si andò a riposare nella sua camera dopo una doccia rinfrancante. La notte nella sua camera, tra le lenzuola profumate e morbide, cozzava con i suoi freschi ricordi della prigionia appena finita grazie alla sua spettacolare nuova invenzione: Iron Man.
Il pensiero del sacrificio del suo compagno di prigionia, per permettergli la fuga, bruciava nel cervello allo stesso modo in cui brucia una pesante sconfitta. La conferenza stampa, seduto a terra tra i giornalisti avidi di notizie era andata benino…era riuscito a sconvolgere in un solo colpo le loro penne, Obadiah e Pepper.
Già, Pepper. Sceso dall’aereo che lo aveva riportato in America, l’aveva vista per prima tra tutti. I capelli raccolti, l’abito ordinato. Tutto come sempre. Salvo che per lo sguardo. Gli occhi arrossati e lucidi di chi aveva pianto…e anche molto.
Lacrime di gioia aveva detto lei, ma a Tony, quelle occhiaie avevano suggerito ben altro.
Troppi pensieri. Troppo pesanti.
Si alzò dal letto e scese nel laboratorio con addosso i pantaloncini ed una canotta che lasciava intravedere la luce del reattore che aveva nel petto.
Jarvis lo saluto.
<< Benvenuto signor Stark. E’ ora tarda! Non riesce a dormire? >>
<< E’ così, Jarvis…sarà il fuso orario >> mentì Tony.
<< Le preparo qualcosa di caldo, signore? >>
<< No, sono a posto, Jarvis…Ferrovecchio, cos’è questo disordine? >> disse al fedele e maldestro robottino che era stato una delle sue prime invenzioni. Il macchinario si mosse come se lo stesse realmente fissando << Domani ti smonto se non metti a posto la scrivania! >> disse sorridendo appena. Il servo robotico prese subito ad armeggiare mettendo in ordine. Qualcuno lo avrebbe ritenuto un aggeggio inutile, ma Tony, pur apostrofandolo di continuo come ammasso di ferraglia, era legato a quel robot e non lo aveva mai estromesso dal suo lavoro.
Tamburellando il reattore con le dita, si mosse fino a raggiungere la sua postazione di lavoro e si sedette alla scrivania, davanti ai suoi numerosi monitor.
<< Jarvis, le telecamere interne hanno registrato in mia assenza? >>
<< Certo signore, in tutta la casa >> rispose Jarvis.
<< E’ entrato qualcuno? >>
<< Solo gli addetti alle pulizie e manutenzione, come sempre. E la signorina Potts, naturalmente >>
<< Sempre in loro presenza? >> chiese Stark immaginando Pepper che faceva da supervisore pretendendo una pulizia meticolosa e precisa.
<< Non solo signore >> rispose il computer << E’ venuta spesso anche da sola. Ha i codici di accesso alla casa, così l’ho lasciata entrare, signore. Le ho permesso di stare in casa >> continuò quasi avesse idea di aver commesso un errore nel lasciarla entrare.
<< Non è un problema, Jarvis, hai fatto bene >> continuò il padrone della villa << Hai registrato anche lei? >>
<< Ovviamente >>
<< Posso vedere qualche immagine? >>
<< Come le classifico, signore? Secondo quelle in cui la signorina Potts è in camera sua o nel suo laboratorio? >>.
<< Camera mia? Laboratorio? Ma che…? Non ho idea, Jarvis, mostrami quello che ritieni di maggior interesse, forza! >> disse Tony curioso.
Jarvis avviò lo schermo e Tony riconobbe il suo laboratorio. Pepper era appena scesa dalle scale e stava aprendo la porta tramite il suo codice di accesso. Non aveva in mano la solita cartellina e i suoi capelli erano sciolti e disordinati. Camminava piano, come spaesata, e si diresse esitante alla stessa scrivania dove ora era seduto Stark. Pepper sembrò accarezzarne la superficie, poi le matite riposte in un portapenne. Poi si sedette accarezzando con le mani i braccioli della sedia dove Tony sedeva sempre quando lavorava al PC.
Seduto su quella stessa sedia, Stark si ritrovò a toccare gli stessi braccioli guardando Pepper nello schermo. La vide poi gettarsi a braccia conserte sul tavolo iniziando a singhiozzare. Tony restò di sasso.
<< Jarvis, hai l’audio? >>
<< Lo attivo subito, signore! >> rispose il computer trasmettendo il seguito del video con l’audio di ciò che accadeva.
Pepper piangeva a grossi singhiozzi chiamando il nome di Tony. Sembrava disperata e nel vederla, Tony si sentì un misto di  dolore e piacere. Vederla star male per lui lo faceva sentire stranamente confuso, ma allo stesso tempo, pensò che Pepper doveva essergli davvero affezionata. Molto più di quanto lui potesse immaginare.
Nei giorni di prigionia aveva pensato spesso a lei ma senza mai menzionarla. Spesso si chiedeva se lei sentisse la sua mancanza o se si stesse godendo un po’ di sano e meritato riposo da tutti i suoi capricci.
Il giorno in cui tutto era cominciato, mentre gli stavano istallando il primo magnete che gli salvò la vita dalle schegge che avrebbero raggiunto il suo cuore, Tony aveva avvertito ciò che gli accadeva intorno, le voci dei rapitori, la sofferenza dell’operazione…e la voce di lei che lo chiamava. Come se avesse stabilito un contatto nonostante la distanza enorme che li separava.
<< Posso scansionare la signorina Potts evidenziando a valori del suo corpo per far luce sui suoi sentimenti ed emozioni di quel momento…il computer registra anche questo signor Stark >> continuò Jarvis.
<< No…no…mi basta… >>.

***


Ancora una sera in casa non l’avrebbe sopportata. Doveva uscire! Quale occasione migliore della festa di cui non era stato informato?!
Era tipico del suo atteggiamento andare controtendenza e fare di testa sua, così si preparò al meglio e uscì.
Nessuno si aspettava di trovarlo a quella serata, date le voci di un suo “momento di pausa” per riprendersi dallo stress del rapimento, così, riuscì ad entrare senza destare un eccessivo clamore. Arrivato nel salone e confusosi tra gli invitati, dopo un paio di seccanti scambi di parole con interlocutori non graditi, si girò a guardare tra la folla del party.
Abito blu con pronunciata scollatura sulla schiena, capelli vaporosi…prima ancora che lei si voltasse lui l’aveva già riconosciuta. Ma quando i suoi occhi incontrarono quelli di lei fu colto da uno stupore ancora più forte. Vederla così era un affronto al suo autocontrollo, era troppo anche per il suo cuore di palladio.
Le si avvicinò, la trascinò al centro della pista e presero a danzare un lento tra una parola imbarazzata ed un’altra. Pepper era bellissima.
<< Ha un profumo ed un aspetto magnifici >> le disse. La vide arrossire e la sentì irrigidirsi ancora di più tra le sue braccia. La timidezza di lei era così piacevole che avrebbe voluto dirle qualunque cosa pur di vederla arrossire ancora di più e fare tutte quelle espressioni buffe di quando lui la metteva in imbarazzo.
Poco dopo si ritrovarono sul terrazzo mentre lei continuava, terrorizzata, a giustificarsi per un innocente ballo. Temeva di essere vista come l’arrivista che vuole sfruttare la situazione, probabilmente. Ma lui, conoscendola, non si poneva minimamente questo tipo di problema. Il suo cuore scattò solo quando lei, guardandolo negli occhi, come persa, gli si avvicinò.
Voleva baciarlo forse…era palese a dire il vero. Lui?…Voleva la stessa cosa. Le si avvicinò di più erano ormai quasi naso contro naso quando Pepper interruppe quel momento chiedendogli di andare a prendere da bere. Tony eseguì al volo e senza pensarci due volte, lasciandola sola sul terrazzo. Rientrando si insultò mentalmente per essersi comportato come un ragazzino inesperto…poi ci riflettè. Solo Pepper lo faceva sentire così…e si accorse che i suoi battiti erano accelerati. Era emozionato come un bambino…la sola idea di scambiare un bacio con lei lo aveva fatto uscire dalla sua solita estrema sicurezza nei rapporti, lo aveva fatto vacillare. << Ma perché? >>

***

Il suo aereo personale aveva davvero di tutto, cucina compresa, e ormai da più di due ore, Tony vi era chiuso dentro. Su una delle poltrone, Pepper ascoltava i notiziari che giravano a raffica sui canali fino a perdere la connessione del tempo non notando la prolungata assenza del suo capo, fino a quando lui non uscì dalla cucina con un vassoio.
Un’omelette non molto invitante e semibruciata. L’aveva cucinata per lei.
Lui, genio della tecnologia, era impazzito ai fornelli bruciacchiandosi le dita e perdendo la pazienza varie volte, ma aveva fatto tutto da solo e, orgoglioso, col piatto finalmente pronto, si era ripassato mentalmente più e più volte il suo discorso. Voleva chiederle di seguirlo a Venezia per un paio di giorni da passare da soli. Voleva fuggire dalle sue preoccupazioni e da quella paura che non dimostrava: Il reattore che aveva nel petto lo stava uccidendo. Da quando si stava indebolendo, un unico pensiero si era fatto vivo nella sua mente più di ogni altro: dirle cosa provava…e sperare che lei ricambiasse.
***


Ripresosi dalla sbornia post-compleanno e superato il trauma di vedersi nuovamente messo con le spalle al muro da Nick Fury e i suoi, cercò di fare mente locale sull’accaduto della serata precedente.
Ubriaco come poche volte, si era reso a dir poco ridicolo davanti agli invitati…gente che non era di certo lì per lui, ma per i suoi quattrini. Solo Roody e Pepper erano davvero lì per lui, e Tony li aveva ripagati facendo una micidiale scazzottata col primo, e…dicendo all’altra che forse l’amava. Lo aveva detto con un filo di voce, è vero, ma se se lo ricordava lui, non era di certo sfuggito a Pepper! Lei però, non ne aveva fatto parola, doveva aver pensato che da ubriaco, Tony facesse così con qualunque donna le capitasse a tiro. Peccato però, che non sapesse come stavano davvero le cose.
Chiederle scusa era probabilmente una buona idea…insomma, Pepper aveva addirittura rischiato la vita nel tentativo di raggiungerlo durante l’attacco di Vanko alla corsa automobilistica! Se non fosse stato per la sua testardaggine, non avrebbe avuto la valigetta che era in realtà il Mark V, e Vanko lo avrebbe fatto a fettine.
Si, era sicuramente il caso di scusarsi!
Si mise alla guida pensando a cosa dire, a cosa fare. Per strada si fermò a comprare delle fragole sperando piacessero a lei e la raggiunse.
Entrato nel suo studio…una scena vista e rivista: Pepper al telefono, che lo difende da attacchi giornalistici ecc.
Attese di parlarle e, quando ne ebbe l’occasione, se la giocò in una raffica di parole incomprensibili e senza senso, sparate alla cieca. E scoprì anche che Pepper era allergica ad una sola cosa: le fragole! Ecco di nuovo quella strana sensazione! Con lei finiva sempre col fare la figura dello stupido.
Pepper lo fermò ormai satura del suo comportamento infantile.
<< Io la voglio… >> disse lei.
<< Anch’io la voglio! Ero venuto per questo… >> la interruppe lui accalorato.
<< …fuori di qui! >>.
Stavano chiaramente parlando di due cose diverse! Per una volta che era quasi riuscito a dirle quello che gli passava per la testa, lei non aveva capito. Si sentì un completo idiota, di nuovo. Ma la scoperta del vecchio plastico di suo padre nello studio di Pepper lo riportò al suo problema principale…pensare a trovare un elemento che sostituisse il palladio nel suo reattore.

***





I robot presero a pulsare e illuminare i loro “ cuori ”. Stavano per esplodere. Il suo pensiero corse a lei immediatamente: << Pepper! >>.
Partì veloce come un razzo. Doveva trovarla in tempo e portarla in salvo.
Un  volo breve e frenetico scandito dal respiro mozzato non dalla fatica ma dalla paura di perderla.
Improvvisamente la vide, lì, sulle scale della Stark Expo, immobile davanti ad uno dei robot stesi a terra e pronti a deflagrare.
Si lanciò in picchiata e l’afferrò al volo portandola via tra le urla di lei. Dietro di loro, le esplosioni risuonavano terrificanti nell’aria. Arrivati in cima a un grattacielo la lasciò andare e lei gli diede una spinta urlando e inveendo contro di lui. Stavolta era lei ad avere la crisi di nervi e a cedere.
<< Non ce la faccio più! Non so mai se lei si ammazzerà o cosa! Non sono in grado di sopportare questo stress! Basta! >> Pepper aveva dato di matto con tutte le dovute ragioni e tra loro iniziò il milionesimo litigio. Tony stavolta non seppe darle torto, Pepper aveva davvero subito e sopportato ansie e paure, senza contare che aveva saputo solo poco prima che lui già rischiava la vita a causa del primo reattore che aveva nel petto. Cercando di calmarla le prese la mano. Lei ripiombò immediatamente nel solito imbarazzo, stavolta accentuato dalla sua non abitudine a sentirsi dare ragione da Stark. Ricominciò a balbettare e lui tornò subito sui temi del loro lavoro e discorsi dell’amministrazione.
<< Idiota! >> si disse tra se e se << Ecco come tornare banale e in una sterile conversazione! >>. In effetti non era stato molto geniale, ma con Pepper gli accadeva fin troppo spesso.
Lei lo assecondò e tornò a calmarsi fino alla nuova provocazione di lui, affibbiarle il lavoro noioso con i giornalisti per essere stata amministratrice per una sola settimana. Ecco lo spunto per un nuovo litigio ma…no. Stavolta non gli bastava, stavolta non doveva essere come sempre.
Fu un attimo, il gesto d’impeto e sconsiderato di chi non pensa e agisce. La baciò…e lei, colta alla sprovvista, restò dapprima immobile, per poi seguirlo in quel bacio desiderato da entrambi da troppo tempo.
Finalmente, lui aveva abbandonato le incertezze. Finalmente aveva avuto il coraggio di fare quello che sognava ogni notte…e si accorse che un bacio non è sempre uguale. Può essere tanto vuoto quanto emozionante…ma questa era la prima volta che si sentiva davvero catturato da quel bellissimo gesto, perché la donna che stava baciando era l’unica che avesse mai amato.

Fine





Grazie ai coraggiosi che hanno letto tutta la Fiction! Se qualcuno volesse commentare lasciandomi un parere, mi renderebbe davvero felice. Grazie a tutti!
Ale
  
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