Anime & Manga > Kilari
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Autore: micia95    07/10/2011    8 recensioni
Hanno girato la scena di un bacio. Un bacio vero, sulle labbra. Due anni prima. Lei era scomparsa dalla sua vita per due anni e ora lui la sta aspettando. Non le ha ancora detto di amarla e lei non gli ha detto di amarlo. Ce la faranno una buona volta a dichiararsi?
Questa è la mia prima fan fiction su Kilari, spero sia di vostro gradimento.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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PROLOGO

“Ciak! Si gira!” gridò una voce nello studio. Stavano per girare la scena clou del film: la scena del bacio tra i due protagonisti. Lui ancora non lo sapeva, ma Kilari aveva deciso di partire con la madre e la signorina Kumoi per l’estero e sarebbe stata via come minimo un anno. Lui non lo sapeva, ma dopo quella scena lei sarebbe scappata, sì, scappata. Scappava dai suoi sentimenti, scappava dall’amore che provava per Hiroto, da quell’amore che scoppiava dentro di lei e che non riusciva più a frenare. Ma non glielo avrebbe detto di essersi innamorata di lui, no, lui la considerava solo un’amica un po’ sciocca, impacciata e pasticciona. Sì, sarebbe andata lontano, il più lontano possibile dai propri sentimenti.

“Devo parlarti Miharu” la sua battuta.

“Dimmi, Shizuka” la battuta di lui.

“No, non qui…andiamo in giardino” lo prese per mano e lo portò fuori dallo studio nel prato scelto per la scena mentre le telecamere li riprendevano e tutti erano in religioso silenzio e col fiato sospeso. Era la seconda volta che quei due dovevano baciarsi per un film, ma questa volta non ci sarebbero state tende per nascondere il bacio, dovevano baciarsi per davvero. A Kilari andava bene così: lei voleva baciare Hiroto.

“Qui va bene?” chiese Miharu.

Shizuka prese un bel respiro e disse “Quello che volevo dirti è un segreto che custodisco da troppo tempo: non posso andare avanti così.” Pausa.  “Io ti amo Mihru”

Lui la guardò come da copione, le si avvicinò e le mise una mano sulla guancia. Shizuka chiuse gli occhi che aveva puntato in quelli del ragazzo. Lui non aveva idea di quanto Kilari desiderasse che quello non fosse solo un film. Lei non sapeva quanto Hiroto fosse d’accordo con quel pensiero.

“Anch’io ti amo” poi si chinò su di lei e le sfiorò le labbra con un bacio. Il tutto ripresi da una telecamera.

Hiroto si sentiva un verme: stava baciando la ragazza che amava, ma lei non ricambiava. Cosa avrebbe dovuto dirle “Mi dispiace che il tuo primo bacio non sia per Seiji?” avrebbe mentito, ma al contempo non poteva baciarla ed esserne soddisfatto sapendo che lei amava Seiji, il suo migliore amico. Non poteva fare a meno però di pensare che era bellissimo baciare la sua Kilari: le sue labbra morbide sapevano di ciliegia.

“Perché mi sono innamorata di te?” si chiedeva Kilari mentre le labbra di Hiroto erano sulle proprie. “Sanno di lampone” pensò subito dopo e a quel pensiero arrossì involontariamente.

“E…stoooop!” gridò la voce del regista interrompendo i pensieri dei due. “Bene signori, mi congratulo con tutti voi e annuncio ufficialmente che abbiamo finito!” esclamò il regista tra i sospiri e i gridi euforici generali.

Erano finite le riprese: Kilari doveva andare. I due si guardarono negli occhi e arrossirono.

“Beh…” iniziò Hiroto, ma non sapeva come proseguire.

“Allora…sì…insomma…abbiamo finito, non è fantastico?” chiese Kilari sorridendo mentre il cuore le si stringeva in una morsa dolorosa.

“Sì, sì, fantastico”

“Na, na naaa!” la richiamò Na-san.

“Sì Na-san, arrivo! Allora ciao Hiroto, ora io ho un impegno…scusami” e si allontanò. Si scusava per l’impegno: che ironia! Se ne stava andando, lui non lo sapeva e gli chiedeva scusa!

“Forza Kilari, l’aereo parte fra poco, sbrighiamoci” le disse autoritaria la signorina Kumoi.

“Forza Kilari” la spronò più dolcemente la madre mettendole un braccio attorno alle spalle. Aveva subito capito che tra quel ragazzo di nome Hiroto e la figlia c’era qualcosa di speciale, ora lei se ne andava senza dire niente a nessuno, senza salutarlo davvero, ma forse era meglio così.

Dieci minuti dopo erano all’aeroporto e cinque minuti dopo era sull’aereo. Kilari guardò fuori dal finestrino. Era l’ultima volta per chissà quanto che tempo che avrebbe visto la sua terra: il Giappone. Pensò a Hiroto, Seiji, al padre, al sig. Muranishi e a tutti quelli che lasciava per andare all’estro a studiare per diventare una brava cantante e attrice come la madre.

L’aereo che la portava a diventare una stella decollò: non poteva più tornare indietro.

“Hiroto…perdonami” fu l’ultima cosa che pensò prima di vedere le nuvole del cielo del Giappone.

 

 

 

Questa è la mia prima fan fiction su Hiroto e Kilari, come vi sembra, passabile?

 

  
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