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Autore: Leah_Chopin    07/10/2011    8 recensioni
Amare una persona dello stesso sesso è peccato. Dio non lo tollera, poichè esso ha creato l'uomo e la donna affinchè stessero insieme. Ma se ognuno di noi fosse vittima di questo peccato...tutta la razza umana finirebbe all'inferno?
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A N G E L U S ~ T E N T A T O R
Dal punto di vista di Salieri


« Pàter nòster, qui es in caelis,sanctificètur nomen tùum, advèniat regnum tùum... »

La mia voce pare poco più di un mormorio, soffocata e soffusa, flebile e leggera, di poco graffiata, a causa della gola ormai secca dal troppo pregare.
Sono qui da quanto...un'ora? due? Ormai non ne sono più a conoscenza, sento solo di volermi alzare per dar pace a queste ginocchia dolenti e intorpidite.
Le mani giunte sciolgono il loro intreccio, ed anche se a fatica mi alzo, mugolando appena e stringendo gli occhi dolorante, impiegando qualche lungo istante per abituarmi, ed infine camminando lentamente verso il pianoforte.
Il mio sguardo stremato si riflette nello specchio poco distante. Sento la stanchezza assalirmi ancora una volta, il cuore mancare un battito, gli occhi farsi lucidi.

« Signore, perdonami... »

Mormoro stancamente.

« Aiutami ti prego...aiutami a trovare la retta via... »

Prego ogni giorno, spero ogni secondo che questo stupido e folle desiderio mi abbandoni, ma davvero non ho alcun risultato positivo, nonostante tutti i miei sforzi!

« Ti avevo promesso che non avrei mai toccato una donna in tutta la mia vita...ma non immaginavo allora di cadere in una tale tentazione! »

Ricado a terra, in ginocchio, le lacrime cominciano a rigare rapidamente il mio viso ormai sfigurato dalla debolezza.

« Aiutami...ti prego! »

Stringo le mani, alzo gli occhi al cielo, ed ancora gemo.

« Ti prego!! »

Amare una persona dello stesso sesso è un peccato imperdonabile! Dio non lo tollera, poichè esso ha creato l'uomo e la donna affinchè stessero assieme.
Ma Amadeus non è solo un uomo, no. Egli è anche un genio, colui che brutalmente mi ha strappato il cuore e l'ha stravolto con le sue melodie, da prim'ancora che ci incontrassimo!
Potrei dire anche ch'egli sia una scimmia, un animaletto osceno e urlacchiante, una iena che si beffa di me prima di sbranarmi.
Non so quale diavolo tentatore mi abbia trascinato in quest'abisso, ma sono certo di non poter più sfuggire ormai al mio triste destino.
Pregare non serve a nulla, non m'aiuta. L'attimo dopo aver pronunciato le più umili e pentite parole verso il Signore mi ritrovo punto e a capo, ed il mio cuore nuovamente viene inondato da quel maledetto e forte desiderio che mi annienta.
Affondo disperatamente il viso tra le mani, cercando invano di sopprimere il pianto che s'è abbattuto come una meteora su di me, infuocandomi.
Docile prendo un profondo respiro, ed è proprio in quel momento che avverto il calore d'una mano che preme sulla mia spalla, costringendomi a voltarmi.
Al vederlo, poi, sobbalzo, ed il mio cuore come fosse un cavallo imbizzarrito prende a galoppare, e tosto sbatte contro il petto ripetutamente, con tutta l'aria di volerlo sfondare.
Percepisco una fitta allo stomaco, e lo guardo abbassarsi su di me, e sussurrarmi qualcosa che non comprendo. Pare un angelo, un cherubino dal viso infantile e dal dolce sorriso che lascia ben intendere una preoccupazione non indifferente, per quanto con la sua gentilezza tenti di essere rassicurante.
Mi abbandono alle sue carezze, e perfino l'invidia nei suoi confronti pare svanire in questo magico istante, ove rimaniamo soli, due semplici esseri umani le cui mani si toccano, ed i cui occhi s'incontrano.
All'improvviso, tuttavia, una lugubre armonia si solleva in me, costringendomi a distogliere lo sguardo.

« Amadeus... »

Mai mi ero permesso di chiamarlo per nome, di prendermi tanta confidenza, eppure la mia mente non ha voglia di pensare a stupide formalità, non ora.

« Antonio...dannazione! Dì qualcosa! Che hai? Mi stai facendo preoccupare! »

Sol'ora riesco a comprendere le sue parole. Sol'ora mi accorgo che le sue mani sono sulle mie spalle per scuotermi, colte dell'ansia derivata dall'assenza delle mie reazioni.

« Antonio ?!! »

Lo guardo ed accenno un sorriso, rialzandomi debolmente e facendo scivolar le mani lungo il delicato legno del pianoforte, per avere un appoggio.

« Non è nulla...pregavo... »

Rispondo senza fare troppe storie. Lo vedo inarcare un sopracciglio e corrugar la fronte.

« E preghi sempre in lacrime? »

Sbotta lui, facendomi sospirare.

« Ultimamente sì »

Proseguo guardandolo, e tentando di riprendermi come meglio riesco, assumendo un'aria composta, e sistemando i lembi della giacca scura con delicatezza.

« Non capisco...che motivo hai per piangere? Qualcosa non va? Mi sembra che tu abbia successo! Vienna ti adora e... »

Lo blocco con un cenno della mano, elegantemente, recuperando quel poco di buonsenso che mi rimane.

« Non temere, non è nulla di tutto questo, sto bene, davvero! »

Accenno un sorriso che ha vita breve sul mio viso, e questo non sembra sfuggire al giovane prodigio.

« Per che cosa chiedevi perdono al Signore? »

Lo sento chiedermi, e subito scatto in sua direzione, avvampando e volgendo lo sguardo altrove.

« Da quanto sei qui? »

« Abbastanza d'aver percepito il tuo tormento! »

Avanza, mi guarda, la sua mano mi sfiora spudoratamente il vis facendomi rabbrividire. Che sciocco ragazzino! Lui...in quanto pura essenza del Signore, in quanto sua voce e suo strumento celeste, non posso permettere che proprio LUI venga sporcato dalla mia mediocrità e dal mio peccato!
Io invece, che mai amore ho provato in vita mia se non quello per la musica, mi son ritrovato a scoprire l'unica forma d'esso proibita da Dio.
No...non posso permettere che venga insozzato da tutto questo!
Mi scanso, anche se a malincuore, e lui m'osserva con l'aria d'un cucciolo sperduto.

« Non è nulla che ti riguardi... »

Mento, e lo vedo sospirare, o forse sbuffare, ed infine bloccarmi saldamente per la vita.

« La smetti una buona volta? Mi innervosisci! Dì le cose come stanno ed evita inutili giri di parole! »

Preferirebbe davvero che gli dicessi che è lui il mio problema?

« Ho peccato gravemente, ed ho chiesto al Signore di perdonare questo mio reato... »

« E quale sarebbe, questo reato? »

Ho parlato senza rendermene conto, eppure sono consapevole che sia forse troppo tardi per rimangiare ciò che ho detto. Lo sguardo incalzante di quel cherubino dall'aria curiosa mi scruta con minuzia.

« Mi sono innamorato... »

Confesso soltanto, pronto a ricevere una risposta secca, forse terribile. Ed invece lui, semplicemente, scoppia in una fragorosa risata.

" Ecco, bravo! Prenditi beffe di me! Ridi! Ridi! Ancora una volta Dio mi sta umiliando attraverso la persona che amo. Razza di Dio diffamatore! Quale tortura m'hai tenuto in serbo! Sei un Dio crudele! Infame! Spregievole! "

Poi, chissà come, quella risata si spegne, e sul viso del cherubino rimane soltanto un caldo sorrisetto.

« Chi è la fortunata fanciulla che ti ha rubato il cuore? »

Sospiro. Lo sapevo! Ha capito male, anzi, non ha capito affatto!

« E' questo il mio peccato. Non è una fanciulla...non è una donna...la persona di cui sono innamorato. »

Ancora una volta parlo senza riflettere. Lo vedo sgranare gli occhi stupito, eppure questa volta nessuna risata riempie l'aria.

« E sarebbe questo ciò che tanto ti tormenta? Ti sei innamorato di un uomo e fai tante storie? Sai quante persone a questo mondo compiono milioni di peccati ben più gravi? E sai quanti sono vittima del tuo stesso tormento? Dio a questo punto dovrebbe spedirci tutti all'inferno!! ah ah ah!!! »

Arriccio il naso quando sento quella fastidiosa risata, che in questo momento poteva ben risparmiarsi.

« Non scherzare, Amadeus! E' gravissimo! »

Ribatto, e lui ancora ride, e ride, avvicinandosi a me infine e guardandomi con un tocco malizioso in quegli occhi cristallini.

« E chi è costui? Chi si è permesso di cogliere il tuo cuore...prima di me? »

Indietreggio istintivamente, ed i miei occhi si spalancano come finestre in estate. Cos'ha detto?

« Allora? Chi è? »

Sento una scintilla d'omicida gelosia brillare sul suo viso mentre ancora mi si avvicina. Non posso crederci. E' un sogno? Un incubo? Un...cosa accade, per Dio?!
La schiena s'appoggia alla parete, e le labbra del fanciullo scivolano sulle mie con impeto e con grazia, strappandomi quello che sì, è effettivamente il mio primo bacio.
Chiudo gli occhi, abbandonandomi a quella dolce sensazione e stringendomi a lui, prendendogli il viso tra le mani e carezzandolo, lasciando danzare, seppur con evidente inesperienza, la lingua con quella del mio dannatissimo amato.

« E' un musicista... »

Mormoro infine, schiudendo le palpebre, e sorridendogli. Il mio viso parla per me.

« Il suo nome? E' più bravo di me? »

« E' bravo esattamente quanto te... »

« Sciocchezze! Non c'è nessuno bravo quant- ...oh!!! »

So che ha capito, lo leggo nel suo sguardo. Gli sorrido timidamente, sporgendomi per catturare ancora una volta le sue dolci labbra.

« Il mio cuore è sempre stato tuo...dalla prima volta in cui la tua musica mi ha incantato...Mozart »

Sorride, con la grazia di un bambino, ed innocentemente si stringe a me, posando la fronte sulla mia spalla.

« Mi hai fatto prendere un colpo! Non farlo mai più! »

Sbuffo divertito a sentir quelle sue parole e lo stringo a mia volta, dolcemente.

« Sciocco! Chi altri avrebbe potuto portarmi al peccato...se non l'angelo della tentazione? »

Ora ho finalmente compreso quale genere d'angelo mi è stato inviato dal Signore. Ma di Dio, ormai, non potrebbe più importarmene, poichè anche se la mia anima fosse dannata, rimarrebbe comunque una proprietà di quell'angelo prediletto che m'ha sconvolto l'esistenza.
  
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