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Autore: AngelSword    07/10/2011    5 recensioni
Pensieri, parole, emozioni. Solo tracce d'inchiostro su carta, ma delle persone ci hanno creduto davvero.
Una raccolta di One-Shot che vedono i protagonisti dell'Ancient Saga come i "pensatori".
!!!ATTENZIONE: Per leggere questa raccolta bisogna aver letto almeno il primo volume della serie!!!
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Roronoa Zoro, Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Ancient Saga'
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Premessa 
 

 

Titolo:
"Neve -  Non E' Detto Che Il Piatto Della Vendetta Vada Sempre Gustato Freddo"
Autore: AngelSword
Prompt: Invidia > Dispetto
Note: Rating Giallo/Arancione per il linguaggio e qualche riferimento a temi non molto... "platonici" XD


Ma salve a tutti!! ^^ Rieccomi alla carica con l'ennesimo sclero involontario XD
Ora, Come già si evince dal titolo, questa One-Shot si basa su una certa vendetta... Ma non dico nient'altro B3 Ah, e il marimo ha troppo la faccia da maniaco u.u E probabilmente farà molto schifo XDXD ah, so che non è esattamente un "pensiero" di uno dei personaggi, ma non ho resistito a scrivere questa scenetta *-*

Dato che la sto facendo partecipare ad una Challenge, permettetemi di fare un piccolo riassuntino per la Giudice così non si perde in questo delirio XD
Allora, Aqua è un Antico.
Cosa sono gli Antichi? Sono delle specie di semi-divinità semi-immortali che controllano la Natura. Lei è l'Antico dell'Acqua nello specifico. Hanno tre forme: quella umana, quella animale (che varia a seconda del mese in cui sono nati) e quella ibrida. Però non sono nè onnipotenti nè imbattibili: non possono "forzare" la Natura (per esempio, Aqua non può "obbligare" l'acqua del mare ad essere dolce. Può "purificarla" ma non può eliminare il mare) e sono Legati ad un essere umano.
Che significa? Praticamente la loro vita dipende da quella di un essere umano. Se l'umano si ferisce, si feriscono anche loro, ma non viceversa. Possono leggersi la mente a vicenda e, dato che gli Antichi vivono per secoli e secoli, il Legame passa di padre/madre in figlio/a dalla parte umana.
Aqua a chi è legata esattamente? Ma a Zoruccio, ovviamente ù.ù XD E sono molto più che semplicemente Legati... B3
Come appare fisicamente Aqua? Bene, ha gli occhi color zaffiro; i capelli biondi, mossi, lunghi fino a metà schiena (sembrano una criniera leonina però dato che sono quasi sempre spettinati XD); fisico atletico e ben proporzionato; armi: due spadoni (uno nero venato di rosso ed uno azzurro/grigio venato di blu elettrico) affilati solo da un lato, mentre l'altro è fatto di un altro materiale (quello azzurro/grigio, per esempio, è fatto di agalmatolite, mentre quello nero dello stesso materiale della spada nera di Zoro o di Mihawk), di solito usa queste due armi, ma sa usare più o meno qualsiasi arma esistente al mondo; carattere: scontroso e diffidente con chi non conosce, dolce e "caring" con chi invece conosce; spessa frangia sull'occhio sinistro (alla Sanji, per intenderci XD) a nascondere una grossa frangia a forma di "Z" e la pupilla stessa in cui è stato inserito una specie di quadrante/mirino; ali nere da pipistrello (che stanno giusto mettendo delle simpatiche piume bianche XD) i cui "bordi" sono lastre affilate d'acciaio; grossa cicatrice a forma di rosa stilizzata (rosa vista dall'alto, eh XD) sulla schiena nella zona lombare, questa non sanguina a meno che non venga "tagliata" di nuovo e non si può richiudere naturalmente nè suturare dato che le è stata "praticata" con il veleno di un fiore chiamato "Zalenia" molto simile, appunto, ad una rosa; ha un grandissimo problema: ogni tanto impazzisce e massacra qualsiasi cosa vivente gli capiti a tiro.
Cicatrici? Quadrante? Ali? Incontrollabile Sete di Sangue??! Beh, sì XD Praticamente è successo che la Marina l'ha rinchiusa in un laboratorio per renderla l'arma perfetta ("Progetto Zalenia") al servizio del Governo Mondiale. Lei è scappata uccidendo un bel po di gente e da quel momento è ricercata dalla Marina. Il suo soprannome da ricercata è, molto ovviamente, "Zalenia, la rosa mortale" e la sua taglia ammonta a 850 milioni (un bel po! XD).

Bene, mi pare di aver detto più o meno tutto sul suo conto... Ah, il suo vero nome sarebbe Juliet, ma a causa di forze maggiori l'ha dovuto cambiare in Aqua XD
Dopo questo riassunto sulla figura di Aqua (scommento che la giudice mi ammazzerà alla stragrande XD) vi lascio con la storia ^-^
Buona Lettura e spero che vi piaccia ♥



3. Neve -  Non E' Detto Che Il Piatto Della Vendetta Vada Sempre Gustato Freddo


Che cazzo,” sbuffò Aqua producendo una nuvoletta di vapore acqueo quando il suo respiro caldo venne a contatto con l’aria gelida. Si strinse nel cappotto nero ed appiattì le ali più che poteva attorno al corpo per proteggersi dal freddo, diventando una specie di palletta di piume e lana.

Zoro si sporse dal parapetto del primo piano di prua. “Non mi dire,” disse sarcastico con un mezzo sorriso stampato sul volto, cogliendo ovviamente il senso sbagliato dell’imprecazione. L’Antico gli scoccò un’occhiata talmente gelida da dov’era appallottolato che lo cancellò all’istante. “Andiamo, cosa ti potrà mai fare un po di neve?” le chiese tornando serio senza però estinguere dalla sua voce il tono canzonatorio.

Non bastava che facesse un freddo cane, che nonostante il cappotto e le ali stesse gelando, e che stesse nevicando manco il cielo volesse sotterrarli sotto quella coltre bianca; adesso ci si doveva mettere anche lo spadaccino con le sue battutine. “Taci, marimo sottosviluppato,” sibilò con la mascella serrata per non far battere i denti.

“Ti facevo più resistente,” replicò l’altro ignorando l’insulto. “Insomma, sei stata trapassata e sei ancora viva. Non pensavo bastasse solo un po di neve per atterrarti.” Scese le scale e si portò davanti a lei affondando gli stivali nello spesso mantello bianco.

Lei si limitò ad osservarlo con rabbia mentre lui la scrutava annoiato e deluso con le braccia incrociate. “E mettiti qualcosa addosso, mi fai venire ancora più freddo solo a guardarti,” sbottò infine portando le ginocchia ancora più vicine al petto.

L’uomo si strinse nelle spalle scuotendo lievemente la testa. “Il mio cappotto te lo sei preso tu,” disse con noncuranza mentre i leggeri fiocchi di neve si posavano e si scioglievano sulle sue braccia scoperte oppure si accumulavano in chiazze bianche tra i suoi capelli verdi.

“Allora va ad importunare qualcun altro.”

“Sono tutti scesi in esplorazione ed in cerca di legna da ardere.”

Aveva già i nervi a fior di pelle di suo, sinceramente non aveva davvero bisogno di quello spadaccino intorno.

“Sai che ti odio, sì?” gli chiese poggiando la fronte sulle ginocchia nella speranza di potersi scaldare un po di più.

Percepì un leggero spostamento e delle vibrazioni alla sua destra. “Ieri notte non sembravi essere dello stesso parere,” lo sentì dire accanto a sé.

A quelle parole arrossì istantaneamente e, in uno scatto di rabbia mista ad imbarazzo, caricò il peso del proprio corpo sulle braccia tese dietro di lei per scagliare un calcio mirato alla testa di Zoro. “HO DETTO TACI!!” strillò, notando un momento troppo tardi che lo spadaccino si era abbassato evitando la punta rinforzata dello stivale nero, la quale andò a sbattere con un secco suono contro l’albero alle loro spalle. Questo, brutalmente scosso dalla potenza del colpo, lasciò cadere pesantemente sui due un enorme cumolo di neve bianca.

Aqua spalancò di colpo le ali scaraventando la neve via dal suo corpo, urlando un deciso “CAZZO CHE FREDDO!!”

Zoro se la prese con più calma e lentamente emerse dalla coltre immacolata. Si scompigliò i corti capelli verdi con una mano per liberarli dalla neve, chiudendo gli occhi. Poi una idea saettò per la sua mente, facendogli lanciare un’occhiata in tralice alla ragazza che sembrava molto occupata a ritornare in una palla. Poi spostò gli occhi impassibili sulla neve intorno a lui, una mano ancora tra le ciocche verdi.

Ooooh yessss.

“Aqua, mi spieghi perché hai così freddo?” le chiese con casualità mentre giocherellava distrattamente con la neve.

“Che razza di domanda è?” replicò spazientita lei, la sua voce attutita dalla lana del cappotto. Voltò il capo verso di lui, lentamente ritirando l’ala per guardarlo in faccia. “Credo che tutti sappiano che a zero gradi l’acqua gela--!!”

Rimase immobile quando una palla di neve la colpì in pieno volto non appena ebbe ripiegato del tutto l’appendice piumata. Sentì la pelle bruciare, punta da mille spilli ghiacciati, e un brivido le corse giù per la schiena. Scelse di non reagire mentre l’altro ridacchiava sotto i baffi divertito.

Rideva perché era ignaro della rabbia che lentamente stava cominciando a ribollire nel petto della ragazza. “Zoro,” disse con calma glaciale. Lui si voltò verso di lei con quell’irritante mezzo sorriso ancora dipinto sul volto. Si pulì la faccia dalla neve semisciolta con la manica del cappotto, compiendo ogni singolo movimento del braccio con lentezza esasperante. Poi prese un respiro profondo e chiuse gli occhi.

Stava per assaltare il marimo con tutti gli insulti che conosceva in tutte le lingue che sapeva parlare, pronta per riempirlo di calci e pugni, quando questo, con un veloce scatto, le tappò la bocca con la sua. Aqua, troppo sorpresa per opporsi, rispose inconsciamente al bacio, sentendo qualcosa di gelido venirle spinto dentro alla bocca dalla lingua dell’altro. Il freddo la riportò bruscamente alla realtà. Spinse Zoro via da sé prima di portare una mano alla bocca. Troppo tardi: aveva già mandato giù il malloppo gelato. S’irrigidì quando questo lasciò un fredda scia al suo passaggio nella gola. “MA SEI UN COGLIONE!!” sbraitò infine. “STO CREPANDO DI FREDDO E TU MI FAI INGOIARE DEL GHIACCIO??!"

Lo spadaccino non si scompose e, cogliendola nuovamente alla sprovvista, le afferrò repentinamente i polsi spingendola giù, di nuovo sulla neve, con il peso del proprio corpo. Poggiò nuovamente la bocca su quella della ragazza, troncando le sue furiose proteste. Assaporò lentamente quelle labbra gelide e livide, quasi stesse assaggiando un gelato. Quando si separò da lei, osservò soddisfatto la sua espressione inviperita e densa d’odio.

“Io quel sorrisetto idiota te lo strapperò dalla faccia,” lo minacciò enfatizzando più che poteva il verbo ‘strappare’.

“Sai, anche io, ogni tanto, faccio dispetti, nonostante li trovi atti davvero stupidi,” disse in tono suadente mentre si sistemava a cavalcioni sopra la ragazza sotto gli occhi furenti di quest’ultima, trattenendole sempre i polsi con una mano. “Però...”

Passò delicatamente le dita sui bottoni del cappotto nero che aveva prestato all’Antico, disfacendoli uno ad uno, adagio.

“Se c’è una cosa che mi piace...”

La sua voce baritonale si era abbassata ad un sussurro dolce e leggero, come i fiocchi di neve che fluttuavano nel cielo prima di adagiarsi aggraziatamente a terra. Finalmente liberato il collo della donna dal cappotto, prese a baciarlo piano, delicato come il sottile venticello che teneva la neve sospesa a mezz’aria. Lei rabbrividì, se di freddo o di piacere non lo sapeva.

“È scaldare le cose gelate.”

Pronunciate con malizia queste ultime parole, afferrò senza tante cerimonie i baveri del cappotto e li tirò in direzioni opposte, facendo saltare tutti i bottoni ancora chiusi. “Per bene,” aggiunse con un mezzo sorriso - che Aqua definì “da maniaco” - prima di unire nuovamente le loro labbra in un lungo bacio colmo di passione, mentre faceva scivolare una mano sotto il maglione della ragazza.


 

***

 

“Trentanove e mezzo,” sospirò Chopper scrutando la sottile colonnina di mercurio all’interno del termometro di vetro. “Dovrai rimanere a riposo per un po,” disse in tono professionale mentre riponeva i suoi strumenti all’interno di una cassetta nera. “E questo è un ordine di medico, Zoro,” lo riprese più severamente quando udì un verso gutturale di disapprovazione.

Chiuse il contenitore pece con un secco suono metallico mentre si voltava verso il suo paziente disteso sul lettino dell’infermeria. “Aqua fortunatamente se l’è cavata con solo una lieve alterazione. Non avrei mai immaginato che tu peggiorassi così tanto nonostante gli antibiotici...” Cominciò a riflettere ad alta voce, cadendo in un linguaggio puramente medico che lo spadaccino non riuscì a comprendere - non che lo stesse ascoltando in primo luogo.

Chiuse gli occhi nella speranza di alleviare l’emicrania e poggiò un avambraccio sulla fronte bollente, mettendosi comodo sul lettino che per le prossime settimane sarebbe praticamente diventato la sua seconda dimora. Sgomberò la mente da qualsiasi pensiero e stava giusto per appisolarsi quando un lieve bussare alla porta interruppe l’infinito monologo del medico. Per qualche secondo non udì nessuna parola, segno che probabilmente stavano comunicando tra di loro a gesti. Poi lo scricchiolio della sedia girevole che veniva alleviata dal peso della renna, il rumore di zoccoli battere su legno, un secondo scricchiolio della porta che si chiudeva.
 

Non si curò nemmeno di aprire gli occhi o di alzare la guardia: erano in mezzo al mare con l’Antico dell’Acqua a bordo; anche se la Marina avesse voluto attaccarli sarebbe tutto finito nel giro di pochi secondi e qualche onda anomala. Stava giusto rivolgendo l’attenzione dei suoi pensieri alla donna, quando qualcosa di gelido venne pressato contro il suo collo. Sussultò per la sorpresa e si voltò di scatto, trovandosi di fronte proprio quell’Antico.
 

Scrutò per qualche secondo ancora ad occhi spalancati il volto di Aqua, impiegandoci qualche secondo in più per riconoscerla. Sbuffò e si lasciò ricadere sul lettino, richiudendo gli occhi scocciato quasi volesse ignorare il fatto che lei esistesse. Parli del Diavolo, e spuntano le corna. In fondo era invidioso: lui relegato in infermeria con la febbre a quaranta e lei felicemente in salute nonostante entrambi si fossero spogliati in mezzo alla neve.
 

“Ma salve,” disse lei con voce suadente mentre le sue labbra si tendevano in un ampio sorriso che però non aveva niente di allegro. Lo spadaccino rispose con un singolo suono a labbra chiuse. Percepì l’aria spostarsi e capì che la ragazza si stava muovendo. “Ho origliato un po ed ho scoperto...” La sua voce si spense per qualche secondo rimpiazzata da un allegro tintinnare di vetro e metallo. “... che hai preso una bella freddata,” concluse poi. Dal tono assorto della sua voce capì che era concentrata a fare qualcosa.
 

Rispose con un secondo grugnito affermativo. Ma perché non te ne vai?
 

“Beh, non che non lo sapessi: in fondo ho manomesso io la tua cura...”
 

Mugolò di nuovo, assimilando le parole solo qualche secondo dopo. Scattò sull’attenti, puntellandosi sul gomito per sollevare la schiena e le spalle dal materasso. “Tu hai cosa?!” esclamò guardandola incredulo.
 

“Boicottato la tua cura a base d’antibiotici,” ripetè distrattamente mentre armeggiava con la cassetta degli strumenti di Chopper.
 

Gli stava dando le spalle, concentrata su qualcosa sulla scrivania, impedendogli di leggere la sua espressione.
 

Boccheggiò un paio di volte, balbettò sbigottito qualche parola sconnessa. “Eh?!!” riuscì infine a pronunciare semplicemente esterrefatto.
 

In risposta, le spalle della donna sussultarono in una piccola risata. Si voltò impugnando nella mano destra una siringa piena di un liquido trasparente, l’altra poggiata sul fianco sinistro. “Sai, ho scoperto che anche a me piace riscaldare le cose...”
 

Una sottile intuizione, appena accennata ma abbastanza spaventosa da farlo rabbrividire, serpeggiò lentamente nella sua mente mentre fissava ad occhi sgranati l’ago d’acciaio. Ogni tanto spostava lo sguardo sul volto di Aqua sperando che quello fosse uno scherzo, ma incontrava solo un’impassibile maschera di serietà.
 

“Vediamo quanto possiamo ‘riscaldarti’ senza ammazzarti...” continuò e le sue labbra si contrassero in un ampio sorriso a dir poco inquietante. Mosse un passo verso di lui, lentamente, senza fretta. Sapeva che non gli poteva scappare. Ed anche lui sapeva che, in quelle condizioni, non poteva opporre la minima resistenza.
 

“Dolcetto o Dispetto?” scherzò lei mentre alzava la siringa con quell’espressione perversamente sadica stampata sul volto.
 


Non è detto che il piatto della vendetta vada sempre gustato freddo, in fondo.
 

  
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