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Autore: CandyCaine    07/10/2011    1 recensioni
Di notte si fanno strani incontri per le strade della città.
Questo scritto è dedicato a tutti coloro che amano la figura classica del vampiro, com'era prima dei glitter e del romanticismo.
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Blood Enslavement


Autrice: Candy Caine [aka Hellfire]

Disclaimers: Questa fiction non intende infrangere alcun copyright ed è scritta senza scopo di lucro. La canzone Bloodline appartiene agli Slayer.

Nota dell’Autrice: L’idea di questa one shot è nata dopo che ho avuto l’infelice idea di andare al cinema proprio nei giorni in cui usciva uno dei capitoli della saga di Twilight, ed è stata ispirata da un gruppetto di ragazze che facevano la coda al botteghino di fronte a me. E’ dedicata a tutti coloro che amano i vampiri di Stoker e Rice piuttosto che quelli della Mayer, ma non intende offendere ne criticare i gusti di nessuno. Ad ognuno il suo, e io non sono certo quella che ha diritto di giudicare i gusti altrui. Vi sarei invece grata se voi giudicaste questa mia! Grazie a chiunque leggerà.
 
I Smell Of Death
I Reek Of Hate
I will Live Forever
Lost Child
Pay The Dead
Bleeding screams of silence
In My Veins your eternity

(Bloodline - Slayer)
 
 
 
Vestite di trine, fasciate dal velluto, le Vampire erano belle di luna e di tenebra. Vagavano per la città con i loro arcani sorrisi, di labbra rosse come sangue e denti bianchi come l'avorio - e quei canini affilati, che non avevano nulla di terreno ne tantomeno di umano.

Passeggiavano tenendosi per mano sotto la luce asettica dei lampioni e delle insegne, sussurrando con le loro voci dolci e melodiose, parlando di cose che non avevano davvero importanza per loro, giacchè erano eterne e meravigliose. Niente eccetto l'amore che provavano l'una per l'altra e tutte per Lui contava davvero; fintanto che erano insieme, che potevano sognare di Lui, le figlie del crepuscolo erano prospere e serene.

Sapevano che la gente le guardava, ma a loro non importava poi molto. Non potevano capire, non avrebbero mai capito. E loro erano felici di ciò che avevano, felici dei loro sogni e del Suo sorriso, felici di parole che parevano essere scritte soltanto per loro, che le avevano per la prima volta fatte sentire vive anche se morivano ogni giorno sulla croce del quotidiano senza mai sapere il perchè.

E poichè erano use all'incomprensione dei mortali, non si stupirono tanto quando la donna grassa che passò loro accanto scoppiò a ridere senza un vero perchè. Solitamente ignoravano quel tipo di comportamento, e anzi si pascevano nel disprezzo altrui, beandosi del loro essere reiette ed incomprese; ma per qualche motivo quella risata di scherno le scosse un po' tutte ed Alice, che era decisamente il capo del loro piccolo clan, apostrofò la donna con insolita asprezza.

" Non è carino ridere in faccia alle persone, lo sa? "

" Scusatemi. " disse allora quella, fermandosi. Aveva capelli di un biondo sporco, spettinati e trascurati, ed indossava vecchi vestiti stazzonati il cui taglio sembrava risalire alla moda di molti anni prima. " Non intendevo mancarvi di rispetto. E' solo che siete... " si fermò, come a cercare la parola giusta, ed un bagliore illuminò i suoi occhi verdi segnati da rughe profonde. " ...particolari. Posso chiedervi perchè siete vestite a questo modo? "

Le Vampire si guardarono, sussurrando rapide. Dopotutto, quella donna strana pareva essere soltanto curiosa; ed era bello, per una volta, che qualcuno manifestasse nei loro confronti un genuino interesse. E perciò Rose le rispose, additando se stessa e le proprie sorelle con una mano eburnea dalle unghie nere:

" Noi siamo un clan di Vampire. " spiegò. " Siamo sorelle di sangue e di sogno. "

La donna parve, di nuovo, sull'orlo dello scoppiare in una risata. Ma memore di aver ferito le fanciulle prima, si sforzò di trattenersi e si limitò ad un breve sorriso.

" Davvero? Mi sono sempre piaciuti tanto i vampiri. " disse, e la sua voce era roca e stridente e polverosa come qualcosa che viene lasciato per anni ad ammuffire sul fondo di un cassetto aperto di rado. " E cosi voi fingete di esserlo? "

" Noi non fingiamo. " rispose sussiegosa Bree, portandosi le mani ai fianchi e facendo ballare le trine del suo bustino nell'aria tersa della notte estiva. " Noi siamo davvero Vampire, la nostra anima appartiene al crepuscolo. "

" Ah! " la donna pareva divertita ed incuriosita insieme, e si avvicinò un poco alle sorelle portandosi dietro un'odore di alcool e di fumo. " E dunque, voi siete Vampire dite. E bevete sangue umano allora? "

" Oh no, no di certo! " inorridì Isabella, scuotendo la sua zazzera bionda. " Soltanto i più malvagi fra noi lo fanno. Noi beviamo solo dagli animali, e solo in caso di neccessità."

" E dormite forse in una cripta durante il giorno? " domandò la donna curiosamente. " In vecchie bare e fra le tenebre? "

" E' soltanto una leggenda questa." spiegò Alice pazientemente. " Possiamo muoverci benissimo alla luce del giorno, soltanto la nostra pelle riluce per via della magia dentro i nostri corpi. "

" Riluce! " la donna sogghignò, e le sorelle realizzarono improvvisamente che c'era qualcosa di sottilmente inquietante in lei, qualcosa di sfuggente ed indiscutibilmente sbagliato. " E quanto alla forza? " domandò, prendendo un'altro passo verso di loro e facendosi troppo, troppo vicina. Le Vampire si strinsero l'una all'altra, indietreggiando compatte nell'ombra di un vicolo che prima non avevano neppure notato. " Siete forti, è così? Forti ed immortali, si? " gli occhi verdi della donna brillavano come non avrebbero dovuto fare, di scintille che parevano rubate alle fiamme d'inferno; a Renee venne da piangere. " Voi non potete morire? E potreste, diciamo, spezzarmi la schiena con un dito? " insistette la donna, la voce che trasudava di sarcasmo crudele.

Alice scattò rabbiosamente, cercando di dominare l'ansia che l'aveva presa alla gola come una morsa crudele. Da qualche parte alle sue spalle un paio di ragazze avevano iniziato a piangere.

" La smetta! " urlò, mentre una lacrima di frustazione le scorreva lungo la guancia pallida, lasciando una riga nera per via dell'eyeliner. " La smetta subito, le dico! Che cosa diavolo vuole da noi? Chi è lei per trattarci a questo modo? "

La donna rise, gettando indietro la testa, e poi piantò in faccia ad Alice quei suoi occhi innaturali ed ardenti. Passo dopo passo, si avvicinava sempre di più alle sorelle, finchè esse non si trovarono strette le une alle altre, la schiena premuta contro il muro di mattoni che chiudeva il vicolo deserto.

" Cosa voglio? Chi sono? " ripetè la donna dolcemente, il suo tono quasi sognate. E le sue labbra erano rosse in modo innaturale, ed i suoi canini di un giallo sporco erano troppo appuntiti per essere finti come quelli che le sorelle avevano in bocca, e sotto l'odore dell'alcool e del fumo che aveva addosso se ne avvertiva uno molto più acre e disgustoso, come di decadimento e putrefazione. " Io, mie care bambine, sono un vero Vampiro. E da voi voglio soltanto la mia cena. "
  
  
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