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Autore: Chu    08/10/2011    1 recensioni
Tre racconti eterogenei (slash, het, slash) su altrettante coppie: Dean/Seamus, Neville/Luna e Severus/Regulus.
[Prima classificata al contest "Sfida serale "Edizione Lupus in Fabula" di Hikaru_Zani]
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Dean Thomas, Regulus Black, Seamus Finnigan, Severus Piton | Coppie: Luna/Neville
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Titolo: Ragnatela
Personaggi: Regulus Black, Severus Snape
Prompt: "L'umorismo è il più eminente meccanismo di difesa." (Freud)
Rating: PG13
Avvisi: slash, ambientato poco prima della morte di Regulus (per questo motivo può sembrare più isterico di quello che è XD)
Parole: 1.075 (Word)
Note: è orribile e lo so da me: ma sono le quattro meno venti ed io ho bisogno di dormire XDD quindi ti tieni l’orrore!
La fic ha totalizzato 39.55 punti su 40 nel terzo turno della Sfida Serale - Edizione Lupus in Fabula indetta da Hikaru_Zani. Potete trovare il giudizio alla fine della pagina ♥

Ancora
L'umorismo è il più eminente meccanismo di difesa.
(Freud)


C’era una ragnatela che li teneva bloccati. Severus non era mai stato tipo da metafore poetiche, ma quella era particolarmente adatta alla loro situazione: Regulus tentava con tutto sé stesso, lo vedeva, ma non sarebbe mai riuscito a liberarsi dalla sua ossessione.

Non aveva mai voluto indagare sui motivi che spingevano quell’impertinente a seguirlo, a volerlo toccare, a voler invadere a tutti i costi il suo spazio, la sua mente; aveva semplicemente relegato quei comportamenti in una parte del suo cervello, archiviandoli sotto il nome di “mania” e poi aveva cercato di fare i conti con quel legame.

Nemmeno lui, nonostante continuasse a fare passi indietro, a scansarlo e a cercare di disciplinarlo, riusciva a liberarsi della ragnatela in cui sembravano essere capitati.

Erano anni, ormai, che continuavano quel balletto: per quanto Severus si allontanasse, cercasse di rimpossessarsi della sua solitudine, tanto cara e amica, Regulus tornava sempre, riusciva a scoprire nuovi passaggi per arrivare a lui.

Non c’era modo di liberarsene e a volte l’ostinazione non porta altro che grane; così aveva smesso di tentare, adagiandosi sulla ragnatela ed aspettando il momento in cui il ragno gli sarebbe piombato addosso per divorarlo o quello in cui la ragnatela avrebbe ceduto.


“Cos’hai?” gli chiese e lo vide sussultare nel buio della stanza.

Regulus era pallido come un cadavere, smagrito dalle sue mille nevrosi. “Severus…” sussurrò, la voce che non tradiva agitazione, solo una vaga punta d’irritazione per essere stato sorpreso in quel modo. “Da quando t’interessa?” domandò con gli occhi che si sforzavano di metterlo a fuoco in quelle tenebre appena rischiarate dal Lumos della bacchetta.

Severus lo squadrò ancora una volta; il diavolo sta nei dettagli, diceva sempre suo padre, quando era abbastanza sobrio e lui doveva ammettere che quel detto era singolarmente veritiero, nonostante fosse uscito dalla bocca di quell’uomo. Notò, tanto per cominciare, che la mano destra di Regulus si muoveva forse inconsciamente verso la tasca dove di solito teneva la bacchetta; notò anche che la sua espressione era rigida come non lo era mai stata davanti a lui.

Il diavolo sta nei dettagli, pensò di nuovo, e nel saperli interpretare.

“Di cos’hai paura?”

“Paura?” gli fece eco Regulus, stavolta la sua voce salì in un piagnucolio stridulo, così poco da lui. “Dovrei avere paura? Di te, forse?”

In un altro tempo quella frase sarebbe stata così carica di lascivia da fargli immediatamente capire quello che sarebbe successo dopo; ora Regulus tentava solo di schernirlo, terrorizzato.

Severus sollevò un sopracciglio, fissandolo negli occhi. “Dovresti?” gli chiese di rimando, avvicinandosi di un passo.

Il ragazzo di fronte a lui puntò i piedi a terra, in uno stoico tentativo di non tirarsi indietro. “Ah, Severus!” esclamò, facendo un sorriso più simile ad un ghigno. “Forse questo scherzo sta andando troppo per le lunghe e noi dovremmo tornare ad appenderci alle rispettive travi, da bravi pipistrelli, non credi?”

“Stai cercando di fare dell’umorismo, Regulus.” E lui sapeva che lo faceva solo quando si sentiva in difficoltà, solo quando si sentiva minacciato da qualcosa o da qualcuno; non avrebbe voluto, ma lo conosceva bene e conosceva anche i suoi meccanismi di difesa.

“E tu stia cercando di farmi impazzire!” Lo gridò e la magia sospesa tra le tenebre che li aveva accompagnati fino a quel momento sembrò estinguersi come una fiammella al soffio della tempesta.

Il movimento fu fluido e calcolato: strinse le mani sui polsi di Regulus e sentì la forza delle sue braccia fare resistenza, ma solo per un momento, poi si rilassò, abbassando la testa come uno sconfitto, guardandolo con occhi incredibilmente affilati da sotto la frangia scura.
“Tu non immagini… tu non puoi farmi questo.”

Ma Severus non sapeva cos’era “questo”; stava solo cercando di capire perché da mesi Regulus sembrava terrorizzato dalle riunioni dei Mangiamorte, per quale motivo aveva iniziato a spingerlo via, solo per poi tirarselo di nuovo addosso, cercando la sua pelle e le sue labbra ogni volta senza motivo apparente, senza soluzione di continuità.

“Ora calmati.” gli ordinò, le mani lunghe e pallide che ancora stringevano i polsi troppo piccoli di Regulus. Stava tremando, preda di una crisi isterica dovuta a motivi che esulavano dalla comprensione di Severus.

“Calmarmi? Ma certo, che ci vuole?”

“Regulus!” lo richiamò, strattonandolo e solo allora alzò la testa e lo guardò con lucidità in viso: una volpe braccata dai cani forse avrebbe avuto un’espressione meno vulnerabile della sua in quel momento. “Puoi non dirmi niente,” gli disse con voce ferma, senza mai smettere il contatto fra loro. “Ma se dopo tutto questo tempo intendi trattarmi come un nemico, quando sei stato tu ad avvicinarti, non aspettarti più nulla da me. Nulla…” scandì quell’ultima parola liberandogli i polsi e indietreggiando, pronto a lasciare quella stanza in cui ogni volta s’incontravano.

Non riuscì a voltarsi: Regulus gli era già addosso, un fascio di nervi che finalmente si scioglieva. Lo baciò lentamente, mentre gli sfilava la bacchetta di mano e la lasciava cadere a terra.

“Sta’ attento.” lo riprese Severus, allontanandosi di un passo, ma venendo immediatamente raggiunto dalle mani di Regulus, che gli si posarono sul collo, risalendo alla base della nuca. Lo guardò negli occhi, senza alcuna esitazione, la scintilla di follia cacciata indietro, oltre il velo della bramosia.

“Ho bisogno di te…” gli disse, avvicinando il corpo al suo. “Da sempre, ho bisogno d’essere più simile a te, più freddo, più inattaccabile… ma riesco ad essere solo questo, il patetico ragazzino impaurito che accusa l’unico amico che ha.”

Erano le sue scuse per averlo trattato male, per aver perso la testa, ma Severus non ne aveva bisogno, non voleva sentirle; non aveva mai voluto sapere nulla di più del sesso che facevano, non aveva mai voluto sapere nient’altro della ragnatela che li teneva bloccati: c’era e quel dato di fatto bastava.

“Taci.”

Regulus lo fece e poi lo baciò di nuovo, finché non indietreggiò, spogliandosi di tutti i suoi vestiti e allungando le braccia verso di lui. “Toccami, ti prego. Toccami come non hai mai fatto.”

Severus non seppe mai perché fece quel passo avanti, perché toccò la sua pelle bianca, perché ne baciò ogni minima porzione; odiava indagare i suoi sentimenti ed era più facile fingere d’essere impermeabile a qualsiasi emozione diversa dall’astio. Odiò quella notte – l’ultima che passarono insieme – in cui aveva amato il ragazzino che l’aveva gettato nella sua ragnatela.

Poi Regulus morì ed i fili che li avevano stretti insieme fino a quel momento si spezzarono per sempre.


***

Chu - Ragnatela
Pacchetto scelto: Severus/Regulus, "L'umorismo è il più eminente meccanismo di difesa." (Freud) di Zephan


Grammatica 9.80/10
Un lavoro quasi del tutto pulito, Chu!
Hai saltato un inciso -cercando la sua pelle e le sue labbra(,) ogni volta(,) senza motivo apparente, senza soluzione di continuità- hai cominciato una sentenza con la “e” congiunzione.
Infine, un piccolo consiglio… come ho già detto a Miki, si preferiscono i punti per sospendere un discorso diretto, stop.
Ottimo lavoro, cara!

Stile 10/10
Ho letto e riletto questa storia, non ho trovato nulla d’imperfetto. Sotto questo parametro, è davvero impeccabile, coinvolgente e cruda, specie il finale.
Brava!

IC 10/10
Ok, è una coppia insolita, per me. Di solito vedo Severus SOLO con Lily… devo ammettere che sei stata talmente brava da farmeli piacere, insieme.
Sappi che è una cosa gravissima e dovrei squalificarti solo per questo! Non è vero, la seconda parte della frase erano inutili ciance.

Uso del pacchetto 4.75/5
La coppia è perfetta, descritta bene nel momento che hai scelto di rappresentare.
Ho solo notato qualche carenza nell’uso della citazione: si percepisce la sua presenza, non c’è dubbio, però, si riduce un po’ a quel momento.

Gradimento personale 5/5
Una piacevole sorpresa, una coppia insolita… è tutto merito tuo!
Grazie, Chu, per aver partecipato anche questa volta; per aver riportato una ventata di fresche fic, per sapermi coinvolgere con il tuo stile impeccabile.
Grazie per aver tenuto alto il morale -e l’ansia- di tutti :P e per aver gestito la situazione in mia assenza.
Sei stata un’attrice fantastica, in più!
Ti aspetto, ovviamente, per la prossima edizione del contest (ma ti dirò, sei già iscritta!)
Continua così, mi raccomando.
Totale 39.55/40
TOTALE GLOBALE (80.25+39.55) 119.80
  
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