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Autore: Malvagiuo    08/10/2011    1 recensioni
Raccolta di missing moments riguardanti Tom Riddle e la sua ascesa al potere, fino alla sua trasformazione nel Mago Oscuro più potente di tutti i tempi.
Genere: Avventura, Azione, Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tom Riddle/Voldermort | Coppie: Bellatrix/Voldemort
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Quando per la prima volta lo vidi, mi domandai che razza di uomo fosse. Anzi, ammetto che mi chiesi perfino se davvero fosse un uomo. Il volto serpentesco, il colorito cinereo, gli occhi rossi e fiammeggianti... più un serpente che un essere umano.
Mi incuriosiva, suppongo. Per questo gli scagliai contro una maledizione.
Lui la neutralizzò con disinvoltura, quasi con pigrizia, e ne rimasi sbalordita. Nessuno aveva mai respinto con tanta indifferenza una delle mie stregonerie. Quell’essere mi fissò compiaciuto, divertito dal mio sbigottimento. Le sue labbra sottilissime si incresparono in un sorriso, e non potevo sapere che quello sarebbe stato uno dei pochissimi che mi sarebbe capitato di vedere delinearsi sul suo viso. L’avessi saputo, avrei fatto di tutto per imprimerlo a fuoco nel mio cervello.
«Quella maledizione era potente» sibilò il Signore Oscuro. «Ma io posso insegnarti a trasformarla in qualcosa di terrificante».
Fu allora che dentro di me scattò qualcosa. Qualcosa di inaudito, di mai provato.
Dapprima non riuscii a capire che cosa fosse. Subbuglio? Timore magari, oppure riverenza?  “No”, mi dissi. “È qualcosa di... osceno”.
Capii di esserne attratta quando, dopo aver udito un boato assordante, dalla punta della sua bacchetta scaturì un maleficio talmente rapido e aggressivo che, colpendomi in pieno ventre, mi scagliò con violenza a diversi metri di distanza. Il dolore risvegliò in me l’eccitazione. Lui era forte, era grande... ed era in grado di dominarmi. Nessuno, tra i molti uomini che avevo incontrato in passato, era stato capace di farlo.
Mentre ancora mi rigiravo, dolorante e frastornata, sul terreno, il Signore Oscuro si avvicinò a passo lento. Quando mi fu accanto, mi accorsi quanto fosse terribile la mole di colui che mi sovrastava. In tutta la mia esistenza, quella fu la prima occasione in cui mi sentii davvero impotente.
Intuii di amare la forza invincibile che scaturiva dal suo corpo.
Si inginocchiò e appoggiò la punta della bacchetta sul mio petto.
«Bellatrix Lestrange, questa notte sei chiamata a decidere il tuo destino» mormorò. «Vuoi condividere la gloria di un mondo epurato dall’infezione babbana, al mio fianco, come Mangiamorte... oppure vuoi essere semplicemente la moglie di Rodolphus Lestrange?»
Spalancai gli occhi, rendendomi conto della portata di quella proposta.
Li sentii gonfiarsi di lacrime, percepii la gioia, la più pura felicità, il gaudio più grande erompere dal mio cuore, domandandomi come fosse possibile per un organo tanto piccolo contenere una quantità di emozioni così immensa.
«Io voglio essere una Mangiamorte. Lo voglio con tutto il cuore».
Il Signore Oscuro non sorrise.
Si limitò ad afferrarmi il braccio con risolutezza e a scoprirlo dalla manica della veste. Mi puntò la bacchetta contro l’avambraccio e ne avvertì la punta premere decisa sulla mia carne. Un istante dopo, un bruciore lancinante si propagò nelle mie vene, nelle ossa e in ogni fibra del mio essere. Urlai, dimenandomi per la sofferenza, ma lui mi tenne l’avambraccio immobile, senza far caso all’agonia cui mi costringeva.
Quando tutto fu finito, ansimavo senza controllo. Se prima avevo pianto di gioia, ora le lacrime che mi rigavano il viso erano dovute alla terribile esperienza appena vissuta.
Ero talmente sconvolta da non accorgermi del meraviglioso tatuaggio nero che mi ornava la parte interna del braccio, sinuoso e cupo, dal profondo e terribile significato.
«Toccami, Bella» disse Voldemort.
Mi girai verso di lui, confusa. Vidi che mi porgeva il suo avambraccio, dove campeggiava un marchio identico al mio, anche se più grande.
Senza indugiare, obbedii. Quando il mio indice toccò il teschio, l’intero marchio si tinse di un nero vivido, vibrante e vivo. Un nuovo bruciore arse il mio braccio, ma questa volta più lieve.
Sorrisi. Capii che era fatta.
Il mio destino era appena stato deciso.
   
 
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