Anime & Manga > Sailor Moon
Ricorda la storia  |       
Autore: Arwen297    09/10/2011    3 recensioni
Un'isola, dimenticata da tutti. Delle credenze vernacolari. Un amore che porterà ad una leggenda legata ad uno dei fenomeni ciclici della natura.
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Mamoru/Marzio, Michiru/Milena
Note: AU, Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna serie
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Nuova pagina 1

Idea di Arwen297 – Personaggi di Naoko Takeuchi


 

Il buio della notte aveva inglobato in se stesso qualsiasi cosa: forme, colori, la vita degli abitanti della piccola isola che nelle ore di buio dormivano profondamente, troppo stanchi della vita che alla luce del sole scorreva frenetica in quel piccolo angolo di paradiso a una quarantina di chilometri dalla costa.

Intorno a quella punta di smeraldo che si ergeva fiera sul mare solo il blu cobalto degli abissi più profondi.

Il silenzio della casa era interrotto solamente dal rumore del mare furente che sembrava sferzare in ogni angolo o anfratto l'isola, sembrava persino giungere fino all'abitazione, poco lontana dalla passeggiata del piccolo paesino cullato dalle braccia di Morfeo.

Marzio Chiba ascoltava ogni rumore intorno a lui, il mare sembrava quasi voler ingoiare la terra, ferendola con i suoi schizzi potenti; le onde si univano per poi esplodere in una miriade di minuscole gocce quando colpivano senza pietà la roccia calcarea. Aveva poco più di vent'anni, l'età giusta per iniziare a prendersi cura del sostentamento della famiglia, aveva pertanto inziato ad aiutare i suoi genitori nella coltivazione del loro piccolo pezzo di terra, che nonostante le ridotte dimensioni aveva dato loro sempre ciò di cui avevano bisogno. Loro erano figli della Terra, da generazioni nonostante abitassero su di un'isola, gli abitanti non mettevano più piede su una barca che li riportasse sulla Terra ferma.

Alcune antiche leggende narravano infatti che nel mare avessero dimora creature al quanto mostruose, pronte a tutto pur di attirare negli abissi gli esseri umani incauti che avessero solamente osato attraversare la distesa d'acqua per tornare sul continente. In giro si diceva che in tempi remoti il capostipite della loro gente avesse chiesto il permesso a queste strane creature di abitare l'isola per sfuggire alla malvagità di alcune battaglie che avevano devastato parte della sua famiglia, e il destino aveva voluto che le creature accettassero di buon grado, a patto che la specie umana non invadesse il mare con navi, rubando i suoi figli per mezzo della pesca. E sopratutto a patto che non ci fossero incroci tra le loro razze. L'uomo accettò.

Se tutto ciò era frutto solamente dell'immaginazione di qualche vecchio andato con gli anni il giovane Chiba non poteva decisamente saperlo. Gli antichi racconti sostenevano che gli esponenti femminili della razza erano qualcosa di meraviglioso da cui non riusciuvi più a togliere gli occhi di dosso eppure - nonostante amasse passeggiare per ore sulla spiaggia - punto d'incontro tra i due regni, non ne aveva mai avvistata una in tutti i vent'anni della sua vita. Il mare rimaneva fermo immobile sempre nello stesso punto quando non vi erano burrasche in corso come quella notte, poteva stare tutto il giorno nella stessa posizione senza che la massa d'acqua lo inglobasse e ciò lo rilassava parecchio. Certo da quando aveva iniziato a coltivare la terra il suo tempo era notevolmente diminuito, ma non perdeva mai l'occasione per recarsi sulla battigia.

Sospirò nel buio, sperava ardentemente che il vento e la pioggia di quella notte non distruggessero la serra che con tanta fatica e sacrifici avevano costruito l'estate precedente, altrimenti gran parte degli ortaggi per l'autunno sarebbero andati persi, infliggendo alla sua povera famiglia un periodo di stenti.

Avrebbe voluto essere utile in qualche modo che andasse oltre il lavorare la terra, ma i suoi genitori nonostante lui fosse sempre stato portato per lo studio non gli avrebbero mai permesso di rompere per primo il tabù derivato dalla leggenda e per tanto – difficoltà economiche a parte – non aveva neanche senso chiedere una cosa del genere. I suoi genitori per quanto fossero buone persone, erano molto all'antica. Nonostante sua sorella Rea non avesse ancora compiuto la maggiore età, infatti, stavano già pensando a quale buon partito destinarla e a volte il loro atteggiamento sembrava così poco consono al mondo al di la dell'isola. Spesso quando era nel punto più alto dell'isolotto vedeva la civiltà scorrere poco lontano, navi lussuose e gigantesche, altre lunghe e piene di strane scatole di metallo. Cose sconosciute a lui che era sempre cresciuto in quel fazzoletto di terra, ma che lo attraevano parecchio. Non si capacitava di come quell'isola ancora non fosse entrata nel giro commerciale di chi, venendo dall'esterno era ben lungi dal farsi condizionare dalla mentalità chiusa del luogo. In cuor suo continuava sempre a sperarci per entrare un pò in contatto con la vita che non aveva mai conosciuto. Ma sapeva anche nel profondo del suo essere, che un miracolo del genere non sarebbe mai avvenuto. Per il resto del mondo quell'isola era deserta. E i mille abitanti che la occupavano non sarebbero dovuti nemmeno esistere. Eppure non vi mancava niente: le scuole c'erano fino al Liceo, il comune e l'ospedale non mancavano. Ma la verità era che quei rari visitatori che vi giungevano per rinfornire i pochi negozi, venivano trattati in modo ostile e distaccato da tutti gli abitanti, e questo non li invogliava a tornare con la loro famiglia.

La bufera sembrava essersi calmata con l'apparire dei primi raggi di luce che filtravano tra le imposte che chiudevano la finestra, anche quella notte si era svegliato con largo anticipo, rispetto all'orario che vedeva la restante parte della sua famiglia lasciare il caldo delle coperte intorno alle sette del mattino. Era più forte di lui, in quel periodo si sentiva irrequieto, stufo di quella vita che lo trascinava senza convolgerlo realmente, stufo di essere confinato su quel piccolo paradiso in terra, e non vedeva decisamente l'ora di trovare il serpente della tentazione per essere cacciato da li, e poter andare punto e a capo facendo ciò che voleva veramente della sua vita.

Si girò su un fianco nel letto in modo da osservare il centro della stanza che pian piano riacquistava il suo volume man mano che la luce cresceva all'esterno dell'abitazione, la piattezza della notte finalmente avrebbe lasciato spazio all'eplosione vivace dei colori del mondo che lo circondava.

Si decise ad alzarsi e a prepararsi prima di scendere giù in cucina a fare la colazione, per la sorella e i genitori. Cucinare gli piaceva abbastanza, e a volte quando doveva mangiare da solo amava sperimentare ingredienti nuovi, creando nuove alchimie che deliziavano il palato. Poi le riproponeva alla restante parte della famiglia appena se ne presentava l'occasione. Fissò la sua immagine stanca per aver dormito veramente poco nello specchio del bagno che gli restituì il riflesso di un ragazzo alto all'incirca un metro e ottanta, bruno dai profondi occhi blu con la pelle cotta dal sole dell'estate appena finita. Si lavò il viso con dell'acqua gelida in modo tale da svegliarsi totalmente, poi lavò i denti e si fece una doccia.

Mezz'ora più tardi era già di sotto impegnato nella preparazione della colazione. L'abitazione era piuttosto piccola: al piano terra c'era un piccolo salotto rustico, con un camino in pietra un divano a tre posti e una poltrona, il pavimento era in legno. Separata dalla sala per mezzo di un arco e un muretto vi era la piccola cucina, grande abbastanza da contenere tutto il necessario per il genere di funzioni a cui doveva adempiere. Al secondo piano accessibile da una scala sempre in legno sulla destra dell'ingresso c'erano il bagno, e tre camere. Tranne che nella sala e nel bagno, il pavimento dell'abitazione era in cotto.

Prese delle fette di pane da tostare, sopra le quali poi mise della marmellata, dopo di che accese il fuoco sotto la caffettiera già pronta sul fornello e in un altro pentolino versò il latte per sua sorella che sapeva sarebbe scesa da li a poco per recarsi a scuola. Rea aveva i capelli corvini come lui, e due occhi neri come due tizzoni ardenti che riflettevano a pieno il suo carattere. Sentì i passi della ragazzina precipitarsi giù dalle scale con lo zaino sulle spalle.

"Buongiorno fratellone" esclamò non appena si sedette al suo posto, davanti al piattino già posato sulla tovaglietta che usavano per la colazione, di fronte al suo e perpendicolarmente alle due dei loro genitori.

"Giorno a te piccola" mormorò lui versandole il latte al cioccolato nella tazza, e portando in tavola il pane ancora fumante insieme al barattolo di marmellata ai mirtilli. Si versò poi anche lui del latte al quale aggiunse del caffè. Nel giro di mezz'ora i due ragazzi furono raggiunti da entrambi i genitori.


 

Erano le nove del mattino quando insieme alla madre si diresse verso al loro piccolo terreno per saggiare i danni che la tempesta verificatosi nella notte aveva provocato, la donna al suo fianco dai capelli di un castano ramato appariva preoccupata per l'entità del danno, non lo aveva detto ma lui lo percepiva dal fare ansioso che aveva acquisito non appena ebbero messo i piedi fuori di casa. Suo padre si era dovuto recare da un loro amico, dall'altra parte dell'isola per aiutarlo a far nascere un puledro di cui il loro unico cavallo, uno stallone di quattro anni marrone rossiccio, dalla estremità nere era il padre. Il proprietario della giumenta non aveva abbastanza denaro per chiamare il veterinario del paese, e per tanto avrebbe dovuto farlo nascere da se il piccolo, pregando in Dio che il parto non si fosse rivelato fatale per i due animali.

Arrivati al campo dopo una camminata di quasi un'ora su un sentiero sterrato che partiva poco lontano dalla loro abitazione, lo spettacolo non era dei più confortanti ma neanche dei più devastanti di come avevano immaginato, al contrario di quello che lui stesso aveva immaginato, la piccola serra che cullava al suo interno pomodori e altre delicate verdure aveva retto senza subire nessun danno, per quanto riguardava il resto del campo era stato invaso da foglie, tronchi e anche qualche alga arrivata li trasportata dal vento impetuoso che aveva udito soffiare dal caldo del suo letto.

"Sarà meglio darci una mossa a pulire tutto sto disastro" esclamò la madre guardandosi intorno "In modo tale da terminare il lavoro entro stasera"

Si quella sarebbe stata una lunga giornata.

Per fortuna che le temperature erano un pò più miti rispetto all'estate appena trascorsa, e quindi non sarebbe arrivato bollito a casa quella sera.

"Ok" si limitò a dire, prima di afferrare gli attrezzi necessari a mettere posto, sperava infatti di finire in tempo per scendere giù nella piccola insenatura poco lontana dal campo a godersi il mare, prima di tornare poi a casa come tutte le sere.

In breve tempo l'aria si riempì del cigolio della cariola arruginita che spingeva dietro alla madre intenta a raccogliere tutti i rifiuti portati li dalla notte con una pala, facendo attenzione a non staccare preocemente le verdure coltivate all'esterno della serra perchè più resistenti o semplicemente poichè erano ancora troppo giovani e ancora troppo poco cresciute per essere grandi abbastanza da essere straripate dal vento. Man mano che la mattinata avanzava portava dietro di se anche il calore di Ottobre a causa dell'estate che ancora non voleva lasciar spazio all'autunno.

Finirono di raccogliere i legni e le foglie che era ormai ora di pranzo, avevano portato lo zaino con il pranzo, e come ormai era abitudine nella bella stagione, si misero a pranzare all'ombra del vecchio albero secolare che sorgeva in un angolo del terreno accanto al cancello d'ingresso.

" Quando hai intenzione di mettere su famiglia?" la domanda arrivò inaspettata.

"Mamma ho solamente vent'anni" mormorò lui mandando giù il boccone.

"E beh? Io e tuo padre ci siamo sposati che ne avevamo diciannove e lui ventuno" rispose lei.

"Non vi è nessuna ragazza sull'isola che mi piace alla quale chiedere la mano" rispose lui senza dare troppo peso al discorso, in fondo non era colpa sua se a suo parere l'unica ragazza carina era sua sorella. E poi lui era un uomo, poteva aspettare anche qualche anno in più prima di prendere moglie e nessuno avrebbe detto niente, non era mica una ragazza che poteva attrarre mal dicenze sul suo mancato accasamento. Idee stupide se non addirittura sciocche.

"Non è importante la bellezza, prima o poi nella convivenza di tutti i giorni i sentimenti sbocciano prima di quanto tu creda" continuò la madre, senza battere ciglio.

"Non è un problema aspettare qualche anno non trovi? Meglio pensare a Rea prima non credi visto che è una donna" rispose lui, ignorando il senso di colpa che sentiva salire nei confronti della sorella, sapeva quanto lei odiasse l'imposizione del matrimonio, ma sapeva anche che non vi erano speranze per una vita diversa e quanto fossero viste male le donne non sposate sull'isola. Se poi si aggiungevano le voci che voleva la brunetta in possesso di alcuni poteri di divinazione la faccenda non migliorava senz'altro. Anzi, se possibile peggioravano sensibilmente.

"Se non ti serve il mio aiuto io farei un salto sulla spiaggia a vedere un pò se trovo qualche conchiglia interessante da portare a Rea" mormorò il ragazzo dopo qualche minuto, non avrebbe sopportato altro di quel discorso. Non quel giorno.

"No vai pure controllo le piante nella serra e do loro l'acqua e poi possiamo tornare a casa" gli rispose la donna.

Marzio allora si alzò diretto al sentiero che scendeva verso il mare, passò attraverso un piccolo bosco di pini marittimi che lasciavano penetrare i raggi luminosi del sole che beffardo si era affacciato attraverso le nubi del temporale. Il canto degli uccellini solleticò i suoi timpani, mentre il rumore delle onde del mare diveniva man mano sempre più forte e presente attorno a lui mentre procedeva verso la spiaggia. Il sentiero era ricavato tra le rocce calcaree, ed era sterrato a volte tagliato da qualche roccia più prominente delle altre, ma esisteva da anni e non si era mai deteriorato molto poichè in parte coperto dalle chiome degli alberi.

L'insenatura verso cui era diretto era di piccole dimensioni e sconosciuta ai più, gli unici che sapevano della sua esistenza erano gli animali dell'isola: più volte aveva scorto qualche foca o dei gabbiani sonnecchiare placidamente al sole, per poi scappare in acqua o alzarsi in volo non appena si accorgevano della sua presenza. Arrivò nei pressi dell'ultima curva e si bloccò di scatto.

Alle sue orecchie giunse una melodia ben lontana da quella naturale delle onde del mare. Si fermò ad ascoltarla, sembrava provenire da uno strumento musicale, mosso e utilizzato dalle onde era incantevole una melodia simile.

Si decise a compiere qualche passo verso la spiaggia, curioso di sapere chi produceva una musica di tale belezza, cercò di non compiere nessun passo che potenzialmente fosse rumoroso. Arrivò ai limiti del sentiero pur rimanendo nascosto tra le fronde degli alberi, mentre un'espressione carica di meraviglia si dipingeva sul suo volto. Mai avrebbe pensato di poter ammirare nella sua vita una creatura di simile bellezza.

 

Note dell'Autrice: Era un racconto scritto per altri scopi primari ai quali non ho potuto dare per così dire ascolto a causa degli impegni dell'ultimo periodo. Come al solito preferirei non essere recensita dalle persone di sesso maschile perchè sono fidanzata. La storia penso che si concluderà nel giro di massimo otto capitoli non di più. Spero inoltre che avvenga un ripristino veloce delle mie storie perchè per chi segue "I Gemelli maledetti" è pronto il prossimo capitolo, mentre per l'altra long fic non ricordo il punto in cui ero arrivata visto che ho perso il file e quindi finché non saranno ripristinate le storie non potrò continuarla. Vi ringrazio per la pazienza che dimostrate, e soprattutto per il sostegno che alcune di voi mi hanno dato i giorni scorsi, non vi nomino perché sicuramente dimenticherei qualcuna, ma sappiate che ho apprezzato molto, non pensavo di essermi costruita un angolino in una sezione in cui sono presenti molti giganti :) .

Buona Domenica.

 

   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Sailor Moon / Vai alla pagina dell'autore: Arwen297