Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: valley    16/06/2006    7 recensioni
Draco aspetta con impazienza che Pansy compia 18 anni.
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Pansy Parkinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Draco Malfoy sdraiato sul letto mangia la mela

Parola d’Onore

 

 

 

Tarda sera nella camera dei prefetti Serpeverde. Draco pigramente adagiato sul letto stava mangiando della cioccolata. Pansy stava scrivendo con molto impegno una relazione di aritmanzia. La luna li osservava compiacente dalla finestra.

 

- Pansy, quanto ti manca? - Draco si stava annoiando già da un’ora.

- Quindici minuti. - Pansy rispose senza distogliere lo sguardo dalla relazione che stava scrivendo.

- Forse basta? Non ne posso più…

- Vuoi forse smentire la tua fama di ‘Dio del Sesso’?

- Mhh. Secondo me al dio del sesso basta anche mezz’ora e noi siamo qui da quasi un’ora e mezzo.

- Senti, ma lo saprò meglio io quanto basta! - Pansy lo guardo con irritazione. - Non fare i capricci Draco.

- Ma mi annoio! - Draco alzò le mani al cielo in un gesto teatrale ed esclamò - Merlino aiutami! Mi annoooio così tanto!!!

- Fai i compiti. Devi ancora finire la relazione di pozioni.

- Fare i compiti? Quando tutti pensano che stiamo facendo sesso?

- E io cosa vuoi che ci faccia. Tra l’altro l’hai inventata tu questa buffonata.

- Ecco! Io faccio dei sacrifici per te! E tu neanche apprezzi!

- Per me, certo! Hai voluto semplicemente fare la figura del sex-symbo Serpeverde a mie spese. E togli il sedere dal mio cuscino, è fatto per la testa.

- A scusate, non avevo notato il vostro cuscino. E non ho bisogno certo di te per fare il sex-symbol. Di ragazze compiacenti in giro ce ne sono tante. Ma io, da vero cavaliere, sono fedele alla mia dama.

- Sì, sì, il mio eroe…

- Vipera!

- Furetto!

 

Silenzio pieno di astio da entrambe le parti. Solo il rumore della pena sulla carta. La luna li guardava dalla finestra quasi sorridendo. Era abituata a scene del genere.

 

- Pansy!

- Ancora dieci minuti.

- Pansy, daaai!

- Malfoy, sto facendo i compiti, nel caso tu non te ne fossi accorto.

- Ma come siamo studiosi! Vuoi diventare come la Granger?

- E tu stai diventando noioso come Weasley.

- Bleah! Perché Weasley? Che schifo!

- Anche loro stanno insieme. E non fare le smorfie, ti vengono le rughe.

- Ti preoccupi per la mia bellezza, micia?

- Cerco di conservare almeno un po’ del tuo dell’aspetto. Per ricordo alle generazioni future.

- Ma come? Io sono più bello del sole! I raggi della mia bellezza ultraterrena si diffondono fino alle stelle e placano le tempeste celesti… - Draco aveva lo sguardo sognate perso nel vuoto e un sorriso alquanto ebete.

 

La luna in cielo brillò in segno di accordo. Delle tempeste celesti si poteva dubitare, ma gia da tempo non v’era più dubbio su chi fosse il più bel ragazzo di Hogwarts. E la ragazza più invidiata di Hogwarts.

 

- Allora vai ad ammaliare qualcuno, con la tua… bellezza ultraterrena.

- Perché, posso?

- Puoi. Aspetta, fermo. - Pansy si girò di scatto verso la porta. - C’è qualcuno là fuori.

- Cosa? - Draco si sollevò a sedere sul letto.

- Shhh. C’è qualcuno che sta origliando. Su, fai dei gemiti di piacere.

- Cosa?

- Non discutere!

- Come vuoi. Oooh. Aaah. Iiih. Così va bene?

- Più espressivo. E più forte. Oooh!!! Draco, ammoreee! Ancora, ancora!!! Sìì! Sìììì!!!

- Mhh! Così! Sìì!!! Pansy, oohh! Sììì!!!

- AAA-AAH!!!!

 

La luna si nascose tra le nuvole. I fanciulli fingevano davvero bene, perché chiunque li stesse ascoltando fuori dalla porta stava ora correndo in direzione della sala comune dei Serpeverde a divulgare la notizia che i Prefetti, invece di fare i compiti, stavano… facendo ‘altro’.

Entro dieci minuti tutta la casa dei Serpeverde sarebbe stata al corrente che Malfoy e la Parkinson stavano di nuovo dando alla pazza gioia. Entro mezzora lo avrebbero saputo anche i Griffondoro e nella mattinata la voce sarebbe circolata anche tra i Tassorosso. Durante il pranzo del giorno successivo la McGranitt avrebbe polemizzato sull’indecoroso comportamento delle ragazze Serpeverde e avrebbe accusato il capo della casa di Serpeverde di indulgere alla depravazione e al vizio degli studenti.

 

- Basta, Draco. Stai sbavando sul mio cuscino.

- Sto interpretando l’impeto della passione, micia.

- Passione per il mio cuscino? Che caro. Sei anche feticista oltre al resto?

- Mi ero solo immedesimato nel ruolo di amante focoso.

- Ora puoi andare. Non ci ascolta più nessuno.

- Sicuro?

- Sì.

- Mhh. Il tuo cuscino è così morbido… Sei così morbida anche tu, micia? - Draco si era sdraiato sopra il cuscino cercando di immaginarsi delle forme femminili sotto di lui.

- Vieni a controllare. Micio.

- Eh. No, grazie. Se ora ti tocco, sai bene come va a finire…

- Sì. So bene che passerai delle ore nel bagno dei prefetti a ma…

- Non essere volgare, micia!

- Dico le cose come stanno. E ora vai. Si è fatto tardi.

- Pensi che ci abbiano creduto? Alla nostra recita vocale?

- E perché no? Quando alle undici passate dalla mia camera si sentono i gemiti di Malfoy, cos’altro si può immaginare?

- Dici che dovrei spettinarmi un po’ i capelli? - Draco alzato da letto si ammirava compiaciuto allo specchio. Lo specchio sospirò soddisfatto davanti a tanto splendore.

- Pulisciti la bocca. Sei sporco di cioccolata. E rimetti a posto il mio letto! Guarda come lo hai ridotto! Ma perché continuo a sopportarti?

- Ma perché sono assolutamente straordinario! - disse Draco e riprese a pavoneggiarsi davanti lo specchio.

- Oh, oh, oh. Ma guardatelo! - disse Pansy trattenendo uno sbadiglio.

- Ecco, quando compirai diciotto anni mi vedrai finalmente. Tutto intero! - Draco sorrise maliziosamente.

- Eh, sì. Mi sono rimasti solo due mesi di pace e tranquillità…

- Ammettilo, non vedi l’ora di vedere e toccare il mio magnifico corpo!

- E tu?

- Aah! Non immagini quanto! E quando finalmente ti avrò… passerò tutta la notte, tutta la notte… a placare il mio desiderio dopo una sì lunga astinenza!

- L’idea di aspettare fino ai miei 18 anni è stata tua. Ti faccio notare che io non ho minimamente insistito.

- Non era un’idea. La promessa mi è sfuggita. Come risultato della passione, dell’atmosfera romantica e di tre bottiglie di burrobirra.

- E allora una volta sobrio potevi riprenderti la promessa. Io non mi sarei certo lamentata!

- Un Malfoy non si riprende mai la parola data.

- Ma dai! Questa sì che è una novità!

- Cos’è questo tono?

- Quale tono? - Pansy lo guardò con aria di sfida.

- Come se tu dubitassi della parola di un Malfoy.

- Hm.

- Allora non mi credi?

- Sai, si è formata la strana opinione che un Malfoy è capace di infrangere qualsiasi promessa se gli fa comodo.

- No, no! La regola dei Malfoy dice: “Un Malfoy può infrangere qualsiasi promessa che non sia stata fatta ad un altro Malfoy”.

- E cosa c’entro io allora?

- Tu sei già parte della famiglia. Quasi. Quindi capisci che non posso venir meno alla parola a te data.

- Ah sì? E chi allora ha rubato il mio reggicalze rosso?

 

La luna che li stava osservando sorrise maliziosamente. Il reggicalze rosso aveva avuto un grande successo alle festicciole private dei Serpeverde. Stavano molto bene a Blaise, e ancora meglio a Potter. Anche se nessuno aveva capito da dove era sbucato Potter, erano tutti d’accordo che il reggicalze gli stava particolarmente bene. E nessuno obiettò quando lui se ne andò barcollando con il reggicalze addosso, facendo in seguito strage di cuori nel dormitorio femminile dei Corvonero.

 

- Potter! - disse Draco ridendo, - Potter ha rubato il tuo reggicalze, micia, e lo ha regalato a Piton.

- Ah! Lo vedi quanto vale la tua parola? Bugiardo!

- Pansy, non hai capito allora! Non posso mancare alle promesse fatte ad un Malfoy. Ma mentire posso, e senza nessun senso do colpa!

- E pensare che dovrò sopportarti per il resto della mia vita.

- Ma è proprio per questo che mi ami, micia. Per la mia voluttuosa malizia.

- E chi ti ha detto che ti amo?

- Lo so e basta.

- Beh, devo ammettere che sono leggermente attratta da te. - Pansy richiuse il libro di aritmanzia, e guardò Malfoy.

- E da quando sei ‘leggermente attratta’ da me, micia?

- Da quando mi hai baciato per la prima volta. E’ stato così bello, che io, insomma…

- Continua, micia, sono curioso. - Draco si sedette sul tavolo, vicino a Pansy.

- Aah. Quel bacio è stato così… dolce e intenso, e mi è sembrato di svenire… E mi sono chiesta come fai a baciare così bene… E quanto ero fortunata che avevi scelto me… e perché le mie ginocchia si stavano piegando… Volevo che tu mi prendessi proprio lì, sul pavimento, e al diavolo le conseguenze!  Ti volevo, volevo stringerti, volevo concedermi a te… e tu all’improvviso te ne sei venuto fuori con la promessa! Che non mi avresti toccato fino alla maggiore età! Ti avrei ucciso, cretino!

- Se lo avessi saputo non sarei stato così largo con le promesse! Ma mi sembravi spaventata, avevi i brividi quando ti toccavo e ho pensato…

- Brividi? Ma tremavo, ardevo di desiderio per te, idiota! Ma perché ti sto a sentire? Perché devo cedere alle tue storie sull’onore dei Malfoy. Se io lo volessi, se solo lo volessi davvero… sarei capace di farti venir meno alla tua parola!

 

Pansy si alzò fissando Malfoy dritto negli occhi e si avvicinò a lui. Draco la guardava rapito mentre lei si passo le mani sul corpo, si inumidì le labbra e sospirò lascivamente. Poi lo abbracciò e lo baciò sul collo continuando ad accarezzarlo. In quel momento Draco si sentì… davvero male. Avere 18 anni, trovarsi in una posizione tanto interessante, e non avere la possibilità di continuare... Era insopportabile e disumano.

Malfoy fece un passo indietro. Pansy gli si avvicino di nuovo. Draco cercò di distogliere lo sguardo e il pensiero da quello che stava vedendo. Deglutì e cerco di contare mentalmente fino a 100. Uno, due, tre… la scollatura della sua camicetta era così profonda… quattro, cinque, sei… e la pelle sembrava così vellutata e calda… sette, otto, nove… una ciocca di capelli scuri si era liberata dall’acconciatura e le scendeva lungo il collo… dieci, quindici, novantaquattro… Draco senti che non sarebbe riuscito a resistere ancora a lungo, stava cedendo alla tentazione della lussuria.

 

- Pansy, allontanati.

- Allontanati tu.

- Non ci riesco.

- E io non voglio.

- Pansy, io capisco perfettamente che stai approfittando della situazione per prenderti crudelmente gioco di me. E credimi, come Serpeverde ammiro la tua slealtà… Ma se non la smetti immediatamente dovrò afferrare il mio membro con entrambe le mani e fuggire nel disonore dai tuoi riprovevoli tentativi di seduzione.

 

L’atmosfera idilliaca era irrimediabilmente infranta. Pansy fece qualche passo indietro e cadde sul letto ridendo. Draco riprese a respirare regolarmente. Anche questa volta era riuscito a resistere alla tentazione. Merlino, altri due mesi sembravano interminabili…

 

- Mi vendicherò crudelmente, Pansy! Striscerai ai miei piedi, nuda, implorando pietà! E io sarò implacabile, spietato!

- Ha, ha! E come dormirai dopo queste fantasie?

- Dormirò male, molto agitato anche.

- Allora vai a dormire finche non è ancora troppo tardi. Vai, furetto mio puccioso

- Ah. Sì, va bene. - disse Draco senza entusiasmo dirigendosi verso la porta. Si girò a guardarla ancora una volta prima di sgattaiolare velocemente dalla stanza verso il dormitorio maschile.

 

Questa sera avrebbe avuto davvero dei seri problemi ad addormentarsi. Ma passare la notte a soddisfarsi nel baglio dei prefetti sarebbe stato ancora più umiliante. Aveva promesso a Pansy che non ci sarebbe stata nessuna donna tranne lei nel suo letto, ma non aveva mica promesso che non ci sarebbero stati neanche uomini! E quando Pansy Parkinson sarebbe finalmente diventata Pansy Malfoy avrebbe scoperto che la vera regola di famiglia diceva: “Un Malfoy può infrangere qualsiasi promessa che non sia stata fatta ad un altro Malfoy… ma anche in questo caso è necessario preventivare un sotterfugio, altrimenti non sei un vero Malfoy.”

 

Draco sorrise compiaciuto. Era convinto che Pansy avrebbe velocemente compreso il funzionamento della regola di famiglia. E sarebbe stato divertente sfidare la moglie nel perfido gioco delle promesse e dei giuramenti. Ma per ora…

Draco si fermò davanti alla finestra del corridoio ad osservare la luna che lo guardava a sua volta.

- Dimmi bella, dov’è il nostro bel Potter? E’ ancora in debito con me per quel reggicalze…

 

Fine.

  
Leggi le 7 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: valley