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Autore: Chu    09/10/2011    3 recensioni
Luna si aggrega ad una spedizione alla ricerca del Biribissi Melomane rimanendo affascinata dalla melodia e da Rolf.
[Prima classificata al contest "Scegli la Melodia - Accorda la Penna" di SereILU e Vavvina.]
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Coppie: Luna/Rolf
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Titolo: La leggenda del Biribissi Melomane
Pairing: Luna/Rolf
Prompt: flauto di Pan + “Coloro che danzavano erano considerati folli da quelli che non riuscivano a sentire la musica.”
Genere: Romantico
Rating: G
Avvertimenti: missing moment (si può considerare tale, suppongo XD)
Note: la maggior parte degli animali qui nominati è di mia invenzione, a parte i conosciuti Nargilli e Gorgosprizzi; i loro nomi prendono spunto da parole buffe della lingua italiana cercate su internet. In particolare il famoso Biribissi Melomane contiene un rimando alla musica nel secondo nome (Melomane indica una persona appassionata di opera lirica, potete trovare tutto qui). A parte questo… è la prima volta che scrivo di quei due personaggi – di Rolf in particolare XD – perché sono una fiera sostenitrice del Fanon Neville/Luna. Detto ciò, è stato divertente inventarmi un Rolf che potesse affascinare Luna. E comunque se fa schifo il motivo è semplice: l’Het non è proprio il mio campo, dato che prediligo lo slash XDD però c’ho provato, perché il pacchetto era molto bello *_* beh, niente… Buona lettura!
Sorprendentemente la storia si è classificata prima al contest "Scegli la Melodia - Accorda la Penna" di SereILU e Vavvina.




Ancora

Luna si era aggregata a quella spedizione un po’ per caso: aveva certamente intenzione di continuare le sue indagini, ma non aveva mai fatto parte di un gruppo di ricercatori – se si escludeva la volta in cui Neville l’aveva accompagnata, qualche mese prima, ma quella era un’altra storia.

Era iniziato tutto quando era andata al Ghirigoro, per la presentazione della nuova edizione del libro “Gli animali fantastici: dove trovarli”, a cura del nipote dell’autore originale. Luna non si aspettava niente di nuovo, nonostante avesse scorso il libro trovandovi delle differenze piuttosto corpose in fatto di organizzazione; Rolf Scamandro – il nuovo curatore del testo – aveva senz’altro avuto il pregio di svecchiare il libro, passato ormai di qualche generazione.

Non si aspettava di trovare uno spirito affine nella persona di Rolf che, subito dopo aver presentato l’opera, aveva iniziato a parlare di tutte le Creature Magiche escluse da quello studio. Nargilli, Gorgosprizzi, Topiti Soffioni… tutti animali di cui lei era a conoscenza, ma che nessuno a parte suo padre riconosceva come veri. Molto giornalisti – soprattutto l’inviato della Gazzetta del Profeta – davanti a quel discorso avevano iniziato a ridacchiare, per poi andarsene in preda a risate più sguaiate; Luna invece era rimasta, emozionata per l’entusiasmo di Rolf, che concluse il suo discorso annunciando la sua prossima partenza per un viaggio di ricerca in Scozia, sulle tracce del leggendario Biribissi Melomane. Fu allora che, con grande sorpresa di Luna, il giovane uomo tirò fuori da una scatola, con estrema cura, un oggetto dalla forma strana. Si trattava – lei lo sapeva bene, dato che aveva studiato tutte le informazione reperibili sul Biribissi – di un flauto di Pan, lo strumento che la creatura magica amava ascoltare e, si pensava, fosse addirittura capace di suonare.

Rolf disse ai sempre meno numerosi astanti che quel flauto era stato rinvenuto nei pressi di Perth e che da lì sarebbe partita la sua spedizione. Quando aveva finito il discorso, Luna aveva notato che era rosso in viso per l’eccitazione e che gli brillavano gli occhi per l’emozione; aveva alzato la mano, allora, e aveva chiesto se era possibile aggregarsi.

Così il viaggio di ricerca era partito due settimane dopo e comprendeva due Magizoologi e tre Erbologi, che si erano affiancati a Rolf e Luna solo per poter studiare alcune piante particolari che sembravano crescere esclusivamente nella zona di Perth.

La cosa più bella di quella spedizione, aveva scoperto Luna dopo appena due giorni, oltre agli appostamenti e ai tentativi di attirare l’attenzione del Biribissi Melomane con l’aiuto del flauto di Pan, era la sera, quando tutti si sedevano attorno al fuoco magico e si raccontavano le loro esperienze. Una dei tre Erbologi, Melissa Peaches, che era anche la più anziana del gruppo, aveva raccontato loro un sacco di cose interessantissime sulle proprietà magiche e inedite delle foglie di frassino; aveva anche detto loro di aver visto una volta una creatura molto strana nelle Highlands, mentre raccoglieva radici di erica, ma che non era mai riuscita a capire di cosa si trattasse. Rolf aveva subito cercato di avere una descrizione completa, concludendo che non poteva trattarsi d’altro che di un Pizzicagnolo Giulebbo, e allora Luna aveva raccontato della sua infruttuosa ricerca di quel particolare animale.

Era bello scambiarsi opinioni in quel modo: a Luna non era mai capitato di poter avere un confronto con qualcuno – all’infuori di suo padre – su quel particolare argomento, ed il fatto che Rolf fosse così entusiasta di parlarne la elettrizzava a sua volta.

Dopo un paio di settimane, Melissa ed i suoi collaboratori decisero che la loro ricerca era stata piuttosto fruttuosa e che sarebbero tornati indietro, per studiare le piante raccolte nel Laboratorio di Ricerca Erbologica di Londra; Rolf e Luna rimasero soli, senza ancora nessuna traccia del loro Biribissi.

Finché una sera, Luna non sentì il flauto suonare e, incuriosita, uscì dalla loro tenda.

Rolf se ne stava seduto a gambe incrociate sull’erba, suonando il flauto con concentrazione; la luce del fuoco disegnava strane ombre sul suo viso sempre allegro ed entusiasta, e Luna rimase a guardarlo per diverso tempo, rapita dalla melodia o forse semplicemente ipnotizzata dal gioco di luci sul volto del compagno ricercatore.

Quando smise di suonare, le rivolse un sorriso e poi ravviò un po’ il fuoco. Improvvisamente si fece serio e a Luna sembrò anche un po’ stanco; lo vide guardare il flauto e sospirare.

“Pensi che lo vedremo mai, il nostro Melomane?” domandò, forse più a sé stesso che a lei. Ma Luna sapeva che non ci si fa mai domande a sé stessi ad alta voce, in presenza di un’altra persona, senza voler avere una risposta da quella persona; in generale, insomma, quando si fa una domanda ci si aspetta sempre una risposta dai presenti.

“Forse non in questa spedizione,” affermò, giocando con un ricciolo biondo, guardandolo distrattamente. “Magari nelle prossime.”

“Pensi che ce ne saranno delle prossime?” le chiese allora Rolf, un po’ sorpreso, senza che lei ne capisse il motivo.

“Certamente! Cercare animali misteriosi è quello che più ci piace al mondo. Perché privarsi di una cosa che amiamo fare?” domandò, sinceramente curiosa dalla risposta che l’altro avrebbe potuto darle, parlando al plurale senza nemmeno rendersene conto, perché le era parsa una cosa estremamente naturale. Quindi perché non farlo?

Rolf rise. “Non lo so davvero, Luna,” disse, scuotendo la testa e posando il flauto sulle ginocchia. “So solo che non voglio rinunciare alla mia ricerca e che sono molto contento di sapere che continueremo insieme… Verrai, vero?”

Luna sorrise, sentendo le labbra arricciarsi morbidamente; annuì senza pensarci, perché non c’era davvero motivo di rifletterci su: le piaceva quella ricerca, le piaceva Rolf e le piaceva la musica del flauto; le piaceva anche trovarsi con i capelli pieni di foglie e terra, i vestiti sporchi di fango e le mani impiastrate nella bava di qualche Lumacornula Gibbuta.

“Raccontami ancora la storia del Biribissi, quella che ti raccontava tuo nonno,” gli disse, sedendosi più comoda accanto a lui, semplicemente perché voleva.

“Ancora?” rise Rolf, ma non le disse di no e si rizzò a sedere, protendendo le mani verso il fuoco, per mimare il suo racconto e creare disegni con la bacchetta.

“Il Biribissi, mi diceva sempre mio nonno, è conosciuto sin da tempi antichissimi ed i primi maghi che ne parlarono dicevano che si trattava di una creatura pericolosa, mangiatrice di uomini, che attirava i poveri viandanti emettendo suoni di una dolcezza ammaliante. Ovviamente questo non è vero, il Biribissi è pacifico e di per sé non sa cantare, ma è pur vero che la musica e questa creatura hanno un legame particolarmente forte…” Rolf fece una piccola pausa, sbirciando verso Luna e sorridendole quando la vide concentrata sulle sue parole. Lei lo guardò dritto negli occhi e gli sorrise di rimando.

“Raccontami della leggenda…” lo incoraggiò, poggiando la testa sulla sua spalla, spostando gli occhi sul fuoco e sui disegni che Rolf creava con la bacchetta: un flauto di Pan, un Biribissi molto stilizzato, persone che danzavano nel buio oltre il falò.

“Va bene, va bene, quella è anche la mia parte preferita della storia…” ammise lui, ridendo. “Mio nonno mi diceva che lo strumento preferito dal Biribissi è sempre stato il flauto di Pan. Quando venne importato in Scozia ed i primi pastori iniziarono a suonarlo, gli avvistamenti di questa creatura aumentarono a dismisura. Alcuni Biribissi, si dice, riuscirono a rubare dei flauti ed impararono a suonarli dopo molti anni, trasmettendo quella capacità ai propri figli. La loro abilità nel suonare questo strumento pare che fosse superiore a quella del miglior flautista del mondo e che la melodia da loro emanata fosse tanto bella da rendere impossibile resistere al ballo: coloro che danzavano erano considerati folli da quelli che non riuscivano a sentire la musica, perché non tutti sono in grado di udire i Biribissi suonare.”

“Ci vuole uno spirito particolarmente sensibile,” aggiunse Luna, stringendogli le mani intorno al braccio senza nemmeno rendersene conto, e annuendo piano.

Rolf le sorrise e fece sparire i disegni. “Penso che quello che volesse dirmi mio nonno è che bisogna essere un po’ speciali per essere considerati folli… O forse che bisogna essere considerati un po’ folli per essere speciali…” disse e poi puntò la bacchetta sul flauto, che iniziò a suonare la solita melodia per attirare i Biribissi. Si alzò in piedi, tirando Luna su con sé, e poi le porse le mano, facendo un pomposo inchino.

Luna rise forte, gli prese le mani ed iniziarono a danzare, ballando per tutta la notte, sotto gli occhi curiosi di tutti i Melomani che erano stati attirati da quella dolce musica.


Note finali: beh, insomma, ecco il giudizio! *__*


1° Classificata:

La leggenda del Biribissi Melomane
di +Chu+

Grammatica e Sintassi: 9.70/10

Poco da dire sulla tua grammatica, è quasi perfetta. In questo caso hai sbagliato solo due virgole. Per il resto, è stato un piacere leggerti.
-Era iniziato tutto quando era andata al Ghirigoro, per la presentazione della nuova edizione del libro “Gli animali fantastici: dove trovarli” [La virgola dopo ‘Ghirigoro’ è superflua. -0.15]
- le rivolse un sorriso e poi ravviò un po’ il fuoco [Penso sia un errore di battitura, dovrebbe essere ‘ravvivò’. -0.15]

Lessico/Stile: 9.10/10

Ho trovato il tuo stile azzeccato, perfetto per la storia che hai scritto. Sembrava quasi di leggere una favola, o un’avventura fantastica se vuoi, fatto sta che ho pochissimo da rimproverarti, tranne un paio di verbi e qualche imperfezione.

- ‘La cosa più bella di quella spedizione’ e poco dopo ‘raccontato loro un sacco di cose interessantissime’. [Usare il termine ‘cosa’ non è errore, ma credo che avresti potuto usare termini più adatti. -0.20]
- domandò, forse più a sé stesso che a lei. Ma Luna sapeva che non ci si fa mai domande a sé stessi ad alta voce, in presenza di un’altra persona, senza voler avere una risposta da quella persona; in generale, insomma, quando si fa una domanda ci si aspetta sempre una risposta dai presenti. [Ho capito cosa intendi, ma davvero, la frase, lasciata così è troppo pesante e complicata. -0.25]
- Pensi che ce ne saranno delle prossime? [Anche in questo caso, ‘prossime’ non è adatto, anche se l’hai usato per attaccarti alla frase precedente. ‘Altre’ sarebbe stato un termine più adatto. -0.10]
- Raccontami ancora la storia del Biribissi, quella che ti raccontava tuo nonno [Ripetizione a poche parole di distanza. -0.15]
- si rizzò a sedere [‘Rizzarsi’ in questo caso non mi sembra il verbo più bello ed esatto. -0.10]
- la melodia da loro emanata [Una melodia non si emana. -0.10]

Caratterizzazione e IC: 9.5/10

Mi piace il modo in cui hai descritto i personaggi; Luna era perfetta, la nostra Lunatica Luna, ma con un tocco di maturità in più che la porta a cercare quelle Creature che lei ha sempre amato. Rolf, benché di lui si sappia ben poco, credo davvero che possa essere così. Cioè, se Luna si è innamorata di lui un motivo ci dovrà pur essere, no? E il fatto di renderlo speciale come lei mi è piaciuto molto. Anche la caratterizzazione è ben riuscita, lui entusiasta quanto lei, ma entrambi con un briciolo di consapevolezza in più. Brava!

Originalità: 10/10

Che posso dirti. Sarà stato il fatto che di Luna/Rolf ce ne sono pochissime, o che sei riuscita ad inventare una Creatura Magica come il Biribissi, o che hai usato il flauto in maniera incredibilmente originale. Credo che anche in questo caso, tu ti sia superata!

Gradimento Personale: 5/5

SereILU: 5/5
Bella, bella, bella. Niente di male da dirti, credo che tu ti sia superata nello scrivere questa storia. Originale, facile da leggere e piena di fantasia, complimentissimi. È stata una delle mie preferite!

°vavvina°: 5/5
Perfettamente d’accordo con la mia co-giudicia! La storia è originale, particolare, ti trasporta in quel mondo favolistico che mi ricorda tanto l’infanzia. Luna è un personaggio che mi attira molto, così semplice all’apparenza, eppure con mille sfaccettature da scoprire. Tu sei riuscita a trasmettermi una di queste facce nuova, diversa, e bellissima. Davvero i miei complimenti!

Utilizzo Pairing/Strumento: 4.75/5

Niente da dire, ci sono entrambi e li hai usati in maniera quasi perfetta. Solo magari il flauto è stato un po’ lasciato da parte alla fine.

Utilizzo Citazione: 2/2

Bellissimo modo di utilizzarla, complimenti. Perfetta.

TOTALE: 50.05/52
  
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