Titolo:
Will you, won't you, be the one I'll always know?
Autore:
Bad Girl
Tema
scelto: I found a home in your eyes -Bat for Lashes
Genere:
introspettivo; malinconico; romantico.
Avvertimenti:
what if; one-shot; shonen ai.
Personaggi:
Roy Mustang; Edward Elric.
Pairing:
RoyEd
Presentazione:
ambientato durante il film “The Conqueror of
Shambala”, ho voluto
provare a dare uno sguardo ai sentimenti di Roy rispetto alla
situazione con Edward.
“Avremmo dovuto portare con noi il Tenente Hawkeye”
“Meglio
che non sia venuta, non avrebbe voluto vedere Mustang in quelle
condizioni.
E
poi, ho la sensazione che non sia lei che, il colonnello,
aspetta...”
La
verità è che, noi uomini, siamo deboli.
Inutile
negare l'evidenza, tentare di arginare l'ostacolo annegando i
pensieri in un bicchiere di buon whisky.
Crediamo
di essere perfetti, mentre, invece, non siamo altro che
entità
incomplete alla ricerca di ciò che, finalmente, ci
può donare
stabilità.
Passiamo
anni interi in un perenne stato di agitazione, come tante molecole
che sbattono freneticamente l'una contro l'altra, dannandoci l'anima
e l'esistenza.
Bramiamo,
ne siamo ossessionati...
Un sorso di superalcolico scorre facilmente giù per la gola, infiammandola, e lasciando dietro di sé una traccia del suo passaggio, con quel sapore forte ed intenso che provoca un piacevole brivido lungo la sua spina dorsale.
La
solitudine è forse il peggiore dei mali.
Ma
quando le nostre preghiere vengono esaudite, quando i nostri sforzi
per sentirci unici trovano riscontro... è proprio quella
felicità
che ripaga tutto quel sentirsi inadeguati.
Un
uomo innamorato brilla quasi, quasi,
di luce propria.
Ma è
qui, al culmine, all'apice di quella gioia, che la categoria umana si
scinde in due parti contrastanti e ben distinte: chi trova la
metà
corrispondente e la legherà a sé per sempre, e
chi invece se la
lascerà sfuggire come sabbia tra le dita, incapace di
gestire quella
marea di sentimenti che gli si riversa nel petto come un fiume in
piena.
Roy
Mustang appartiene, senza ombra di dubbio, al secondo schieramento.
O,
perlomeno, se ne sente lui stesso membro onorario ed ottimo
rappresentante.
Non
solo si è lasciato sfuggire la cosa più bella
della sua vita, ma
non ha fatto nulla per impedirlo.
Non un
urlo, non uno strepito.
Solo
un rimpianto che giace sul fondo del suo stomaco che non lo fa
dormire la notte, che lo tiene sveglio, a fissare il soffitto
malmesso di quella catapecchia nella quale si è rintanato
per
tentare di sfuggire all'uomo che era diventato.
Un
uomo che non era decisamente più lui.
Si è
fatto degradare, si è fatto praticamente esiliare sulle
montagne
innevate, come se dovesse necessariamente espiare una colpa.
Nessuno
ha avuto il coraggio di domandare: tutto era già abbastanza
chiaro,
allora come adesso.
Quel
comportamento traboccava di parole rimaste in sospeso.
Perché,
ebbene si: l'Eroe di Ishibar non ha mai apertamente dichiarato il suo
amore.
Può
sembrare assurdo, ed infatti lo è.
Un altro po' di whisky fa bene per dimenticare, dopotutto.
Si
dice che, se ami veramente una persona, devi lasciarla andare,
perché
solo così capirai se è veramente tua o meno.
Se
torna, si.
Se non
torna, non lo è mai stata.
Ma
come può tornare se non sa nemmeno che c'è un
uomo che muore dalla
voglia di stringerla tra le braccia e che vive solo per poter contare
i suoi respiri ed assuefarsi del suo profumo?
Stupida,
stupida incapacità di scoprirsi, stupida
incapacità di dar voce al
nostro cuore al momento opportuno.
Roy
Mustang ha avuto questo momento opportuno.
E,
tutto sommato, anzi, forse era il momento perfetto.
Tramonto,
in mezzo alla strada, un addio annunciato ed un leggero schiaffetto
sulla mano.
Cosa
poteva desiderare più di ciò?
Avrebbe
potuto stringere le dita intorno a quel polso esile, bloccando
così
ogni via di fuga a quell'essere indisponente che gli stava mettendo a
soqquadro il mondo.
Avrebbe
potuto avvicinare a sé quel corpicino ed intrappolarlo tra
le
proprie braccia, così da avere le labbra carnose di lui a
portata di
sussurro.
Avrebbe
potuto confessargli che lo amava da morire, che non gli avrebbe
permesso di allontanarsi da lui tanto facilmente, che avrebbero
combattuto insieme tutte le difficoltà.
Avrebbe
potuto farsi uscire dalla bocca tutte quelle parole smielate e poi
rimediare a ciò con un bel bacio, soffice e per nulla
soffocante,
mettendoci solo tutta la dolcezza di cui era capace e da cui avrebbe
attinto solo per lui.
Lui,
il baricentro.
Buoni
propositi, questi, sono, ora che tutto è sfumato.
Forse si sta esagerando con il whisky, ma fa davvero troppo male.
E
chissà, forse avrebbero potuto anche fare l'amore, quella
notte
stessa.
Mandare
a quel paese per un attimo tutti problemi e dedicarsi l'uno
all'altro, accarezzarsi sin nel profondo.
Far
incontrare i loro corpi e compiere la più bell'alchimia di
tutti i
tempi.
Il
periodo ipotetico di questi asserzioni fa capire perché, Roy
Mustang, sia al suo quinto bicchiere ed ancora non sia sazio.
L'alcool
in circolo nel proprio sistema, purtroppo, non sembra sufficiente ad
annebbiargli la mente, non è neppure lontanamente brillo.
Indi
per cui, vuol dire che sta uscendo di testa autonomamente.
La
pazzia si raggiunge piano, è un processo graduale.
Sarebbe
troppo facile se conquistasse l'encefalo in un colpo solo.
No, è
qualcosa di più infido: prima il diretto interessato deve
ripercorrere, in un lungo calvario di ricordi, tutti gli errori
compiuti; in seguito, il senso di colpa, deve logorargli le
interiora, portarlo all'esasperazione per il dolore; la rassegnazione
è il penultimo stadio della malattia.
L'ultimo
non c'è nemmeno bisogno di citarlo.
I
sintomi per l'approccio definitivo sono ormai evidenti sulla pelle
del moro, persino lui ha imparato a conoscerli ed a conviverci.
E'
pronto ad essere un pazzo, sa già come ci si sente.
Prima
è stato un pazzo di guerra, un deterioramento folle di nervi
quasi
fatale.
Poi è
stato pazzo d'amore, la pazzia più genuina e confortevole di
tutte.
Ed
ora...
Che
follia è questa?
Fa
freddo, ancora un poco di whisky, solo ancora un poco, per scaldarsi.
Serve
pure un po' di autoconvincimento, no?
Però
è vero, fa freddo.
Non
bastano le mura di legno solido a proteggerlo, neppure il fuoco
scoppiettante nel camino e nemmeno il giaccone pesante che indossa.
Niente
di tutto ciò può consolare quelle ossa tanto
offese dal peso delle
colpe che si trascinano dietro.
E
questo perché, Roy Mustang, è una senzatetto.
Tempo
fa, una casa, ce l'aveva.
Era
perfetta, calda e confortevole.
L'aveva
trovata quasi per caso e se ne era innamorato a prima vista.
Si era
sentito a suo agio, un tuffo nel passato, nell'abbraccio affettuoso
di una madre che ti porta a passeggio nella campagna, in mezzo alla
marea dorata dei campi di grano baciati dal sole primaverile.
Come
ha potuto permettere di essere sfrattato in quella maniera?
Quegli
occhi erano tutto ciò per cui avrebbe potuto continuare a
vivere
anche senza nutrirsi.
Con il
permesso del proprietario, sarebbe rimasto ore ed ore a perdercisi
dentro, visitando luoghi meravigliosi ed inesplorati.
Ma
quale casa... forse era più una reggia.
Si,
si, decisamente una reggia.
Il
fondo del bicchiere rispecchia troppo il suo animo, così
arido e
vuoto.
Meglio
riempirlo.
L'Eroe
di Ishibar è già pronto a servirsi nuovamente, ma
qualcuno
interrompe il suo piccolo brindare solitario.
E' più
un mezzo grugnito che un sospiro stanco, quello che gli esce dalle
labbra mentre si alza svogliatamente, pronto però a
dimostrarsi un
ottimo umile soldato, nei confronti di chi è venuto a fargli
visita
in quella landa dimenticata da Dio.
Si da
una sistemata alla meno peggio, stirando una tantino le pieghe
antipatiche del cappotto, prima di aprire la porta.
E' già
pronto a sfoderare un educato saluto militare, ma si blocca
sull'uscio, la mano a mezz'aria e la bocca leggermente spalancata.
Quella
figura incappucciata per coprirsi dal freddo è anonima, ma
quel
fuoco che si sprigiona nel petto del moro basta.
Basta
a vedere nuovamente quei campi di grano, a sentire quel calore sulla
pelle, a rivedere quel sole che bacia la terra.
Sono scappato dal sole e mi sono venuto a rifugiare nella neve perché non volevo che nessun'altro raggio, che non fossi tu, potesse sfiorare il mio cuore.
Non
può evitare il pugno che lo colpisce, prima ancora che due
forti
braccia si stringano al suo collo, facendo crollare tutti e due sul
pavimento.
Per un
attimo, tutto è confuso, nessuno parla.
Solo
il legno che scoppietta, la bufera che soffia lì fuori ed i
loro
respiri irregolari, per quel loro ritrovarsi troppo frenetico e,
decisamente, nel loro stile.
In
quel marasma generale, il cappuccio è scivolato via,
liberando quei
fili dorati e permettendogli così di sfiorare il collo del
moro, che
si bea di quella presenza stretta a sé e di quel profumo di
buono.
Parole
di rabbia gli fendono il petto, è parecchio furibondo il suo
fagiolino cresciuto.
Si
sfoga tra le pieghe della sua giacca, lo insulta in tutte le maniere
possibili ed inimmaginabili , ma l'Eroe di Ishibar non fa nulla per
fermarlo.
E'
troppo impegnato riempirsi le orecchie della sua voce.
E
quando tutta la frustrazione è esplosa, lasciando solo una
leggere
puzza di bruciato, le labbra finalmente vengono impegnate in ben
altra attività, più piacevole e sicuramente
più appagante.
Ed il
sapore del biondo è, indiscutibilmente e senza ombra di
dubbio, più
buono del miglior whisky in commercio.
Un
bacio disperato e ricco di passione, un incontro tanto atteso quanto
temuto, ma che racchiude al suo interno tutte quelle parole taciute.
In
questi casi, il linguaggio del corpo vale più di mille
dichiarazioni
d'amore.
Dura
secondi, minuti, forse ore.
Un
rito d'unione che celebra il ritrovo delle famose due metà,
rimaste
anche troppo a lungo spaiate senza possibilità
d'incontrarsi, si
compie sul tappeto di quella casetta.
Il
corpo di Edward diviene il suo tempio ed il moro prega
affinché
possa non poterlo più abbandonare così
codardamente come ha già
fatto, prega affinché possa divenire l'unico pastore di quel
luogo
sacro.
E
succede quando gli occhi scuri incontrano quelli del suo amato,
liquidi per il piacere, felici e amorosi, pieni di loro due, che
tutto diventa chiaro.
Roy
Mustang non ha conquistato una casa.
Neppure
una reggia, e nemmeno un regno.
Ma è
divenuto signore di un vero e proprio Paradiso.
Will you, won't you, bethe one I'll always know? di Bad Girl
Correttezza grammatico-morfo-sintattica: 10
Stile: 10
Caratterizzazioni: 10
Originalità: 9
Rispetto del tema: 9
Gradimento personale: 10
Totale 58/60
PREMI SPECIALI: Premio al Canon, Premio Giuria.
Leggere la tua fanfiction per me è stato davvero difficile,rispetto a leggere le altre.
C'è il Roy canon che conosciamo e amiamo della serie diSeiji Mizushima e Sho Aikawa, quello distrutto, che aveva ottenuto tutto e poi ha rinunciato a tutto per Ed, perché il suo mondo, i suoi sogni, senza di lui sono venuti meno, non avevano senso.
Ho sofferto perché sai narrare con empatia, sei diretta, ho sentito ciascuna frase come dita in ferite aperte che dolevano già di loro, mi sono infatti fermata ad ogni frase, cercandodi razionalizzarla, prendendo un bel respiro per poter continuare e con gli occhi lucidi mi dicevo: non posso leggerla, non ce la farò mai, non arriverò alla fine, avevo la chat aperta e mi lagnavo di ciò con i poveri malcapitati, spiegando che questo è il mio punto debole, ovvero il Roy in cui mi rispecchio,c'è la parte de Il conquistatore di Shambala che mi ha distrutto,c'è ANGST puro -e io ne leggo tanto- credevo di essere ormai immune a questo genere, ma mi sbagliavo di grosso, la tua fanfiction-questo vero gioiello curatissimo e che ho trovato perfetto in tutto-ha minato le mie certezze e mi è entrata nel cuore, posto dove la custodirò per sempre, con amore e gelosia. Vorrei essere più professionale nel recensire, di solito non mi lascio mai andare così, ma la tua è una rarissimaeccezione, ogni parola è come se l'avessi sentita mia ed era giusta e doleva; è una storia terribilmente onesta che non si può non apprezzare, che persino chi non crede nel RoyEdnon potrebbe negare.
E il finale poi arriva sorprendo ( non avevo letto l'avvertimento,è meglio che lo togli per non rovinare la sorpresa ), con un Ed che reagisce proprio come io mi immaginerei se solo avesse conosciuto i sentimenti di Roy e... muto, poetico, è il finale che avrei voluto, non quello dove Ed e Al sono separati dalla loro Amestris e Lost Heaven degli Arc-En-Ciel parla del cuore di Roy ( e vabeh, ammettiamolo, anche per quello di Winry ) facendo da colonna sonora a questa serie.
Forse sarebbe stato bello un ulteriore approfondimento sulla fine che sembra quasi frettolosa, forse avrei voluto più marcato il legame tra storia e citazione scelta, ma alla fine, presa dall'emozioneche mi ha suscitato, chiudendo gli occhi e immaginandola animata, nel film, penso che sì, questo è il bellissimo finale che avrei voluto se pur breve, anzi, proprio perché breve forse mi sa più di capolavoro, di perfetto e lascia aperte tante possibilità ( anche quella che sia tutta una fantasiadi Roy, eh! Ma non voglio prenderlo in considerazione neanche morta ) e lascia fantasticare per un futuro meraviglioso, finalmente insieme, finalmente a casa.
Grazie per averla scritta.
Io ringrazio sentitamente Setsuka per tutto ciò che ha fatto, non solo per avermi riportata qui, ma anche per avermi dato la possibilità di festeggiare il RoyEd Day insieme a tutti voi :)
Perciò, ribadisco... BUON ROYED DAY A TUTTI!
Ringrazio, inoltre, chi si sarà fermato a leggere questo piccolo mio omaggio.
Un bacio
BG