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Autore: BeckyPanda    10/10/2011    1 recensioni
Liceo linguistico, tre sezioni in particolare. Un incontro che unisce sette studenti, accomunati da un sogno e da desideri da realizzare. Strade che si incrociano, amicizie che si creano e rafforzano, amori apparentemente impossibili. Cuori spezzati, poi incerottati e curati.
{Dedicata totalmente a quei matti dei miei amici.} -MOMENTANEAMENTE SOSPESA-
Genere: Comico, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash, Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Io credo fermamente che quest'anno scolastico sarà megagalattico-.
Primo giorno di scuola, liceo linguistico statale di una cittadina italiana sperduta e poco considerata dai più.
Due ragazze, con le cartelle e i vestiti all'ultima moda, si stavano dirigendo verso l'ingresso della già citata scuola.
-Io credo che quest'anno, non solo sarà megagalattico, ma sarà il migliore tra tutti gli anni scolastici dell'intero universo- disse una delle giovani, tra il tintinnio dei suoi mille braccialetti con i campanellini.
-Sempre la solita, Eli. Sempre la solita- la rimproverò appena l'altra, scuotendo il capo facendo un risolino divertito.
-Senti, Sam. Te lo dico io. Le cose andranno alla grande!- esclamò in risposta Elisabetta Santacroce, di anni praticamente diciassette, sezione 4°H.
-Guarda, dolcezza, se mi devo fidare di te preferisco fare retromarcia e tornare a dormire nel mio lettuccio. Sai com'è, conoscendo i tuoi pronostici come minimo mi cade in testa un mattone.- rispose l'altra ragazza, Samantha Loffei, diciassette anni compiuti d'estate, sezione 4°H.
-Non fare la scema! Vedrai, a fine anno mi dirai se ho avuto ragione o meno.- bofonchiò Elisabetta, intrecciando due dita tra i capelli biondo dorato, lasciati sciolti, a differenza dell'amica che teneva la sua chioma scarlatta in una serrata coda di cavallo.
-Sì, certo, sempre se me ne ricorderò.- la liquidò in fretta la rossa, accompagnando le parole con un gesto della mano.
Tra una risata e l'altra, quindi, corsero all'interno dell'edificio, pronte (o quasi) per affrontare l'anno scolastico.

* * * * *

Una scena analoga si era verificata poco prima dell'entrata a scuola delle due ragazze.
Questa volta, però, i protagonisti erano tre ragazzi, due dei quali gemelli perfettamente identici sia nei modi di fare che nelle espressioni, almeno all'apparenza.
-Senti, senti, Pip, te lo dico, se quest'anno non becchiamo nessuna giuro che il prossimo anno cambio scuola e vado in un istituto maschile. Lo giuro e lo confermo qui.- annunciò uno dei gemelli, scoppiando in una risata subito dopo.
Il fratello, per tutta risposta, gli pungolò il fianco, ridendo con lui.
-Certo, Tom, certo. Tutti gli anni la stessa storia, non becchi nessuna, però sei ancora qui.- gli rispose, preparandosi a fuggire dal calcio che il gemello gli avrebbe tirato da lì a poco.
Serafico, invece, era proprio Pip, Filippo Casale, anni diciassette, sezione 4°D, che frequentava insieme con i due gemelli, che rispondevano ai nomi di Tommaso e Mirko Legati.
-Tommaso, Mirko. Basta. Tanto lo sapete che quelle che non beccate voi, perché tanto non le beccate, le becco io.- disse poi, con un sorrisetto soddisfatto stampato sulle labbra.
I due gemelli si guardarono in viso qualche momento, indecisi sul da farsi, per poi lanciarsi sull'amico per tempestarlo di pugni, tra una risata e l'altra.
E così, anche il trio di belli e impossibili, entrarono in quella che sarebbe divenuta teatro di molte cose, cose delle quali loro non erano ancora a conoscenza.

* * * * *

Un'ora più tardi, una ragazza stava volando sull'ingresso, perfettamente conscia che il suo primo giorno di scuola era iniziato malissimo per l'ennesima volta.
Aveva perso il treno, dimenticato lo zaino, aveva affondato il piede in una pozza e, come se non bastasse, era caduta a terra, strisciando sull'erba i jeans chiari che avevano assunto una colorazione verdastra all'altezza delle ginocchia.
Per Rachele Falosca quello non era che uno della serie di sfortunati primi giorni di scuola.
Non c'era mai stato anno in cui non era arrivata in ritardo all'inizio dell'anno scolastico.
Arrivò al portone d'ingresso, prendendo a battere i pugni sul vetro.
-Aprite, diamine, aprite!- urlò, cercando di richiamare l'attenzione di un gruppetto di ragazzi più o meno suoi coetanei che la osservavano ridendo.
Era ovvio, doveva essere assurdamente ridicola.
I capelli castano chiaro e ricci in disordine, la matita sbavata sotto gli occhi e i jeans macchiati di verde.
Batté ancora una volta i pugni sul vetro, rinunciando poi nel suo intento e limitandosi a fissare corrucciata i ragazzi.
Magari entro la terza ora qualcuno le avrebbe aperto.

* * * * *
Fortunatamente, qualcuno si accorse di Rachele, prima della terza ora.
Valeria Morganti e Sara Decilo, sue compagne di classe e amiche di lunga data che, immaginando il ritardo dell'amica, si erano precipitate all'ingresso per aprirle il portone.
-Lele!- ululò Sara, tuffandosi sulla disperata ragazza e coinvolgendola in un abbraccio da orso, al quale si unì Valeria, che rideva come una matta.
-Adoro il tocco di stile che hai dato ai tuoi pantaloni. Lo adoro, cosa hai usato?-
-Erba di prato ed essenza di fango, vuoi provarla?- scherzò con aria stanca la ricciuta ragazza.
-No, grazie, preferisco i miei bellissimi pantaloni senza modifiche dovute a fattori esterni. Andiamo? In classe si stanno chiedendo dov'è la paladina della giustizia.- disse Valeria, spostandosi una ciocca di capelli dietro all'orecchio.
Rachele alzò gli occhi al cielo.
La fama di 'paladina della giustizia' se l'era guadagnata l'anno prima quando, durante un'assemblea di istituto riguardante il tema del bullismo, era saltata in piedi su una sedia e aveva fatto un discorso di difesa che era passato alla storia.
Da allora o la prendevano in giro o la veneravano tipo divinità.
Ma a lei poco importava, di questo.
Sbuffò, scuotendo il capo per scacciare via quei pensieri.
-Andiamo, forza, non vedo l'ora di rivedere i nostri compagni.- disse, con aria sarcastica, prendendo sottobraccio le sue migliori amiche, per poi trascinarle verso le scale che le avrebbero condotte verso la loro classe, la 4°F.

 * * * * *
Mentre le tre ragazze salivano le scale, altre due le scendevano, per fare alcune fotocopie.
Erano Samantha ed Elisabetta che borbottava cose riguardo allo sfruttamento minorile da parte dei professori.
La rossa annuiva al momento giusto, ascoltando con un orecchio sì e l'altro no.
-Uh, guarda, c'è la paladina della giustizia e le sue amiche!-
Ecco, quella sottospecie di uggiolio eccitato Sam lo udì benissimo, tanto che si costrinse ad alzare il capo, che fino a poco prima era totalmente dedicato alle scale che stavano scendendo.
-Paladina della giustizia?- domandò, lanciando un'occhiata al gruppetto di tre ragazze che stavano salendo verso di loro.
-Sì, non te la ricordi? E' quella che ha fatto il discorso anti bulli! L'anno scorso! In assemblea! Non puoi non ricordartelo!- bisbigliò con aria esterrefatta Elisabetta, scuotendo il capo come una bambola dalla testa che può dondolare.
-Mmh. Può darsi. Qualcosa mi ricordo.-
Sam lanciò un'occhiata alla ragazza centrale, probabilmente era di lei che l'amica stava parlando.
Sì, qualcosa si ricordava.
Fece un sorriso tra sé e sé, tornando a dedicarsi alle scale.
Le due ragazze superarono il trio, che chiacchierava animatamente su questo o quell'argomento.
Presto le loro strade si sarebbero incrociate di nuovo.




BeckyPanda's Space.

E così, termina il prologo di questa long-fic che spero abbia un futuro più felice rispetto all'altra che ho scritto e abbandonato in via momentanea.
Ci tengo a dire che è un racconto puramente di fantasia, che non mi sono ispirata a nulla se non ai miei stessi pensieri.
Di che cosa parla?
Ecco, non lo so esattamente.
E' più che altro un'accozzaglia di adolescenti che si incontrano e scontrano.
In questo prologo, ho voluto presentare almeno un pochino quelli che saranno i personaggi principali di questa FF.
Dico solo che qui ce ne è uno in più, rispetto a quelli che ho in mente.
Non dirò chi, perché si deve e si scoprirà nei successivi capitoli che pubblicherò.
Dei ragazzi, però, non metterò da parte nessuno, questo lo posso dire.
Che diamine, non so nemmeno che sto dicendo.
Sto presentando i contenuti di una storia che mi farà sclerare moltissimo, già lo so.
Saranno i contenuti, saranno le tematiche...Impazzirò, ne sono certa.
Che posso dire?
Spero di non turbare la quiete mentale di nessuno pubblicando questo prologo delirante come tutto ciò che scrivo.
Beh.
Alla prossima?
MASSI', DAI.
   
 
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