Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Leliwen    11/10/2011    0 recensioni
Draco si trova a dover ospitare l'anima di Regulus e finisce con l'interagire con personaggi usciti dalle serie televisive più disparate. Più che una storia, la definirei una serie di flash, leggibili più o meno indipendentemente le une dalle altre.
Già "Illness".
CROSSOVER: cap1 - Grey's Anatomy; cap2 - Ghost Wisper; cap3 - Doctor House
Genere: Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altro personaggio, Draco Malfoy, Regulus Black
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Titolo: In volo per il New Jersey
Autore: Leliwen
BetaReader: Billaneve
Personaggi:
Draco Malfoy, Regulus Black, Dr Gregory House
Pairing: Draco/Regulus
Prompt: Magia in pillole per l'omonimo Contest
Genere: Erotico
Rating:
R
Avvertimenti:
Crossover(Harry Potter / Dottor House), Scena di sesso(?), post 5° libro
Conteggio parole: 2.893
Sommario:
Draco aveva l'emicrania. O forse, era più giusto dire che Regulus soffriva d'emicrania; Draco non aveva mai avuto nulla più che un po' di mal di testa adeguatamente ingigantito dalle sue formidabili doti melodrammatiche. Il problema era Regulus...

NdA: Questa storia è INTERAMENTE dedicata a Nasreen, con tutto il mio affetto!
Tempo fa scrissi, sulla mia bacheca di Facebook, che avevo l'emicrania e Nasreen, tranquilla e beata come sempre, mi consigliò: fai sesso.
Ecco, l'idea mi è nata da quel consiglio. Peccato che quando io abbia l'emicrania sono in coma e la sola idea di spostare la testa di un millimetro mi fa venir una nausea assurda e la voglia di vomitare... altrimenti potrebbe essere un buon consiglio...

Ad ogni modo, Nasreen, puoi considerare questa mia storia un regalo di compleanno per te ♥

 


 

L'aereo per il New Jersey era pieno di passeggeri, la maggioranza vacanzieri che avrebbero fatto scalo prima di tornare in Europa. Il Dottor House, invece, stava rientrando da un seminario - estremamente noioso - pieno di dissertazioni - troppo approssimative - sulle malattie degenerative autoimmuni. Considerati gli oratori, avrebbe dovuto capirlo che non sarebbe stato così interessante, ma la Caddy aveva insistito e lui non aveva potuto far altro che accontentarla. Al posto di una settimana di ambulatorio, ovviamente.

In fila al check in per i passeggeri di prima classe c'erano solo quattro persone, oltre al dottore: un uomo con una ventiquattrore, un'anziana coppia texana, un ragazzo con uno zaino rattoppato della Pickwick e con un paio di Converse sfondate ai piedi.

Stava per consegnare i propri documenti alla hostess quando, nell'alzare lo sguardo per restituirgli il passaporto, la vide arrossire violentemente. Guardò oltre le proprie spalle: lei, per sommo disgusto del proprio ego, non lo stava guardando ma osservava un nuovo passeggero, un ragazzo dai capelli biondi, occhi freddi e lineamenti lunghi ed appuntiti, marcatamente inglesi, vestito con un completo di sartoria interamente nero e una cravatta troppo lucida e troppo morbida per essere acrilica. Non aveva borse, il passaporto venne estratto dalla tasca interna della giacca senza che questa risentisse della differenza di peso. Le dita erano lunghe ed aggraziate, curate meglio di quelle di molte donne. Alla hostess non rivolse altro che un cenno col capo dopo che questa gli augurò buon viaggio.

Una piccola navetta, diversa da quella straripante riservata ai passeggeri di seconda classe, li stava aspettando. La coppia passò tutto quel breve tragitto a chiacchierare ed a tenersi per mano, il ragazzo con le Converse cercò di intavolare una mezza conversazione col coetaneo ultimo arrivato, mentre l'altro uomo estraeva il proprio palmare digitando velocemente con il pennino.

House, dal canto suo, osservava il tutto divertito ed annoiato al tempo; era un gruppetto di persone interessanti ma, fosse stato per lui, avrebbe preferito mischiarsi a quelli della seconda classe: è lì che poteva spiare i casi umani più interessanti. L'organizzazione dell'evento, invece, aveva pensato anche al rientro e lui era stato così sfortunato da non poter tornare con gli altri colleghi al proprio ospedale e gli era toccata la prima classe.

Una volta a bordo uno stuart controllò i biglietti ed indicò loro i rispettivi posti. Il ragazzo biondo era alla sua sinistra, oltre il corridoio: entrambi avevano ricevuto la grazia di poter viaggiare soli.

L'aereo partì con sette minuti di ritardo a causa di un passeggero che aveva imbarcato il proprio bagaglio dimenticandosi, però, di seguirlo a bordo dell'aereo. Alla fine partirono senza passeggero né bagaglio.

Il decollo fu tranquillo nonostante le nubi e House, guardandosi attorno, si rese conto che la signora ed il biondo avevano la pelle delle nocche bianca e tirata. Non fu la vecchia a sorprenderlo quanto il ragazzo. Aveva l'aria di uno abituato a viaggiare su un aereo privato anche per andare a fare la spesa, se mai ne avesse avuto bisogno, e quella paura era... atipica.

Una volta presa quota la signora sembrò tranquillizzarsi, il ragazzo no. Ordinò un whiskey alla hostess ma nemmeno l'alcol sembrò aiutarlo a star meglio.

Era appena passata un'ora e mezza dalla partenza che House lo vide accasciarsi su se stesso, tenendosi la testa con entrambe le mani.

Subito dopo un vuoto d'aria fece singhiozzare la signora Texana.

 

Draco aveva l'emicrania.

O forse, era più giusto dire che Regulus soffriva d'emicrania; Draco non aveva mai avuto nulla più che un comune mal di testa adeguatamente ingigantito dalle sue formidabili doti melodrammatiche. Ora invece, il fatto che quello sarebbe dovuto essere il suo corpo - e non quello dell'altro - non sembrava incidere minimamente sulla sua percezione del dolore. Il problema era Regulus, sempre e solo lui.

"Speravo di essermene liberato..." mormorò iniziando ad ansare piano rimediandosi un'occhiataccia mentale di Draco.

"Forse è l'influenza del medaglione," aggiunse subito dopo, stringendo con più forza i braccioli della poltroncina su cui era seduto. Il metallo attorno al collo sembrava pesare terribilmente e il calore quasi ustionante che esso sprigionava si fece sempre più intenso provocandogli un insano ed impellente desiderio di toglierlo e di gettalo il più lontano possibile. Con un ultimo sforzo di volontà chiuse gli occhi e fece fina di nulla.

L'aereo incontrò una seconda turbolenza e Draco gemette insieme alla cicciona dai capelli tinti. "Forse è questo dannato aggeggio!" Tentò di ruggire Draco senza riuscirvi: il corpo si accasciò, la testa s'incastonò tra le spalle mentre i gomiti si puntavano sulle ginocchia, pronte a ricevere la fronte. Le parole abbandonarono le labbra come un gemito di dolore.

Sentiva i muscoli del volto tirare, le ossa stridere e gli zigomi, proprio sotto gli occhi, esplodere in mille schegge acuminate. Un dolore intenso e prolungato che in ogni istante aumentava, espandendosi fino alle tempie, per farle pulsare più forte, sempre più forte.

"Fallo smettere..." iniziò a cantilenare Draco, mentre i sobbalzi dell'aeroplano si facevano più violenti ed una coppia di fulmini, fuori, illuminò le nubi fosche.

Regulus gemette insieme al suo ospite. "Temo sia colpa mia," ammise sentendo come se i denti si stessero avvicinando dolorosamente gli uni gli altri e la lingua si fosse fatta grossa come un pompelmo. "Devo scaricarmi."

L'hostess si avvicinò in quel momento, posando una mano sulla spalla fasciata dal tessuto nero.

"Signore, si sente male?" Provò a chiedere, ma la sua voce svanì, soffocata da un urletto spaventato: una scarica elettrica era partita dal corpo del giovane e le aveva intorpidito la mano.

Draco si strinse i palmi contro le orecchie, non appena lei urlò, poi, dopo un tempo che parve infinito, voltò la testa e fissò i suoi occhi, dilatati, freddi, immensi, in quelli anonimi e spaventati di lei. "No," le rispose tentando di infondere nelle parole tutto il sarcasmo possibile. "Semplicemente mi piace star raggomitolato sotto un sedile," terminò ansando.

 

Il sorriso di House si allargò, a quelle parole. Aveva notato il malore e inizialmente aveva pensato ad una sbornia ben celata, ma la cosa che l'aveva sorpreso ed incuriosito era stata quella scintilla ad alto voltaggio, considerato come la signorina si stesse ancora tenendo e massaggiando la mano.

"Gli potrebbe, magari, portare un bicchier d'acqua?" Ordinò, senza alcuna gentilezza.

Lei lo guardò per un momento stupita, poi fece come richiesto. Un attimo dopo tornò un suo collega. House allungò al biondo l'acqua ed una delle sue pastiglie di Vicodin, borbottando allo stuart di essere un medico.

"Cos'è?" Domandò il ragazzo, sospettosamente.

"Un antidolorifico," spiegò il medico. "Da quanto soffri di emicranie?"

"Mai... da sempre." Un passaggio repentino, prima in inghiottire acqua e pillola. Le luci avevano avuto un sobbalzo e i capelli del ragazzo ora sembravano appena un po' più scuri. "La prima che mi ricordi avevo tre anni e avevo litigato con mio fratello," sillabò, nel tentativo di rimanere lucido, pesando ogni singola parola come se le andasse a cercare nei meandri più nascosti della sua mente.

"Non ti sei mai andato a far visitare?"

"Era... disdicevole," spiegò sdrucciolando sulla parola.

Un lord, proprio come aveva immaginato. Solo un nobile avrebbe usato una simile parola.

"Siete... sicuro che funzioni?" Chiese mentre la testa tornava tra le ginocchia, stretta nella morsa delle proprie dita.

 

Aveva inghiottito la medicina senza pensarci due volte, il maledetto. Era questo che si era trovato a pensare Draco, quando Regulus aveva preso il sopravvento. Dividere il corpo con un altro era parecchio stancante, soprattutto se la testa sembrava volersi spaccare da un momento all'altro e tutto il corpo iniziava pian piano a risentirne. Un fuoco. Sentiva un fuoco divampargli dentro, bruciandolo dall'interno, mentre quell'intenso calore alimentava la sua magia.

Il Babbano stava dicendo qualcosa sul tempo di azione del medicinale, ma lui non lo ascoltò, il dolore era troppo forte. Sentì gli occhi inumidirsi mentre il suo corpo continuava a caricarsi.

"Ho bisogno di un mago..." sussurrò piano Regulus, mentre una seconda scintilla partiva dal suo corpo ed arrivava allo stuart che si era avvicinato per recuperare il bicchiere vuoto. Un nuovo vuoto d'aria fece ballare l'aereo. "Cazzo!"

Draco tentò di emergere dalla bolla di dolore che l'aveva annichilito. "È colpa nostra?"

"Probabile."

"Di cosa parli, ragazzo?" Chiese il medico. "E con chi parli?" Aggiunse poco dopo.

Regulus, gli occhi foschi appannati dal dolore, alzò appena un po' la testa, voltandosi verso il Babbano e tentando di guardarlo altezzosamente. "Quanto ancora devo aspettare?"

"Non senti alcun miglioramento?" Chiese aggrottando le sopracciglia quando il ragazzo scosse appena un poco la testa. "Dovrei toccarti per cercare di fare una diagnosi." Guardò lo stuart, "avete dei guanti di lattice?"

 

Quando lo stuart tornò coi guanti, House prese il volto del ragazzo tra le mani, sentendolo rigido: i tendini erano tirati, alcune ghiandole del collo si erano ingrossate e la pupilla era completamente dilatata, le palpitazioni erano troppo violente e ravvicinate. La pelle sembrava scottare. Non era solo un'emicrania, questo era certo.

"Cosa fai, di solito, per farla passare?"

Il giovane Lord lo osservò, gli occhi traballarono un po' per metterlo a fuoco. Poi le labbra si stirarono in una sorta di ghigno: "sesso," spiegò scandagliando gli occhi azzurri del medico, alla ricerca di... qualcosa. Imbarazzo, probabilmente. Ma il ghigno ancora più divertito di House lo indusse ad aggiungere, "o mi rinchiudo nella mia stanza sperando che non duri a lungo."

"Lanci sempre queste scariche elettriche?"

"Solo ai Babb... ad alcuni." Si corresse, fingendo un gemito di dolore.

Gli occhi azzurri si assottigliarono. "Ragazzo, come ti chiami?"

Lo sguardo del biondo si spense un istante: "Draco Malfoy," disse. "Mi hanno ricoverato al Seattle's Gray una settimana fa. Ora, questo mal di testa... io voglio solo tornarmene a casa."

"Sintomi?" Chiese ignorando le proteste dello stuart e attivando il cellulare. Mentre Draco faceva mente locale, tentando di articolare un discorso la persona chiamata rispose: "Foreman, prendi appunti." Ordinò House mettendo il vivavoce.

Draco arricciò le sopracciglia, facendo una smorfia di dolore. "Sento le palpebre pesanti e la destra fa male, come se avessi un ferro arroventato infilato nell'occhio. Mi sento rigido e sovraccarico. La pelle è ipersensibile, la lingua ingrossata e una nausea non indifferente mi attanaglia lo stomaco. Devo continuare?" Domandò lanciando un'occhiata scura al dottore.

"Se c'è dell'altro," rispose questi mentre l'apparecchio nella sua mano gracchiava, con voce bassa e profonda, "House, cosa sta succedendo?"

Il ragazzo chiuse quei fanali dilatati, arricciando un po' il naso. "Sono eccitato, mi prudono le mani, la sua pillola non ha fatto il minimo effetto e diamine mi fanno persino male i capelli!" Finì per urlare. Un baluginio azzurro sfrigolò sulla sua pelle, ma lui non ci fece quasi caso.

"Ho un ragazzo che emette fulmini." Rispose House a Foreman avvicinando il cellulare alle labbra.

Draco si accorse in quel momento che tutti i passeggeri della prima classe lo stavano osservando e, nonostante il dolore, la sua rabbia esplose. "Ah, già, mi sto irritando ad avervi tutti addosso!" Urlò nell'esatto momento in cui un fulmine spaccò il cielo proprio accanto all'aereo, facendolo tremare.

Gli occhi del dottore si allargarono per la sorpresa mentre, sopra il frastuono del tuono, urlava al suo sottoposto, "e li attira."

"Chiamo Chase."

 

"Ho bisogno di un mago. Possibilmente potente, preferibilmente maschio." Un quarto fulmine li colpì, scivolò sulla scocca esterna e cadde poi a terra, seguito dai gridolini - un po' impauriti un po' eccitati - dei passeggeri di seconda classe. Quelli di prima erano tutti concentrati sul dottore e sul recalcitrante paziente.

"House, ho trovato un riscontro, ma, onestamente, mi sembra assurdo." La voce di Chase si alzò dall'altoparlante del cellulare e Draco spinse ancor più forte i palmi contro gli occhi. "È in un forum accreditato di un prestigioso ospedale francese."

"Oh, conosci il francese, Chase?" lo prese un po' in giro il dottor House, facendo, a detta di Draco, del basso sarcasmo.

Persino dal cellulare si sentirono gli occhi dell'altro dottore ruotare nel tentativo di non cedere alla provocazione. "Lì si parla di Nyphaléà*: una cefalea che, non si capisce bene se è causata o se causa forti pulsioni sessuali." Dal tono non sembrava, però, molto convinto.

Il dottor House rimase in silenzio per un momento, guardando Draco alzare appena la testa con occhi colmi di dolore. "Fonti?"

"Nemmeno una," disse la voce un po' disturbata. "Il dottore che ha scritto il post e che ha risposto è morto l'anno scorso e dice di aver sentito di questa malattia ad un congresso in Inghilterra, ma di non avere altre notizie più specifiche in proposito."

"E dice anche che attira i fulmini?"

"Più o meno. Dice che il corpo del paziente si carica elettricamente e che sembra aver bisogno di sempre maggior energia. Il solo modo per placarlo è scaricare la tensione accumulata. Lo sai che senza analisi più approfondite non possiamo fare di più."

Draco diede una piccola botta contro il sedile di fronte. "Fanculo a tutti!" Sibilò tra i denti. "Regulus, non so come, ma questa me la paghi!" Si sfilò la maglietta con un gesto di stizza scivolando sulla poltrona ed inarcando la schiena per esporre il petto bollente al getto freddo della bocchetta dell'aria. Il medaglione gli scivolò oltre la linea rigida delle spalle, lasciando la pelle lievemente arrossata ed andandosi ad appoggiare sulla seduta del suo posto comodo. Chiuse gli occhi e mosse la testa, sentendo il dolore spargersi lungo il collo teso, quasi fosse la carezza di un amante. La mano dalle dita affusolate seguì quel dolore, scivolò sul petto e s'incastrò sul capezzolo, pizzicandolo.

Il cuore, sotto le sue dita, viaggiava sostenuto, rimbombando nel cervello.

Draco sentì Regulus prendere il possesso della propria mano, farla viaggiare per quel corpo di latte e miele che avrebbe voluto assaggiare, pizzicandogli la carne laddove le ondate di nausea prodotte dall'emicrania sembravano fluire. Draco spostò l'altro braccio a coprirsi gli occhi, schiacciandosi appena un po' il naso. Serrò le palpebre, concentrandosi unicamente su quello che Regulus stava facendo al suo addome con la propria mano: era strano dividere un corpo, ma fortunatamente sembrava che il redivivo avesse molta esperienza riguardo il far gemere di piacere gli altri solo col tocco delle sue dita.

Le sentì scendere, fino a stuzzicargli piano la pelle grinzosa dell'ombelico, affondando nella piccola cavità, grattando un po' con l'unghia, ma proprio mentre il respiro stava per divenire gemito, la mano risalì verso l'altro capezzolo, per andare a torturarlo. Dalle labbra fuoriuscì un lieve lamento quando due polpastrelli lo pizzicarono senza pietà.

Qualcuno, da qualche parte, in un qualche luogo che non era quell'alcova di dolore e piacere che l'avvolgeva, protestò vivamente, qualcun altro, con voce più cinica e tranquilla, asserì che gli sembrava un ottimo metodo per risolvere il problema.

l braccio che teneva sugli occhi ebbe uno spasmo, come se qualcuno l'avesse strattonato e, presto, entrambi i palmi iniziarono ad esplorare l'epidermide, i dieci polpastrelli titillarono ogni sporgenza e le unghie lasciarono scie rosse di dolore e piacere.

 

House si sistemò comodo, il cellulare ancora in mano, mentre osservava rapito le mani del ragazzo biondo fare prodezze su quella pelle morbida, quasi come quella di una donna. La coppia texana era tornata al suo posto, o meglio, l'uomo aveva trascinato via la moglie che probabilmente sarebbe volentieri rimasta a godersi lo spettacolo. Lo stuart aveva sigillato, meglio che poteva, le tende che dividevano le due classi, sperando ardentemente che la lieve musica che aveva proposto ai passeggeri riuscisse a coprire i gemiti di piacere del passeggero. L'uomo con il palmare non aveva badato a loro nemmeno per un momento, mentre il ragazzo che indossava le Converse aveva deciso che quello non era uno spettacolo da poter dimenticare. Dopo un attimo era lì, telecamera alla mano, per riprendere le prodezze sessuali delle mano del biondo su se stesso.

Il dottore lo osservava, anche se la sua era più un'esigenza clinica che non un piacere personale. L'elettricità azzurrina gli brillava sulla pelle del giovane, gli occhi lucidi non sembravano riflettere questa realtà mentre le mani, che sembravano dotate di vita propria, iniziavano a slacciare i pantaloni.

La stoffa svelò, lentamente, altra carne bianca, coperta da sottili peli dorati che parevano morbidissimi. Le dita pizzicarono l'interno coscia, ignorando l'erezione svettante e le labbra, divenute rosse come ciliegie, emettevano mugolii disperati provenienti direttamente dalla gola reclinata ed esposta. Draco alzò una gamba, andando ad incastrarla contro il sedile davanti al suo, dando maggior visibilità al ragazzo con la telecamera. Da qualche parte, le hostess avevano ricominciato a distribuire merendine nella speranza di distrarre gli altri passeggeri da quello che stava succedendo in prima classe.

Quando un pollice di Draco scese a sfiorarsi l'apertura rilassata, House si sentì, più che invaso da un fuoco, seduto nel bel mezzo di un incendio.

Ok, beh, forse non era un'esigenza solo clinica.

 

 

 

Draco aveva l'emicrania.

Di nuovo. O forse, al solito, era più corretto dire che il problema era Regulus. Regulus e quella sua dannata compulsione che lo prendeva quando aveva l'emicrania. Sirius, con un lampo di disperazione nello sguardo, aveva affermato come il fratello soffrisse di Nyphaléà* anche da vivo. Particolare che tutti, nessuno escluso, s'erano guardati bene da riferirgli quando l'avevano obbligato ad accettare l'anima del piccolo di casa Black.

"Bene," rinfacciò loro, infischiandosene della presenza di genitori, bambini o ex professori, ma interessato unicamente a far passare quel dolore atroce. "Dato che ne eravate tutti consapevoli," continuò guardando storto il gruppo di adulti coetanei dei malandrini, "chi ci scopa?"

 

 

* tanto per esser sicuri: la malattia è una mia invenzione.

 

 

  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Leliwen