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Autore: Cicciolgeiri    11/10/2011    10 recensioni
[ Tumnus x Lucy ♥ ]
" Ti ringrazio " rispose lei con un sorriso. " Hai sempre avuto gli occhi così azzurri, Tumnus? " chiese poi, inclinando appena la testa da un lato.
" Io … ehm … " balbettò lui, " credo … di sì ".
Il sorriso stampato sulle labbra di Lucy si allargò.
" Che strano " commentò la fanciulla, " adesso che sono più alta e riesco a guardarli senza piegare il collo è come se fossero diversi. Sono più belli ".
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Lucy Pevensie, Mr. Tumnus
Note: Missing Moments, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Una sciarpa di lana verde bosco




Delicato.

E deciso.

Delicato.

E deciso.

Doveva essere entrambe le cose, se voleva portare a compimento il suo lavoro nel modo migliore.

Delicato.

E deciso.

Delicato.

E deciso.

Tessere una sciarpa non era roba da poco. Checché ne potesse dire qualsiasi guerriero, o mago, lavorare ai ferri richiedeva lo stesso impegno di impugnare uno stocco e farlo mulinare come si deve o di lanciare una fattura coi fiocchi senza che ti rimbalzasse addosso.

Delicato.

E deciso.

I ferri si muovevano rapidi, producendo un tintinnio lieve e ritmico ogni volta che si incontravano per creare un nuovo anello nella lana verde bosco.
Tumnus il fauno aveva sempre avuto un debole per le sciarpe: le collezionava, ne aveva un armadio pieno laggiù nella sua casetta nella caverna, e si poteva dire che confezionarle fosse uno dei suoi passatempi preferiti, a parte suonare il flauto, starsene spaparanzato nel bosco e fare baldoria attorno al fuoco.
Tumnus il fauno aveva una sciarpa per ogni occasione ed era fiero di poter affermare che nessun evento o festa che fosse avrebbe mai potuto coglierlo impreparato senza una sciarpa adatta attorno al collo: ne aveva un paio rosse con i campanellini per Natale, una blu notte intessuta di gemme luccicanti per le serate di gala, un’altra arancione come le foglie secche per l’Equinozio d’Autunno, una gialla come il sole splendente per il Solstizio d’Estate, una intrecciata con primule e campanelle per celebrare l’entrata della Primavera …
E quel pomeriggio, seduto contro il tronco di un maestoso frassino che cresceva alto e forte nel giardino reale di Cair Paravell, ne stava tessendo una di un verde come di selva al tramonto, variegata da toni di verde più chiaro, simile a fronde agitate dal vento; era per un’occasione davvero speciale e lui ci stava mettendo tutto l’impegno di cui era capace, il che non era poco.
E, non per essere borioso, ma poteva dire che il lavoro gli stava venendo proprio bene.

Delicato.

E deciso.

Delicato.

E deciso.

Quella sciarpa così bella non era per lui e non sarebbe entrata a far parte della sua collezione per tutte le occasioni. No: quella sciarpa era per un evento speciale e sarebbe andata in dono ad una persona altrettanto speciale.
La sciarpa di lana verde bosco era per il compleanno della regina Lucy, che di lì a poco avrebbe compiuto vent’anni.
A quel pensiero, Tumnus il fauno non riuscì a trattenere un lieve sorriso: era cresciuta così in fretta, la sua Lucy. Ricordava perfettamente la prima volta che si erano incontrati, durante il Gelido Inverno, proprio ai piedi del Lampione Solitario che segnava il confine più estremo di Narnia.
Lucy era una Figlia di Eva e aveva detto di venire dalla remota regione di Stanza Vuota, precisamente dal regno di Guarda Roba. E per Tumnus il fauno incontrarla era stato davvero strano, perché fin da quando era bambino e non gli erano ancora spuntate le corna, Figli di Adamo e Figlie di Eva, gli umani, erano stati nient’altro che i protagonisti di avvincenti leggende raccontate dai fauni più anziani attorno al fuoco, nulla di più.
Poi aveva  conosciuto Lucy Pevensie, che gli aveva offerto la sua amicizia ed il suo affetto incondizionati, nonostante lui avesse covato il meschino e riprovevole proposito di consegnarla alla Strega Bianca. E dal giorno in cui la battaglia contro la malvagia Jadis era stata vinta, non si erano più separati.
Tumnus il fauno era il migliore amico della giovane regina Lucy e la giovane regina Lucy, l’adorabile, incantevole, bellissima regina Lucy era la migliore amica di Tumnus il fauno, anche se gli faceva venire sempre il mal di pancia.
Ma badate bene, non è che Lucy lo facesse di proposito. Come avrebbe potuto lei, così gentile e buona, meditare di far venire il mal di pancia al suo migliore amico? Anzi, a dire la verità non era affatto colpa di Lucy se Tumnus il fauno aveva mal di pancia ogni volta che la vedeva, ogni volta che i loro sguardi si incontravano e ogni volta che lei gli prendeva la mano per mostrargli qualcosa. No, non era affatto colpa di Lucy.
Forse non era colpa di nessuno; Tumnus il fauno avrebbe semplicemente dovuto smetterla di trangugiare così tanti lamponi, perché, evidentemente, a lungo andare, tutte quelle scorpacciate stavano avendo fastidiose ripercussioni sul suo stomaco.
<< Quella sciarpa ti sta venendo proprio bene, sai Tumnus? >> esclamò ad un tratto lo spiritello che abitava il maestoso frassino, una driade chiamata Camene.
Tumnus si volse a guardarla e sorrise.
<< Ti ringrazio, Camene >> rispose allegramente. << E’ da mesi che ci lavoro. E adesso è quasi finita >>.
<< E’ molto bella. Somiglia ad una foresta >> osservò Camene guatando la sciarpa che Tumnus teneva in grembo; la driade spiccò un lieve balzo e, in un fruscio di fronde e rami, atterrò sull’erba accanto al fauno, leggiadra come una foglia che cade in autunno, splendida nel suo abito di foglie e brezza. << Scommetto che alla regina Lucy piacerà molto >> assicurò con la sua voce flautata, che somigliava tanto al canto di una rondine.
Tumnus distolse lo sguardo ed emise un lieve sospiro.
<< Lo spero >> rispose, riprendendo a sferruzzare.
Camene lo osservò per un attimo, gli occhi verdi appena socchiusi, e poi disse: << Non per vantarmi, ti pare, ma il mio bel frassino è l’albero preferito della regina Lucy e penso che se tu intrecciassi qualche sua foglia nella sciarpa, lei gradirebbe il tuo dono ancora di più >>.
A Tumnus quella parve un’ottima idea e ringraziò Camene con un cenno del capo, al che la driade veleggiò nuovamente tra le alte fronde del frassino, per poi ricomparire al suo fianco con una manciata di meravigliose foglie verde smeraldo raccolte in grembo.
<< Ecco a te >> le porse a Tumnus ed il fauno si affrettò ad intrecciarle nell’ordito della sciarpa. Una volta che ebbe terminato, essa gli apparve ancora più bella.
Eppure c’era qualcosa che lo affliggeva.
<< Camene >> disse lentamente, cercando le parole adatte; la driade si voltò a guardarlo con i grandi occhi leggermente sgranati.
<< Cosa c’è? >>
<< Pensi davvero che a Lucy potrebbe piacere un dono del genere? Voglio dire … >> Tumnus aggrottò un po’ la fronte << riceverà moltissimi regali, molto più grandi e costosi del mio. Verranno principi e duchesse da ogni parte dei Nove Regni per festeggiare il giorno della sua nascita. Pensi davvero che la mia sciarpa potrà essere all’altezza? >> il fauno alzò lo sguardo ed i suoi occhi azzurri e inquieti incontrarono quelli verdi e benevoli della driade.
Camene gli sorrise dolcemente, rendendosi conto di quanto profonda e sincera fosse la sua preoccupazione, e gli posò gentilmente una mano sulla spalla, sporcandolo di muschio.
<< Un dono d’amore, fatto col cuore, risplende più di ogni bagliore. Ricordatelo sempre, Tumnus >> recitò; e, detto questo, scomparve nuovamente nella chioma del suo frassino in un frusciante turbine di foglie, lasciando Tumnus il fauno solo soletto.

***

Alla sera del ventesimo anniversario della sua nascita, la regina Lucy appariva bella e leggiadra come un raggio di sole. Non c’era altro modo per descriverla ed anche così, le parole non sarebbero mai state in grado di rendere l’assoluta radiosità che Lucy emanava quella notte.
Tumnus il fauno la osservò fare il suo trionfale ingresso nell’ampia sala da ballo con un lieve sorriso dipinto sul volto e l’ormai ben nota sensazione di mal di pancia ad attanagliargli lo stomaco, mentre Lucy avanzava muovendosi aggraziata tra due ali di folla. Non c’era nessuno, tra i presenti, il cui sguardo non fosse rivolto verso di lei, la festeggiata, e da ogni parte era tutto un brusio di commenti come: << E’ la creatura più radiosa che abbia mai calpestato questa terra >> e ancora: << Stupenda e splendente come un diamante >>, oppure: << La regina Lucy possiede una bellezza così fulgida che si potrebbero spegnere tutti i candelabri senza che cali il buio >> e via discorrendo.
Ma Tumnus credeva che cercare di descrivere Lucy fosse inutile: lei era semplicemente Lucy Pevensie, persino il suono ed il sapore del suo nome erano piacevoli, e tanto bastava affinché uno si facesse un’idea.
Ad aspettarla dal lato opposto della sala, c’erano Peter, Edmund e Susan, tutti e tre con larghi sorrisi stampati sul volto; Lucy si diresse verso di loro, ma quando passò accanto a Tumnus si voltò verso di lui dedicandogli una garbata strizzatina d’occhi. Il fauno si lasciò scappare un risatina e la osservò raggiungere i suoi fratelli con gli occhi che brillavano.
<< Signore e signori, nostri carissimi ospiti >> tuonò re Peter a gran voce, prendendo per mano la più giovane delle sue sorelle, << siamo qui riuniti questa sera, in onore di questa gioiosa ricorrenza, per celebrare il compleanno della regina Lucy la Valorosa, che in questo glorioso giorno d’estate compie vent’anni! >>
<< Tanti auguri, regina Lucy! Lunga vita alla regina Lucy, a re Peter, a re Edmund e alla regina Susan >> rispose la folla, invertendo l’ordine dei nomi degli altri tre re nei modi più disparati.
<< Buon compleanno, Lu >> disse Susan abbracciando stretta Lucy.
<< Sì, tanti auguri, Lu. Inizi ad invecchiare anche tu, eh? >> la punzecchiò Edmund abbracciandola a sua volta.
<< Magari adesso la smetterà di ripeterci che siamo vecchi >> replicò Peter stringendola a sé.
<< Oh, io non ci spererei, se fossi in te >> rispose Lucy con aria dispettosa. << Per quanto vecchia io possa diventare, rimango sempre la più giovane dei quattro >>.
<< Ahimè, è proprio vero >> commentò Edmund appoggiandosi una mano sul petto con fare teatrale, << siamo condannati ad essere presi in giro da questa indisponente giovinetta per il resto delle nostre vite >>.
I quattro fratelli Pevensie, re e regine di Narnia, scoppiarono a ridere di cuore; e la risata argentina di Lucy fu la prima a raggiungere le lunghe orecchie di Tumnus il fauno e fu l’unica che veleggiò sino al suo cuore, riecheggiandovi a lungo.

***

Per la cerimonia di consegna dei regali, Lucy si sedette su un grazioso scranno realizzato dalle ninfe con rami di vite ed edera intrecciati tra loro. Tutti gli invitati si misero in fila e, a turno, inchinandosi davanti a lei, posarono ai suoi piedi il loro dono. Le regalarono tiare, collane, gioielli, abiti, libri … e persino quelli scintillavano d’oro e gemme preziose. Tumnus se ne stava nascosto dietro una colonna ad osservar la scena da lontano, i piccoli zoccoli scalpitanti. Non era ancora riuscito a parlare con Lucy: ogni volta che avevano fatto per avvicinarsi, qualcuno aveva preso Lucy sottobraccio trascinandola via e lei, troppo gentile per rifiutare una chiacchierata, non aveva potuto far altro che limitarsi a lanciargli occhiate di scuse da sopra la spalla, mentre si allontanava di malavoglia.

***

<< Oh, finalmente >> sospirò Lucy raggiungendolo fuori, sulla balconata, nell’aria fresca della sera. << La contessa di Ettinsmoor sarà anche simpatica, ma quando inizia a parlare non la ferma più nessuno …  mi ha fatto venire l’emicrania, era come avere una mosca che ti ronza nell’orecchio! >> gli lanciò uno sguardo ed entrambi scoppiarono a ridere, divertiti.
Bastava così poco per stare bene, insieme a Lucy. Lei era la persona di cui Tumnus apprezzava la compagnia di più in assoluto.
<< E’ tutta la sera che cerco di raggiungerti per farti gli auguri, ma c’era sempre qualcuno più svelto di me >> mormorò il fauno vagamente impacciato. << E poi non ho avuto ancora modo di darti il mio regalo >>.
Gli occhi di Lucy si illuminarono.
<< Oh, un regalo? Ed è un regalo speciale, suppongo. Ecco perché non ti sei messo in fila con gli altri, non è vero? >> nel porgli quella domanda, appoggiò una mano sulla sua, sulla balaustra di pietra della balconata.
Tumnus abbassò lo sguardo sulle loro mani intrecciate, poi si voltò nuovamente verso di lei; Lucy lo guardava fisso, con i grandi occhi blu spalancati nell’attesa, ed un dolce sorriso ad incurvarle le labbra.
Le sorrise di rimando, timidamente, stringendo appena la sua mano.
<< Sì, in effetti. E’ una cosa che ci tenevo a darti in privato >>.
<< Che cos’è? >> chiese Lucy sempre più curiosa.
<< Ehm … >> il fauno si schiarì la voce. << Chiudi … chiudi gli occhi >>.
La fanciulla si mordicchiò un labbro, tutta emozionata, ed obbedì all’istante, perché adorava le sorprese.
<< Ora voltati >> aggiunse Tumnus. << E non sbirciare >>.
Lucy girò su sé stessa e gli diede le spalle.
<< Come potrei mai sbirciare? Non ho mica gli occhi dietro la testa >> ribatté, però socchiuse uno degli occhi scuri e cercò di voltarsi indietro per curiosare senza che Tumnus se ne accorgesse, ma invano.
<< Non sbirciare, ho detto! >> ripeté il fauno; Lucy si affrettò a serrare nuovamente gli occhi come se nulla fosse, cercando di non ridere.
Tumnus estrasse un’informe matassa scura da sotto la sciarpa blu notte che indossava, quella per le grandi occasioni, poi la spiegò, scrollandola con garbo, ed ammirò per un’ultima volta la bellissima sciarpa di lana verde bosco intrecciata con foglie di frassino, prima di drappeggiarla con cura attorno alle esili spalle di Lucy ed avvolgerla delicatamente intorno al suo collo sottile.
<< Ora puoi aprire gli occhi >> disse soddisfatto.
Lucy non se lo fece ripetere due volte e li spalancò, poi abbassò svelta lo sguardo per ammirare il regalo di Tumnus: sfiorò la morbida sciarpa con le dita e, quando si voltò di nuovo ed il fauno poté guardarla in viso, vide che aveva l’espressione più bella e felice del mondo e si sentì improvvisamente molto leggero, come se stesse fluttuando. E fu meraviglioso, anche se la pancia aveva iniziato di nuovo a fargli male.
<< Oh, Tumnus >> sussurrò Lucy  affondando il volto nella sciarpa di lana verde bosco. << Com’è morbida! Proprio come una delle tue! >>
<< S-sì >> confermò lui con un lieve cenno. << L’ho … l’ho fatta io. Ti piace? >>
<< Se mi piace? >> ripeté Lucy sgranando gli occhi. << Mi sembra di portare al collo una collana di teneri germogli! E profuma … oh, emana un profumo così buono. Di foglie al mattino e bosco alla sera. Di erba dopo che ha appena piovuto e di corteccia in un giorno assolato >> inspirò profondamente, beandosi di quell’aroma. << Grazie, Tumnus. E’ un regalo meraviglioso >>.
E, prima che Tumnus riuscisse ad enunciare nient’altro che un flebile: << N-non c’è di … >>, Lucy lo abbracciò stretto e gli posò un bacio sulla guancia.
<< Grazie >> ripeté appoggiandogli il mento sulla spalla.
Lucy aveva un profumo così buono che quello della sciarpa verde bosco non avrebbe mai potuto reggere il confronto e Tumnus si sentì all’improvviso inebetito, come dopo aver girato troppe volte su sé stesso durante una festa attorno al fuoco. La sua graziosa barbetta a punta ebbe un fremito emozionato e fu con mani tremanti che cinse delicatamente le spalle di Lucy.
Il suo cuore batteva così forte che probabilmente alla giovane regina sarebbe ritornata l’emicrania, con tutto il trambusto che faceva. Ma il cuore di Tumnus voleva farsi sentire e dire la sua, una volta tanto, e non esistevano metodi efficaci per farlo tacere.
<< Tumnus >> sussurrò Lucy scostandosi da lui quel tanto che bastava affinché i loro occhi si incontrassero, << tu stai tremando. Hai freddo? Vuoi che entriamo dentro? >> chiese premurosa.
Tumnus ridacchiò piano, divertito e imbarazzato al contempo. Lucy era ancora tra le sue braccia.
<< Non … non si trema solo per il freddo, Lucy Pevensie >> rispose lentamente. << Si trema anche quando si è felici >>.
Lucy sollevò appena le sopracciglia, piacevolmente sorpresa.
<< E tu sei felice? >> gli domandò senza distogliere lo sguardo.
Tumnus il fauno deglutì sonoramente.
<< Io … ecco, sì: lo sono. Sono molto felice >> mormorò, attingendo ad ogni briciola di coraggio che aveva in corpo.
Lucy sorrise. Nei suoi occhi si riflettevano le stelle che splendevano alte nel cielo blu scuro. E Tumnus provò l’improvviso desiderio di abbracciarla per sempre, senza mai lasciarla andare.
<< Perché sei felice, caro Tumnus? >> chiese a bassa voce.
<< Io … io …  sono felice, perché … be’, vedi, perché … >> balbettò lui con il pomo di Pan che faceva freneticamente su e giù lungo il suo collo. << Sono felice per te >> disse alla fine, schiarendosi la gola. << Perché è il tuo compleanno. Sono felice per te >> ripeté, cercando più che altro di convincere sé stesso.
Che cosa sarebbe successo se avesse detto a Lucy la verità? Se le avesse detto di quanto era innamorato di lei, completamente e senza speranze, oramai. Che cosa sarebbe accaduto se lei non avesse provato le stesse cose per lui? E, d’altro canto, come avrebbe potuto? L’avrebbe persa. Allora, tanto valeva dire solo una mezza verità e fare finta di niente: avrebbe preferito convivere con il suo brutto mal di pancia tutta la vita, piuttosto che rinunciare all’amicizia di Lucy.
Quest’ultima batté una volta le ciglia.
<< Sei felice per me o sei felice con me? >> gli chiese. << Devo saperlo, Tumnus. Sei felice quando stiamo insieme? >>
<< Oh, Lucy, mia cara Lucy … >> iniziò il fauno con un mezzo sorriso, scuotendo appena il capo ricciuto. << Quando sono con te, io sono il fauno più felice di questo mondo e di tutti gli altri mondi, conosciuti e ancora da scoprire, e anche di quelli che non verranno mai scoperti >> disse tutto d’un fiato, cercando di controllare il tremore della sua voce.
Gli occhi di Lucy brillavano come gemme, ormai, e la fanciulla aveva le labbra socchiuse, come se stesse assaporando ogni parola che lui aveva appena pronunciato.
<< Anche io sono felice quando sono con te, Tumnus >> disse emozionata. E poi aggiunse: << Puoi farmi una promessa? >>
Tumnus sbatté un paio di volte le palpebre, sorpreso, però acconsentì subito.
<< Ma certo >> garantì. << Che cosa vuoi che ti prometta? >>
<< Promettimi che non ti arrabbierai con me e che non penserai che sono un’ingrata se adesso ti dico che c’è un altro regalo che vorrei tu mi facessi, stasera >> rispose seria.
Tumnus annuì, un po’ confuso, ma senza riserve.
<< Te lo prometto, Lucy. Ma che cos’è che … >>
<< Chiudi gli occhi >> lo interruppe Lucy sorridendo. << E non sbirciare >>.
Tumnus obbedì; ad un certo punto socchiuse un occhio per guardare, ma …
<< Non sbirciare, ho detto! >> lo rimbeccò Lucy, e lui si affrettò a serrare nuovamente le palpebre.
<< Ma >> iniziò Tumnus, << come farò a farti questo regalo se ho gli occhi chiusi e non vedo n … >>
Non vide quando lei sollevò appena il mento e lo baciò dolcemente, sfiorando le sue labbra lieve come la pioggia. Ma sentì il suo profumo e la carezza delicata del loro primo bacio.
Si separarono dopo un istante che parve interminabile.
<< Ora puoi aprire gli occhi >> gli disse Lucy.
Lui obbedì lentamente, temendo che se l’avesse fatto troppo in fretta l’incantesimo si sarebbe spezzato e lui si sarebbe svegliato da quel sogno meraviglioso. E invece Lucy era ancora lì davanti a lui e non aveva affatto l’aria di volersi muovere.
<< Buon compleanno, Lucy Pevensie >> boccheggiò Tumnus, affannato come se avesse galoppato per tutta la foresta.
<< Ti ringrazio, Tumnus >> rispose lei con un sorriso. << Hai sempre avuto gli occhi così azzurri, Tumnus? >> chiese poi, inclinando appena la testa da un lato.
<< Io … ehm … >> balbettò lui, << credo … di sì >>.
Il sorriso stampato sulle labbra di Lucy si allargò.
<< Che strano >> commentò la fanciulla, << adesso che sono più alta e riesco a guardarli senza piegare il collo è come se fossero diversi. Sono più belli >>.
<< Oh, grazie >> rispose Tumnus, frastornato e allegro. << Lucy … sbaglio o … o tu ed io ci siamo appena baciati? >> domandò ad un certo punto, per assicurarsi che fosse successo veramente e di non essere impazzito.
Lucy annuì.
<< Credo proprio di sì >> disse tranquillamente.
<< Ah, bene >> commentò Tumnus, un po’ più tranquillo. << Pensavo di essermelo immaginato e basta >>.
Poi si rese conto a dovere delle parole di Lucy e sussultò. Si erano baciati. Ed era successo sul serio!
<< Aspetta >> aggiunse subito, aggrottando di colpo la fronte. << E … e perché ci siamo baciati? >>
<< Perché ci vogliamo bene, no? >> rispose Lucy con ovvietà. << Tu non mi vuoi bene, Tumnus? >>
<< Io … io ti voglio moltissimo bene, Lucy >> si affrettò ad assicurarle. << Io, ecco … >> le orecchie gli fischiavano e la testa gli girava come se avesse incornato per sbaglio un albero; era così stordito che avrebbe senz’altro trovato il coraggio di dirglielo. E infatti glielo disse: << Io , a dire il vero, sono innamorato di te, Lucy >> le rivelò.
<< Anche io sono innamorata di te, Tumnus >> rispose Lucy con aria sognante. << Penso di essere sempre stata un po’ innamorata di te, fin dalla prima volta che ci siamo incontrati. Ti ricordi quanto nevicava? Avevi il naso rosso per il freddo >> sorrise al ricordo. << Eri il fauno più carino che avessi mai visto >>.
<< Ero anche l’unico che tu avessi mai visto >> le fece notare Tumnus ridacchiando.
<< E’ vero >> acconsentì Lucy storcendo il naso divertita. << Ma da quel giorno ne ho incontrati tanti altri e tu continui ad esserlo tutt’ora >> aggiunse dolcemente.
Tumnus si perse nei suoi occhi. Da dentro provenivano le luci ed i rumori della festa, che stava andando avanti senza la festeggiata, ma a nessuno dei due importava nulla di quanto stava succedendo attorno a loro, o del fatto che tutti si fossero messi alla ricerca della regina Lucy, perché senza di lei non potevano tagliare la torta.
<< Sei bellissima, Lucy Pevensie >>.
E quando si chinò lievemente per baciarla di nuovo, Tumnus il fauno sperò con tutto sé stesso che a quel secondo bacio ne sarebbero seguiti tanti altri, così tanti da perdere presto il conto.
 

Fine.

 

Angolo autrice:
L'altro giorno, dopo aver visto un video su YT, mi è venuto un raptus e ho avvertito l'impellente necessità di riguardare il primo film de "Le Cronache di Narnia".
Mi è sempre piaciuto il personaggio del signor Tumnus e l'amicizia che c'è tra lui e Lucy, così mi sono voluta cimentare nello scrivere qualcosa su di loro. Come detto nella ficcy, qui Lucy ha appena compiuto vent'anni, quindi è passato qualche tempo da quando si sono incontrati per la prima volta. Spero che vi piacerà e vorrete farmi sapere cosa ne pensate :3
Dai, vi prego, non fatevi pregare xD







Sul serio.

 

  
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