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Autore: shootingstar_    11/10/2011    6 recensioni
Un (lungo) viaggio nella vita di Sirius Black. I suoi pensieri, i suoi ricordi, la sua morte raccontati con gli occhi di James, il suo migliore amico.
Cit:// "Sorridi per tutto ciò che è bello, Sirius, come facevi un tempo. Te lo ricordi, quanto ridevi? La McGranitt ci sbatteva così spesso fuori dall'aula per questo motivo... non puoi, non puoi non ricordarlo. Soprattutto, non puoi rinnegarlo. [...] Guardi nello specchio e ti bei di quella visione. Se te ne dovessero chiedere il motivo, la risposta sarebbe semplice: mi fa sentire più giovane."
Dream on, dream on, dream until you dream come true.
Spero che vi piaccia ^^ Recensioni sempre bene accette!
shootingstar_
Genere: Introspettivo, Song-fic, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini, James Potter, Sirius Black | Coppie: Sirius Black/Marlene McKinnon
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica, Più contesti
- Questa storia fa parte della serie 'Giuro solennemente di non avere buone intenzioni.'
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Dream on.


Every time that I look in the mirror
all these lines on my face getting clearer

Lo specchio è un po' annerito sui bordi. La patina si è scrostata in alcuni punti, così che adesso piccole macchioline scure ne intaccano la superficie.

Un ricordo ti annebbia per un attimo gli occhi. Forse ripensi a quando tua madre vi si specchiava. Era molto orgogliosa del suo aspetto fisico- oltre che di quello, diciamocelo, di che altro avrebbe potuto vantarsi? E magari ora pensi anche anche a quando Orion, con quella voce affettuosa che sentivi davvero molto poco spesso, le chiedeva cosa ci trovasse di tanto bello nello stare semplicemente davanti a quello specchio; perché lei non si truccava, non si sistemava i vestiti. Osservava il suo riflesso nel suo solito silenzio compunto, ma con un sorriso tutt'altro che solito a incurvarle le labbra prematuramente assottigliate dalla vecchiaia.

Quella domanda riceveva sempre la solita risposta, una volta io stesso l'ho sentita, il giorno in cui ti aiutai a traslocare.


Mi ricorda di quando anche io ero giovane.


Assomigli molto a Walburga, Sirius, anche se ti sei sempre rifiutato di riconoscerlo. Gli stessi capelli neri e mossi, gli stessi lineamenti del viso, lo stesso tratto deciso che vi disegna zigomi con minuziosa precisione.

Anche tu ti ritrovi ad osservare il tuo riflesso in quel salone buio, proprio come faceva lei- scusa amico mio, so che non saresti affatto contento di sentirmelo dire, ma è proprio così, dovresti vederti. Vederti come ti sto vedendo io dal mio angolo di cielo, intendo, perché tu... tu ti stai vedendo diverso.

I polpastrelli che hai appena appoggiato sullo specchio hanno lasciato dei piccoli aloni sulla superficie, e adesso che li hai portati al viso, adesso che ti stai strofinando gli occhi chiusi... Lo so, Sirius. So cosa si prova nel guardarsi allo specchio e sentirsi in trappola. So cosa si prova nel sentirsi vecchi. Vecchi dentro, vecchi fuori. Vecchi nell'anima, vecchi nelle membra.

Guarda meglio, amico mio. Esatto, proprio così- non trovi strabiliante, dopo tutti questi anni mi ascolti ancora, anche senza sentirmi.

Continua a guardare. Osserva come le rughe attorno ai tuoi occhi si dissolvono; ammira come i capelli tornano ad essere lucenti come l'inchiostro fresco; non vedi che quel piccolo muscolo vicino alla bocca ora è contratto in modo diverso?

Avvicinati ancora un po'. Eccolo, il sorriso che spunta da sotto i baffi non regolati- dovrò gridare nelle orecchie a Remus perché ti regali un rasoio. Eccolo, il sorriso di chi si vede più giovane.

Quasi lo posso vedere anche io ciò che stai vedendo tu.

Il Sirius di quindici anni fa si scosta i capelli dalla fronte con fare ridanciano, come se ti stesse prendendo in giro.

Felpato è lì che ride con allegria, gli occhi quasi del tutto privi di ombre, le spalle ritte e non schiacciate sotto il peso di un dolore che ancora non riesci a portare.

Felpato è lì, un filo d'erba stretto fra le labbra.

Concentrandoti riesci a scorgere delle ragazze in adorazione alle tue spalle. Ti guardano con occhi sognanti, e... ma pensa un po'!

Chi è quel bel giovanotto che ti ha appena fatto un caricone da dietro? Oh, beh. Forse è proprio il mitico, ineguagliabile, incomparabile, bellissimo, splendido James Potter. Dai, non fare quella faccia, stavo solo scherzando.

Perché hai gli occhi velati dalle lacrime, Sir? Ci stavamo divertendo, ci stavamo divertendo così tanto in riva al lago, scalzi, con il nodo della cravatta allentato.

Alzi il pungo destro. Un raggio di luce filtra dalle pesanti tende tirate, riflettendosi sullo specchio. Quel flebile riflesso dona alla tua lacrima una strana sfumatura, quasi arcobaleno.

Un colore per ogni tipo di pena che ti affligge il cuore.


the past is gone
it went by like dusk to dawn
isn't that the way
everybody's got their dues in life to pay


Perché hai rotto lo specchio, Sir?

«Mi sono visto Malandrino».

La tua voce è poco più che un flebile sussurro. Ti passi una mano fra i capelli che ti ricadono flosci sulle spalle. Una frase detta al vento, senza un motivo apparente. Una frase ch'è una confessione.

Osservi la tua mano, ancora serrata in un pugno, con meditabondo interesse.

Come un bambino che ha appena strappato la testa al suo orsacchiotto di peluche con imbarazzante innocenza, guardi il sangue sgorgare pigro da quelle piccole e superficiali ferite.

Sai, Sirius, quando si distrugge uno specchio, di rischia di frantumare anche una parte della propria anima. Quello specchio era proprio come te. Bello ma allo stesso tempo irreparabilmente rovinato.

Tutto ciò che è venuto dopo noi ha scalfito la tua patina perfetta. Tutti quegli anni passati su un pavimento di roccia viva ti hanno annerito l'anima.

Sospiri, ti chini verso il pavimento. Continui ad essere assente, perso nei tuoi pensieri, mentre raccogli in tutta fretta i pezzi di vetro ai tuoi piedi. Lo fai a mani nude, senza lasciarti scappare neanche la scheggia più minuscola che i tuoi occhi umani riescono ad individuare.

Quando finalmente riesci a raccogliere tutti i frammenti, apri un il terzo cassetto del comò.

Accidenti, avevo quasi dimenticato che avevate, fra le tante cose, una collezione (tanto inutile quanto assurda) di pietre.

Esiti un attimo davanti alla schiera di pietre, indeciso su quale prendere.

Mi fai ridere. Anche da qua riesco a sentire gli ingranaggi del tuo cervello girare alla velocità della luce nel disperato tentativo di far riaffiorare un qualcosa ormai sepolto in qualche angolino di cervello.

Alla fine allunghi la mano verso un paio di pietruzze chiare, di un azzurro quasi trasparente. Le prendi, te le rigiri fra le dita mentre, ancora assorto in uno di quei pensieri che non saprò mai decifrare, entri in bagno; lasci cadere i frammenti dello specchio in una piccola bacinella che poi riempi d'acqua.

Dai un'ultima occhiata alle pietre. Ora ho capito cosa vuoi fare. Che superstizioso che sei, Felpato. Proprio ridicolo. Se solo ci fossi io lì, altro che scongiuri contro la sfortuna- tutte queste stupidate è stata sicuramente Lily a mettertele in testa, gliene dovrò dire quattro.

E proprio mentre penso che ormai la stupidità femminile abbia preso il sopravvento anche su di te, ecco che cambi idea. Le dita che stavano per schiudersi si irrigidiscono.

Scuoti la testa mestamente, ghignando come per prenderti in giro.

«Sei proprio un coglione, Sirius» borbotti tra te e te. «Come se una cosa del genere potesse salvarti da sette anni di sfiga».

Pausa. Infili le pietre nella tasca dei pantaloni, dopodiché ci affondi anche le mani. Un'altra ombra- ed è un'ombra che non mi piace affatto, bada bene Sirius, ti attraversa il volto, che pare, per un attimo, quello di moribondo.

«Come se te lo meritassi».

Ridi. Non avrei mai pensato di dirlo, ma ti odio, anzi, ti detesto quando ridi. Voglio che le mie orecchie si rallegrino del suono della tua risata autentica, non voglio tapparle per evitare che sanguino a causa di questo latrato infelice.

«Dovrei vivere altri sette anni solo per continuare a scontare la mia pena».

Coglione. Sei proprio una testa di cazzo.

«Se potessi sentirmi, James, mi daresti del coglione».

Borbotti e ridi, ridi e borbotti scuse senza senso proprio al sottoscritto, convinto che io non ti possa sentire. Ma ti sbagli di grosso, Felpato. È ovvio che io possa sentirti. Io ti ascolto sempre, Sir. Siamo migliori amici, nonostante tu sia vivo e io in stato di decomposizione avanzato.

«Mi manchi, Ramoso. Ma il passato non può tornare, perché è... finito».

Deglutisci, e un'altra solitaria lacrima traballa sulla tua palpebra. Vi è aggrappata, non vuole lasciarsi cadere. Ancora una volta, so che non ti farebbe affatto piacere sentirmelo dire, ma hai esattamente lo stesso modo di esprimere le emozioni di Regulus- lo sai, è qui accanto a me adesso. Ti osserviamo dalla stessa nuvola. È proprio un bravo ragazzo, mi dispiace non averlo capito prima.

I tuoi borbottii continuano: «Devo riscattare la tua vita, e quella di Lily. Lo devo fare, in un modo o nell'altro. È il mio modo di pagare il mio debito».


yeah, I know nobody knows
where it comes and where it goes
I know it's everybody's sin
you got to lose to know how to win


Te lo giuro, se solo fossi fatto di materia, se solo non fossi fatto che di bei ricordi, allora verrei a casa tua e ti prenderei a calci negli stinchi.

Alzati, amico mio. Basta autocommiserarti. Hai la tua età. Hai la tua maturità.

Le tue labbra pronunciano una frase senza suono.

È strano, ma vederti adesso, in questo preciso momento, mi ricorda quando, la primissima settimana del nostro ultimo anno ad Hogwarts, leggemmo sulla Gazzetta del Profeta la primissima notizia di una morte reale.

Quella ragazza con la quale eri uscito per ben tre mesi- Katia, si chiamava? Che cosa raccapricciante, ho visto e letto di così tanti conoscenti morti che nemmeno ricordo più i loro nomi- e che aveva preso i suoi eccellenti M.A.G.O. solo pochi mesi prima era stata trovata uccisa nella sua stessa abitazione. La sua vita e quella della sua sorellina erano state spezzate da un giorno all'altro. Erano morte senza preavviso, mentre, almeno a giudicare dai pezzi della scacchiera che non si attaccarono mai più, stavano giocando insieme agli Scacchi Magici.

Il modo in cui tu chiusi il giornale con ostentata tranquillità mentre noi tutti ci scambiavamo occhiate preoccupate me lo ricordo bene. Attorno a noi il chiacchiericcio si faceva sempre più forte, ma noi, per una volta, eravamo gli unici a restarcene zitti. Sapevo di cosa tutti parlavano, sapevo perché alcune- troppe paia d'occhi dei Corvonero ti guardavano furtivi.

Volevano una reazione da parte di Sirius Black. Che fosse stata indifferenza, che fosse stato dolore, che tu avessi usato questa disgrazia- termine che fra le altre cose odiavi quando si parlava di queste cose- per accalappiare una ragazza, a loro non importava. Volevano solo avere altro di cui parlare, altro con cui distrarsi senza, tuttavia, sentirsi troppo colpevoli.

Né io né Remus osavamo rivolgerti la parola. Sembrerà paradossale, ma in queste occasioni, nelle occasioni più delicate, quelle che richiedevano più tatto insomma, il più coraggioso si rivelava sempre Peter.

«Sirius, va tutto bene. Mangia un altro po' di pancetta».

Ti spinse davanti agli occhi il suo piatto ancora intatto. Sorridesti al nostro amico con gratitudine, per poi prendere in mano la forchetta e infilarti le striscioline di carne rosa e super unte in bocca.

Il pericolo sembrava essere scampato. Non ne avevi più parlato, la giornata era continuata quasi normalmente, come se Katia non fosse stata assassinata. Pensavo anche io che il pericolo-crollo-Sir fosse passato.

Ancora oggi, se ci ripenso, dall'alto dei miei costanti ventun anni, non posso che darmi del coglione.

Era ovvio, che tu non stavi bene. Era ovvio che io non lo volevo accettare.

«Non ti sembra strano, James?».

Era già notte fonda quando mi svegliasti con queste parole. Notai subito come la tua voce non fosse impastata dal sonno. Era evidente che non eri riuscito a chiudere occhio nemmeno per un minuto.

«Che tu mi stia disturbando alle tre del mattino? Perché in questo caso non è strano, è solo fastidioso».

Una breve risata prima di continuare: «La morte di Katia, intendo».

Il tempo delle battute era finito. Questo era uno dei discorsi notturni che Sirius Black faceva a James Potter mentre Lunastorta e Codaliscia dormivano beati ed ignari nei loro letti.

Mi puntellai sui gomiti. Vedevo la tua sagoma scura seduta a bordo letto.

«E'... triste» ti risposi, stando attento a pesare per bene le parole. La verità è che non volevo ferirti. La verità ancora più grande è che odiavo vederti sofferente ed insonne per una ragazza di cui non sapevi niente- fino a quella mattina ignoravi addirittura che avesse una sorella. «E ingiusto, sì».

«Mmmm». Pausa. Pausa prima di quella domanda che avrebbe sconvolto per sempre le nostre spensierate e giovani vite. «Potrebbe capitare anche a noi, James».

Quelle parole mi arrivarono dritte al cervello con una forza pari a quella di un colpo di cannone.

Il sonno sparì del tutto. D'un tratto di ritrovavo lucido e arrabbiato.

«Che cazzo stai dicendo, me lo spieghi?!».

Il mio urlo non era altro che un sussurro concitato- non volevo che gli altri si svegliassero, ma risultò comunque abbastanza feroce da farti tacere per un attimo.

«Non ti arrabbiare, James» mi pregasti. «E' la verità. Katia studiava in questa scuola fino all'anno scorso, ma che dico, fino a tre mesi fa. Ed ecco. Era una Nata Babbana, James, ed è morta per questo».

«Noi non siamo Nati Babbani» tagliai corto.

Sirius rise, scettico. «E con questo? I tuoi genitori non appoggeranno mai le idee di quello squilibrato. Io sono un disertore, i miei non ci metterebbero più di dieci minuti a consegnarmi. Peter è talmente sbadato che, anche se decidesse di partecipare alla guerra, si rovinerebbe con le sue stesse mani. Remus è un lupo mannaro, e tanto basta. E la tua adorata Lily, Ramoso. Lei potrebbe essere un'altra Katia».

Osservasti il mio volto farsi di pietra, sbiancare così tanto da brillare nel buio.

«Non ci avevi pensato, eh».

La tua voce era talmente sincera e così maledettamente triste, e i tuoi occhi brillavano di una luce così malinconica che non potevo prendermela con te per questo. Avevi solo detto la verità che io mi rifiutavo di vedere.

«A noi non succederà».

«James, non fare lo stupido. Non puoi sapere cosa ti riserverà il tuo destino».

Sbuffai: «Io so perfettamente cosa mi riserva il mio destino».

«Sentiamo, allora».

«Vivrò una vita felice, e lo farò con te e con Lily e con gli altri Malandrini. Remus non sarà condannato per quella sciocchezza, Peter non farà nessun danno».

«E Babbo Natale esiste».

«Possibile». Accennai un mezzo sorriso. «Ascoltami, non sto dicendo che non è vero che non siamo in pericolo. Ti sto dicendo che ti voglio bene, e che non permetterò mai a nessuno di vincere su di noi, sui Malandrini».

«Nemmeno io».

«Andrà tutto bene, vedrai».

Te la ricordi quella sera, Felpato, amico mio? Scommetto di sì, scommetto che mi hai maledetto per tutte le bugie che ti ho raccontato, scommetto che hai pensato “te l'avevo detto”.

Perché adesso hai il medesimo sguardo di allora.

Su, non fare quella faccia. Io queste cose le credevo davvero. Sono sempre stato una testa di cazzo, lo sai.

Però... vedi. Sono lo stesso felice. Per tutti gli anni in cui siamo stati amici, ti ho sempre detto che il

mio scopo nella vita era senz'altro quello di proteggere le persone che amo.

E ce l'ho fatta. È stato un modo un po' drastico, questo lo riconosco, ma ce l'ho comunque fatta.

Ho perso la vita a ventun anni, non ho potuto giocare a Quidditch da professionista, non ho potuto mettere su quella famiglia numerosa che desideravo per Lily e per Harry.

Ma ce l'ho fatta comunque. Che tu ci creda o no adesso, in questo mio angolo di cielo, dove tutto è blu e dove tutto è bello, sono felice. Anche se mi manchi tanto, amico mio.

Questo è il tuo turno, però.


Qual è il tuo sogno?


«Io... io vorrei solo riuscire ad essere felice come un tempo. Anche solo per un istante».


Half my life is in books written pages
Live and learn from fools and from sages

You know its true
All the things come back to you




E' ormai tarda sera, quando ti accingi a sfogliare le riviste e i giornali che gli altri membri dell'Ordine- quelli che non sono rinchiusi in questo letamaio di casa, pensi con asprezza, hanno lasciato appoggiati sul lungo tavolo della cucina.

Quell'accozzaglia di articoli vecchi e di articoli nuovi potrebbe essere un buon diversivo, pensi.

Gli ultimi ritrovati nel campo della medicina magica, magari; oppure qualche stupida intervista a qualche stupido personaggio famoso. O, meglio ancora, i risultati dell'ultima partita di Quidditch.

Ti capisco, amico mio. So quanto il Quidditch ti manchi. Era bello andare a vedere le partite allo stadio la domenica pomeriggio, tutti belli agghindati con i colori della nostra squadra del cuore.

Fare il tifo, rimproverare i giocatori incapaci, sognare d'essere noi i giocatori che tutti, nel bene o nel male, a fine partita avrebbero acclamato.

Anche io provo la tua stessa nostalgia. Mi mancano le birre con voi Malandrini, mi manca tornare a casa un po' brillo e barcollante. Mi manca il senso di familiarità. Mi manca tutto, cosa credi. Forse manca addirittura più a me- io, che, se non fosse stato per Mr. Faccia Serpentina, sarei diventato il Cercatore più famoso di tutti i tempi.

Tu, almeno, puoi cercare di consolarti leggendo le recensioni sulla Gazzetta del Profeta.

Sfogli le pagine con malcelata noia, una per una, alla ricerca di un titolo che attragga la tua attenzione- e alla fine lo trovi. Non è certo quello che ti saresti aspettato- anche se, in un certo senso, di Quidditch si parla lo stesso.


Sirius Black, solo una leggenda popolare?

Da battitore a pluriomicida.


Sirius Black. Un nome ironicamente oscuro abitualmente collegato ad altri due nomi ancor più famosi: Harry Potter, il Bambino Sopravvissuto, e Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato.

Il mago, che, ricordiamo, è stato condannato quindici anni fa per l'uccisione di tredici innocenti fra maghi, streghe e babbani e che è stato indicato come colui che ha consegnato nelle mani del Signore Oscuro la vita dei coniugi Potter.

Ma chi era veramente Sirius Black? Cosa faceva quando era ancora un ragazzo, quando ancora non aveva donato la sua anima alla Magia Oscura?

Vi sorprenderà sapere che Black era, non solo un ottimo studente, ma anche il migliore amico di James Potter e di Peter Minus- morti entrambi a causa sua.

Condivideva con loro la maggior parte delle giornate e alcuni testimoni ci hanno confidato che proprio con Potter aveva un legame estremamente stretto, quasi fraterno. Giocavano inseme nella squadra di Quidditch di Grifondoro- Potter come Cercatore, Black come Battitore (vedi foto p. 5).

Proprio questo legame a molti sembrava sospetto.

Come poteva Sirius Black, rampollo di una casata assai conosciuta per i trascorsi violenti e il suo motto “Toujours Pur ”, essere amico di James Potter, figlio di due facoltosi maghi dalla mentalità sorprendentemente aperta?

«Avremmo dovuto sospettare di Black sin da subito» sostiene R.J. «Ma è sempre stato un ottimo attore, ci ha sempre ingannati tutti. Anche se, a pensarci adesso, probabilmente la sua famiglia gli aveva dato questo spiacevole compito sin dal primo anno ad Hogwarts».

È ancora una domanda aperta, se Black avesse deciso sin da subito di tradire quello che sarebbe diventato il suo migliore amico o se fu un graduale cambiamento nella sua personalità a portarlo a compiere questo spregevole gesto.

Ricordiamo ai lettori che Sirius Black è ancora latitane e pericoloso da quando è evaso nel 1993...


Interrompi la lettura. Il tuo viso è un'equivocabile maschera di disgusto. Le tue labbra si muovono mute, imprecano contro l'autore dell'articolo. Ti chiedi come si siano permessi di tirare fuori un argomento tanto personale. La cosa che ti da più fastidio, però, so qual è. Il nome di Remus non è stato praticamente menzionato- praticamente, già, perché né tu né io siamo così stupidi da credere che quelle iniziali, R.J., siano state prese a caso, o che quella schifezza sia una vera testimonianza.

Poi sposti lo sguardo sulla foto che illustra quella sottospecie di articolo. Non è di certo una foto di repertorio.

Un Sirius Black quindicenne cavalca una scopa che allora era l'ultimo modello e brandiva una mazza da Battitore. È la prima volta che mettono una tua foto da giovane su un giornale, ed è anche la prima volta che qualcuno rivanga il tuo passato.

La cosa ti fa un certo effetto. È la prima volta che noti di non esserti mai soffermato su cosa avranno pensato i tuoi vecchi conoscenti riguardo al tuo arresto- al tuo presunto peccato di tradimento.

Quasi ringrazi che Marlene sia morta prima della fine della guerra.

Pensi a quanto avrebbe sofferto nell'essere additata come la fidanzata del braccio destro del Signore Oscuro. Sarebbe stata interrogata come persona informata del fatti, sarebbe stata emarginata da tutti, perché lei ti avrebbe difeso a spada tratta.

Rabbrividisci al solo pensiero di quello che sarebbe accaduto alla povera, bella e dolce Marlene se avesse assistito a tutto ciò- anche alla morte della mia Lily.

Pensi che sia stato un bene, il fatto che a soffrire sia stato solo tu.

Se fossi davvero lì con te- e con questo intendo fisicamente al tuo fianco, ti tirerei la tua codaccia puzzolente.

Io lo ricordo, quanto hai sofferto alla notizia della sua morte. Io ricordo perfettamente gli ululati notturni- erano così strazianti, così pieni di dolore che pensavo ti si sarebbero squarciate le cordee vocali, una volta o l'altra.

Tu l'amavi così tanto, Sirius. L'amavi più di quanto amassi i Malandrini, più di quanto amassi me- e questo un po' mi rendeva geloso, lo devo ammettere.

Soprattutto, io so che l'avresti sposata.

«Quando questa maledetta guerra finirà», mi dissi, «io e Marlene ci sposeremo. E tu, Ramoso, sarai il mio testimone. Dovrai ricambiarmi il favore».

La guerra per noi, però, non è mai finita. La luce, per noi primissimi martiri, combattenti resistenti, cavalieri senza macchia e senza paura, con la testa piena di buoni propositi per salvare questo bellissimo mondo, non è mai arrivata.

Il primo ad andarsene è stato Regulus- se solo sapessi quello che ha fatto per te, Sirius, per una volta nella tua vita ti sentiresti in imbarazzo; poi è stata la volta di Marlene. Il suo corpo gelido, esangue, è ancora oggi affiancato al mio e a quello di Lily nel repertorio dei tuoi peggiori ricordi.

Vedevi quello, come prima cosa, quando i Dissennatori avevano voglia di giocare con te, ad Azkaban.

Da quel momento, dalla morte di Marlene intendo, il matrimonio e le donne sono usciti dal tuo mondo.

Continuavi a pensare che fosse colpa tua, che era una cosa troppo bella per essere vero, passare la vita con la donna che amavi e che ti amava.

La cosa che più mi sconvolse fu sentirti dire, fra un bicchiere di Whisky Incendiario e l'altro, che era tutta colpa tua. Ti odiavi per questo. Rimasi talmente sconvolto da questa tua assurda dichiarazione che, quando finalmente iniziai a consolarti, non risultai convincente neanche a me stesso.

Eppure, andiamo, come poteva essere colpa tua? Cazzo, lo vedo, Sir. Vedo che ancora lo pensi.

Ti attribuisci il merito per troppe morti- la sua, la nostra. Conoscendoti, ti ostinerai a dire che anche la morte del bis-bis-bis-nipote di Harry sarà colpa tua- anche se, a quel punto, sarai di nuovo insieme a me, a guardare il mondo da una nuvola.

Perso nei ricordi, infili una mano nella tasca.

Che cosa cerchi? Oh, è chiaro.

Conservi ancora quella foto come il più raro dei tuoi tesori. Trovo incredibile come un quadratino di carta possa significare tanto per una persona, come un semplice attimo di vita quotidiana, al momento sottovalutato, possa divenire così significativo in seguito.

Eccoci lì, tutti belli puliti e tirati a lucido, come dei veri damerini- no, macché, non è così.

In quella foto sembriamo tutti dei barboni, c'è poco da illudersi.

Ecco, all'estrema sinistra, Remus. Ha gli occhi stralunati cerchiati da pesanti occhiaie violacee e un sorriso tirato, stanco ma sincero sul viso. La mano destra è chiusa attorno al collo di una bottiglia di spumante ancora chiusa. Appena accanto a lui ci sono io, gli occhiali di traverso e un bambino in mano. Harry era proprio un frugoletto, gli occhi verdi della madre già spalancati al mondo- forse un precoce avviso di quello che sarebbe accaduto nel giro di pochi mesi, chi può dirlo.

Ed ecco Lily, sdraiata sul letto dell'ospedale, i capelli non spettinati, di più, e l'espressione più esausta e al contempo felice di tutto il gruppo- un'espressione che ho avuto la sfortuna di non rivedere mai più. Seduta al bordo del suo letto, con una lacrimuccia di felicità appesa alle folte ciglia scure, siede Marlene. Tiene i capelli eccezionalmente legati in una coda alta, ed è evidente che non sa bene se guardare la sua migliore amica, il fotografo, il piccolo Harry o te, il suo amato uomo. Come al solito, nelle foto sei quello più strano. Non in posa, non con una faccia buffa. Semplicemente Sirius intento ad agitare una bottiglia di spumante (quella sarebbe restata chiusa ancora per poco).

Sorridi, e gli occhi ti si illuminano, nel pensare a cosa successe dopo.

Il tappo era schizzato via, colpendo in pieno viso Peter, che aveva appena finito di impostare la macchina fotografica sulla modalità autoscatto. La foto era quindi partita senza che Peter entrasse a farne parte, e il flash aveva abbagliato a tal punto il piccolo Harry da fargli iniziare un pianto disperato.

E' bello vederti sorridere in questo modo, Sirius. Dovresti farlo più spesso. Perché è di queste azioni che vieni ripagato. Vedi? Se con la tua immane demenza non avessi fatto partire il tappo, a quest'ora quella fotografia non ti farebbe sorridere tanto.

Sai che è vero.


Sing with me, sing for the years
Sing for the laughter, sing for the tears
Sing with me, if its just for today
Maybe tomorrow the good lord will take you away

Sorridi per tutto ciò che è bello, Sirius, come facevi un tempo. Te lo ricordi, quanto ridevi? La McGranitt ci sbatteva così spesso fuori dall'aula per questo motivo... non puoi, non puoi non ricordarlo. Soprattutto, non puoi rinnegarlo.

Rinnegalo, e avrai rinnegato Felpato.

Rinnegalo, e avrai rinnegato i Malandrini.

Rinnegalo, e la morte di tutti noi non sarà altro che fumo.

Rinnegalo, e giuro solennemente che le mie intenzioni non saranno affatto buone, quando ci rivedremo.

Bravo, Sirius, torna nella stanza con lo specchio. Lo devo ammettere, è parecchio divertente questo giochino del “ti dico cosa fare senza che tu te ne accorga”. Potrei farlo molto più spesso. Sì, sicuramente lo farò.

«Reparo» mormori, accompagnando l'incantesimo ad un leggero movimento di bacchetta.

In una manciata di secondi, ecco che il grande specchio annerito di Walburga Black torna a regnare imponente sulla stanza.

Ti ci guardi. Ti avvicini leggermente. Inarchi le sopracciglia, a metà strada tra il dubbioso e il divertito.

«James è tra noi».

Nel dirlo scoppi a ridere. Una risata sincera, questa volta. Una risata carica di gioia repressa, della gioia immagazzinata che non sei ancora riuscito ad esprimere a dovere.

Guardi nello specchio e ti bei di quella visione.

Se te ne dovessero chiedere il motivo, la risposta sarebbe semplice:


mi fa sentire più giovane.


Finalmente, riconosco il mio migliore amico. Finalmente, ecco il ragazzo, ormai diventato uomo, che sa ridere in faccia al pericolo. Il Sirius Black uomo ancora sa che tutto potrebbe finire in un secondo, che potrebbe trovare la pace eterna anche domani.

Il Sirius Black uomo è ancora un ragazzino a cui, però, in fin dei conti sta bene così.


Dream on, dream on
Dream yourself a dream come true
Dream on, dream on
Dream until your dream come true
Dream on, dream on, dream on...


«Io... sì. Sono pronto ad entrare nell'Ordine, professor Silente. È questo quello che voglio fare. Combattere contro il male».


Questo è quello che dicevi alla fine della scuola, quando ormai la Prima Guerra Magica era diventata una realtà evidente.

Questo è quello che fai adesso, nell'Ufficio Misteri, mentre schivi una fattura per correre incontro a Harry, che ormai hai imparato ad amare come figlio, come amico, come fratello.


«Io voglio fare qualcosa che sia importante. Io voglio poter avere degli amici per cui perdere la vita».


Attento, Felpato! Attento a Malfoy che ti punta contro la bacchetta. Bel colpo, amico, davvero un bel colpo, quello. Vai avanti così.


«James. Io voglio cambiare il mondo, io posso cambiare il mondo. Sono stufo di queste stupide persone che si credono migliori di altre solo per la loro così detta purezza di sangue. Io porterò a termine la nostra causa».


Questo me l'avevi detto tu, alla modesta festa per i tuoi ventuno anni.

I tuoi occhi brillavano, quando parlavi di ideali, di speranze, di sogni.

Il tuo viso si accendeva di una nuova luce ogni qualvolta, davanti a del buon Idromele, pensavamo a quanto avremmo fatto per i Mezzosangue e per tutti coloro che, come noi, dovevano subire le tirannie di Lord Voldemort.

Malgrado la tua apparenza, eri la persona più altruista che conoscessi.

E ora, Felpato, rispondimi: è ancora questo il tuo sogno?

Da come muovi la bacchetta, da come ti metti in mezzo per proteggere il prossimo, dalla luce nei tuoi occhi, dalla beatitudine del tuo viso, deduco che sì, sia ancora quello il tuo sogno.

Ti trovi nel tuo ambiente. L'adrenalina che sale, il corpo che si scalda, la bacchetta sguainata.

Eccolo, il Sirius Black che tentavano di descrivere in quell'articolo di giornale. Eccolo, il Sirius Black che Marlene amava.

Eccolo, il Sirius Black che, una volta finita la guerra, vedrà il suo nome essere portato alle vette più alte.

«Harry, raduna gli altri e VATTENE».

Grazie Sirius, grazie.


«Mi metterò contro tutti e contro tutto, pur di difendere ciò che è giusto. Non importa se morirò. Se lo farò combattendo, allora morirò felice».


Mentre ripenso a queste tue parole, ciò che non avrei mai voluto vedere mi si para davanti agli occhi.

La tua morte mi appare violenta, vorrei strapparmi gli occhi dalle orbite per non guardare.

Cadi oltre quel velo, negli occhi quella scintilla da guerriero che ancora non si spegne, e che mai si spegnerà.

Muori così, realizzando il tuo sogno. Muori, paradossalmente felice. Esatto, felice perché fino all'ultimo istante della tua vita hai lottato per annientare il male, felice per aver salvato quella parte di me- e perché no, di te che ancora è rimasta sulla terra.

Felice perché ora che muori da eroe, nel giornale di domani apparirà forse la foto che tieni in tasca, e la verità si verrà a sapere.

Si verrà a sapere che Sirius Black è stato, dall'inizio alla fine, un vero eroe e un vero, autentico Malandrino.


Sing with me, sing for the years
Sing for the laughter and sing for the tears
Sing with me, if its just for today
Maybe tomorrow the good lord will take you away


Ci vediamo presto, Sirius.

Qua tutti ti aspettano a braccia aperte, pronti a riprendere la vita da dove l'avevamo lasciata.

Nel nostro angolo di cielo, saremo pronti a ridere insieme degli anni passati fianco a fianco, delle risate, degli scherzi e delle lacrime che abbiamo versato.


«Ehi, è qui la festa?».












Shootingstar_ è EVIDENTEMENTE logorroica
Tre giorni e mezzo di lavoro per scrivere nove pagine di Word. Il mio record assoluto. Dio, che stanchezza, non vi immaginate neppure. Non esagero dicendo di aver ascoltato questa canzone almeno una cinquantina di volte. Il fatto è che è nata proprio così. Ascoltando "Dream on" degli Aerosmith, tutta questa pappardella mi è passata davanti come fosse un film. Anche per questo lo sforzo non è stato poi grandissimo: la trama era già chiara.
C'era un solo, unico, grande, enorme ostacolo: come scriverla, in che persona, da che punto di vista? Ecco, per questo (e un po' per tutta la fanfiction, in quanto mi aveva consigliato di lavorare sulle lunghezze... LOL, che brava che sono! xD) bisogna ringraziare AliH, che mi ha prontamente consigliata dicendomi di narrare il tutto dal punto di vista di James. Grazie Sarin, sei sempre la mia consigliera preferita e ti voglio bene (L)
Lavorare a questa FanFiction è stato parecchio divertente, comunque. Ho avuto modo di approfondire la curiosità dello specchio con delle ricerche, di menzionare i membri della famiglia Black, di schiaffarci dentro un discorso serio di cui volevo da tempo scrivere (quello che James e Sirius fanno dopo la notizia della morte della fittizia Katia), di scrivere qualcosa su lui e Marlene. E', in un certo senso, un piccolo resoconto della vita di Sirius, e ho cercato di rendergli omaggio nel migliore dei modi.
E poi bho, mi ha commosso entrare in introspezione sia con James che con Sirius, e spero di essere rimata abbastanza IC, nonostante questa sia una FanFiction molto sdolcinata, in effetti x°D
Altro... ah, sì. Mi è piaciuto particolarmente scrivere dello specchio, della foto di gruppo e la parte della sua morte. L'ultima battuta è stata molto sofferta perché originariamente era proprio un altro paragrafo, ma preferisco così.
Oh, e che Sirius fosse un battitore non c'è scritto da nessuna parte, me lo sono inventata io di sana pianta per far quadrare bene il tutto xD
...e solo ora mi accorgo che è un po', molto vagamente, sentimentale. Forse Asfe apprezzerà u_ù
Non so quanti di voi lettori l'abbiano letta tutta, ma, se ce l'avete fatta, davvvero complimenti, ammiro la vostra pazienza e sono contenta di avervi coinvolti :D
In caso contrario... vi capisco dal profondo del cuore, io stessa fatico a leggere cose lunghe twt

Spero che mi facciate conoscere il vostro parere ^^
Grazie mille in anticipo, un bacione
shootingstar_


Credits: Il testo della canzone è "Dream on" degli Aerosmith e non mi appartiene, così come non mi appartengono i personaggi o la frase tratta dal quinto libro della serie ("Harry, raduna gli altri e vattene" o una cosa simile uu).
   
 
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