Un bacio sotto la pioggia

«Cos’è questa fissazione delle donne per i baci sotto la pioggia?» chiese Esposito uscendo dal cinema. Aprì l’ombrello e prese Lanie a braccetto, incamminandosi verso casa di lei che si trovava a pochi isolati di distanza. Il traffico serale era intenso, ma in quel momento il rumore dei motori delle auto era rimpiazzato da quello che producevano le loro ruote sollevando l’acqua dal cemento bagnato. Nelle pozzanghere sul marciapiede si riflettevano le infinite luci della città.
«È una cosa romantica che non puoi capire» rispose lei stizzita senza degnarlo di uno sguardo. Javier sospirò sentendosi colpevole mentre Lanie continuò la sua spiegazione:
«Dà l’idea di passione irrefrenabile. È la prova che l’uomo è disposto a tutto per dimostrare il suo amore, che affronterebbe ogni sfida, che farebbe qualsiasi sacrificio.»
«È solo un po’ di pioggia.»
«È un simbolo!» esclamò lei, quasi fosse stata offesa da un’affermazione incredibilmente sciocca. «Ma forse nella prima parte del film hanno dato un’altra interpretazione» aggiunse lanciando una frecciatina avvelenata.
«Mi dispiace tanto per il ritardo, te l’ho detto. Ero al distretto.»
«Sì, certo, non importa» disse Lanie con freddezza, dimostrando di non aver ancora digerito la cosa.
Il poliziotto si sentiva sinceramente amareggiato e le sue mille scuse non avevano sortito alcun effetto. Quando quella donna prendeva posizione era quasi impossibile farla schiodare da essa. Esposito voleva risolvere la questione, era un problema troppo irrilevante per essere trascinato avanti ulteriormente.
Provò a poggiare un braccio sulle spalle di Lanie per cominciare le manovre di avvicinamento da una approccio fisico, ma lei continuò a camminare fissando in avanti imperterrita. Quella situazione richiedeva qualcosa di più incisivo. Forse il loro ultimo discorso sarebbe potuto essere lo spunto migliore.
Le mise l’ombrello in mano e corse due metri più avanti dove nulla lo riparava dal diluvio. Allargò le braccia mentre l'anatomopatologa si fermò a fissarlo.
«Lanie Parish, puoi tu perdonare questo sciocco uomo per essere arrivato tardi ad un appuntamento con la sua splendida ragazza?» chiese a gran voce per sovrastare lo scroscio della pioggia. La donna rimase a bocca aperta al vedere il suo compagno fradicio che la guardava con speranzosi occhi da cucciolo. Non poteva credere che lui avesse davvero fatto una cosa del genere.
«Javier Esposito, non credere di ottenere alcun bacio. E se pensi che farmi inzuppare e prendere un raffreddore sia il modo più adatto per farti perdonare ti sbagli di grosso. Quindi porta quel tuo bel sederino sotto l’ombrello e accompagnami a casa.»
Il poliziotto si trovò spiazzato. Era sicuro che quella sarebbe stata la mossa giusta, ma evidentemente aveva valutato male la cosa. Si sentiva un completo imbecille per aver fatto un gesto tanto cinematografico senza sortire l’effetto sperato quindi ubbidì diligentemente e sommessamente al comando datogli.
«Non capisci proprio nulla delle donne» concluse Lanie, avendo cura di nascondere un sorriso che le era spuntato sul volto.
«No, evidentemente no.»



 

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Eccomi tornata alla commedia/slice of life dopo due storie tese. ;)
Ovviamente questa nasce come una drabble, ma è diventata una flashfic. E' già tanto che non si sia trasformata in una one-shot. Comunque ho capito praticamente subito che 100 parole non sarebbero mai bastate per quel che volevo scrivere.
Ho in mente di creare una raccolta di flashfic a tema PIOGGIA, che sarà il turno speciale del prossimo mese ai CSA. Mi è sembrato uno spunto carino ed è saltata fuori questa. Mi piacerebbe scrivere diverse flash ognuna con dei personaggi differenti, ma per ora non ho altre idee... vedremo come andrà.
Spero vi sia piaciuta questa Esplanie, è la prima che scrivo.
Grazie a lettori e commentatori!