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Autore: ClaryMorgenstern    11/10/2011    1 recensioni
-Anche gli adulti sono stati bambini, Anche se pochi di essi se ne ricordano-  Antoine de Saint-Exupéry
Benvenuti alla mia nuova pazzia. Questa sarà una raccolta di One Shot un po' particolare. Inizierà con due storie che avevo pubblicato nell'altra raccolta, "Idris's Heartbeat"  e parlano dei nostri amati protagonisti, però da bambini.
Avevo pensato di scriverne una sola che parlava d'infanzia vissuta, ma mi sono resa conto che dentro Clary, Jace, Magnus, Alec e -Perchè no- anche Valentine ci sono dei bambini che vogliono urlare la loro storia. Io sono qui per dargli una voce.
The Mortal instruments è una trilogia fantasy. Ma è con i bambini che accadono le vere magie.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Parte I - Cookies and friends.

«Ma non puoi lasciarmi!» calde lacrime sgorgarono dagli occhioni verdi della bambina, guardava la mamma con un sguardo implorante e supplichevole come se stesse per abbandonarla davvero lì.
«Tra poco torneremo, lo sai.» Jocelyn le accarezzò piano la testa cercando di non rovinare i capelli di Clary raccolti in lunghe trecce rosse.
Zio Luke si chinò un ultima volta ad abbracciarla. «Ci vediamo dopo, principessa.»
E sparirono dietro la porta. Anche se Clary non poteva vederla, sapeva che la sua mamma soffriva a lasciarla da sola. Ma non era una buona scusa per lasciarla .
Torneranno. Si ripeteva la bambina per farsi coraggio. E asciugandosi le ultime lacrime orgogliosa come una leonessa entrò nella porta dietro di lei con lo zainetto verde in spalla.
Ed il suo coraggio venne meno. Clary non si era mai sentita così spaesata in vita sua. Non aveva mai visto bambini della sua età e in quel momento desiderò non averlo mai fatto.
Urlavano, scalpitavano, erano sporchi di briciole di biscotti e latte e soprattutto, quando la porta si chiuse dietro di lei come le porte di una prigione, Cominciarono a guardarla come se lei fosse un'aliena.
Clary non sapeva cosa fare, pensando alla mamma e allo zio Luke trovò la forza di andarsi a sedere in una delle panchine libere del cortile tenendo stretta fra le esili braccia lo zainetto verde cercando di trarne conforto.
Si sentiva spaesata li in mezzo, non sapeva cosa fare o con chi parlare. Mai in vita sua desiderò così tanto la sua mamma.
«Ehy tu!» Clary pregò in tutte le maniere che non si stessero rivolgendo a lei, quando un bambino troppo cresciuto si avvicinò a lei insieme ad un gruppetto poco rassicurante. «Cos'hai lì dentro?»
«Niente.» disse lei con voce flebile stringendo ancora di più lo zaino. Fu inutile, il bambino le prese lo zaino dalle mani con un unico strattone. Clary strillò e tentò di riprenderselo ma il bambino era troppo alto e aveva troppi amici a cui lanciarlo.
Clary tentava di riacchiappare lo zaino quando sentì una vocina urlare da dietro di lei: «Lasciatela in pace!»
La bambina si voltò e vide un ragazzino correre tutto affannato verso di loro, aveva i capelli castani e dolci e rassicuranti occhi scuri incorniciati da degli occhiali che dalla corsa stavano di traverso sul viso. «Ridatele lo zaino!» disse raddrizzandoli.
Il gruppetto di bambini si mise a ridere ed il più alto gli diede uno spintone facendolo cadere a terra.
Clary guardò quel bambino cadere con gli occhi spalancati, e fu quello a farle prendere coraggio. Si voltò e corse tutta trafelata verso il ragazzino che aveva spintonato l'altro. Batte con i piccoli pugni sul suo petto per bloccare la sua risata odiosa gridando agguerrita. «Lasciatelo stare, stupidi!» 
Quando uno dei pugni che Clary stava tirando andò a segno il ragazzetto fece un verso soffocato gettandosi all'indietro.  La guardò con gli occhi spalancati arrossendo. «Andiamo.» disse alla sua combriccola. Lasciarono lo zainetto e veloci come erano arrivati sparirono.
Clary si chinò accanto al ragazzino che stava ancora cercando i suoi occhiali. Clary glieli porse. «Mi dispiace.» disse rossa in viso.
«Non è niente.» disse il ragazzino con un sorriso. «Sei stata una forza!»
«io.. Io..» balbettò Clary.
«Io sono Simon.» disse mettendosi a sedere. «tu come ti chiami?»
«Clary» disse smettendo di balbettare.
«Fico!» disse Simon facendola sorridere.  Gli tornò in mente lo zainetto. «aspetta.» corse tutta trafelata verso lo zainetto e recuperò il contenitore trasparente ancora intatto. Lo aprì e lo porse al ragazzino. «vuoi?»
Simon annuì entusiasta e mentre insieme divorarono i biscotti di Jocelyn con gocce di cioccolato, Clary capì di aver trovato il suo primo amico.
Il suo migliore amico.

«Simon? Mi stai ascoltando?»

Un grugnito dall'altra parte del divano le disse di si.
Forse non erano cambiate così tante cose, Solo che Simon era un vampiro e che Clary una Nephilim, e non due liceali sfigati che il sabato sera guardavano anime in TV.
Ma certe cose non cambiano mai.

«Simon?» Un altro grugnito. Ah, gli uomini. «Ti ho mai detto che ti voglio bene?»

  
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