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Autore: N3trosis    11/10/2011    2 recensioni
Dodici squadre erano partite dal Mercato sotterraneo, a bordo dei Porci, le macchine da guerra Boggart.
Solo sei erano arrivate a destinazione.
Solo due squadre erano riuscite ad irrompere all'accampamento nemico.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Ventitreesimo giorno della stagione delle piogge.
Piana delle ossa, sbocco del Cunicolo centrale.

Una guerra logorante, durata ormai più di ottant'anni, era finalmente giunta alla fine.
Era venuta l'ora della resa dei conti, e per la prima volta dopo secoli, i Boggart erano usciti dai loro rifugi sotterranei per poter proteggere la loro casa, il loro mondo, le loro famiglie.

L'invasore era il Raghsat. I ratti mannari. I colonizzatori notturni. I portatori di peste.
Molti cunicoli erano stati presi, occupati. Molti Boggart avevano perso la vita.
Eppure, i mollicci avevano resistito, dimostrando la caparbietà che di li in poi sarebbe stata nota a chiunque.

Un azione chirurgica, l'obbiettivo era colpire la matrona dei ratti e disperdere così le fila. Questo voleva dire abbandonare i Cunicoli, ma il gioco valeva la candela.
Dodici squadre erano partite dal Mercato sotterraneo, a bordo dei Porci, le macchine da guerra Boggart.
Solo sei erano arrivate a destinazione.
Solo due squadre erano riuscite ad irrompere all'accampamento nemico.

E all'ultimo, quando sembrava che tutto fosse ormai finito, quando il signore della guerra Boggart e il suo vice, nonché fratello, avevano sotto tiro “l'ape regina”, questa estraendo il proprio asso dalla manica sconvolse nuovamente tutto.
I nemici sconfitti tornavano ora in vita, e si avventavano sui pochi Boggart rimasti.
Il primo a cadere, con un espressione stupita e rammaricata sul volto, fu il Boggart che aveva accompagnato per molti, moltissimi anni il proprio fratello maggiore, sua nella vita comune che sui campi di battaglia sotterranei dei Cunicoli.
L'ultima cosa che il Boggart vide prima di morire, trafitto a tradimento da spade rette da dita morte, fu l'immagine del fratello, il signore della guerra Boggart, il più valoroso della casta dei guerrieri, assalito da un orda di ratti zombie. La vittoria era li, a portata di mano. Così vicina. Così irraggiungibile.

Poi più niente.

-Zimmerthaugher Del Cunicolo Dal Quale Si Torna?

-Si

-Vieni con me.

Una figura vestita di ombre vaporose lo stava improvvisamente accompagnando lungo un corridoio completamente bianco. Zimmer aveva la testa leggera, fluttuante. Ma non si era mai stentito così lucido come in quel momento. Almeno, lo era abbastanza da stupirsi del fatto che quella figura non avesse con se una falce. La aveva sempre immaginata così, la Morte.

-Hai paura?

-No

-Nessuno l'ha mai, arrivati a questo punto.

Ora erano in una stanza perfettamente quadrata, anch'essa bianca. Talmente bianca che i suoi confini sembravano sfuocati.
Al centro, un punto di colore spiccava su tutto. Incatenato da delle catene più nere del manto della Morte, stava uno scheletro tricefalo, ricoperto da un pulviscolo rosso, come di sangue rappreso. Il teschio centrale si distingueva dagli altri tre per le lunghe corna da cervo.

-Cosa sei tu?

-Un Boggart.

-Singolarità chiamata Boggart. Molti, come te, sono passati di qui, quest'oggi. Perchè.

-La guerra. Sono morti per la guerra.

-Perchè.

-Per la nostra libertà.

-Perchè.

-Per respingere l'invasore.

-Perchè.

Questa volta furono tutti e tre i teschi a parlare, assieme. E Zimmer capì.

-Perchè così ho scelto.

Il Diavolo, Lucifero, lo guardò a lungo, per secoli che durarono secondi, per secondi che durarono secoli.
-La tua anima per poterlo salvare. Per una possibilità. E' tutto quello che posso offrirti.

Zimmer acconsentì. Tutto per tornare a quell'accampamento. Tutto per impedire la sua morte.
Sentì distintamente come qualcosa, dentro di lui, morisse. Come se un nastro, al quale erano legati tutti gli organi interni, si slegasse e questi cadessero alla rinfusa dentro il suo
corpo.
In un battito di ciglia, il Boggart era nuovamente al cospetto della matrona, coperto di sangue mentre si teneva con le mani la ferita che ancora zampillava sangue.
Con la forza stoica di chi è disperato, sollevò la spada e recise il capo dell'immonda creatura, sorpresa quanto lui di rivederlo in piedi.

Solo dopo Zimmer si accorse che, dietro di lei, giaceva il corpo straziato del fratello, dilaniato dai colpi dei Raghsat resuscitati. Dei quali, ora, non vi era traccia.
La guerra era finita... ma a quale prezzo? Calde lacrime solcavano gli occhi del rossiccio, mentre sveniva per le ferite riportate.

Si risvegliò due giorni dopo, nei cunicoli. La ferita era stata inferta con ferocia e forza, ma i guaritori erano riusciti a sistemarla. Non era intervenuta nessuna forza superiore per salvarlo. Si era salvato da solo. E ci sarebbe riuscito sicuramente anche senza vendersi l'anima.

Il Diavolo lo aveva ingannato.
Lucifero aveva ingannato un Boggart.

 

 

Quarant'anni dalla fine della guerra.

Zimmer rientrò nella galleria centrale, abbandonando il mondo esterno per poter raggiungere il Mercato sotterraneo Boggart. Non si fermò a salutare nessuno, nessuno si fermò per salutare lui.
Era un outsiders ora, un Boggart che andava in superficie. Chi lasciava i Cunicoli non era mai visto di buon occhio.
Dopo la guerra, Zimmer aveva rifiutato il titolo di signore della guerra che avrebbe ereditato dal fratello, prendendo invece il titolo di mercante e di contrabbandiere.

Ufficialmente trattava con gli “esterni” solo per profitto personale.
Ufficiosamente stava cercando qualcosa. Qualcosa che finalmente aveva trovato.

Una volta tornato nell'intimità del proprio cunicolo personale, Zimmer rovesciò la sua conquista sul tavolaccio di legno, illuminandola con il lume di una candela. Aveva dovuto scendere a patti con molti individui per poterlo trovare, anche con diversi Raghsat. Ma ormai la guerra era così lontana dalla sua mente... e quello era molto più importante.
Sulla superficie del tavolo stava un grosso grimorio nero.
Il libro dello scambio.
Uno degli artefatti più antichi dell'universo.

La leggenda narrava che chiunque scrivesse un proprio desiderio sulle pagine di pergamena del grimorio, si sarebbe ritrovato trasportato direttamente nei gironi infernali, per poter iniziare le trattative per poter ottenere quello che si voleva. Il libro ti trasportava direttamente dove era più probabile che t trovassi quello che volevi trovare.
Ovviamente, tutto a delle regole. Tutto era svolto sotto l'occhio vigile di Lucifero.
Ghignando, Il Boggart vergò la propria richiesta, dicendo addio ai Cunicoli per i quali aveva dato così tanto.

 

Miniere di Golconda.

Le miniere di sale di Golconda. Uno dei posti più orrendi dove un anima potesse essere spedita. Un enorme roccaforte scavata nella roccia dura, dal quale era impossibile fuggire. Nemmeno morendo.

Golconda non era solo un livello infernale. Non ci finivano soltanto le anime dannate. Era un prigione per chiunque, un calvario anche per i vivi. Fortunatamente, erano in pochi a sapere come arrivare li. Il libro degli scambi, ad esempio, era uno dei modi.
Zimmer stava seduto nell'ufficio di cristallo sospeso in aria nel centro della miniera. Qui, innumerevoli monitor controllavano ogni singolo bracciante. Alcuni di loro erano di razze talmente assurde che il Boggart dovette controllare più volte, prima di capire dove fosse la testa. Se c'era.
Con lui stava un uomo enorme, vestito da un grembiule sporco di sangue e dalla testa coperta da un cappuccio nerissimo, inchiodato alla carne tramite dei chiodi lunghi un dito.

Non aveva spicciato una parola fin dalla comparsa del Boggart, si era limitato ad osservarlo mentre si aggirava per i monitor, facendo domande a cui non rispose.
Subito arrivò il vero titolare, un grosso (vedi: grasso) orco, che si sostituì presto alla propria guardia del corpo.
L'orco era molto stupito di come gli eventi lo avevano portato a quell'incontro. Solitamente, chi usava il grimorio dello scambio voleva cose ben più importanti che uno schiavo da Golconda. Cose come la vita eterna, la ricchezza, la fama. Cose al di la della sua portata.
Lui si occupava solo dei prigionieri e della mensa. Due aspetti che, spesso, coincidevano.
Le trattative iniziarono.

-Cosa? Mia bussola segna anime per tua forchetta arrugginita? Tu no ha capito con chi tu ha a che fare vero?
Domandò, rifiutando quella che probabilmente era un frammento autentico della lancia di Longino.
-No no, te può offrire di più, me sa. Me vende te questa bussola, te no ha bisogno più di diventare cieco davanti a schermo. Me vede sa? Miopia.
Certo, dare del miope a una delle guardie infernali... ma Zimmer era abituato a mercanteggiare con le creature più infime, più oscure, più subdole del creato.
No, le guardie infernali non erano nulla in confronto agli umani.

-Growchot! Ta'kle narkat.
L'orco aveva abboccato all'amo. In cambio di quella bussola che non era buona nemmeno a segnare il nord, il Boggart avrebbe potuto scegliere uno schiavo da portarsi dietro.
-Hum... me no sa. Forse me può prendere due schiavi, no uno.
-Nashkat!
-Tu no fa impertinente con me si? Me conosce gente a piani alti. Gente vestita di nero e di rosso, capisci tu a me? Comunque va bene... uno solo. Ma tu rovina me, sappi.
Il Boggart puntò il dio a caso su uno dei monitor, indicando un giovane che, solitariamente, stava picconando una parete di sale. Non era niente di speciale, un umano, abbastanza giovane. Con nemmeno troppa carne attaccata alle ossa, rasato.
-Rashak.

Lo schiavo fu portato davanti al Boggart. Da come si guardava attorno, Zimmer capì che non gli era nemmeno stato detto perchè lui si trovasse li.
-Tu è mio schiavo ora. Tu fa cosa me dice. Me dice salta, tu rispondi “quanto alto padrone?”, altrimenti frusta. In cambio, me porta via te di qui. Che tu dice?

 

Lo schiavo alzò gli occhi (anzi, li abbassò, vista la statura della creatura), mentre una scintilla di luce gli illuminava il volto. Solo per un secondo, poi riabbassò il capo, senza dire niente.

-Ottimo!

Zimmer si avviò verso il portale di rientro, mentre lo schiavo lo seguiva diligentemente.

Prima di attraversarlo, Zimmer si fermò, guardando davanti a se. Sorrise.

Sapeva che lui lo stava osservando. Sorrise.

Una settimana dopo 

Zimmer e il suo nuovo acquisto stavano per accamparsi alle porte di una città nella quale avrebbero dovuto svolgere degli affari la mattina seguente. Acceso il falò, in barba alle leggi cittadine, lo schiavo si assopì subito, stanco per la giornata pesante che aveva appena passato. Zimmer gli faceva portare la carretta con sopra tutte le loro merci (e ovviamente Zimmer stesso).

Il Boggart si sedette ai piedi di un albero, fissando lo schiavo per assicurarsi che dormisse davvero.

Infine, si concesse il dono del sonno.

In sogno, si ritrovò in quel corridoio, così bianco da fare male agli occhi.

Davanti a lui, la Morte.

-Curioso. Pensavo che l'eterna consolatrice si vedesse solo una volta in tutta la propria vita. Se non ti conoscessi, penserei che tu abbia un debole per me.

-Lo sai perchè sono qui.

L'immagine dello schiavo si materializzò su una parete.

-E quindi? L'ho ottenuto onestamente. Sono un mercante, non un ladro.

-Non mi immischio in certe cose, lo dovresti sapere. Sono l'unica cosa davvero eterna in tutto il creato. In confronto a me, perfino Lucifero è un ragazzino. Un ragazzino molto dispettoso... un giorno accompagnerò anche lui per questo corridoio. No, io sono qui solo per curiosità.

-La morte curiosa? Questa è nuova.

-Lo è. Per lui hai dovuto lasciare i cunicoli. Anche questa è nuova.

-Un umano nei Cunicoli? Non farmi ridere. Poi l'aria aperta inizia a piacermi.

-L'unica cosa che non capisco è come diavolo , perdonami il termine, tu abbia fatto a riconoscerlo. Lucifero è stato molto abile in questo, nemmeno lui ne è a conoscenza di cosa è veramente.

-Non so di cosa tu stia parlando.

-Non prendermi in giro. Alla Morte solo la verità si può dire.

-... mentre scavava. Non lo avete notato? No, certo che no... non vedrai mai un umano scavare così. Solo i Boggart parlano alla roccia per creare i Cunicoli.

-Capisco... lo hai chiamato 23. Era il ventitreesimo giorno della stagione delle piogge, quando sei morto.

-Non morto. Ferito. Immagino non sia tua abitudine incontrare i moribondi in anticipo.

-Succede più spesso di quanto immagini. Come pensi che si sappia che forma ho? O forse ho scelto questa forma in base alle dicerie dei vivi... chi lo sa.

-Così pare... Lui lo sa?

-Certo che lo sa. Ti osservava, e lo sai. Ti ha visto sorridere.
Ti aspettano gioni interessanti, Zimmerthaugher Del Cunicolo Dal Quale Si Torna, Singolarità Boggart. Zimmer il mercante.
Quanti nomi, solo per una creatura...

E Zimmer si svegliò. La sensazione di essere osservato era netta come una coltellata... ma c'era solo lui. Lui e la sua anima, umanicizzata a forma di giovane.






Note!

Ok, tutto quello che avete visto segue la “falsa riga” del racconto “Il Boia”, cioè prende spunto da un personaggio creato per essere mosso in un GDR (Gioco Di Ruolo). Un personaggio nato un po per scherzo un po per ironia, lui e il suo piccolo schiavo.
In seguito ho iniziato a svilupparlo, cercando di dargli più spessore, sia a lui che a 23. Quello che doveva essere un semplice “pet dalle sembianze umanoidi” era diventato un personaggio vero e proprio. Da qui ad inventarsi una trama che riguardasse anche lui, il passo era breve.

La trama riguardante il simpatico Boggart si svilupperà man mano che progredirà in gioco. Non appena questa evolverà (già si è evoluta parecchio, come ho detto, quanto scritto qui è stato scritto dopo l'evolversi di avvenimenti “on game”.

Detto questo, Zimmer, 23 e tutto il resto della baracca è sotto licenza!
Il primo che becco a muovere il mio rossiccio senza chiedermi il permesso lo gambizzo u.u
Vi avverto che una denuncia richiede tanto tempo, e a me piace un casino perderne.


 

  
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