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Autore: NonnaPapera    13/10/2011    2 recensioni
Impossibile capire le motivazioni, sarebbe stato molto più sensato rinunciarci, tanto pur continuando ad elucubrare sui motivi, non sarebbe mai giunta ad una conclusione. “Piacere di conoscerti spero che indovinerai il mio nome”
Genere: Song-fic, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Intervista a Satana

Forse era sta la sua insana ambizione, oppure la sua proverbiale curiosità. A pensarci bene non capiva come fosse possibile. Probabilmente, tutto ciò che stava vivendo era  solo il frutto della sua follia.
Da quanto era impazzita? Fino a pochi istanti prima era certa di essere sana.
Anzi, la sua intelligenza superava di gran lunga la norma.
Magari era per questo che era stata scelta, ma in fondo non era certo la più sveglia giornalista della Terra.
Impossibile capire le motivazioni,  sarebbe stato molto più sensato rinunciarci, tanto pur continuando ad elucubrare sui motivi, non sarebbe mai giunta ad una conclusione.
Piacere di conoscerti  spero che indovinerai il mio nome”
Lei lo fissò con sguardo vuoto, era impossibile scegliere tra la ridda di sensazioni che stava provando: terrore, sgomento, eccitazione, curiosità, ansia… Perciò non disse nulla, limitandosi ad inghiottire un po’ di saliva.
L’uomo davanti a sé non parve sorpreso della sua reazione, si limitò semplicemente a sorridere indulgente e poi con un cenno della mano indicò una poltrona.
“Prego, accomodati”
Era strano come Lui la trattasse con tutti i riguardi, che bisogno c’era di essere così gentili? Se solo lo avesse voluto avrebbe potuto distruggere lei e la sua anima in un istante, eppure era così riguardoso.
“Per favore permettimi di presentarmi: sono un uomo di ricchezza ed eleganza, sono stato in giro per un lungo, lungo anno ho rubato molte anime e fedi di uomini.”
Lui parlava, ignorando il fatto che le cose che stava dicendo suonavano così insane.
Lei lo fissava, incapace di interromperlo, trattenuta da una forza sconosciuta che le impedisce di cercare di allontanarsi.
Vuole rimanere, sa già che se ne pentirà, ma il suo cuore e il suo sangue da giornalista le dicono di restare. Il Pulitzer? Un nonnulla se paragonato allo scoop di poter intervistare…
“…semplicemente chiamami Lucifero”
Ecco, lo sapeva che prima o poi il picco della follia sarebbe finalmente giunto, era seduta in una camera d’albergo, davanti ad un uomo che affermava di essere il demonio in persona e la cosa peggiore, era che lei gli credeva.
Da che era entrata in quella stanza non aveva avuto alcun dubbio sulla reale identità del suo interlocutore.
E come ci si potrebbe mai sbagliare? Impossibile non riconoscere Satana in persona, soprattutto se è proprio lui a palesarsi con tanta ostentazione!
Non sa cosa fare, non sa cosa dire, il desiderio di chiudere gli occhi per poi riaprirli e ritrovarsi in un altro luogo è così forte, che se non fosse per lo sguardo magnetico di Lui che le impedisce quasi di respirare, tenterebbe di scomparire sul serio strizzando le palpebre.
Invece se ne sta seduta lì -con il fiato corto- in attesa che qualcosa di terribile ed inumano le accada.
“Ma cosa ti rende perplessa? è la natura del mio gioco? Temi forse che voglia rubarti l’anima o cose simili? Tranquilla, non ho questa intenzione. Non che la tua anima non mi interessi –ogni singola anima è preziosa- ma oggi il mio obbiettivo è un altro”
Sorride, mettendo in mostra i denti bianchi e dritti, e lei per un momento pensa che abbia una dentatura molto curata, per essere un demone.
“Sai è da tanto tempo che vorrei scrivere le mie memorie, si certo c’è la Mia Bibbia, però quelle sono più indicazioni per gli adepti, siamo nel secolo della comunicazione e poi tutti scrivono delle biografie. Perché io che sono l’essere più potente, conosciuto e temuto dalla storia dell’umanità non dovrei avere una biografia mia?”
Forse ha strabuzzato gli occhi per la sorpresa, perché la risata di Lucifero si leva alta nel silenzio del pomeriggio.
“Perché… si insomma,  perché non se lo scrive da solo il libro?”
Ha esagerato? Come ci si rivolge al Demone atavico che infesta l’umanità fin dalla sua creazione?
Lui aggrotta le sopracciglia, forse infastidito da tanta intraprendenza:
“Abbi la cortesia, abbi la simpatia, e un po’ di eleganza, usa tutta l'educazione che hai ben imparato, quando ti rivolgi a me, o io prederò e butterò la tua anima”
Se non avesse avuto la vescica vuota, probabilmente a quella minaccia, detta con così tanta calma, si sarebbe bagnata la gonna. Si limitò comunque a sobbalzare vistosamente sulla poltrona e gli occhi iniziarono ad inumidirsi per il terrore.
Lui rise di gusto a quella reazione e probabilmente soddisfatto sentendosi indulgente spiegò:
“Non mi piace scrivere, preferisco raccontare… e a quanto mi risulta a te piacciono le storie”
Pronunciò quelle parole come se fossero un’arma di seduzione, la più potente dato che lei non seppe trattenersi dal muovere la testa con fare affermativo.
“Bene, direi che siamo d’accordo” e senza aggiungere altro fece materializzare davanti alla giornalista –nonché ormai biografa autorizzata- un computer portatile.
“Se non ti dispiace, comincerò con il narrarti alcuni episodi di cui vado particolarmente orgoglioso”

 

Piccolo spazio privato:

Storia scritta per la challenge: Raccolte… che passione!

Pacchetto sovrannaturale.
la canzone di questo capitolo è
Sympathy For The Devil dei Guns’n’roses

   
 
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