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Autore: LadySaiyan    13/10/2011    7 recensioni
Sayan? Sinonimo di distruzione.
Terza classe? Sinonimo di inutilità.
Essere una Terza classe implicava anche dover subire umiliazioni, tanto non eri utile, eri solo la spazzatura di un popolo sterminatore.
Nemmeno un bambino di quella poteva aver la vita facile, soprattutto se era di infimo livello.
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bardack, Nappa, Radish, Vegeta
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
- Questa storia fa parte della serie 'Blood and Tears'
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HUMILIATION



Vergognarsi è la più grande sconfitta.

"Sei solo un inutile moccioso di terza classe" si sentì ripetere per la millesima volta, mentre un altro pugno lo raggiungeva dritto nello stomaco.
Radish si piegò in due dal dolore, lasciandosi cadere sulle ginocchia. Sentì le fragili  costole scricchiolare; lui stesso si chiedeva come non fosse già finito in mille pezzi.
Non fece in tempo a rialzare gli occhi verso l'avversario, che un calcio gli spaccò di netto il setto nasale. L'ennesimo rivolo di sangue scorrette lungo il morbido viso di un bambino che si sentiva già troppo vecchio per quante ne aveva vissute.
Il gigante di Nappa era dinanzi a lui, con lo sguardo evidentemente divertito.
"Muoviti femminuccia che non sei altro!" sbraitò di nuovo per poi sputare disgustosamente verso il bimbo in segno di vergogna.
Il piccolo guerriero sopportava il dolore in silenzio, ascoltando le continue beffe dei presenti. C'erano Freezer e i suoi scagnozzi, e altri soldati del perfido alieno.
Stavano tutti lì, a guardare il massacro di un bambino indifeso, e a commentare, a ridere sotto i baffi, prendendo in giro una creatura che non poteva, in nessun modo, difendersi dai colpi del colosso sayan.
Radish provò a caricare una sfera energetica, lanciandola verso Nappa che la fermò senza alcun sforzo.
"Ma che cosa credevi di fare con quel misero attacco, che non ucciderebbe nemmeno un saibamen?" urlò ridendo il grosso individuo ghignando orribilmente.
"Ti faccio vedere io che cos'è un vero attacco, moccioso!" continuò lanciando una piccola onda d'energia. Radish provò a fermarla, ma gli fu impossibile.
Venne colpito in pieno e cadde a terra, quasi svenuto. Respirò profondamente, anche se i polmoni gli dolevano. Giaceva nel terreno polveroso di quell'arena, sporco del suo stesso sangue. Sentì le risate dei guerrieri che lo beffeggiavano, che lo umiliavano. E' solo una misera e inutile terza classe ripetevano.
 Un terribile senso di vergogna lo pervase dal primo all'ultimo muscolo. Si considerava davvero inutile, pensava che la sua vita non aveva senso, che lui non aveva senso.
"Ahahaha! Non servi proprio a niente! Se almeno nascevi femmina ti facevamo fare la puttana" esclamò nuovamente Nappa.
Radish tentava di non ascoltare, ma non ci riusciva. Lo sconforto era enorme, dopotutto era solo un bambino. Un bambino che era nato in un mondo crudele, dove si nasce per uccidere o per essere uccisi. Per di più era una terza classe.
Essere una terza classe implicava anche dover subire umiliazioni, tanto non eri utile, eri solo la spazzatura di un popolo sterminatore.
Il bimbo alzò debolmente gli occhi, osservando coloro che si stavano divertendo nel vederlo in quelle condizioni. Tutti ridevano, chi più, chi meno.
Solo Vegeta, il principe di un popolo oramai estinto, aveva mantenuto il suo solito sguardo di ghiaccio, intento ad osservare il coetaneo immerso in una pozza di sangue.
L'umiliazione era grande, avrebbe voluto sparire all'istante. Non gli sarebbe dispiaciuto affatto morire; avrebbe preferito tornare con chi gli voleva bene, invece si ritrovava lì a subire e a subire tutto il male che circondava quel brutto mondo.
Aveva bisogno di sfogarsi, ma non aveva forza per rivoltarsi contro al suo massacratore. Le lacrime cominciavano a salire,  poteva sentire gli occhi umidi.
Li chiuse, per non continuare a vedere. Ma appena serrò le palpebre, il volto di suo padre prese colore nella sua mente. Che cosa avrebbe detto se lo avesse visto in quella situazione? "Alzati e non piangere" gli avrebbe ordinato. Gli sembrava quasi di sentire veramente la sua voce.
"Fa vedere chi sei!" Quell'esclamazione, tipica del padre, iniziò a rimbombare nei suoi pensieri, che poco alla volta si facevano sempre più vivi e veritieri.
La sua forza, la sua speranza stava uscendo dalla sua giovane anima.
 No, non avrebbe dato ai "mostri" la soddisfazione di vederlo piangere. Strinse i denti e, tirando fuori il suo essere, si rialzò.
E guardò negli occhi tutti i presenti. Li osservò cupamente, con aria di sfida, con quell'aria che ogni vero sayan doveva portare.
La smisero di ridere, erano tutti sorpresi dal gesto del cucciolo sayan.
"Io non sono un moccioso inutile!" urlò con tutta la voce che gli era rimasta.
Nessuno rispose. Nessuno ebbe il coraggio  di rispondere.
Radish ne fu felice, aveva spiazzato tutti. Aveva ritrovato l'orgoglio in se stesso.
Ringraziò suo padre anche se non c'era più. Però Bardak, e tutti coloro che aveva perso, vivevano dentro di lui, aiutandolo ad andare avanti e a non buttarsi via.

Rialzarsi è la più grande vittoria.

 




Eccomi tornata con una nuova one-shot, sempre sui sayan ovvio ;D Spero inanzitutto, che l'abbiate gradita, insomma un piccolo tributo ad un Radish
bambino, molto diverso dal Radish adulto che tutti conosciamo. Spero di non aver scritto una scemenza...
Grazie per aver letto^^

   
 
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