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Autore: Poisonerlady    22/06/2006    3 recensioni
il macabro fiore della morte fiorisce sulla tomba dell'Amore, affondando le radici nel suo cuore e svettando con arroganza verso il cielo fin quasi a gridare: io sono qui
Genere: Triste, Malinconico, Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era bello

Silence in our love

 

 

Era bello.Primo pensiero di Marisa.

Così Marisa pensava osservando i dolci pettorali del suo uomo.

Attendeva con impazienza che un delicato sospiro li scuotesse. Osservava. Attendeva ed osservava.

Il viso cereo bagnato dai raggi di luna.

La bocca pallida semiaperta.

Era maledettamente bello.

Marisa si concentrò osservando i suoi occhi chiusi.

Quanto le sarebbe piaciuto immergersi ancora in quell’uniforme mare ametista. No, si ricorresse  non uniformi, ma infranti da una lucente macchia nera.

“Apritevi” la supplica non osò sconvolgere le labbra di lei ed assieme a quelle il silenzio.

Protese la mano bianca verso l’inguine del ragazzo lì accanto. Assopito lui .

Assopita ogni minima reazione.

Marisa si raggomitolò sul fianco intrecciando nelle sue dita i fili argentati che componevano la chioma di cui il suo uomo andava tanto fiero,  e che ora originava elaborati ricami sul cuscino.

Sorrise fra se e se pensando a quanto spesso gli aveva chiesto di tagliarsi i capelli o quanto meno legarli.

Lo aveva fatto anche l’altra sera.

Altro piccolo, grande errore.

Avrebbe fatto meglio a tacere.

A lui non era andato giù. No, Signore.Non gli era andata proprio giù.

Lo stava nuovamente assillando. Si arrogava il diritto di comportarsi da mammina.

Di decidere della sua persona.

E lei si era comportata di nuovo da stupida.Lo aveva fatto ancora. Fino in fondo. Per provocazione. Lei amava provocare e lui adorava essere provocato.

Si eccitava, dopo, e fare la pace era sempre così bello.

Così maledettamente bello.

Proprio come lui.

Per questo ora Marisa attendeva ,nel silenzio della notte, che il petto di lui fremesse ancora una volta.

Era così bianco pensò.

Solo quel piccolo punto rosso.

Non al centro del torace ma più a sinistra, dove i suoi occhi non andavano.

Dove si rifiutavano di andare.

Marisa si chiese il perché.Lo aveva dimenticato e ora si interrogava a proposito delle sue stesse azioni.

Tragicomico.

Kafkiano.

Per quale assurdo motivo non avrebbe dovuto guardare?!

Era così bello quel rosso.

Così maledettamente bello.

Si protese fino a trovarsi sopra di lui. La posizione che preferiva.

Osservò il rosso. E quel nero proprio al centro.

Come le sue pupille.

Come un macabro fiore.

Si soffermò a lungo lì, dove il proiettile si era conficcato.

Lì dove brillava il segno di una delle sue  tante arroganze da mammina nei riguardi di lui.

L’ultima.

Marisa proruppe in un grido ed il silenzio e la notte ne furono infranti.

 

   
 
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