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Autore: Soe Mame    13/10/2011    8 recensioni
- Un attimo! - intervenne Yugi, con un inquietante sospetto: - Vi hanno dato sei mesi per la realizzazione... quando? -.
Tutti gli sguardi furono puntati sul Regista.
La risposta che arrivò fece gelare il sangue ai presenti: - Sei mesi fa. Oggi è l'ultimo giorno disponibile, dobbiamo consegnare le opening domani mattina. -.
- State dicendo che abbiamo circa quindici ore per girare cinque opening a basso costo? - riepilogò Seto, quasi a denti stretti.
Genere: Demenziale, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Tutti i personaggi appartengono ai rispettivi proprietari; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.
Qualunque riferimento a fatti e persone è puramente casuale.

OUVERTURE 01



- L'indirizzo è questo? -.
Come una sola persona, i sei ragazzi alzarono lo sguardo verso il grande edificio d'innanzi a loro.
Appena fuori dal centro abitato, illuminato dalla calda luce del pomeriggio, davanti ai loro occhi si ergeva un enorme cubo grigio.
- ... ma cos'è? - chiese Otogi, rompendo il silenzio perplesso che era venuto a crearsi: - Un hangar? -.
- A me sembra più una specie di palestra... - disse Yugi, alzando le sopracciglia con fare disorientato.
- Sei proprio sicuro che l'indirizzo sia questo? - ripeté per la quinta volta Anzu, lanciando un'occhiata dubbiosa a Jonouchi.
Quest'ultimo, dopo un attimo di esitazione, annuì con la testa, guardando nuovamente la lettera ormai spiegazzata.
L'aveva trovata nella cassetta della posta quella stessa mattina e, leggendola, aveva scoperto che si trattava di un invito: gli studi di produzione avevano convocato lui e i suoi amici per girare le opening dell'anime che narrava le loro vicende; le opening erano cinque e tutti loro sarebbero dovuti andare in un certo posto "appena fosse stato loro possibile".
Una volta giunto a scuola, Jonouchi aveva scoperto che, com'era prevedibile, anche Yugi, Honda, Anzu, Ryou e Otogi avevano trovato qualcosa nelle loro cassette della posta.
Un foglio di cartigenica con su scritto solo: "Chiedi a Jonouchi".
- Secondo me è uno scherzo. - fece Ryou, sgranando gli occhi castani.
- Però, effettivamente, ci avevano avvisato del fatto che avremmo dovuto girare le opening... - gli fece notare Yugi, nonostante la forte nota d'esitazione nella voce.
- Sì, ma qui? - quasi balbettò Honda, indicando l'edificio cubico come se sperasse di far apparire una reggia semplicemente additandolo.
Avevano deciso di recarsi nel luogo indicato nella lettera subito dopo la scuola ma non si sarebbero mai aspettati...
- Sentite! - sbottò Jonouchi, ponendo fine alla disquisizione, infilandosi in malo modo l'invito in tasca e avanzando a grandi passi verso la porta del cubo: - Noi entriamo, se davvero stanno girando le opening, bene, sennò giuro che chiunque sia stato a spedirmi quella lettera rimpiangerà amaramente di aver imparato a scrivere! -.
Si tirò su le maniche della giacca della divisa, era a pochi passi dall'entrata, quand'ecco che il rumore di un motore d'auto riempì l'aria, facendolo bloccare istintivamente.
In un attimo, un'auto nera aveva fatto la sua apparizione a pochi metri dai sei ragazzi, frenando proprio davanti all'entrata dell'edificio, a meno di un metro da un Jonouchi improvvisamente irritato nel riconoscere la vettura.
Come previsto, quando la portiera posteriore si aprì, dall'automobile uscì un ragazzo alto, dagli abiti scuri, avvolto in una lunga giacca bianca perfettamente immobile nonostante la posizione seduta che il suo proprietario aveva fino a quel momento.
Quando i suoi glaciali occhi azzurri si posarono sul ragazzo biondo che sembrava aver interrotto un'azione di sfondamento ai danni della porta dell'edificio cubico, il suo unico commento fu un sibilato: - Oh, no... -.
- "Oh, no" lo dovrei dire io! - ringhiò di rimando Jonouchi, mettendo le braccia conserte, come per impedirsi di aggredire Seto Kaiba dopo soli tre secondi dalla sua apparizione.
- Su, su... - fece Yugi, in tono pacifico, avvicinandoglisi e mettendogli una mano su un braccio, come per tranquillizzarlo.
- Yugi. - lo notò Seto, impassibile, mentre, alle sue spalle, un bambino dai lunghi e spettinati capelli neri scendeva dall'auto per raggiungerlo: - Devo pensare che anche voi siate stati convocati per girare le opening del nostro anime. -.
Otogi e Honda si scambiarono uno sguardo confuso.
- Perché parla con noi e si rivolge soltanto a Yugi? - chiese il primo, passandosi una mano tra i ribelli capelli corvini.
- Mah... - fu l'incerta risposta del secondo, in una scrollata di spalle.
- Se anche Seto si trova qui... - capì Anzu: - Non deve trattarsi di uno scherzo! -
- Già... - le diede ragione Ryou: - Non penso che ci sia qualcuno che abbia così tanta voglia di morire facendo uno scherzo a Seto Kaiba... -
- Ci sono modi meno dolorosi per suicidarsi. - concordò la ragazza.
Yugi annuì in risposta alla domanda di Seto: - Eravamo piuttosto perplessi dal luogo, per questo non- -
La frase gli morì in gola non appena vide il giovane presidente della Kaiba Corporation raggiungere con grandi falcate la porta dell'edificio, per poi aprirla ed entrare come se niente fosse, subito seguito da suo fratello minore, Mokuba.
Silenzio.
I sei ragazzi si scambiarono degli sguardi a metà tra il perplesso e l'esitante, indecisi sul da farsi.
- Ehm... - osò dire Ryou, avvicinandosi lentamente all'ingresso: - ... che ne dite di entrare anche noi? -.
- Sì, andiamo. - sospirò infine Jonouchi, riportando le braccia lungo i fianchi e varcando quella soglia.

Una volta dentro, i sei ragazzi non tardarono a notare il giaccone bianco di Seto Kaiba, raggiungendolo non per solidarietà ma perché era l'unico loro punto fermo in un luogo che sarebbe stato difficile anche soltanto concepire: l'edificio non era suddiviso in piani, era soltanto un'enorme, gigantesca stanza cubica, colma di strani oggetti quali riflettori, aste metalliche, sedie, specchi, tappeti elastici, vasche, pannelli e un maxischermo tre metri per tre.
Ad un'occhiata più attenta, tuttavia, si poteva notare una piccola porta sulla destra, che probabilmente dava ad una piccola stanza, e, sopra, una bizzarra sporgenza, rettangolare, con delle vetrate che lasciavano vedere delle strane apparecchiature al suo interno.
- A me sembra un hangar. - ripeté Otogi.
- A me sembra una palestra. - disse nuovamente Yugi.
- A me sembra una sala delle torture. - commentò candidamente Ryou, guadagnandosi svariate occhiate allarmate.
- Allora? - fece Seto, impassibile, ma presumibilmente seccato: - Dov'è il Regista? Non ho tempo da perdere e non ho intenzione di aspettare i comodi altrui. -.
- Avete sentito? - urlò Jonouchi, mettendo le mani attorno alla bocca per amplificare la voce: - Il signor Kaiba non ha tempo da perdere, sbrigatevi! -.
L'occhiata di Seto che seguì alle parole del ragazzo fece tremare gli altri cinque ragazzi, sicuri che, ormai, fosse giunta la fine di Katsuya Jonouchi.
- Dai, adesso basta... - s'intromise Yugi, con un sorriso tirato, cercando di evitare la defunzione del suo amico.
- Oh, lascialo parlare, Yugi. - disse Seto, tranquillamente: - Persone così mediocri traggono divertimento da comportamenti infantili altrettanto mediocri. -.
- CHE COSA HAI DETTO? -
- Oniichan! -
Una voce femminile interruppe le urla di Jonouchi, facendolo voltare nella direzione da cui l'aveva sentita provenire: di corsa, accompagnata dal suono delle ciabatte contro il pavimento, una ragazza con indosso un pigiama rosa lo raggiunse, per poi sorridergli con fare imbarazzato.
- Scusami, oniichan, mi ero ripromessa di aspettarti alla porta e aprirti ma... -
Soltanto in quel momento la sorella minore di Jonouchi, Shizuka, si accorse della presenza di altre persone.
Il suo viso dai tratti delicati assunse una violenta tonalità rossa e, con fare impacciato, si scostò i lunghi capelli castani dalle spalle: - Beh... ecco... Salve, ragazzi! Sono felice di vedervi tutti qui! - sorrise.
- Shizuka... - fece suo fratello, sbattendo più volte le palpebre: - Perché scorrazzi in questo posto sospetto in pigiama e pantofole? -.
Shizuka arrossì ancora di più nel ricordarsi di essere in pigiama davanti a tutti: - E' il mio vestito di scena... Sai... - disse, guardandolo negli occhi per la prima volta da quando era arrivato: - ... io sono di scena soltanto nella seconda sigla, ma il Regista ha deciso di convocare tutto il cast fin da subito e di farci mettere immediatamente in abiti di scena. -.
- Un Regista fissato... - commentò Seto, contrariato, in un sussurro tagliente.
- Quindi ci confermi che questo è il posto giusto? - si fece avanti Anzu, sorpresa.
Shizuka annuì: - Sì, anche se può sembrare strano. Anch'io, inizialmente, ero un po' perplessa... -
- E, per curiosità... - fece Jonouchi, con un fare vago talmente finto da risultare palesemente colpevole: - Tu sei venuta qui da sola? -.
Prima che sua sorella potesse rispondere, Honda e Otogi trasalirono, sconvolti.
- No! -
- Avresti potuto chiamarmi, ti avrei accompagnato senza alcun problema! -
- Se soltanto avessi saputo che oggi saresti uscita prima da scuola, avrei fatto altrettanto e ti sarei venuto a prendere! -
- Non preoccuparti, chiamami la prossima volta che hai bisogno di qualcosa! -
- No, no... - li rassicurò la ragazza, mentre i suoi due spasimanti si ritrovavano a dover indietreggiare di fronte allo sguardo furioso di un fratello iper geloso: - Anche se inizialmente stavo venendo qui da sola, ho incontrato- -
- Ma allora! Dove sono i truccatori? Possibile che siano tutti impegnati? Ehi! Guardate che non si fa aspettare una signora! -
Da non si sa dove, una bellissima donna dai lunghi capelli biondi aveva fatto la sua entrata in scena nella visuale del nutrito gruppetto, apparentemente urlando al vento, le mani ai fianchi, vistosamente irritata.
- Mai! - esclamò Jonouchi, sorpreso, malnascondendo una certa felicità.
Nel sentirsi chiamare, l'attenzione della donna si spostò sul sopraccitato nutrito gruppetto.
Non appena notò il ragazzo dai capelli biondi, i suoi occhi viola parvero brillare, per poi tornare arrabbiati: - Era ora che vi faceste vedere! - protestò, puntando un dito: - Si può dire che aspettavano soltanto voi! -.
- Non è colpa nostra se la scuola finisce a quest'ora... - ribattè Jonouchi, piccato.
- Ah, non vedo l'ora che passi la prima opening... - sbuffò Mai, ignorandolo, portandosi una mano alla fronte e scuotendo la testa: - In quella, io ci sono soltanto nella variant del mondo del videogioco e, per questo, sono costretta ad indossare questo coso orrendo fin da subito! - esclamò, indicando la pacchiana armatura femminile fantasy che indossava.
- Variant del mondo del videogioco? - ripeté Yugi, non capendo.
- Sì. - annuì Mai, in tono più gentile, avvicinandosi a lui e scompigliandogli gli assurdi capelli a raggiera punk biondi/rossi/neri, ignorando l'occhiata stizzita di Anzu nel vederla compiere quel gesto: - Alcune opening hanno delle variant per degli archi specifici. Succede. - spiegò, alzando le spalle.
- Tutto ciò è molto interessante. - s'intromise Seto, seccato: - Ma adesso esigo una risposta: il Regista c'è, sì o no? -.
- Per esserci c'è. - rispose Mai, con noncuranza, senza farsi minimamente spaventare: - Dove sia ora, non ne ho idea. -.
- E io dovrei asp- -
- Altro me... -
Il sussurro sconvolto di Yugi riuscì persino ad interrompere la frase irritata di Seto Kaiba.
Gli sguardi dei presenti seguirono i grandi occhi violetti del piccolo ragazzo, fino a notare, poco distante da loro, una figura seduta a terra, vestita di borchie e pelle nera, i capelli che dovevano aver probabilmente subito lo stesso sconosciuto trauma di quelli di Yugi, intenta ad incipriarsi il naso, lo sguardo concentrato sullo specchietto che sorreggeva davanti al viso.
Seguì un silenzio non definibile tale solo a causa del vociare delle altre persone che popolavano quel cubo.
Quasi come se avvertisse su di sé svariati sguardi scioccati, il ragazzo distolse la sua attenzione dallo specchietto, notando il sempre più vasto gruppo intento ad osservarlo.
- Ciao. - salutò, cercando di capire il motivo per cui tutte quelle persone lo stessero guardando come se stesse compiendo il più efferato degli omicidi: - Immaginavo sareste venuti dopo la scuola... -
- Yugi! - esclamò Seto, facendo trasalire tutti: - Mi spiegheresti cosa staresti facendo? - chiese, cercando di celare un certo stupore.
Atem lo fissò, sgranando i suoi occhi d'ametista: - ... mi sto incipriando la faccia. - rispose, cautamente, quasi stesse parlando ad un pazzo.
- Sì, questo lo vedo anch'io... - rispose il presidente della Kaiba Corporation, facendo un profondo respiro: - Intendevo... perché ti stai incipriando la faccia? -
- ... Seto... - fece l'altro, alzandosi e parlando piano, come per assicurarsi che il suo interlocutore lo seguisse: - Siamo qui per girare le opening del nostro anime. Per le prime quattro opening, serve che io abbia la pelle chiara. Ma io ho la pelle scura. Quindi mi sono dovuto incipriare le mani, il collo e la faccia. -.
Silenzio.
- Su, Seto... - esordì improvvisamente Jonouchi: - Non è un concetto difficile da capire! -.
- Signorina Kawai. - disse Seto, mortalmente calmo, facendo sobbalzare Shizuka: - Temo che tu non sia a conoscenza della legge che vuole che i cani, quando portati a passeggio, siano sempre tenuti al guinzaglio e siano provvisti di museruola. -.
- Smettila di fare l'imbecille! - sibilò Anzu a Jonouchi, dandogli una gomitata tra le costole.
- Aspetta un secondo! - fece Mai, rimettendo le mani ai fianchi e rivolgendosi ad Atem: - Come sarebbe a dire che ti stavi incipriando da solo? E le truccatrici dove sono? E' mezz'ora che le cerco, possibile che non ci siano truccatrici? -.
- Sì, ci sono... - annuì il giovane Faraone: - E' che sono impegnate con altri personaggi più complicati... -
Mai alzò le sopracciglia bionde, scettica: - Tipo? -.
- Tipo noi! - trillò una voce femminile, mentre alle spalle di Atem, svolazzando, faceva la sua apparizione una ragazza dai grandi occhi verdi, lunghi capelli biondi e uno svolazzante vestito azzurro e rosa: - Ah, principe, se non fossi stata rapita dalle truccatrici, ti avrei aiutato io ad incipriarti! - sorrise, specchiandosi nello specchietto ancora in mano al giovane sovrano.
Mana fu la seconda persona, in quella giornata, a cui Anzu rivolse un'occhiataccia gelosa.
- Benvenuti. - salutò una voce maschile, più composta.
Accanto alla Mana volante era comparso un giovane dai lunghi capelli, con indosso un impensabile completo viola che comprendeva un assurdo cappello tubolare in tinta, simile a quello azzurro indossato dalla ragazza al suo fianco.
- Mana ed io siamo spiacenti di aver tenuto impegnate così a lungo le truccatrici. - disse a Mai, in segno di scusa: - Purtroppo, il lavoro su di noi è stato più complesso. -.
- Tinta dei capelli, lenti a contatto, cipria, vestiti... - contò Mana, sulla punta delle dita.
- E push-up. - notò Anzu, lo sguardo azzurro che le era inevitabilmente caduto sul non-ricordava-così-prosperoso seno della giovane maga.
Quest'ultima arrossì leggermente: - Più o meno. Hanno messo dei palloncini nei push-up. - annuì da sola, mentre Anzu, Shizuka e Mai sgranavano gli occhi, vistosamente perplesse: - Mi hanno raccomandato di fare attenzione: hanno solo una confezione da dodici palloncini, questo significa che ho soltanto dieci tette di riserva. -.
- Oh, eccovi! -.
Una voce sconosciuta catturò l'attenzione del gruppo: un uomo mai visto si stava avvicinando.
Sembrava appena tornato da una giornata in spiaggia: pantaloni corti, maglietta blu a mezze maniche e ciabatte. Mancavano soltanto gli occhiali da sole e un'eventuale asciugamano sottobraccio.
Quando vide quell'uomo così abbigliato, a Seto Kaiba quasi prese un colpo.
- Salve, ragazzi! - salutò l'uomo, gioviale: - Io sono il Regista. Sono felice che le lettere vi siano arrivate! -.
- Sì... - borbottarono Honda e Otogi, contrariati: - Cartigenica... -.
- C-cartigenica? - balbettò Mokuba, indietreggiando, scioccato.
- A me è arrivato un foglio di Scottex. - informò Shizuka, come se nulla fosse.
- Beh, abbiamo pochi fondi... - spiegò il Regista, con un sospiro: - Avevamo soltanto due fogli di carta, così abbiamo deciso di usarli per una lettera alla Kaiba Corporation e una ad un componente del gruppo di Yugi. -.
- E allora perché non l'avete inviata a me? - chiese Yugi, spalancando gli occhi al traumatico ricordo di quella mattina, quando, aprendo la cassetta della posta, si era ritrovato dentro un foglio di cartigenica.
L'unica differenza dai fogli di cartigenica di Anzu, Honda, Otogi e Ryou era il fatto che il suo recava anche la scritta: "Per Yugi Muto e il Faraone Atem".
In sostanza, Yugi aveva ricevuto solo mezzo foglio di cartigenica.
- Perché sarebbe stato troppo scontato! - rispose il Regista, per poi scoppiare a ridere come se avesse fatto la battuta del secolo.
Gelo.
- D'accordo, ora basta perdere tempo. - parlò Seto Kaiba, lo sguardo freddo: - Sono venuto qui soltanto per girare le mie scene, non m'interessa seguire tutta la produzione. Ragion per cui, ditemi cosa devo fare, poi potrete dedicarvi completamente agli altri. -.
- Beh, signor Kaiba, temo che ciò sia impossibile! - sorrise il Regista, mentre gli occhi di Seto si facevano sempre più sottili: - Purtroppo, per questioni tecniche, dobbiamo girare tutto in perfetto ordine cronologico e fare pochissimo montaggio. Dato che voi comparite in tutte e cinque le opening, temo dobbiate rimanere qui fino alla fine delle riprese. -.
Silenzio.
- Potete scordarvelo. - fu la lapidaria risposta di Seto Kaiba.
- Temo non possiate fare altrimenti... - lo contraddì il Regista, minimamente inquietato dallo sguardo omicida che lo stava scrutando: - Nel contratto che tutti voi avete firmato, c'era scritto anche che avreste preso parte a tutte le riprese extra senza andare contro il volere del Regista, qualsiasi cosa egli, ossia io, vi avrebbe detto! -.
- Sciocchezze. - sibilò Seto, il volto granitico: - Ho letto accuratamente ogni riga del contratto e l'ho anche sottoposto agli scanner e ai laser della mia azienda per scovare ogni possibile traccia di clausole in piccolo. State mentendo. -.
- Ma la clausola era scritta col succo di limone! - esclamò il Regista, allargando le braccia: - Era una cosa così semplice che neppure la tecnologia della Kaiba Corp è riuscita a scovarla! -.
Silenzio.
- Tutti i miei dipendenti sono testimoni degli avvenuti controlli. - disse Seto, mentre un velo di irritazione copriva la sua espressione dura: - Il fatto che io non sia riuscito a trovare quelle scritte al momento della firma può tranquillamente significare che esse siano state aggiunte successivamente. -.
Lanciò un veloce sguardo a suo fratello: - Non intendo rimanere in questo posto a perdere tempo un solo istante di più. Andiamo, Mokuba. -.
- Cercate di capire, signor Kaiba... - lo pregò il Regista, improvvisamente più serio: - Abbiamo pochi fondi, non possiamo- -
- Come sarebbe a dire "pochi fondi"? - lo interruppe Seto, con lo stupito coro del resto dei personaggi, finora rimasto ad osservare la diatriba.
- Beh, sì... - rispose l'altro: - Abbiamo soltanto 10.000 yen di budget, non possiamo fare altrimenti... -
- E voi vorreste farmi credere che per le opening del nostro anime siano stati stanziati soltanto 10.000 yen? - sibilò il presidente della Kaiba Corporation, quasi ringhiando.
- In realtà no... - fece il Regista, cercando di abbozzare un sorriso di scuse: - Erano stati stanziati 10 milioni di yen e ci erano stati dati sei mesi per la realizzazione delle opening... tuttavia, abbiamo usato quei soldi per comprarci delle radici di liquirizia e sono rimasti soltanto 10.000 yen... -
- Dieci milioni di yen in radici di liquirizia... - sussurrò Jonouchi, con voce strozzata e gli occhi spalancati.
- Un attimo! - intervenne Yugi, con un inquietante sospetto: - Vi hanno dato sei mesi per la realizzazione... quando? -.
Tutti gli sguardi furono puntati sul Regista.
La risposta che arrivò fece gelare il sangue ai presenti: - Sei mesi fa. Oggi è l'ultimo giorno disponibile, dobbiamo consegnare le opening domani mattina. -.
- State dicendo che abbiamo circa quindici ore per girare cinque opening a basso costo? - riepilogò Seto, quasi a denti stretti.
- Ma ricordarselo un po' prima? - fece Anzu, stizzita.
- ... ho paura. - commentò Ryou, osservando con una certa preoccupazione gli strumenti diffusi per tutto il cubo grigio.
- In sostanza, sì. - rispose il Regista, serafico: - Quindi, non perdiamo tempo e mettiamoci al lavoro! Yugi, Jonouchi, Honda e Anzu, tenetevi pronti, andate bene pure in divisa scolastica. Atem, sei pregato di seguirli e voi, signor Kaiba... -
- Io me ne vado. - sibilò Seto, avvolto da una palpabile aura omicida: - Aggiungetemi pure in formato digitale, non ho intenzione di prendere parte ad una simile pagliacc- -
La frase gli morì in gola quando si accorse della presenza di una persona poco distante dal Regista: per tutto quel tempo, era rimasta in disparte, le mani diafane dietro la schiena, attendendo compostamente che la discussione avesse fine.
Quando si rese conto di essere stata notata, la ragazza sgranò i suoi grandi occhi azzurri, mentre un sorriso appariva sulle sue labbra: - Seto! - lo chiamò, avvicinandoglisi.
- Kisara... - quasi balbettò il presidente della Kaiba Corporation, stupito: - Ma tu cosa... Non dovresti apparire soltanto nell'ultima opening? -.
- Non proprio. - rise gentilmente Kisara, nascondendo le labbra con una mano: - La mia anima appare fin dall'inizio, insieme a te. Gireremo tutte le opening insieme! -.
- ... la tua anima? -.
Nel sentire quella domanda perplessa, la ragazza chiuse gli occhi e portò una mano al petto; improvvisamente, alle sue spalle, si materializzò un gigantesco drago bianco, che scomparve non appena Kisara tornò a guardare il suo interlocutore: - La mia anima. - fu la semplice risposta della fanciulla dai lunghi capelli bianchi come la corazza della sua anima.
A quell'apparizione, Yugi, Anzu, Jonouchi, Honda, Otogi, Ryou e Shizuka si erano stretti tra loro, presi alla sprovvista.
- Comodo avere Kisara a disposizione! - rise Mana, ancora sospesa nell'aria: - Risparmiano sul pupazzo del Drago Bianco! -.
- Sperate forse di farmi incantare da Kisara? - ringhiò Seto, rivolto al Regista.
- Seto... - sussurrò la ragazza, quasi facendolo rabbrividire: - Non vuoi girare le opening assieme a me? -.
Quando gli occhi azzurri di Seto Kaiba incontrarono quelli azzurri di Kisara, la sua decisione era già stata presa.
- ... tzk. - fece, sprezzante, incrociando le braccia.
Il volto di Kisara s'illuminò: - Da questa parte! - esclamò, prendendogli una mano e conducendolo in un angolo del cubo: - Per la prima opening, devi indossare la tua giacca blu! -.
La temporanea uscita di scena di Seto Kaiba fu accompagnata da una bassa risata di Jonouchi: - E così neppure il grande Kaiba-sama è immune a due occhioni azzurri... -.
- Ah, Mokuba! - sembrò improvvisamente ricordarsi Mai, notando il bambino seguire suo fratello: - Anche tu devi tenerti pronto, appari nella variant del mondo del videogioco! -.
- Davvero? - si stupì il piccolo, sinceramente sorpreso: - Mi avevano detto che non sarei apparso in nessuna opening... -.
I suoi occhi chiari s'illuminarono: - E come mi devo vestire? - domandò, eccitato all'idea di apparire anche solo in una scena.
La donna esitò un istante prima di rispondergli: - ... ehm, ricordi la principessa Adena? -.

- Benissimo, ragazzi! - esclamò il Regista, dopo aver trascinato dei fortemente perplessi Yugi, Atem, Jonouchi, Honda e Anzu al centro del grande edificio: - Per la prima opening, Voice, la parola d'ordine è: staticità. Voglio una opening con pochissimi movimenti, assolutamente statica! -.
Scambio di sguardi confusi.
- ... ma che attrattiva può avere una opening statica? - domandò Anzu, non capendo.
- Gli effetti speciali ce li teniamo per le opening successive. - spiegò il Regista, con fare saggio.
- A proposito, ma dov'è Ryou? - chiese Yugi, notando l'improvvisa scomparsa dell'amico albino.
- Ecco... - fece il Regista, vago: - Vedete, il fatto è che Bakura sta facendo una certa commissione per conto nostro, quindi non possiamo fare altrimenti che truccare Ryou in modo che gli assomigli... -
- Bakura sta facendo una commissione? - ripeté Yugi, incredulo.
- Oh, in effetti questo posto mi sembrava troppo tranquillo... - notò Atem, pacato: - E sono anche circa tre ore che nessuno cerca di uccidermi... -.
- Ho un po' paura a chiederlo, ma... - esordì Jonouchi, esitante: - ... se avete soltanto 10.000 yen, che razza di effetti speciali potrete mai fare? -.
- Che domande! - rise il Regista, dando una pacca sulle spalle al biondo: - Abbiamo Photoshop dalla nostra parte! -.
Silenzio.
- E, per curiosità... - fece Atem, che stranamente sapeva cosa fosse Photoshop: - ... chi se ne starebbe occupando? -.
- Atemuccio uccio puccio cucciolo! -
Una splendida e soave voce trillò per tutto l'edificio, facendo venire la pelle d'oca al giovane Faraone.
Dall'alto della sporgenza rettangolare, una meravigliosa ragazza dalla pelle di porcellana e dai lunghi e setosi capelli color dei petali di girasole si sbracciava elegantemente, illuminando tutto con il suo sorriso splendente.
- MARY! - quasi strillarono Atem, Yugi, Anzu, Honda e Jonouchi, scioccati.
- Non temere, mio amato! - esclamò la bellissima fanciulla: - Farò in modo che tu sia ancora più bello di quanto già sei! -.
Anzu si avvicinò al Regista, tremante: - C-cosa ci fa lei qui? - chiese, in un sussurro: - N-non si starà veramente occupando... -
- No, no... - rispose l'uomo, a bassa voce: - Le abbiamo dato un computer con Paint, convincendola che fosse Photoshop. E' il nostro grafico a lavorare. Mary ci serve per riequilibrare la loro presenza. -.
Bastò semplicemente che gli sguardi scioccati dei presenti si spostassero poco più in là per accorgersi di un folto gruppo di ragazze festanti, che emettevano strani suoni incomprensibili.
- ... fangirls? - le riconobbe Jonouchi, con voce soffocata.
- Sono le uniche che hanno accettato di lavorare gratis. - spiegò il Regista: - I miei assistenti hanno accettato di lavorare per le radici di liquirizia. -.
Silenzio.
- Cominciamo sul serio, ora! - alzò la voce l'uomo, battendo le mani per richiamare l'attenzione: - Allora, per prima cosa, facciamo comparire il logo e ce lo teniamo per metà opening, così abbiamo meno cose da girare. Gli daremo un effetto budino tremolante unito all'effetto televisore rotto! Poi, Yugi! -.
Il Regista afferrò il piccolo protagonista per un polso, trascinandolo verso un'impensabile aggeggio: sembrava una sfera girevole incastonata nel pavimento.
E, difatti, quello era.
- Sali qui sopra. - disse l'uomo, facendo salire Yugi sopra la sfera e assicurandogli i piedi con delle cinghie che il ragazzo non aveva notato.
Assieme a lui, c'era soltanto Atem: Jonouchi, Honda e Anzu erano stati rapiti dal fotografo, che li aveva messi contro un pannello con sopra disegnati paesaggi a caso.
- Mi servono tre foto di ciascuno di voi. - stava spiegando il fotografo: - Mettetevi nelle prime pose che vi vengono in mente, non è importante. E ricordatevi di non respirare, sennò le foto mi vengono mosse! -.
- Veramente le foto vengono bene anche se il soggetto respira... - fece notare Anzu, ma fu zittita da un'occhiataccia del fotografo: - Tu menti! -.
Per la preservazione della sua pazienza, Anzu decise di stare mentendo.
- Quindi possiamo fare anche le boccacce? - chiese Honda, interessato, mentre Jonouchi provava pose ammiccanti da fotomodella.
Nel frattempo, le gambe di Yugi tremavano, cominciando a fargli dubitare del proprio equilibrio.
- Allora, noi facciamo ruotare la sfera, così sembrerà che tu stia ruotando. - spiegò il regista, mentre un assistente metteva le mani ai lati inferiori della sfera.
- Ma non sarebbe stato più ovvio far ruotare la telecamera? - domandò Atem, lanciando un'occhiata perplessa al cameraman posizionatosi davanti ad un sempre più preoccupato Yugi.
- Non possiamo permettere che il nostro cameraman si affatichi! - rispose il Regista, alzando un dito: - Non temere, Yugi! - rise, rivolto al più piccolo: - Quella sfera è assolutamente sicura! Certo, bisognerà vedere se riusciremo a farla ruotare nel senso giusto al primo colpo, sennò il tuo naso verrà brutalmente a contatto con il paviment- -
A bloccare il regista non fu tanto l'improvviso pallore di Yugi, quanto più il fatto che le iridi viola di Atem stavano assumendo una strana sfumatura rossastra, accompagnata da uno strano scintillio a forma di terzo occhio sulla fronte.
- ... vedremo di fare attenzione. - fece il Regista, deglutendo di fronte allo sguardo poco rassicurante del giovane Faraone.
Quando la sfera fu ruotata, Yugi si ritrovò quasi in orizzontale: - Ti voglio bene, altro me! - gemette, aprendo le braccia per mantenere l'equilibrio.
- Anch'io, Aibou. - rispose l'altro, rimanendo fuori dall'inquadratura, ma pronto ad intervenire.
- Azione! -.
Non appena sentì la sfera ruotare ancora, stavolta all'indietro, Yugi chiuse gli occhi, preparandosi a sentire la sua nuca cozzare contro il pavimento.
Cosa che non successe.
In compenso, sentì una strana ventata proveniente dal basso; quando aprì gli occhi per cercare di capire cosa stesse succedendo, fu investito da un fascio di luce che quasi lo accecò.
- Ma cos- -
Un acuto, violento e improvviso dolore al naso bloccò la sua frase, facendolo ricadere all'indietro.
Come previsto, la sua nuca cozzò contro il pavimento.
- Stop! Perfetto! -.
- AIBOU! -.
Atem accorse a recuperare ciò che rimaneva del suo Aibou: seppur perplesso, il Faraone era rimasto fermo nel vedere due assistenti posizionare prima un ventilatore e poi un riflettore ai piedi di Yugi, ma non aveva calcolato che l'aria del ventilatore potesse far sì che gli arrivasse il Puzzle sul naso.
- Aibou è morto! - urlò Atem, sorreggendo il corpo esanime di Yugi, un rigolo di sangue che gli usciva dal naso.
- YUGI-CHAN!!!!!!!!! - strillarono le fangirls, spaventate, in lontananza.
- ... guarda che... sono... vivo... - riuscì a dire il più piccolo, per poi rinunciare ad aggiungere altro quando sentì il naso fargli male ad ogni sillaba.
- Ecco, alla scena iniziale aggiungerei, ai lati, le facce di Yugi e Atem, prendi pure delle immagini di repertorio... - stava dicendo il Regista al cellulare, probabilmente al grafico nella sporgenza rettangolare.
- Aibou... - mormorò Atem, abbracciando quel corpo ormai senza forze: - Io... vendicherò la tua morte... -
- ... sono vivo... -
Prima che potesse aggiungere altro, tre fangirls accorsero armate di kit di pronto intervento, strappandolo dalle braccia del Faraone e curandogli le ferite di guerra (?).
- Ditemi, ce la farà? - chiese Atem, gli occhi colmi di preoccupazione.
- Sopravvivrà... - rispose una fangirl, pulendogli il sangue dal naso: - Ma porterà i segni per tutta la vita... -
- ... ma quali... se... gni? -
- Grazie per aver risparmiato Aibou, Osiride! - sussurrò il Faraone, grato, per poi lanciare un'occhiataccia al regista con tutti e tre (?) i suoi occhi.
- Oh, perfetto! - trillò lui, trascinando Atem davanti alla telecamera: - Quel terzo occhio glitterato è magnifico! Forza, è il tuo momento, fai una tua espressione tipica! -.
Controvoglia, il Faraone guardò la telecamera; riflesso nel vetro dell'obiettivo, riuscì a vedere Yugi riprendere pian piano conoscenza.
"Completerò la opening per te, Aibou!".
Non si sa se per vendetta o per compensare il sangue versato da Yugi, ma lo sguardo del Faraone durante la ripresa causò svariate epistassi alle fangirls.
- Il mio Atemuccio uccio puccio cucciolo... - sospirò la bellissima Mary, intenerita, ammirando le riprese su uno schermo accanto a lei, mentre il grafico provvedeva a photoshoppare tutto il photoshoppabile.
- Vi ho detto di non respirare! - urlò il fotografo, mentre Jonouchi, Anzu e Honda assumevano strane colorazioni verdi/rosse/blu.
- Allora, finito di giocare? -
Seto Kaiba apparve al fianco del Regista, avvolto in una giacca blu perfettamente immobile come la bianca con cui era arrivato.
- Per voi, signor Kaiba, faremo un'eccezione alla staticità di Voice! - esclamò il Regista, cominciando a camminare verso un grosso pannello colorato con gli acquerelli a chiazze grigie: - Adesso, voi e Atem salirete sulle teste dei vostri draghi e agiterete a caso una carta! - spiegò, lasciando Seto relativamente sbigottito.
Dopo un lungo sospiro, come se cercasse di recuperare una calma perduta, il presidente della Kaiba Corporation si voltò verso Atem, per richiamarlo; quello che vide, tuttavia, fu il Faraone seduto a terra, intento a dondolare stringendo a sé il corpo ferito e risanato di Yugi.
Che Yugi cominciasse ad approfittarsene era un'idea ovviamente impensabile.
- Yugi... - sibilò, facendo alzare lo sguardo viola di entrambi i piccoli punk.
- Sì? - chiesero in coro, innocentemente.
- Potreste coccolarvi amorevolmente in un altro momento? - disse Seto, a denti stretti, mentre il Drago Bianco gli faceva delicatamente pat-pat su una spalla con il grosso muso.
Lentamente, prendendosi tutto il tempo del mondo, Atem e Yugi si separarono, il Faraone andò dall'ormai snervato presidente della Kaiba Corporation.
- Però... - si ricordò il giovane sovrano, che aveva sentito la spiegazione della scena: - ... io non ho nessun drago. -.
Silenzio.
- Nessun problema! - esclamò il Regista; alzò una mano e, alle sue spalle, apparve un grosso drago giallastro tutte punte, zanne e artigli: - Abbiamo radunato anche le carte dei vostri deck e Anatema del Drago è perfetto per questa scena! -.
- ... se lo dite voi... - rispose Atem, mentre il suo drago abbassava la testa fino al suo livello per permettergli di salire.
- Mi raccomando! - urlò il Regista, mentre Seto e Atem venivano portati fino al soffitto del cubo: - Agitatevi il più possibile! Kisara! Anatema! Ruotate per tutto il soffitto! Lanciatevi raggi laser! -.
- Ma questa opening non doveva essere statica? - chiese il Drago Bianco, perplesso, con la voce di Kisara: - E che c'entrano i laser...? -
- Non farti domande, Kisara... - sospirò Seto, mentre un ghigno compiaciuto appariva sulle sue labbra nel vedere Atem faticare a rimanere in equilibrio sulla testa di Anatema.
- Azione! -
Un secondo cameraman, arrivato chissà come sopra la sporgenza rettangolare, filmava la battaglia aerea tra Kisara e Anatema, mentre Seto e Atem fendevano l'aria con una carta di Duel Monsters: il tutto avveniva senza alcun criterio o senso logico.
Forse non era un caso che tutti i colpi del Drago Bianco fossero in direzione della testa di Anatema; tuttavia, più di una volta i due prodi condottieri (?) ruzzolarono lungo i colli dei loro draghi, costringendo il cameraman ad allargare la ripresa per evitare di inquadrare la pietosa scena.
Le teste dei draghi non erano l'ideale per rimanere in equilibrio, soprattutto se si trattava di draghi volanti, ruotanti e attaccanti; dopo pochi secondi dall'inizio delle riprese, intenti ad arrampicarsi sulle squame dei loro draghi per ritornare sulle loro teste, con i turbini creati dalle loro ali che sferzavano la loro pelle, Atem e Seto maledissero più volte il Regista.
Quando, poi, riuscirono finalmente a tornare a terra, Seto fu colto da un improvviso mal di drago che lo costrinse a cercare un secchio in cui vomitare in pace, mentre Atem si accasciò a terra, rifiutandosi di alzarsi.
Jonouchi, Honda e Anzu erano in rianimazione: il fotografo era stato particolarmente lento nello scattare le foto...
- Su, Atem, torna su! - trillò il Regista, saltellando verso il Faraone: - Adesso devi evocare alcuni mostri! - spiegò, salvo ricevere un'occhiata indecifrabile e un sussurrato ma deciso: - No. -.
- Mmm... - fece l'uomo, portandosi due dita al mento: - Sospettavo che la tua risposta sarebbe stata negativa. Beh, in tal caso... -.
Improvvisamente, Atem si sentì sollevare, come se delle funi lo stessero tirando verso l'alto per la vita e le spalle.
- Ma che... - riuscì a dire, per poi accorgersi che, sì, qualcuno lo aveva legato e lo stava tirando su, di nuovo in quello scenario acquerellato. Con la coda dell'occhio, riuscì a vedere alcuni assistenti con in mano delle corde.
- Non temete, mio Faraone. - disse una voce rassicurante, vicino al suo orecchio: - Se dovesse succedervi qualcosa di grave, mi premurerò di salvarvi con la mia magia e di punire severamente chiunque abbia osato nuocervi. -.
- ... grazie, Mahad... - sospirò il Faraone, voltandosi in direzione del Mago Nero che aveva riconosciuto ancor prima di incontrare il suo sguardo.
- Perché avete legato l'altro me? - gemette Yugi, da terra, osservando sconvolto il sovrano insaccato, senza ricevere alcuna risposta.
- Voglio uno sguardo da figo, Atem! - urlò il Regista, sbracciandosi per farsi vedere: - Mahad, fai in modo che gli altri mostri volino e lasciate un po' di spazio ad Exodia, dietro di voi! -.
- ... aiuto. - sussurrò Atem, mentre la spia della telecamera si accendeva nuovamente.
A terra, nel frattempo, Mai aveva recuperato Jonouchi e Yugi, facendo indossare loro gli assurdi abiti del mondo del videogioco.
- Niisama! - quasi pianse Mokuba, correndo da suo fratello impegnato con il secchio, alzando i lembi del bel vestito da principessa bianco e rosa che indossava, per non inciamparvi: - Perché mi hai fatto questo? - gemette.
- Il fatto che Seto abbia fantasie crossdressing su suo fratello è un po' inquietante... - commentò Jonouchi, rabbrividendo: - Per fortuna Shizuka non è come lui... -.
Shizuka, intanto, era assieme ad alcune fangirls, intenta a sfogliare un vecchio album di fotografie: - Questo è l'oniichan vestito da infermiera. - stava dicendo, indicando una foto: - Mentre qui è vestito da scolara: gli ho prestato la mia divisa alla marinaretta, per questo gli stava così stretta! - sorrise, mentre gli occhi delle fangirls di suo fratello brillavano per la felicità.
Atem, dal canto suo, era riuscito a tornare a terra; tuttavia, se già prima le gambe non riuscivano a sorreggerlo per l'assurdo volo e i numerosi voli che lui stesso aveva fatto dalla testa di Anatema, adesso doveva anche sopportare un mal di pancia e mal di spalle dovuti alle funi che lo avevano legato.
Per evitare una prematura dipartita di tutto lo staff tecnico, Regista in testa, evitò di dirlo a Mahad.
Otogi, invece, stava avendo il suo momento di gloria: stava girando la scena della variant del suo breve arco dedicato al Dungeon Dice Monsters.
- Abbiamo ricostruito con il cartoncino una postazione da Dungeon Dice Monsters! - aveva spiegato il Regista, facendolo quasi mancare per il modo impietoso in cui era stata ridotta la sua bellissima postazione da DDM.
Una volta ripresosi, non aveva dovuto far altro che usare tutta la sua figheria nel lanciare i suoi altrettanto fighissimi dadi, su cui aveva scritto le parole: "Compra", "Dungeon", "Dice" e "Monsters".
Nel notarlo, Honda, l'unico che l'aveva seguito, aveva provato a dire: - Otogi, non si fa pubblicità occul- -, ma era stato brutalmente interrotto dalle fangirls del ragazzo dai grandi occhi verdi, che gli avevano dato una botta in testa e avevano trascinato il suo corpo esanime in un angolo, nascondendolo con dei pezzi di cartoncino avanzati dalla postazione del DDM.
Anche Anzu aveva qualche problema con le fangirls: il 99% di loro la voleva morta.
Così, la ragazza aveva imparato a star loro distante; in quel momento, stava ballando su una sedia: Mary, che, a quanto pareva, sapeva tutto di tutti, si era lasciata scappare che per Rebecca, che sarebbe dovuta comparire nella variant a lei dedicata e nella variant della quarta opening, avrebbero usato delle immagini di repertorio, in quanto quel giorno stesso avrebbe dovuto sostenere un esame universitario in America.
"Questo significa che quella mocciosa che si appolipa a Yugi non ci sarà!" gioiva dentro di sé Anzu, continuando a ballare.
Mentre Sugoroku Muto, nonno di Yugi, e Arthur Hopkins, nonno di Rebecca, che avevano appena finito di girare l'ennesima variant di Voice all'interno di uno stanzino travestito da caverna, si raccontavano vicende di secoli prima, Ryou tornò in scena.
Sì, insomma, le truccatrici avevano fatto del loro meglio: gli avevano rifatto i contorni degli occhi castani con la matita, creando un taglio più allungato e affilato, per poi riempirgli i soffici capelli bianchi di gel per irrigidirli.
Tuttavia, lo sguardo più truce che Ryou era riuscito a fare era lo sguardo da pulcino.
- Non importa! - aveva detto il Regista, dandogli una pacca sulla spalla: - Tanto ci sarai per mezzo secondo! -.
Ryou non aveva risposto, probabilmente per non perdere l'espressione da pulcino psycho che si era tanto sforzato di fare.
Fu quando la telecamera ebbe terminato la ripresa di Ryou - praticamente, una sola inquadratura - che il maxischermo si accese improvvisamente, facendo apparire il viso di un uomo dai piastratissimi capelli argentati, che osservava i presenti con un occhio castano e uno di bigiotteria.
- Pegasus! - fu il coro che accompagnò quell'apparizione, scatenando una risata nel diretto interessato.
- Hello everybody! - salutò, allegro: - Spero che le riprese non vi stiano affaticando troppo! - esclamò.
Chi acconciato in maniera indegna, chi plurisofferente, chi con un naso dolente, chi impegnato con un secchio, tutti riuscirono a guardar male Pegasus.
- Si può sapere perché sei sul maxischermo? - chiese Seto, riemergendo dal secchio, il viso che aveva assunto una leggera sfumatura verdastra: - Dove ti trovi? -.
- Ma sono qui, in regia! - rispose Pegasus, cordiale, agitando una mano dal rettangolo sopraelevato - arrivatoci chissà quando -, a pochi passi da Mary e dal grafico: - Purtroppo potrò seguirvi per una sola opening, ma è bello poter assistere! -.
- Dì la verità, ti stai solo divertendo alle nostre spalle... - ringhiò il presidente della Kaiba Corporation, facendo ridere l'altro: - Non essere così crudele, Kaiba-boy, non sono certo così sadico! -.
- Sarò ben lieto di discutere del sadismo del signor Crawford in un'altra occasione... - intervenne il Regista: - Ma, purtroppo, il tempo è poco e dobbiamo girare la variant del mondo del videogioco, prima della versione ufficiale. Quindi, fate uscire quel vermetto che abbiamo messo in quella scatolina con la sabbia, appiccicateci davanti un'immagine di repertorio del Drago Nero Occhi Rossi e si preparino Yugi, Jonouchi, Mai e Mokuba! -.
- Vermetto? - ripeterono i quattro interessati, in coro.
- Eh, non potevamo mica permetterci un mostro vero... - rispose il Regista, in un sospiro: - Mi raccomando, guardate verso l'alto e mettete bene in mostra i vostri vestiti! -.
- Niisama... - gemette nuovamente Mokuba, stringendo i lembi dell'ampia gonna infiocchettata, costringendo Seto a tornare a dedicarsi al secchio.
- Non mi sono mai vergognata così tanto... - fece Mai, rossa in viso, contrariata all'idea di star indossando un'armatura così fuori moda.
- Io sembro uscito da un film sugli uomini delle caverne! - ribatté Jonouchi, sistemandosi l'elmo-teschio sulla testa: - O da un porno di quint'ordine! -.
- Io non so se quest'armatura stia peggio a me o all'altro me... - rimuginò Yugi, cercando di non grattarsi il naso ancora dolente.
- ... poi fai copia-incolla con Mokuba e mettigli un'armatura un po' più decente di quella roba che indossano Yugi e Mai... - stava spiegando il Regista al grafico, attraverso il cellulare, mentre i quattro in scena si disperavano ognuno a modo suo.
Anche la ripresa del mondo del videogioco fu relativamente tranquilla.
In compenso, appena terminata, Mai scattò verso dei paraventi adibiti a camerini, mentre il Regista spinse Yugi e Jonouchi a reindossare le divise scolastiche, Anzu che recuperava Honda sotterrato dai cartoncini dopo averlo individuato grazie alla sua pettinatura puntuta che spuntava tra la carta.
- Sistemate i ventilatori! - ordinò il Regista, mentre due assistenti mettevano i suddetti ai lati del maxischermo su cui ancora troneggiava il volto di Pegasus J. Crawford, che ancora cercava con scarso successo di nascondere una risata alla vista degli assurdi vestiti che gli altri avevano dovuto indossare.
Yugi, Jonouchi, Honda e Anzu furono portati davanti al maxischermo, i ventilatori furono accesi e la ragazza dovette correre con le mani alla minigonna azzurra per impedire che tutti venissero a conoscenza del colore delle sue mutande.
- Ma insomma! - urlò, rossa in viso: - Fate un po' di attenzione, diamine! - gridò.
- Allora, ragazzi! - riprese la parola il Regista, mentre i ventilatori diminuivano la loro intensità: - Fate delle espressioni da veri eroi pronti ad affrontare qualsiasi sfida per la salvezza del mondo! -.
- Eh, no, dai, la salvezza del mondo no... - borbottò Atem, da lontano, riuscito a rialzarsi ma con ancora una mano sulla pancia dolorante.
- Pegasus! - disse il Regista, voltandosi verso il maxischermo: - Tu fai la faccia da cattivo! - spiegò, mentre un altro ventilatore veniva acceso vicino all'uomo dai capelli d'argento, facendoli volare per tutto lo schermo in un'inquietante cosplay di Medusa e dei suoi serpenti per capelli.
- Pfu... sì, Regist- pfu... - cercò di rispondere Pegasus, sputando i capelli che gli arrivavano in bocca.
- E... Azione! -.
Alla fine, tutti i ventilatori avevano trovato un compromesso: mandare un getto d'aria e poi spegnerli, mandare un getto d'aria e poi spegnerli.
Che ci fosse il rischio che si rompessero, era irrilevante.
Finalmente, Voice fu girata.
Il bollettino medico fu di due feriti, un calo di pressione, un nauseato, tre soffocamenti e uno svenimento.



Salve! ^^
Che è 'sta roba, direte... beh, in realtà questa storia doveva essere una one-shot: per la precisione, doveva essere una delle mie due one-shot per la roundrobin "Facciamo un gioco?", con prompt "A basso costo".
Tuttavia, quando ho notato che la storia stava diventando davvero troppo lunga, ho deciso di pubblicarla a sé. °^°
*Grafomane oAo*

In questo caos immenso sono tornate le fangirls e, soprattutto, Mary - seppur come comparsa: tranquilli (?), non mi sono dimenticata delle sue entusiasmantissime avventure sentimentali e non. U.U
A proposito, ho cominciato a scrivere il nome del Faraone punk senza l'H. U.U *sì, lo so, è sconvolgente*
Penso sia scontato dire che questo delirio mi è venuto in mente guardando i video delle cinque opening, vero? XD *E da questo potrete intuire il motivo del titolo...*

Spero che questo capitolo vi sia stato gradito. ^^ Se ci sono errori o avete consigli o critiche, dite pure! ^^
  
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