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Autore: Danda93    14/10/2011    0 recensioni
STORIA FERMA PER REVISIONE (probabilmente verrą cambiata in toto)
°°°Cosa succederebbe se Sesshomaru riuscisse per qualche scherzo del destino ad arrivare nell'epoca moderna? Tra automobili e marchingegni "strani", anche lui, il glaciale principe dei demoni, troverą una persona che riuscirą a scaldargli il cuore pił di quanto non abbia fatto Rin...°°°
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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L’indomani aprii gli occhi quando sentii dei rumori dentro la capanna, il piccolo stava per svegliarsi... Guardai Rumiko che dormiva ancora tra le mie braccia... Sorrisi ripensando a ciò che aveva detto la sera prima e cercai di farla distendere sull’erba senza svegliarla... Ci riuscii e me ne sorpresi... Poi entrai nella capanna e mi avvicinai al piccolo... Lo osservai prima di prenderlo in braccio... “Buongiorno Takeru... Sai, dobbiamo fare piano perché la mamma ancora dorme...” Mi guardò perplesso e sorrise, poi però vidi i suoi occhi diventare lucidi, stava per piangere... “N-no, non piangere!” Cercavo di cullarlo per farlo dormire, ma era inutile, non mi accorsi nemmeno di Rumiko che, dopo essersi svegliata, ci guardava dall’ingresso della capanna, mi si avvicinò e la guardai “Ti ho svegliata...” “No, tranquillo, ma il piccolo ha fame... E tu non puoi farci gran che...” Mi prese il bambino dalle mani e lo portò al seno scostando la maglietta e il reggiseno... Li guardavo tra il perplesso e il meravigliato, forse fu per questo che Rumiko si mise a ridere... “Sono un po’ invidioso del piccolo...” La guardai e lei spalancò gli occhi “Esci Sesshomaru... Hai bisogno d’aria...” Portai una mano sulla fronte e annuii “Sì, è vero... Inizio a delirare...” La sentii ridacchiare mentre uscivo e mi sedevo fuori dalla capanna... L’aspettai... Quando uscì teneva Takeru tra le braccia, che ora sorrideva felice... Si sedette accanto a me e le passai un braccio attorno alle spalle... “Allora tra poco si parte...” Annuii osservando il piccolo che stava per addormentarsi di nuovo...

 

§
 

Camminammo per diversi giorni, tra foreste e radure, ci fermavamo spesso durante il giorno per Takeru. Poi, dopo quasi una settimana di viaggio giungemmo alle Terre dell’Ovest, là dove il mio compagno era Principe, dove la sua famiglia regnava indisturbata da secoli... Sesshomaru mi portò fino ad un enorme palazzo bianco, guglie affusolate e longilinee svettavano verso il cielo, il cancello che pareva di madreperla s’aprì non appena le guardie intravidero Sesshomaru, poi, quando scorsero anche me e Takeru assunsero un’espressione seria, strana ed inquietante... Io, in silenzio, seguivo il mio compagno stringendo a me nostro figlio, quasi avessi avuto paura di perderlo da un momento all’altro. Entrammo e i domestici, almeno una ventina, accolsero il loro signore senza fiatare, si limitarono a disegnare il suo percorso inchinandosi ai lati... Tutti fissavano me e mio figlio, tutti avevano una strana espressione, mista a dolore e soddisfazione, iniziavo a temere per l’indennità della vita di mio figlio, iniziavo ad avere paura di ciò che avrebbero potuto fargli... Che prendessero me, piuttosto... ‘Stai calma, devi rimanere concentrata... Se si mettesse male ci penseremo io e Sesshomaru a proteggere Takeru, lo sai...’ Akusa... Sussultai nel sentire la sua voce dentro la mia testa e Takeru mi guardò interrogativo “Mamma..?” gli sorrisi per tranquillizzarlo “Va tutto bene...” Giungemmo ad una sala enorme, quasi spoglia d’ogni cosa e la cosa che più mi colpì fu che, a differenza del resto del castello, quella stanza era scura, buia, lugubre quasi... Dal lato opposto dell’enorme porta in legno v’erano pochi scalini dove stava un trono... Fu in quel momento che mi si gelò il sangue nelle vene; fu in quel momento che davvero pregai che uscissimo tutti vivi da quella stanza... Una donna sedeva sul trono, una pelliccia le copriva metà del corpo, mentre l’altra metà era vestita da un kimono finemente ricamato, nero e largo, tipico delle imperatrici dell’epoca... Era identica a Sesshomaru, solo che... Lo sguardo aveva un qualcosa di agghiacciante, di distaccato e irato, mi spaventò che quello sguardo fosse diretto proprio verso Sesshomaru, che subito avanzò di qualche passo...

 

“Madre...” Lei per tutta risposta scese le poche scale ed annullò la distanza che la separava dal figlio, una volta di fronte a lui alzò la mano destra e lo schiaffeggiò, talmente forte che potei sentire l’eco dell’impatto, ero spaventata, arrabbiata e allibita per quel comportamento. “Sei una delusione, Sesshomaru, sei uguale al tuo miserabile padre, siete entrambi dei deboli, degli stupidi!” Lui non si era mosso, il volto piegato verso sinistra, la guancia rossa e gli occhi socchiusi, in quel momento vidi il dolore, il sincero dolore negli occhi dell’uomo che amavo... Lo vidi soffrire, non tanto per lo schiaffo in sé, quanto per l’atteggiamento della Madre... Sentii un fremito, come quando stavo per trasformarmi e Sesshomaru lo percepì, avvertì la mia forza crescere e si precipitò da me, allarmato “Stai calma! Calmati Rumiko!” Sentii anche la voce della donna “Ucciderò questa sgualdrina, Sesshomaru! E con lei il frutto indegno del tuo peccato!” Poi ci fu un attimo di silenzio, Takeru mi fissava spaventato, come suo padre, “Prendi nostro figlio e avvicinati alla porta.” “Rumiko, sta calma, devi controllarti...” Prendi. Nostro. Figlio.” Le sue mani afferrarono Takeru un istante prima che io scattassi verso la Madre di Sesshomaru. Ormai ero completamente trasformata. Mio figlio e il mio compagno non si potevano toccare. “Non provarci mai più!” Sembrava più un ringhio feroce che la mia voce...

 

§

 

Non riuscii a vedere il suo spostamento, balzò su mia madre afferrandole la gola e infilandovi quasi gli artigli, non riuscivo a vederla in faccia, ma sapevo qual’era la sua espressione. Lo sapevo bene. “T-Tu! Sgualdrina che non sei altro! Lasciami andare o non uscirai viva da qui!” “Vogliamo scommettere?” La vidi stringere di più, ormai mia madre non toccava quasi più i piedi per terra e, per la prima volta, la vidi spaventata. “Non. Provare. A. Toccare. Mio. Figlio. Chiaro?!” Con un colpo secco del braccio scaraventò mia madre contro la parete del salone, che si incrinò pesantemente. Tra la polvere vidi mia madre alzarsi “Maledetta! Tu non sei degna di mio figlio!” “Voi non conoscete Sesshomaru, se fosse il contrario capireste che con noi è felice. Non sono io a non essere degna di stargli accanto, siete Voi ad essere indegna come madre.” Il respiro mi morì in gola, poi sentii un singulto tra le mie braccia e guardai Takeru... Aveva gli occhi lucidi e guardava Rumiko, che invece sembrava aver ripreso in parte la calma... Poi, prima che la mia compagna potesse ripartire all’attacco, Takeru iniziò a piangere terrorizzato e Rumiko si bloccò di colpo. Si voltò a guardarci e si ritrasformò mentre camminava verso di noi. Sorrise dolcemente prendendo Takeru dalle mie braccia e abbracciandolo “Tranquillo piccolino, sei al sicuro, non è successo niente... Su, calmati...” Gli parlava dolcemente, mentre lo cullava. Io ero ancora allibito da ciò che era successo poco prima. “A-Andatevene! Andate via! Vattene Sesshomaru!” Mia madre riprese posto sul trono e Rumiko si voltò a guardarla “Dovreste pensare a ciò che ho detto... O rischierete di perdere anche l’ultima cosa che vi è rimasta: la famiglia.” Dopo di che le voltò le spalle e s’avviò oltre il portone da dove, allarmate, erano sbucate delle guardie, la seguii dopo essermi inchinato davanti a mia madre. Ero orgoglioso di Rumiko, ero orgoglioso della mia compagna

  
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